Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

domenica 23 novembre 2025

The Washing Planck

THE WASHING PLANCK – GaSosTuForGy
Cassis Records
Genere: Sperimentale / Progressive Rock
Supporto: CD / LP / Bandcamp – 2025





La musica si pone come scopo primario l’emozione: quando un ascoltatore resta colpito, il suo scopo è raggiunto. Essa può essere melodica, allegra da ballare, oppure heavy e oscura per le anime più dure. Insomma, con il tempo l’evoluzione ci ha donato molteplici scelte. I media continuano imperterriti a proporre ciò che viene imposto dai contratti, ma oggi, grazie soprattutto a Internet, si ha la possibilità di ricercare quello che si vuole. Di certo non possiamo più dire che ora non ci sia nulla di valido, basta cercare tra le infinite proposte per scoprire un nuovo interesse. Serve tempo e dedizione, questo è vero, ma spesso è ripagato.
Ho fatto questo preambolo perché anch’io amo navigare alla ricerca di nuove sensazioni, solo che dalla musica, oggi come oggi, voglio qualcosa in più. Non mi basta l’emozione, ma amo essere stupito. Mi trovo bene nel filone del Progressive Rock, ma anche nella sperimentazione, perché in qualche caso ho gradito le sorprese.
Certamente non sto parlando di musica da canticchiare o fischiettare, bensì di un propellente per viaggiare con la mente.
E quindi mi imbatto nel duo di Monza, The Washing Planck, formato da Domenico Diano (sintetizzatori, sassofono, basso elettrico) e Matteo Mariano (sintetizzatori, chitarra elettrica, programmazione). Mariano è sound designer del progetto Macrogramma e collabora con ROHS! Records, mentre Diano è un polistrumentista e fa parte della RetroProg band The Grand Socks.
In questo nuovo lavoro intitolato “GaSosTuForGy” (abbreviazione di Grand Socks Through the Forbidden Gateway) si  mettono in campo elettronica in stile berlinese, texture ambient, timbri etnici elaborati, droni e improbabili tocchi funky.
Solitamente, quando si adoperano molteplici stili, si rischia di formare un agglomerato sonoro senza capo né coda; a questo punto entrano in ballo le capacità compositive e strumentali degli artisti che, se elevate, possono davvero donare grandi sorprese.
I The Washing Planck, attraverso questi otto brani, dimostrano di avere tutte le carte in regola per accompagnarci in un trip sonoro dove, dietro ogni angolo, ci attende una sorpresa.
Questa, in definitiva, più che una recensione vuole essere un consiglio d’ascolto, perché, in tanta materia, sarebbe davvero un peccato svelare ogni passaggio; dico soltanto che le parti di sax sono perfettamente incastonate nel contesto elettronico e il connubio, molto spesso, apre scenari giganteschi in cui perdersi.
Molto spesso si adopera il termine “musica per la mente”, qui più indovinato che mai.
“GaSosTuForGy” è quello che personalmente vado cercando nella musica di oggi: un lavoro che mi estrani dalla realtà, mi sorprenda e che comunque abbia una base storica su cui reggersi. Non mancano infatti richiami al passato e accostamenti al Prog, e la suite “Project B (Part 15)” ne svela alcuni.
Un recensore, al termine, consiglia l’ascolto a un determinato genere di pubblico, in questo caso lascio tutto alla vostra curiosità. Posso dare qualche indizio, questo sì: JeanMichel Jarre, Porcupine Tree psichedelici, ma direi che basta così.
A voi, i The Washing Planck. MS 








Versione Inglese: 



THE WASHING PLANCK – GaSosTuForGy
Cassis Records
Genre: Experimental / Progressive Rock
Format: CD / LP / Bandcamp – 2025


