MIGRAINE – Un’Abitudine
Autoproduzione
Genere: Stoner / Grunge /
Psichedelico
Supporto: cd / digitale – 2025
Mi
viene da dire che oggi viviamo in una società quantomeno inquieta, dove
l’efferatezza si manifesta in molti dei nostri atteggiamenti. Pochi i freni
inibitori, spesso si attacca il prossimo per non essere a nostra volta attaccati,
un periodo in cui l’incertezza rende tutti molto aggressivi. La perfetta
colonna sonora di quest’andamento ce la compongono i pugliesi Migraine con
“Un’Abitudine”. Non si tratta di un vero e proprio concept album, piuttosto di
una serie di tasselli che vanno a intersecarsi fra di loro in un'unica visione
dello stato delle cose.
Il
sound, conseguentemente, deve avere caratteristiche rabbiose che si alternano a
frangenti più pacati, e quale musica se non lo Stoner e il Grunge è più
adeguata? Gruppi come Queens Of The Stone Age, Mudhoney, Soundgarden, e altri
ancora, sono il punto di riferimento anche dei Migraine, trio formato da Jordan
Rech (batteria), Alex Pagano (basso), e Vinnie Brown (chitarra, voce).
Si
formano a Brindisi nel 2019 per gettarsi a capofitto nei suoni ruvidi degli
anni ’90. Il nome Migraine richiama ironicamente l’emicrania, un disturbo che
ci coglie spesso alla sprovvista, proprio come la loro robusta musica. Il disco,
in confezione cartonata con le grafiche di Giuseppe Castellana / Cripta Tattoo
Studio e le foto di Daniela Turco, si apre potentemente con l’intro “Aria n°8”,
insegna del loro essere. Esso conduce alla title track, dove l’inizio Fuzz Rock
lascia il campo a ritmi pressanti in cui la voce graffiante di Vinnie Brown
narra questo succitato abbruttimento societario senza mezzi termini. Da
sottolineare l’ottima registrazione ai Last Floor Studio di Ciccio Bento
Barletta. Musica diretta dall’inciso rabbioso.
“Andromeda”
affronta
i demoni che ci affliggono nella mente in un duello fra il bene e il male, il
passato e il presente. Il sound gode di un groove trascinante. Musica sudata, e
potente. Bello l’attimo centrale psichedelico.
Attraverso
“Era” e il suo basso distorto s’implode psicologicamente in una lotta interna
priva di via d’uscita. Qui altri tratti Psichedelici fanno capolino, ricordando
alcuni passaggi dei storici Pink Floyd.
Poi
giungono i Migraine che non ti aspetti, molto vicini a Nick Cave in una ballata
strumentale che racconta di una estate malinconica, il titolo è “The Height Of
Summer”. Tutto attorno a noi diventa instabile e fuggente. Altro brano
introspettivo è “Marlboro”, una sorta di Blues vigoroso in cui s’indaga sul
confine che risiede fra la solitudine e la salvezza. Non manca neppure il Dub,
ci pensa “Linda” a proporre nuove soluzioni pur restando radicata al quel
Grunge proveniente dalle vocalità di Kurt Cubain (Nirvana).
“Indagini”
è la breve colonna sonora di un percorso assurdo nei labirinti della mente, con
ritmi possenti e richiami alla band Unsane. Poi è la volta di “Tatooine” (la
mia preferita), il suo Blues intenso mostra una musica spezzata, ricercata, per
un viaggio ragionato ma coinvolgente. Il basso ricopre un ruolo fondamentale
nel contesto, donando all’ascolto profondità, mentre il solo di chitarra spezza
l’andamento al punto giusto.
“Gocce”
chiude l’album, analizzando la “felicità chimica” che conduce al senso della
fragilità umana, e questa volta lo fa in Migraine style.
Questo
debutto è ben realizzato oltre che curato nei particolari, ciò testimonia il
fatto che il trio di certo non è sprovveduto. Sicuramente la band in sede live
non sarà da perdere! Benvenuti Migraine. MS
Versione Inglese:
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