Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO
La storia dei generi enciclopedica

giovedì 21 novembre 2024

Lunophone

LUNOPHONE – Surroundings
AltrOck Productions
Genere: Scuola Di Canterbury – Jazz Rock
Supporto: cd / Bandcamp – 2024




Forse vi sarà capitato almeno una volta, d’imbattervi nel termine “Scuola Di Canterbury”. Per i più ferrati di voi non ci sarebbe nessun bisogno di spiegazione, giustamente agli altri sintetizzo che la Scuola Di Canterbury (altrimenti detta anche Scena Di Canterbury), è una corrente del Rock Progressivo inglese sorta nella fine degli anni ’60, più precisamente nel Kent. Immaginate di fondere assieme il Rock Psichedelico, il Jazz, la musica d'avanguardia e la musica elettronica. Fra i nomi di spicco cito i Soft Machine di Robert Wyatt, i Gong dell'australiano Daevid Allen, gli Egg, i Caravan, gli Hatfield And The North, gli Henry Cow, Hugh Hopper e Kevin Ayers. Altri addetti ai lavori, molti anni fa, hanno accostato questo stile sonoro alla musica dei figli dei fiori, quando l’utopia della pace e dell’amore armava gli intenti di moltissimi giovani contrari a guerre e ingiustizie di stato.
Il genere non ha avuto moltissimi proseliti al di là degli anni ’70, tuttavia si è sempre saputo mantenere in vita, sia per influenze che hanno contribuito a certe evoluzioni nel Rock, sia di stile vero e proprio con nuove band e realizzazioni. Non a caso lo ritroviamo anche oggi in Italia e non soltanto, a conferma di un amore sconfinato per queste sonorità color pastello.
Oggi sono qui a parlare di un nuovo progetto che potrei definire internazionale: Lunophone.
Frutto della collaborazione tra Dario D'Alessandro (Homunculus Res) e James Strain (Rascal Reporters), Lunophone si propone di creare una miscela di Jazz Rock Progressivo con influenze di Canterbury/RIO, spaziando da momenti vivaci con ricchi cambi di tempo e frangenti maggiormente pacati e riflessivi.
“Surroundings” nelle sue dodici composizioni, trova il jolly negli arrangiamenti, molto curati e freschi. Dario D'Alessandro (voce, testi, chitarra elettrica, chitarra classica, sintetizzatori, pianoforte, glockenspiel, e tamburello) e l’irlandese James Strain (basso, batteria, chitarra elettrica, chitarra fretless, oud elettrico, sitar, pianoforte rhodes , organo fuzz , sintetizzatori, percussioni), danno vita a un lavoro fresco, ovviamente pregno di richiami al passato, il tutto con sorprendente naturalezza. Infatti una delle chiavi di lettura di “Surroundings”, è proprio lo scorrimento veloce del brano, senza inutili orpelli, o perlomeno se in alcuni momenti si possono scorgere, sono messi in modo che neppure te ne accorgi.
La pulizia dei suoni contribuisce in quest’ascolto, certe coralità immergono l’ascoltatore nella fine degli anni ’60, come nell’iniziale “Lunaria”, il divertimento dei due artisti è quindi contagioso. Pur essendo Rock Progressivo, l’album è privo di suite, difficilmente un pezzo supera i quattro minuti, a conferma di quanto detto, ossia di voler badare al sodo. “Choc Charraige” nella leggerezza della composizione, coccola lo stato d’animo, per poi passare al cantato di “Un Giorno O Due”, qui in lingua italiana. Per giungere a un movimento più ricercato bisogna giungere a “Dalbhdha”, e non nascondo che mi vengono alla memoria certi passaggi di Prog nordico, ritmi spezzati e percussioni. Il Jazz Rock è perfettamente rappresentato con “Ametista”, non molto dissimile “Aduantas”. I colori della copertina che sembrano mettere in mostra il carattere dei due protagonisti, bene visionano il brano “Miglior Vita”. In generale tutto l’album scorre su questi binari, per la gioia degli estimatori della Scuola Di Canterbury, anche oggi deliziati da questi suoni che sembrano si datati, ma possessori dell’elisir di lunga vita. MS





Versione Inglese:


LUNOPHONE - Surroundings
AltrOck Productions
Genre: School Of Canterbury - Jazz Rock
Support: cd / Bandcamp - 2024


