SUBMARINE SILENCE - Atonement Of A Former Sailor Turned Painter
Ma.Ra.Cash
Records / BTF
Genere:
Rock Progressive
Supporto:
cd / lp limited /digital – 2025
Con
il passare del tempo, seppur lentamente, anche questo 2025 sta iniziando a
proporre opere sempre più interessanti in mezzo a molta indifferenza e
delusioni. Grandi nomi lasciano l’amaro in bocca, e pochi gli esordi su cui
mettere la punta dell’evidenziatore. Ci pensano i Submarine Silence del
tastierista Cristiano Roversi (Moongarden, Lanzetti & Roversi, Il Porto di
Venere, Catafalchi del Cyber, etc.) e del chitarrista David Cremoni (entrambi
Moongarden) ad alzare il tiro con il quinto album in studio intitolato “Atonement
Of A Former Sailor Turned Painter”.
Il
Progressive Rock è storicamente un genere che ben si sposa a lunghe storie da
raccontare e solitamente ben supportate da un artwork decisamente adeguato. Il
bielorusso Ed Unitsky è un illustratore e grafico che conosce bene questo
panorama musicale, tanto da aver prestato opera a numerosissimi artisti
iniziando con i The Flower Kings nel 2002 per poi avere successo e passare a
molti altri come i The Tangent, i nostri Moongarden etc. Il suo stile ben s’incastona
nel contesto progressivo, quello intrapreso da Paul Whitehead con i Genesis
oppure Roger Dean attraverso il fantastico mondo degli Yes. Le influenze
mostrano chiaramente Salvador Dalì come punto di riferimento, per cura di particolari,
fantasia e colori. Ho fatto questo lungo preambolo solo per dire che la musica
dei Submarine Silence trasmette tutto ciò, fra colori e particolari.
Nel
nuovo concept proposto non a caso, si parla di un marinaio errante che mette su
tela la sua vita passata. I Submarine Silence lo fanno cantando a più lingue,
dall’inglese al portoghese, e poi creolo e olandese.
La
band oggi si completa con Guillermo Gonzales (voce, testi), Manuela Milanese (voce),
Marco Croci (basso), e Maurizio Di Tollo (batteria e percussioni). Chi è
ferrato in ambito Rock Progressivo italiano riconosceranno nel contesto i
musicisti Croci per militare in gruppi come Maxophone e Julius Project e Di
Tollo con Moongarden, La Maschera Di Cera, Höstsonaten e ora con Il Porto Di
Venere, oltre ad aver realizzato album solisti.
A
suggello del descritto, come ospite alla chitarra nel primo brano strumentale
intitolato “Majestic Whales” troviamo il maestro Roine Stolt (The Flower Kings,
Kaipa, Transatlantic etc.).
E
la musica suggerisce i Genesis arrivando ai Pink Floyd, un breve sunto di uno
stile che inizia negli anni ’70 per giungere ancora vivo e vegeto ai giorni
nostri. Il pezzo struggente, da solo già vale il prezzo del disco,
difficilmente in questi ultimi tempi mi sono emozionato così durante un
ascolto.
Ma
è solo l’inizio, “Les Mots Que Tu Ne Dis Pas” è palcoscenico di questo genere
fatto di suoni potenti, ritmiche variegate e fughe strumentali. Guillermo
Gonzales e Manuela Milanese ben interpretano a due voci il pezzo che trova la forza
nel ritornello oltre che nei brevi strumentali che lo accompagnano. Il riff
dell’Hammond ha un sentore passato che farà la gioia degli estimatori di questa
musica. Un mix fra The
Flower Kings, Spock’s Beard e Genesis.
La
chitarra acustica inizia “Limbo Of The Rootless”, altro brano dalle uscite
solari che rispecchia a pieno quanto descritto sino ad ora e cantato a due
lingue. Qui il protagonista marinaio è in un limbo che aleggia fra la morte e
il sonno.
Si
parte per i Caraibi con la chicca dell’album, la title track “Atonement Of A
Former Sailor Turned Painter”, suite di ventuno minuti in cui il Prog fa
sfoggio di tutte le sue caratteristiche. Anche qui il cantato a più voci è
effettuato a più lingue. A mio modo d’intendere, questo è il vertice massimo
della loro carriera, e dire che di brani ottimi ne hanno incisi numerosi. Il
suono è ben curato, avvolgente, esaltante questa musica ricca di cambi umorali.
Le qualità di Roversi sono indiscusse, così quelle di Cremoni, i quali si dimostrano
vera e propria spina dorsale dei Submarine Silence. Da sottolineare anche la
precisa prova della sezione ritmica, del basso di Croci sempre motorino mai in
panne e della batteria di Di Tollo ancora una volta non invadente ma ottima
accompagnatrice degli eventi, oltre che in buona intesa con il basso.
La
conclusione spetta alla bonus track “Zena”, se vogliamo anche la città ligure è
un importantissimo porto per un marinaio. Tre minuti strumentali delicati che
fanno da contrappeso all’intro iniziale.
Concludendo
ribadisco che finalmente questo 2025 sta dando i suoi primi interessanti
frutti, ascoltate bene questo disco, e vi consiglio di farlo più volte perché
anche a me sono sfuggiti inizialmente dei particolari che invece in un pezzo
possono fare la differenza. Musica per tutti, non solo per gli amanti dei
gruppi citati, perché quando le canzoni sono ben fatte, risulta superfluo
relegarle in un singolo contesto, piuttosto le nominerei soltanto belle
canzoni. Da avere. MS
Versione Inglese:
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