TALE
CUE - Eclipse Of The Midnight Sun
Freia
/ Dutch Music Works
Genere: Progressive Rock / Neo Prog
Supporto: Digital HR/CD
Ho
un bellissimo ricordo della band milanese capitanata dalla cantante Laura Basla,
soprattutto riguardo l’album “Voices Beyond My Curtains “ (Musea – 1991) e non
nascondo il piacere che ho provato nel rivedere oggi il loro nome nello
scaffale dei dischi. I Tale Cue si formano nel 1988 per il volere di due amici
che hanno suonato in cover band. Nel 1989 rilasciano subito un EP intitolato “Four Tales”, ma l’opera
principale della loro seppur breve carriera, è proprio “Voices Beyond My
Curtains “, dopo di che nel 1992 la separazione. Anche loro fanno parte di
questo misterioso genere che si chiama Progressive Rock, ossia sono un ennesimo
fenomeno che rilascia nel tempo un album valido per poi sparire per lunghissimi
anni, oppure addirittura non tornare più. Sono capaci di miscelare ottimamente
il Prog inglese, la Psichedelia e il movimento classico italiano, il tutto con
grazia ed eleganza sostenuta dalla bella voce di Laura Basla.
Oggi
tornano più carichi che mai con una nuova formazione: Silvio Masanotti (chitarra, basso), Laura
Basla (voce), Giovanni Porpora (tastiere), e Alessio Cobau (batteria).
Negli
anni ’90 hanno lasciato sospese delle idee che oggi vengono riprese, ma
soprattutto affiancate da nuove, le quali conducono ad un viaggio attraverso il
tempo, la memoria e l’emozione.
Ciò
che salta subito all’occhio è la bellezza dell’artwork di Silvio Masanotti,
anche all’interno del libretto che accompagna il disco; ogni dettaglio è curato
nei minimi particolari e ben rappresenta lo svolgimento dei testi che narrano
numerose storie audaci, ma anche di amore e morte. I colori sono i
protagonisti, proprio come nella musica proposta che posso accostare ad un
caleidoscopio sonoro.
Il
minuto di “Voices From The Past” attraverso i suoni psichedelici introduce a
“The Rage And The Innocence”, in cui si può constatare immediatamente la
vigorosità e l’intesa della band. Il brano si apprezza per i ritmi spezzati
oltre che per i cambi umorali, dove la dolce voce di Basla immerge
l’ascoltatore nei ricordi e nelle battaglie interiori, per questo nel momento
centrale, il tratto diventa vigoroso ed epico. I sogni e le illusioni sono il
tema di “For Gold And Stones”, canzone aperta dal piano rassicurante di
Giovanni Porpora. Il genere strizza l’occhio al Neo Prog di stile Magenta, e
gli arrangiamenti sono un valore aggiunto ad un movimento interpretato in
maniera sentita con un ritornello davvero accalappiante.
Il
passaggio dalla solitudine all’amore viene trattato in “Suntears”, qui è la
chitarra elettrica a fare maggiore presenza di se. Il Progressive Rock dei Tale
Cue, senza troppi richiami al passato, è sempre gentile e comunque attento alle
facili melodie e alla formula canzone.
“Gordon
Sinclair” è stato un aviatore e ufficiale britannico, asso dell'aviazione
durante la seconda guerra ed è il protagonista di questo pezzo assolutamente
vivace in cui la band mostra per intero la propria amalgama.
La
vita è fatta di cicli, questo ed altro viene affrontato in “Tides” grazie a
atmosfere ricercate prossime al Folk nordico. E’ comunque il Neo Prog ancora
una volta a prendersi la scena, e poi il caos di “The Cue”, tanta energia
trattenuta a stento dal cantato sempre in linea con le melodie sempre
orecchiabili. Aperture solari in un andamento generale greve in cui schegge
impazzite di “Kashmir” (Led Zeppelin) possono incastrarsi nella memoria.
“Lady
M” vede affrontare ricordi tormentati, e lo fa con ponderatezza, disegnando
archi armonici toccanti. Voce, echi, e crescendo sonori confezionano il resto
della magia. Buono altresì oltre che emozionante il breve assolo di chitarra
elettrica. Vengono trattate anche la morte e la rinascita in “We Will Be Back
Once More”, tassello sonoro ben strutturato in perfetto stile Prog Rock
italico.
E
vengo ora al pezzo che maggiormente mi ha colpito, ossia il conclusivo
“Vertigo”, che con i suoi dieci minuti abbondanti si dimostra essere anche il
più lungo dell’album. L'intreccio tra la lotta personale e l'arte è il tema
espresso attraverso lo stile inconfondibile della band in cui ogni passaggio
non è mai lasciato al caso.
Questo
ritorno è in grande stile, perché i Tale Cue hanno realizzato un album sentito e
dalle mille sfaccettature. Giusta la fenice che risorge nell’artwork del disco sul
quale è scritto: “I sogni alimentano l'anima... nonostante ciò che è stato e
ciò che avrebbe dovuto essere.". Noi siamo con voi. Bentornati. MS
Versione Inglese:


È proprio vero, il mondo del Prog soprattutto italiano è davvero strano e imprevedibile. Chi se lo sarebbe aspettato dopo 35 anni il ritorno dei TALE CUE. Il loro unico album pubblicato, è sicuramente sul podio dei migliori prodotti usciti nei 90. Purtroppo proprio quando la (mini) rinascita prog italiana e internazionale era in atto, avvenne lo sciagurato (per noi) scioglimento. Ed è stato un peccato mortale che una band dal talento eccelso finisse subito la loro avventura.
RispondiEliminaUn caro saluto.
Questo grande ritorno fa il paio con quello degli Aufklarung(entrambi i dischi "novantiani" li ho amati,e ancora li amo, alla follia!
RispondiEliminaSe proprio devo fare un distinguo a favore di questo, rispetto a quello degli Aufklarung, è legato al ritrovare piacevolmente dopo tanti anni,intatta, l'ammaliante voce della bravissima Laura, cosa che purtroppo,dall'altra parte, non è avvenuta con quella di "Chicco" Grosso!
Davvero brava Laura!
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