LUNOPHONE
– Surroundings
AltrOck
Productions
Genere:
Scuola Di Canterbury – Jazz Rock
Supporto: cd / Bandcamp – 2024
Forse
vi sarà capitato almeno una volta, d’imbattervi nel termine “Scuola Di
Canterbury”. Per i più ferrati di voi non ci sarebbe nessun bisogno di
spiegazione, giustamente agli altri sintetizzo che la Scuola Di Canterbury
(altrimenti detta anche Scena Di Canterbury), è una corrente del Rock
Progressivo inglese sorta nella fine degli anni ’60, più precisamente nel Kent.
Immaginate di fondere assieme il Rock Psichedelico, il Jazz, la musica
d'avanguardia e la musica elettronica. Fra i nomi di spicco cito i Soft Machine
di Robert Wyatt, i Gong dell'australiano Daevid Allen, gli Egg, i Caravan, gli
Hatfield And The North, gli Henry Cow, Hugh Hopper e Kevin Ayers. Altri addetti
ai lavori, molti anni fa, hanno accostato questo stile sonoro alla musica dei
figli dei fiori, quando l’utopia della pace e dell’amore armava gli intenti di
moltissimi giovani contrari a guerre e ingiustizie di stato.
Il
genere non ha avuto moltissimi proseliti al di là degli anni ’70, tuttavia si è
sempre saputo mantenere in vita, sia per influenze che hanno contribuito a
certe evoluzioni nel Rock, sia di stile vero e proprio con nuove band e
realizzazioni. Non a caso lo ritroviamo anche oggi in Italia e non soltanto, a
conferma di un amore sconfinato per queste sonorità color pastello.
Oggi
sono qui a parlare di un nuovo progetto che potrei definire internazionale:
Lunophone.
Frutto
della collaborazione tra Dario D'Alessandro (Homunculus Res) e James Strain (Rascal
Reporters), Lunophone si propone di creare una miscela di Jazz Rock Progressivo
con influenze di Canterbury/RIO, spaziando da momenti vivaci con ricchi cambi
di tempo e frangenti maggiormente pacati e riflessivi.
“Surroundings”
nelle sue dodici composizioni, trova il jolly negli arrangiamenti, molto curati
e freschi. Dario D'Alessandro (voce, testi, chitarra elettrica, chitarra
classica, sintetizzatori, pianoforte, glockenspiel, e tamburello) e l’irlandese
James Strain (basso, batteria, chitarra elettrica, chitarra fretless, oud
elettrico, sitar, pianoforte rhodes , organo fuzz , sintetizzatori, percussioni),
danno vita a un lavoro fresco, ovviamente pregno di richiami al passato, il
tutto con sorprendente naturalezza. Infatti una delle chiavi di lettura di “Surroundings”,
è proprio lo scorrimento veloce del brano, senza inutili orpelli, o perlomeno
se in alcuni momenti si possono scorgere, sono messi in modo che neppure te ne
accorgi.
La
pulizia dei suoni contribuisce in quest’ascolto, certe coralità immergono
l’ascoltatore nella fine degli anni ’60, come nell’iniziale “Lunaria”, il
divertimento dei due artisti è quindi contagioso. Pur essendo Rock Progressivo,
l’album è privo di suite, difficilmente un pezzo supera i quattro minuti, a
conferma di quanto detto, ossia di voler badare al sodo. “Choc Charraige” nella
leggerezza della composizione, coccola lo stato d’animo, per poi passare al
cantato di “Un Giorno O Due”, qui in lingua italiana. Per giungere a un
movimento più ricercato bisogna giungere a “Dalbhdha”, e non nascondo che mi
vengono alla memoria certi passaggi di Prog nordico, ritmi spezzati e
percussioni. Il Jazz Rock è perfettamente rappresentato con “Ametista”, non
molto dissimile “Aduantas”. I colori della copertina che sembrano mettere in
mostra il carattere dei due protagonisti, bene visionano il brano “Miglior
Vita”. In generale tutto l’album scorre su questi binari, per la gioia degli
estimatori della Scuola Di Canterbury, anche oggi deliziati da questi suoni che
sembrano si datati, ma possessori dell’elisir di lunga vita. MS
Versione Inglese:
LUNOPHONE - Surroundings
AltrOck Productions
Genre: School Of Canterbury - Jazz Rock
Support: cd / Bandcamp - 2024
You may have come across the term "School Of
Canterbury" at least once. For the more fervent of you there would be no
need for explanation, rightly to others I summarize that the School Of
Canterbury (otherwise also called the Canterbury Scene), is a current of
English Progressive Rock that arose in the late 1960s, more precisely in Kent.
Imagine fusing together Psychedelic Rock, Jazz, avant-garde music and
electronic music. Prominent names include Robert Wyatt's Soft Machine,
Australian Daevid Allen's Gong, Egg, Caravan, Hatfield And The North, Henry
Cow, Hugh Hopper, and Kevin Ayers. Other insiders, many years ago, likened this
style of sound to the music of the flower children, when the utopia of peace
and love armed the intentions of a great many young people opposed to wars and
state injustices.
The genre has not had many proselytes beyond the
1970s, yet it has always been able to keep itself alive, both in terms of
influences that have contributed to certain evolutions in Rock, and of actual
style with new bands and accomplishments. It is no coincidence that we find it
again today in Italy and beyond, confirming a boundless love for these
pastel-colored sounds.
Today I am here to talk about a new project that I could
call international: Lunophone.
The result of a collaboration between Dario
D'Alessandro (Homunculus Res) and James Strain (Rascal Reporters), Lunophone
aims to create a blend of Progressive Jazz Rock with Canterbury/RIO influences,
ranging from lively moments with rich tempo changes to more calm and reflective
bangs.
"Surroundings" in its twelve compositions,
finds the wild card in the arrangements, which are very polished and fresh.
Dario D'Alessandro (vocals, lyrics, electric guitar, classical guitar,
synthesizers, piano, glockenspiel, and tambourine) and Irishman James Strain
(bass, drums, electric guitar, fretless guitar, electric oud, sitar, rhodes
piano , fuzz organ , synthesizers, percussion), give life to a fresh work,
obviously filled with references to the past, all with surprising naturalness.
In fact, one of the keys to reading "Surroundings", is precisely the
fast flow of the song, without unnecessary frills, or at least if they can be
glimpsed in some moments, they are put in such a way that you don't even notice
them.
The cleanliness of the sounds contributes in this
listening, certain chorality immerses the listener in the late 1960s, as in the
opening "Lunaria", the fun of the two artists is thus infectious.
Despite being Progressive Rock, the album is devoid of suites, hardly a piece
exceeds four minutes, confirming what has been said, that is, of wanting to
mind the bottom line. "Choc Charraige" in the lightness of
composition, cuddles the mood, then moves to the singing of "Un Giorno O
Due", here in Italian. To get to a more refined movement one has to reach
"Dalbhdha", and I will not hide that certain passages of Nordic Prog,
broken rhythms and percussion come to mind. Jazz Rock is perfectly represented
with "Amethyst", not very dissimilar "Aduantas". The colors
of the cover that seem to showcase the character of the two protagonists, well
vision the track "Best Life".
In general, the whole album flows on these tracks, to
the delight of admirers of the School Of Canterbury, even today delighted by
these sounds that seem yes dated, but possessing the elixir of long life. MS