FIESTA ALBA – Pyrotechnic Babel
Neontoaster Multimedia Dept / Bloody Sound
Genere:
Alternative / Math Rock
Supporto: cd /
digitale – 2025
Abbiamo
conosciuto i misteriosi Fiesta Alba attraverso l’EP omonimo del 2023, un
debutto sorprendente per fantasia sia sonora che scenica. Quattro musicisti e
lottatori che si celano dietro ad una maschera e con nomi di fantasia, Octagon
(composizioni, chitarra, graphic design), Dos Caras (produzione artistica,
suoni sintetici e digitali), Fishman (basso), e Pyerroth (batteria).
La
musica proposta apporta dinamiche varianti che si aggirano attorno al mondo del
Math Rock contaminato dall’Hip-Hop, musica Afrobeat e Punk. Sperimentazione e
anticonformismo sembrano essere la parola d’ordine anche per questo ufficiale
debutto intitolato “Pyrotechnic Babel”. Interessanti gli spunti riconducibili
ai King Krimson e a Brian Eno, a testimonianza di una buona cultura musicale di
base.
In
quest’album si avvalgono della collaborazione di artisti internazionali
provenienti dal Giappone, dall’Africa e dall’Italia stessa. Le tematiche
affrontate sono sottolineate da narratori contemporanei, filosofi e pensatori i
quali donano voce alle contraddizioni e alla complessità della società odierna.
L’iniziale
“No Gods No Masters” vede la partecipazione alla voce di Katarina Poklepovic,
dove ci s’immerge in un impero dei sensi in cui non si necessitano di dei e
padroni. Il pezzo trascinante si circonda di elettronica e di un basso potente,
un Rap dal sapore Grunge.
“Technofeudalism”
è immerso nel mondo crimsoniano in cui le chitarre apportano quell’incedere incalzante
e nervoso come Fripp insegna. La narrazione estrapolata dalla voce di Gianis Varoufakis
è profetica dei tempi moderni, qui il presente dispotico si abbandona alla
tecnologia e ai vari Spotify o Alexa del caso. Il ritmo pressante offre uno
scenario perfetto all’insieme.
Proveniente
dal Senegal, la cantante Sister LB fa da legante all’elettronica e la
strumentazione essenziale in “Je Suis Le Wango”, pezzo alienante in cui si
manifesta la volontà dei Fiesta Alba di sperimentare in ambiti apparentemente
scontati.
Il
primo movimento strumentale s’intitola “Collective Hypnosis”, una cascata di
Synth travolge l’ascolto, spezzati dai loop di chitarra e dell’immancabile
elettronica. Il pezzo ipnotico vuole essere colonna sonora della società
attuale.
Judicious
Brosky è un rapper giapponese che racconta di un amore fugace accaduto in un
treno ad alta velocità nel brano “Waku Waku”. Le ritmiche serrate sono il pane
quotidiano dello stile Fiesta Alba e li conduce verso un Math Rock altamente
coinvolgente.
Una
delle composizioni più articolate è la strumentale “Post Math”, qui il gruppo
interseca fiati elettronici a tempi dispari, chitarre inquiete e synth per un
connubio dalla forte personalità.
Gli
arrangiamenti sono presenti in forma di archi in “Learn To Ride Hurricanes”,
supportati dalla voce gentile di Alessandra Plini. Trattasi di una fiaba
riguardante i tempi moderni e il disagio che ci circonda. Il tutto ha una base
Rock che nuovamente va a cozzare con il suono dei King Crimson sempre a causa
della chitarra elettrica in modalità “Thela Hun Ginjeet”.
Altro
strumentale poliedrico dalle caratteristiche già espresse è “Dromocracy”,
mentre “Safoura” narra l’amore per una donna irraggiungibile come una terra
lontana per voce di Pape Kanoute. Anche qui il Math Rock sale in cattedra.
Il
disco chiude con il dub di “Mark Was Right”, dove il filosofo, sociologo
scomparso nel 2017 presta la sua voce.
In
“Pyrotechnic Babel” c’è musica sia da ballare che da ascoltare, un’impresa non
semplice in un mondo sonoro contemporaneo in cui tendenzialmente ci si
accontenta dello scontato. MS
Versione Inglese:
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