NUOVA ERA – 20.000 Leghe Sotto I
Mari
AMS
Records / BTF Vinyl Magic
Genere:
Rock Progressive
Supporto: Digital / cd / Vinile -
2025
Chi
segue il Progressive Rock, soprattutto quello italiano, sa bene che verso la
fine degli anni ’70 il genere subisce un brusco stop. Si è visto che nei ’80 nonostante
la ripresa del Neo Prog europeo capitanato da band come Marillion, IQ,
Pendragon e Pallas su tutte, da noi si è fatta molta fatica a riemergere. In
realtà questo stentare è presente anche oggi, seppure in maniera minore. Il
Prog, denominato spesso “musica per la mente”, è composto di brani articolati,
suite, ricerche strutturali non convenzionali come ad esempio i controtempi di
batteria, ed è per questo che in una società come quella odierna, fatta di
musica usa e getta, trova inevitabilmente numerose difficoltà di fruizione.
Ma
torniamo a noi, poche dunque negli anni ’80 le band italiane che si cimentano
in questo stile, tuttavia a Firenze nasce nel 1985 un gruppo che lascia il
segno in maniera marcata sino ai nostri giorni, gli storici Nuova Era. Il
leader tastierista e compositore Walter Pini è sempre al timone della nave, e
dopo aver registrato nel tempo cinque album di ottima fattura, “L'Ultimo Viaggio”
(1988), “Dopo L'infinito” (1989), “Io E Il tempo” (1992), “Il Passo Del Soldato”
(1995), e “Return To The Castle” (2016), si ripropone con la formazione del
2016 composta da Rudy Greco (basso), Maurizio Marra (batteria e percussioni), e
lo storico amico Alex Camaiti (voce, chitarre).
Questa
volta la band alza l’asticella affrontando una tematica a sua volta altisonante
come il capolavoro letterario di Jules Verne “20.000 Leghe Sotto I Mari”. Libro
titanico, brano corrispettivo! Trattasi di un’opera Prog Rock formata da un pezzo
unico della durata di oltre quaranta minuti e suddiviso in otto sotto capitoli.
Per la riuscita ritornano a cantare anche in lingua madre. Nel cd si aggiunge un’altra
mini suite intitolata “Nautilus”, canzone scritta da un diciassettenne Walter
Pini fino ad oggi inedita.
I
Nuova Era sono quindi decisi anche nel 2025 a percorrere lo stile storico con
le annesse peculiarità, sempre capitanato dalla loro forte personalità, in
barba a tutto quello che è il music business.
Il
rumore del mare e i gabbiani introducono all’opera che inizia con un incedere
cadenzato. Le tastiere risultano immediatamente protagoniste. Sensazioni anni ’70
sono evidenti, fra Moody Blues e Procol Harum, ma sono istanti perché lo stile
Nuova Era è ben presto riconoscibile. La chitarra di Camaiti dosa riff e
movimenti con saggezza al punto giusto, nel momento giusto. La ritmica è
perfettamente oliata.
Lo
stile italiano ha, a mio modo di capire, una personalità ben definita, è vero
che si possono scovare numerosissime analogie con band del passato come
Genesis, Emerson Lake & Palmer etc., ma il tutto è infarcito sempre dalla
nostra mediterraneità che ci rende unicamente distinguibili. Walter Pini si
supera con fraseggi gradevoli per orecchiabilità, specialmente quando adopera
il piano. La buona incisione e la cura dei suoni sono un valore aggiunto,
altrettanto dicasi per gli arrangiamenti. Sentita l’interpretazione vocale, mai
fuori dai binari, dosata con saggezza. Gli stop e go sono numerosi, i Nuova Era
riescono in quaranta minuti a fare il sunto di un intero genere, cosa non semplice
da realizzare se non si possiedono le basi della storia. Il Mellotron apporta quell’enfasi
dovuta nei momenti più epici, mentre l’Hammond ruggisce nei passaggi giusti. Attimi
scuri si alternano ad altri maggiormente pacati e solari, ampie schiarite
tendono a far affrontare l’ascolto a occhi chiusi per immergersi al meglio nel
contesto dell’avventura.
Come
dicevo in precedenza, nel CD si trova il brano aggiuntivo intitolato “Nautilus”,
un banco di prova per le qualità balistiche di Pini, sempre preciso e attento
alle buone melodie. Il motivo si stampa bene nella mente a testimonianza che,
seppur giovane, il tastierista avesse già le idee chiare su quello che avrebbe
voluto suonare in futuro. L’assolo di chitarra iniziale è splendido, quello che
ti fa alzare il pelo sulla pelle.
Sembrerà
scontato da parte mia dire che è un lavoro imperdibile, ma vi giuro, se fosse
stato realizzato negli anni ’70 saremmo qui a gridare al miracolo. I Nuova Era
sono un’istituzione del Prog italiano, godiamoceli e releghiamo loro la giusta
collocazione che meritano. MS
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