DAAL
- Decoding The Emptiness / Live: Waves From The Underground
Daal
Music / Ma.Ra.Cash Records
Genere:
Eclectic Prog
Supporto:
cd / Bandcamp – 2025
I
Daal di Davide Guidoni (batteria, percussioni, rumori, campionatori) e Alfio
Costa (tastiere) sono nel panorama Progressivo Italiano moderno un’eccellenza
oramai riconosciuta in tutto il mondo.
Sposano
a pieno l’essenza del termine “Progressive”, ossia quella della ricerca
strutturale e sonora, mai banale e supportata da una grande personalità. Tutto
ciò fa dell’ascolto un’esperienza unica, e accade disco dopo disco,
considerando che rilasciano dal 2009 ben sette album da studio oltre a box set
compilation, ep e singoli.
Davide
Guidoni è noto nel circuito per aver fatto parte nei lavori di band del calibro di Taproban,
The Far Side, Gallant Farm, Nuova Era, Ozone Player e altri ancora, Alfio Costa
invece ha diversi progetti, Tilion,
Prowlers, Colossus Project, e Dark Session.
Guidoni
è anche l’autore delle belle copertine che accompagnano il supporto sonoro e
che ben rappresentano in immagine la musica proposta. Anche questa volta si
avvalgono della collaborazione di Ettore Salati alle chitarre e di Bobo Aiolfi
al basso, squadra che vince non si tocca.
Quest’anno raddoppiano, e realizzano due album
differenti ma in qualche maniera complementari, “Decoding The Emptiness” in
studio con nuovi brani, e “Live: Waves From The Underground”.
Il
primo, contenente otto tracce, è un percorso suggestivo immerso nel concetto di
vuoto e in tutto ciò che ne deriva, il secondo di nove tracce viene registrato
durante le sessioni in studio a Roma nell’ottobre del 2023.
Ma
andiamo per ordine, “Decoding The Emptiness” è anche il titolo del movimento
che apre l’album, nove minuti di greve Psichedelia in cui le note delle
chitarre sostenute donano ampiezza all’ascolto. Probabilmente viene spontanea
la comparazione con il sound dei Pink Floyd, in realtà durante il percorso le
note mutano con l’apporto del cambio di ritmo. Suono fluido e impreziosito dalle
aperture delle tastiere di Costa. Musica senza tempo.
“Attic
Clouds” è quasi una colonna sonora dal sentore seventies, una sorta di nenia
che si rincorre in un loop basato su un giro armonico che muta di tonalità. La
carta vincente sta nel crescendo finale d’impatto. Piano e voce aprono “Twilight”,
malinconica proprio come il crepuscolo, introspettiva nella ricerca dei colori
dell’anima. A metà il brano si apre nella fase strumentale in classico stile
Daal in cui la Psichedelia ha l’incedere pacato, quello che durante l’ascolto
fa socchiudere gli occhi.
In
“Horror Vacui” la band crea atmosfere grazie a suoni di fondo, ma è il piano di
Costa a portare un raggio di sole. Il pezzo è bene arrangiato, avvolgentemente
perso nel vuoto. Da questo momento i restanti brani sono strumentali.
“Simulacra”
non interrompe l’andamento greve delle composizioni, monolitica e Crimsoniana si
articola in uno stato in cui l’oscurità resta di fondo. Queste sonorità non
possono che far venire in mente alcuni approcci sonori di band prettamente
nordiche. Suoni elettronici aprono “Mademoiselle X”, altro movimento che si
avvicina all’intento di “Attic Clouds”, qui sviluppato in maniera migliore per
quello che concerne l’intensità, ancora una volta vicina ai Pink Floyd
soprattutto per l’uso della chitarra elettrica di Salati.
“D.o.o.m.
(Mortuarii Octavarii Obscuri Declamatio)” è una mini suite nomen omen. Sale il ritmo, qui i Daal mettono sul piatto
tutto l’armamentario a loro disposizione. Tredici minuti in cui ogni componente
mette a nudo tutta l’anima per un risultato assolutamente coinvolgente per
emotività.
L’album
si conclude con una bonus track intitolata “Return From The Spiral Mind” dove
la rumoristica elettronica gioca un ruolo importante.
“Decoding
The Emptiness” farà sicuramente la gioia di chi ama queste sonorità e band come
Pink Floyd, Anekdoten e tutto ciò che gira attorno alla Psichedelia.
“Live:
Waves From The Underground” è composto d’intense sessioni improvvisate a
iniziare dai dieci minuti abbondanti di “WFTU 09.03.2020 (45°41'42''N
9°40'12''E)”, e subito sembra di respirare l’aria dello studio con l’atmosfera
magica che si crea all’interno, quando i componenti si fondono attraverso l’alchimia
dell’intesa in una unica entità. Suoni spaziali si rincorrono fra effetti eco,
Hammond, Moog e molto altro.
In
“WFTU 15.09.2008 (51°30'N 0°11'W)” c’è la ricerca di una serenità di fondo
attraverso i suoni più pacati, una improvvisazione di dieci minuti in cui i
Daal mettono a nudo il proprio DNA. Non si può restare indifferenti avanti all’assolo
della chitarra.
“WFTU
26.04.1986 (51°23'21.98''N 30°05'57.01''E)” e’ incentrata sulla ricerca
percussionistica di Guidoni, molto Pinkfloydiana periodo anni ’70 nell’intento.
“Daeconstruction
Brain Melody” è un viaggio nella psiche, ampiamente supportato dalle aperture
strumentali atte a donare all’ascoltatore una sensazione di serenità. Segue “W.F.T.U.
20.07.1969 (8°30'N 31°24'E)”, altro approccio in cui le tastiere avvolgono
tutto. Fra le improvvisazioni più interessanti sottolineo “Daeconstruction
Decalogue part. I”, fuga in cui il Prog svedese può incontrare molti punti di
congiunzione.
Altra
suite di dodici minuti e mezzo è “W.F.T.U. 01.09.1928 (51°31'2'N 0°10'23'W)”,
qui gli strumenti si ascoltano fra di loro interagendo in un approccio dalla
base Jazz. Da sottolineare l’ottimo apporto del basso di Bobo Aiolfi.
“W.F.T.U.
02.06.1946 (41°53'35'N 12°28'58'E)” sposa nuovamente la causa percussioni e
tastiere, trascinando l’ascolto verso la conclusiva “W.F.T.U. 25.07.1943
(41°53'46.32''N 12°28'53.4''E)”, ambientazione più prossima al canonico Progressive
Rock.
I
Daal confermano di essere una realtà consolidata, sempre aperta all’evoluzione
di questa musica dalle tinte oscure ma maledettamente ammaliante.
Di
questo doppio lavoro esiste l’edizione limitata a cento copie con confezione in
legno. MS
Per
contatti:
Facebook.com/Daalmusic
Bandcamp:
daal.bandcamp.com
Mail:
daalmusic@gmail.com
Versione Inglese:


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