FRANCO LEPRINO – Integrati….
Disintegrati
Eleven
(lp) / Vinyl Magic (cd – 1990) / Giallo (cd – 2009) / Wah Wah Records (lp –
2015)
Genere: Elettronica Progressiva
Supporto: lp – 1977
Il
1977 è un anno, musicalmente parlando, di transizione. Le mode stanno
cambiando, anche se la protesta in Italia è ancora in vigore (i cosiddetti anni
di piombo), possiamo dire che la colonna sonora sta mutando, lasciando il campo
al Punk, alla Disco e alla New Wave prossima all’arrivo. Il Progressive Rock
sta sparando le ultime momentanee cartucce, e l’interesse attorno a questa
musica va gradatamente scemando.
Gli
artisti che ancora si sentono liberi di manifestare i propri credo, non
contigui alla moda di massa, tuttavia non si arrendono e proseguono per la
propria strada, sia essa politicizzata che no.
Un
forte esempio lo abbiamo avuto con gli artisti della Cramps di Gianni Sassi, in
campo sino all’ultima nota fra utopie e convinzioni, una band su tutte gli Area
di Demetrio Stratos che ha avuto sempre la forza di contestare sia con la
musica che con le parole.
Chi
si è immesso in questo sentiero alla fine degli anni ’70 di certo non ha
trovato terreno fertile, per questo è capitato d’imbattersi in lavori singoli,
privi di un proseguimento temporale. I classici album da un colpo e via, quelli
poi che i collezionisti di vinili cercano e vendono a cifre improponibili.
Un
esempio lo abbiamo con Franco Leprino, autore di un solo album completamente
strumentale intitolato “Integrati… Disitegrati”.
Franco
Leprino, nato a Ficarra, in provincia di Messina, è un chitarrista
polistrumentista prossimo allo stile ricercato ed elettronico del primo Franco
Battiato. Ispirato da artisti come Stockhausen, Cage e Berio, Leprino
intraprende il percorso sonoro minimalista fra chitarre classiche, atmosfere
rilassanti e il VCS3, strumento elettronico vendutogli proprio dal mai troppo
compianto Battiato.
L’autore
entra nel mondo della musica come chitarrista per diverse band Rock, ma
l’ambiente gli va stretto e a ventidue anni sente la necessità di una
differente forma di espressione, basata su ideali antifascisti e di sinistra.
“Integrati…
Disintegrati” viene concepito durante il periodo passato all’Università di
Messina ma registrato a Milano. Il titolo lascia intendere la differenziazione
di un substrato sociale composto prevalentemente da due tipologie di persone,
coloro che si sono adeguati al sistema (Integrati) e quelli che invece non si
sono mai adattati ai tempi (Disintegrati), questo di base è il concept
dell’album suddiviso in due lunghe tracce, “Parte 1” di oltre diciannove minuti
di durata e “Parte 2” di ventidue minuti e mezzo. Qui i suoni circondano la
mente dell’ascoltatore fra effetti elettronici, pianti di bambino, voci di
folla inferocita, atmosfere oniriche, sinfonismi, il tutto esaltate da buoni
effetti stereo. Una perla rara in cui lasciare andare la mente e il corpo per
un momento di relax, magari proprio dopo una giornata dura in cui si sente la
necessità di resettarsi. Tanti i momenti dolci che accompagnano l’ascolto, un
altalenarsi di emozioni che in un solo disco rendono il tutto molto scorrevole
e fruibile. Oltre al minimalismo non manca neppure la dodecafonia.
Il
disco nel tempo ha ricevuto buone critiche, e alcune ristampe, malgrado ciò
Leprino conclude qui la sua comparsa in questo mondo musicale, a lui
successivamente non più congruente, ed è un vero peccato perché l’autore è
ricco d’idee e soluzioni che di certo esulano da quella che potremmo definire
la banalità dei tempi a seguire. Viene ristampato dalla Giallo Records nel 2009
con materiale aggiunto che doveva uscire per la Cramps Records, ma a causa
della morte di Sassi, non andò a buon fine. Oggi Leprino scrive in riviste di
settore ed è docente all’Università degli Studi di Genova oltre che dedito alla
passione di Filmacker.
“Integrati…. Disintegrati”, quando la musica
in Italia aveva ancora una valenza politica. Da riscoprire. MS
Versione Inglese:


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