CAGE – Tales Of Water
Autoproduzione
Genere: Rock progressivo
Supporto: Digital / CD – 2025
Con
estremo piacere prendo atto del ritorno dei carraresi Cage, storica band sorta
nel 1987. Ho molto apprezzato lavori come “87/94” (Musea Records – 2005) e
“Secret Passage” (Musea Records – 2008), ma successivamente non ho avuto più
notizie della band. Iniziarono la carriera artistica partecipando a diversi
spettacoli e festival a Siena, Roma e Milano, per poi pubblicare nel 1992 il
singolo “View” (Toast Records). Il primo album porta il nome di “The
Feebleminded Man” (Toast Records – 1993) ed è costituito da un unico brano di
ventuno minuti dal titolo omonimo; questo consente loro di apparire in tv
grazie a un videoclip. Qui il gruppo si scioglie per intraprendere strade
soliste e dei Cage non se ne parlerà più fino al 2000. Elegante il già citato
“Secret Passage”, ma è troppo distante quel 2008 per lasciar speranze di
reunion. Mai dire mai (come si suol dire), ed eccoli oggi con una nuova
formazione composta da Andrea Griselli (percussioni), Damiano Tacchini
(tastiere), Andrea Mignani (chitarra) e Luca Giampietri (voce e basso), e con
un nuovo album di otto canzoni intitolato “Tales Of Water”.
L’album
è prodotto, mixato e masterizzato da Luca Giampietri presso il White Room
Studio, mentre l’artwork porta la firma di Augusto Morelli.
“Waves”
presenta da subito la volontà della band di intraprendere un cammino elettro‑acustico con lo sguardo
rivolto al suono più moderno dell’Alternative Rock, lasciando a briglia sciolta
la melodia altamente orecchiabile, supportata da buoni cori di base. In questo
noi italiani siamo molto bravi, lo abbiamo constatato nel tempo.
L’animo
gentile traspare sovente in questo album; in “A Still Sky” il sound morbido su
cui cantare assieme a Luca Giampietri è piacevole, e la canzone non dimentica
il classico, buon assolo di chitarra finale. Il discorso è analogo per “Sun On
Me”, dove il pianoforte avvolge l’ascolto coccolando l’ascoltatore.
“Cage”
è sempre legata alla formula della canzone, profonda nella leggerezza dei
suoni. Questo andamento mi ricorda, per intenzionalità, i primi Marillion di
Steve Hogarth, ma con caratteristiche tipicamente italiane.
Il
mid‑tempo di
“Dreamcatcher” è solare e coinvolgente, un pezzo che strizza l’occhio alla
musica più internazionale rispetto a quanto ascoltato finora. Anche “Julia’s
Dream” è una coccola sonora, i ritrovati Cage hanno un gusto decisamente
spiccato per le buone melodie.
Sale
il ritmo in “Mirrors”, dove le chitarre di base donano un tono psichedelico che
non guasta, mentre la conclusiva “Flow Of Time” è quanto di meglio la band
possa proporre oggi.
“Tales
Of Water” è un album di buone canzoni che non hanno la pretesa di strafare,
tanto che il termine Progressive Rock forse è poco adeguato ma l’etichetta non
conta più di tanto, piuttosto la sostanza, e qui ce n’è davvero molta. Un
gradito ritorno, bravi Cage. MS
Versione Inglese:


Salve Massimo,
RispondiEliminaMi chiedevo se avessi ascoltato il ritorno dei CARDIACS dopo la morte del loro cantante. Il titolo è "LSD" e si sviluppa su supporto doppio. E se hai in programma di recensirlo.
Grazie e saluti.
Ciao Ivano, non ho ancora avuto modo di ascoltarlo. Sicuramente lo farò e magari... Perchè no, ne farò una recensione. Grazie per il consiglio.
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