MOVION – Vertice
Luminol Records
Genere: Post Rock / Elettronica /
Psichedelia
Supporto: Bandcamp / CD – 2025
Vorrei
subito sottolineare che, negli ultimi anni, le tematiche trattate nella musica
spesso si addentrano nel sociale, o per meglio dire, nel futuro dell'umanità,
sempre descritta come priva di sentimento, fredda e troppo affidata
all'elettronica. Scenari apocalittici. Quindi è palese che la teoria la
conosciamo, ma in pratica non riusciamo a privarci neppure di un minuto di
internet o del telefono. Non è polemica, ma è ciò che sto riscontrando nel
tempo.
Queste
sono dunque grida di allarme da parte anche degli artisti che, in qualche modo,
cercano di smuovere la sensibilità delle persone, ma le persone siamo noi,
forse dovremmo guardarci tutti dentro.
Mi
permettete uno sfogo? La situazione comincia ad essere pesante e bene fanno
anche i torinesi Movion a trattare con il suono questo argomento nel loro
ultimo lavoro, "Vertice".
Movion
è un trio strumentale nato nel 2012 a Torino dall'incontro di Antonio Vomera
(basso, synth), Alessandro Angeleri (batteria, drum machine) e Nicolò Tamagnone
(chitarra). Nel 2015 pubblicano il primo album, "Movion", e nel 2018
è la volta di "Blank", entrambi caratterizzati da loop strumentali
elettro-acustici tipici del Post Rock.
Sono
serviti sei anni per rilasciare "Vertice", e già vi dico sin da subito
che il tempo è stato ben impiegato, curando le nove canzoni contenute in modo
minuzioso e professionale. L'equilibrio fra le parti strumentali, anche
acustiche, e l'elettronica è ben bilanciato con delicate melodie e atmosfere
sognanti.
"Cronk"
è già immerso nel contesto, magniloquente nel suono, pachidermico
nell'incedere. Mi vengono in mente i God Is An Astronaut, più dolorosi, e la
mente già spazia in contesti cinematografici.
Le
arie si quietano con il pianoforte di "As Hard As I Can", seguite dalla
chitarra elettrica sopra un tappeto psichedelico e sognante. Musica per vivere
sensazioni intime, quella che ti scava dentro. La batteria sembra lontana,
quasi a non voler disturbare l'andamento.
La
formula del crescendo si sa che è funzionale e i Movion l'adoperano spesso,
anche in "Prometheus Unchained", in cui squarci di serenità sembrano
voler spaccare il muro dell'angoscia.
Il
brano "Endless Dog" prosegue imperterrito il cammino senza mai uscire
dal sentiero tracciato, che viene spezzato soltanto dai due minuti di
"Endless Dog", dove l'elettronica è maggiormente presente. Essa
conduce verso "I, The Machine", e qui fa comparsa anche una voce
narrante.
Il
pianoforte melodico adoperato su "That’s The Way, He Should Have Begun,
But He’s Hopeless" disegna un andamento gradevole sul quale effetti sonori
si dipanano assieme all'immancabile chitarra elettrica, mentre l'eco dona
profondità al brano.
"The
Activity Of Sound" è il pezzo più lungo dell'album, grazie agli otto
minuti abbondanti di durata, ed è anche, per chi vi scrive, uno dei migliori
frangenti in cui lasciarsi rapire.
La
nebbia si dirada con la conclusiva "It Depends on You", canzone più
aperta e solare rispetto a quanto ascoltato durante il percorso, quasi
beneaugurante per un futuro che comunque dovrà fare il suo corso.
"Vertice"
è un disco elaborato, insistente, maturo, adatto alle orecchie ferrate di chi
fa del Post Rock un credo di vita. Musica per la mente. MS
Versione Inglese:


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