AIRPORTMAN / EGIDIO MARULLO – Erva
De Ientu
Lizard
Records / Moving Records
Genere:
Art Rock
Supporto: CD – 2025
Natura
e musica sono un connubio perfetto; se ad esse si aggiunge la pittura, allora
diventa un ricco pasto per la mente.
Alcuni
artisti si sono cimentati in questo contesto, soprattutto italiani, perché noi
abbiamo nel DNA un concetto di arte ad ampio spettro. Basta ricordare i “Quadri
Musicali” di Paolo Catena, oppure “Stati Di Immaginazione” della Premiata
Forneria Marconi, giusto per fare qualche nome, ma la lista sarebbe davvero
lunga.
Il
progetto dei roatesi Airportman ha radici molto profonde: risale al 2006,
quando il trio Giovanni Risso (chitarre), Marco Lamberti (chitarra, pianoforte,
basso, armonium, sintetizzatore) e Paolo Bergese (batteria, percussioni) esordì
con Off (Lizard Records). Nel tempo hanno rilasciato una discografia importante
sia per quantità (sedici album in studio) sia per qualità; numerose sono state
le collaborazioni che hanno visto alternarsi nomi come Tommaso Cerasuolo,
Stefano Giaccone e Fabio Angeli.
Anche
in questa nuova realizzazione si avvalgono della partecipazione di un artista,
questa volta un pittore e musicista: Egidio Marullo. Egli esplora da sempre
l’interazione tra linguaggi artistici e fa uso dell’acquarello, come nel caso
di “Di terra (erbario dei ricordi)”, assieme al poeta Osvaldo Piliego. Questa
volta non sono le parole bensì la musica ad accompagnare le sue opere, nasce
così una collaborazione che vede sei brani tratti dalla visione di altrettanti
quadri contenuti in uno splendido cartonato all’interno del packaging in
formato maxi 18 × 18 cm.
“Erva
de ientu” in dialetto salentino significa “Erba di vento”, ossia quella
vegetazione spontanea e ostinata che nasce fra le dune a due passi dal mare.
Essa riesce a radicarsi malgrado la fragilità della sabbia in cui nasce.
Il
primo quadro musicale porta il titolo dell’album, un frammentarsi di suoni che
vanno dalla percussionistica al pianoforte, protagonista principe. Guardare la
stampa del quadro e ascoltare il suono immerge pienamente l’ascoltatore nel
contesto.
I
sei minuti abbondanti di “Sentire” scorrono come l’immagine e anche la musica
diventa acquarello, colorato ma per certi versi tenebroso. Il piano sgocciola
note, il cielo è blu anche se in lontananza prevale l’oscurità. Nel cammino si
aprono scenari ariosi dettati dalla chitarra di Giovanni Risso e dalla fisarmonica.
Sembra quasi di odorare la salsedine in quel del versante adriatico.
Magnifica
“Èpoteia”, profonda come i colori adoperati nel quadro; macchie scure
rafforzano il concetto di radicalità. Attimi riflessivi si intersecano con il
suono a tratti ipnotico, in cui gli arrangiamenti la fanno da padrona, xilofono
compreso. Il movimento va calando per lasciare spazio agli arpeggi di chitarra,
delicati e sognanti.
Spettacolare
il colore di “I Cardi E L’Alba”; tutto sembra fermarsi quando l’oscurità lascia
posto alla fievole luce del sole in lontananza; anche le erbe sono ferme, così
la musica racconta la scena, iniziando quasi sorniona per poi sostenersi con
l’uscita del sole.
Si
alza il vento in “Orazione”, la sabbia rosso sangue confina con il cielo
plumbeo. Qui il pianoforte sussurra melodie sottolineate da suoni psichedelici.
Il
panorama dipinto diventa ampio nella conclusiva “Elegia”, così i colori
maggiormente solari. Le note non fanno altro che fotografare la scena come in
una diapositiva.
Si
resta fermi durante l’ascolto, quasi per la paura di rovinare le atmosfere
legate perfettamente ai concetti espressi; questa è la vera magia della musica
e dell’immagine, e gli Airportman ci hanno fatto dono di un’altra perla.
Quando
la musica prende il posto delle parole, allora l’arte è totale. Ammaliante! MS
Versione Inglese:

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