G.O.L.E.M.
- Still Life
Black
Widow Records
Genere:
Hard Prog
Supporto: CD / Bandcamp – 2025
Generalmente
non parlo di EP in questo blog poiché, essendo attempato, sono amante di quella
che possiamo definire "la ciccia", ossia la molta sostanza. Intendiamoci
bene: in un EP capita pure di ascoltare brani più belli che in un album stesso,
però l'ho sempre ritenuto un antipasto per la sua durata, perché in effetti
così è. Non sempre sono anticipazioni, esistono EP con brani esclusi da qualche
album, ma non per questo considerati minori. Per cui, ben vengano i suddetti
supporti, anche se tendenzialmente non li tratto in una recensione. Per
concludere il preambolo, aggiungo oltretutto che fra singoli ed EP ne escono
centinaia al giorno, impossibile seguirli tutti.
Faccio
un'eccezione per i G.O.L.E.M. perché in questo momento sono molto ispirati e
autori di un ottimo album recentemente uscito nel 2024, intitolato “Gathering
Of The Legendary Elephant Monsters”. Da Piacenza, Parma e Lodi, i G.O.L.E.M.
(da non confondere con la band tedesca di Krautrock) propongono un Hard Prog
fatto di tastiere che non necessita di chitarre elettriche; e sfido chiunque ad
accorgersene durante l'ascolto.
La
band oggi è formata da Paolo Apollo Negri (organo, sintetizzatori), Emil
Quattrini (tastiere), Marco Zammati (basso), Francesco Lupi (batteria), e Marco
Vincini (voce).
“Still
Life” possiamo considerarla una mini-suite di quasi quindici minuti, però
suddivisa in tre movimenti.
Quello
che salta all'orecchio è il mutamento che il gruppo sta vivendo, passando da un
Hard Prog classico verso un Gothic Prog oscuro e più vicino alla formula
canzone.
“Still
Life (pt.1) Born Erased” apre con le tastiere in evidenza, e gli anni ’70 sono
avanti a noi. Monolitico e graffiante grazie all'uso dell'Hammond, il brano
palesa un'attenzione particolare per la scelta delle melodie. Sì, ci sono dei
déjà vu, ma tutto sommato questo è il genere. Bellissima la prova vocale di
Marco Vincini, che in alcuni istanti mi richiama alla memoria Bernardo Lanzetti.
“Still
Life (pt.2) Sons Of Death” ha un inizio incentrato sul basso e molto
Pinkfloydiano nelle atmosfere eteree. L'oscurità cala su di noi e non ci lascia
più. Doom di classe e
psichedelico.
“Still
Life (pt.3) Still Dreaming” emana uno squarcio di luce, una sorta di quiete
dopo la tempesta; ma la copertina dell'album ben rappresenta il contenuto
sonoro di questo EP, che mostra la band in fase di muta. A questo punto sono
curioso di ascoltare i prossimi passi, intanto, godo dei quindici minuti di
magia oscura di “Still Life”. Un antipasto? MS.
Versione Inglese:

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