Music’s primary purpose is to evoke emotion: when a listener is moved, its goal is achieved. It can be melodic, joyful to dance to, or heavy and dark for tougher souls. In short, evolution has given us many choices over time. The media keep stubbornly pushing what contracts dictate, but today, thanks especially to the internet, we can seek out exactly what we want. We can no longer claim there’s nothing worthwhile—just look among the endless offerings to discover a new interest. It takes time and dedication, which is true, but it is often rewarded.
I made this preamble because I, too, love to sail in search of new sensations, only now, from music, I want something more. Emotion isn’t enough; I love to be surprised. I feel at home in the progressiverock vein, but also in experimentation, because sometimes I’ve enjoyed the surprises.
Of course I’m not talking about music you can hum or whistle; it’s a propellant for traveling with the mind.
And so I come across the Monza duo, The Washing Planck, made up of Domenico Diano (synthesizers, saxophone, electric bass) and Matteo Mariano (synthesizers, electric guitar, programming). Mariano is the sound designer for the Macrogramma project and collaborates with ROHS! Records, while Diano is a multiinstrumentalist and a member of the retroprog band The Grand Socks.
In this new work titled “GaSosTuForGy” (short for Grand Socks Through the Forbidden Gateway) they bring Berlinstyle electronics, ambient textures, elaborate ethnic timbres, drones and unlikely funk touches into play.
Usually, when many styles are combined, there’s a risk of creating a sonic agglomeration without head or tail; at that point the artists’ compositional and instrumental skills come into play, and if they are high, they can truly deliver great surprises.
Through these eight tracks, The Washing Planck prove they have all the cards to take us on a sonic trip where, around every corner, a surprise awaits.
This, in the end, is more of a listening recommendation than a review, because in such rich material it would be a shame to reveal every detail; I’ll only say that the sax parts are perfectly embedded in the electronic context and the combination often opens up gigantic scenarios to get lost in.
The term “music for the mind” is often used, and here it fits better than ever.
“GaSosTuForGy” is exactly what I’m looking for in today’s music: a work that alienates me from reality, surprises me, and still rests on a historical foundation. It doesn’t lack references to the past or connections to prog, and the suite “Project B (Part 15)” reveals some of them.
A reviewer at the end recommends the album to a specific type of audience; in this case I leave everything to your curiosity. I can give a few hints, yes: JeanMichel Jarre, psychedelic Porcupine Tree, but I think that’s enough.
Over to you, The Washing Planck. MS







4 commenti:

  1. Caro Massimo,
    La mia compagna, credendo di farmi felice, mi ha regalato l' ultima uscita degli Spock' s Berad anche perché è uno dei quei prodotti prog più facili da trovare. Devo purtroppo confidarti che a parte i primissimi lavori, non ho ho mai apprezzato questa band come la maggior parte del Prog statunitense, ovviamente tranne 2-3 nomi dei 90. È un disco che a parte il pezzo di apertura, è una accoglienza di suoni senza né capo né coda, specialmente la suite dove i vari momenti sono così brutti e neanche tenuti insieme da un tema portante. La voce è buona anche se non qualche volta diventa troppo AOR, genere che ho sempre detestato. Per me la band è finita da tempo. E invece di continuare con questo accanimento terapeutico è meglio farla finita qui. Eppure con le composizioni quasi tutte ad opera di Okomuto, mi sarei aspettato certo in tripudio di tastiere che c'è, ma non con questo livello sterile.
    Forse il tuo giudizio sarà differente, ma era meglio se mi avesse regalato un cappellino per l'inverno già arrivato anche qui.
    Ti saluto.

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  2. Perdonami, ma volevo precisare che a parte i 2-3 nomi del Prog statunitense anni 90 perché gli Spock' s Berad a loro fanno parte. Non volevo assolutamente dire che non apprezzi il prog americano dei 70, con i vari: Pentwater, Cathedral, Happy the Man e tanti altri fin troppo sconosciuti. Una doverosa precisazione.

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    1. Ciao Ivano, no guarda, anche per me la band ha già dato tutto. Infatti questo ultimo lavoro mi sembra un riassunto delle puntate precedenti. Indiscutibile la qualità dei musicisti, in più ti dico che se qualcuno non li conosce e si approccia loro con questo lavoro, potrebbero anche gridare al miracolo. Per farti capire meglio, da uno a dieci gli potrei dare sei. Sufficienza sicura, ma non altro. Poi si la scena americana è buona (io amo gli Echolyn), però se facciamo la proporzione numero abitanti e dischi epocali, beh, sono in deficit rispetto a molte altre nazioni. Questo è solo il mio parere personale in base ai miei gusti musicali, intendiamoci, non la verità. Buona giornata Ivano.

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  3. Infatti caro Massimo hai centrato il punto, dato il numero di abitanti e i molteplici spazi dove suonare, e lo studio della musica se paragonati alla nostra disgraziata Italia (soprattutto di questi tempi ma non voglio fare comizi politici) gli Stati Uniti sono in vero declino in ambito progressivo. Molto meglio dal Messico in giù. L' adorazione per gli Echolyn è reciproca, come il mio amore per i Discipline, anche loro non certo in grande forma come in passato. Alcune nuove band si sono affacciate e anche di buon valore. Speriamo bene. Ma per fortuna che c'è l'Europa e non solo per il Prog.
    Ciao.

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