You may have come across the term "School Of Canterbury" at least once. For the more fervent of you there would be no need for explanation, rightly to others I summarize that the School Of Canterbury (otherwise also called the Canterbury Scene), is a current of English Progressive Rock that arose in the late 1960s, more precisely in Kent. Imagine fusing together Psychedelic Rock, Jazz, avant-garde music and electronic music. Prominent names include Robert Wyatt's Soft Machine, Australian Daevid Allen's Gong, Egg, Caravan, Hatfield And The North, Henry Cow, Hugh Hopper, and Kevin Ayers. Other insiders, many years ago, likened this style of sound to the music of the flower children, when the utopia of peace and love armed the intentions of a great many young people opposed to wars and state injustices.
The genre has not had many proselytes beyond the 1970s, yet it has always been able to keep itself alive, both in terms of influences that have contributed to certain evolutions in Rock, and of actual style with new bands and accomplishments. It is no coincidence that we find it again today in Italy and beyond, confirming a boundless love for these pastel-colored sounds.
Today I am here to talk about a new project that I could call international: Lunophone.
The result of a collaboration between Dario D'Alessandro (Homunculus Res) and James Strain (Rascal Reporters), Lunophone aims to create a blend of Progressive Jazz Rock with Canterbury/RIO influences, ranging from lively moments with rich tempo changes to more calm and reflective bangs.
"Surroundings" in its twelve compositions, finds the wild card in the arrangements, which are very polished and fresh. Dario D'Alessandro (vocals, lyrics, electric guitar, classical guitar, synthesizers, piano, glockenspiel, and tambourine) and Irishman James Strain (bass, drums, electric guitar, fretless guitar, electric oud, sitar, rhodes piano , fuzz organ , synthesizers, percussion), give life to a fresh work, obviously filled with references to the past, all with surprising naturalness. In fact, one of the keys to reading "Surroundings", is precisely the fast flow of the song, without unnecessary frills, or at least if they can be glimpsed in some moments, they are put in such a way that you don't even notice them.
The cleanliness of the sounds contributes in this listening, certain chorality immerses the listener in the late 1960s, as in the opening "Lunaria", the fun of the two artists is thus infectious. Despite being Progressive Rock, the album is devoid of suites, hardly a piece exceeds four minutes, confirming what has been said, that is, of wanting to mind the bottom line. "Choc Charraige" in the lightness of composition, cuddles the mood, then moves to the singing of "Un Giorno O Due", here in Italian. To get to a more refined movement one has to reach "Dalbhdha", and I will not hide that certain passages of Nordic Prog, broken rhythms and percussion come to mind. Jazz Rock is perfectly represented with "Amethyst", not very dissimilar "Aduantas". The colors of the cover that seem to showcase the character of the two protagonists, well vision the track "Best Life".
In general, the whole album flows on these tracks, to the delight of admirers of the School Of Canterbury, even today delighted by these sounds that seem yes dated, but possessing the elixir of long life. MS

 




martedì 19 novembre 2024

Aquarius

AQUARIUS - L’Era Dell’Acquario E La Nota Fondamentale
Resisto / Materiali Musicali
Genere: Post Prog Moderno
Supporto: cd / Digital – 2024






La scena Progressiva underground italiana brulica di nuove band che scalpitano per voler esprimere la propria arte con personalità. Certo che oggi è molto difficile comunicare nuove sonorità o concetti visto che negli anni è stato già detto moltissimo, tuttavia c’è chi si adopera al riguardo con tenacia e passione.
Uno è il caso dei legnanesi Aquarius, quartetto formato da Raffaello Crespi, Flavio Alessandro Peverelli, e Gabriele Cucco. L’album d’esordio intitolato “L’Era Dell’Acquario E La Nota Fondamentale” denota musicalmente influenze Radiohead, Pink Floyd, Brian Eno, New Wave a testimonianza del volersi muovere in questo nuovo territorio denominato Post Prog Moderno. Il genere si distanzia dal classico Progressive Rock attingendo negli anni da chi ha modificato di molto le coordinate del Rock, trattasi comunque di sperimentazione, per questo è necessario il loro collocamento nel contesto, oramai distante da quello di band come Gentle Giant, Genesis, King Crimson, etc. Molti altri critici definiscono questo stile Alternative Rock.
“L’Era Dell’Acquario E La Nota Fondamentale” è anticipato da due singoli, “Anahata” e “Frequenze Alte”.  Il disco, brano per brano, affronta argomenti spirituali e introspettivi badando alla sostanza. Si possono ascoltare coralità nei brani, a testimonianza della volontà nella cura dei particolari. La musica si aggira attorno alla canzone, e non si perde mai in inutili elucubrazioni, si evince subito all’ascolto di “Varco Per L’armonia” con un intro psichedelico parlato e recitato.
Arie eteree, a tratti bucoliche introducono “Anahata”, canzone che in seguito si dimostra altamente Rock grazie all’uso delle chitarre elettriche. Gli anni ’80 aleggiano nell’aria sfiorando la New Wave grazie soprattutto alla ritmica trascinante. Mi sono immaginato durante l’ascolto i primi Litfiba suonare Prog Rock.
Il secondo singolo “Frequenze Alte” si lascia ascoltare con piacere grazie all’andamento Funk che lo accompagna e ai buoni intuiti di chitarra. In “Salto Cosmico” si aprono scenari delicati e riflessivi, qui si possono estrapolare sensazioni progressive in crescendo sonori aggressivi. Ancora una volta buono il lavoro della sezione ritmica, soprattutto da parte del basso.
“Osservando Il Sole” dona allegria ed è il movimento stilisticamente parlando più attuale del disco.
Torna la voce narrante in “Il Flusso Delle Onde” con uno sguardo al passato che mai guasta in un contesto così vario.
Il pezzo conclusivo “Libera Libertà” inizia con un arpeggio di chitarra e si evolve ancora una volta in un contesto moderno.
Questo esordio degli Aquarius è gradevole e mostra una band ancora alla ricerca di una personalità ben definita. Molta carne al fuoco all’esame di un collocamento ben definito, anche se in realtà non è necessario ricadere in un genere specifico, la musica è il viatico di un divertimento a se stante e nessuno, tantomeno io, può dire a un artista cosa deve esprimere. Intanto gli Aquarius hanno messo il loro primo tassello, poi de gustibus non disputandum est. MS 






Versione Inglese:


AQUARIUS - L’Era Dell’Acquario E La Nota Fondamentale
Resisto / Materiali MusicaliGenre: Modern Post Prog
Support: cd / Digital - 2024


The Italian underground Progressive scene is teeming with new bands pawing at wanting to express their art with personality. Of course, today it is very difficult to communicate new sounds or concepts since so much has already been said over the years, yet there are those who work at it with tenacity and passion.
One is the case of Aquarius from Legnano, a quartet formed by Raffaello Crespi, Flavio Alessandro Peverelli, and Gabriele Cucco. Their debut album titled “L'Era Dell'Acquario E La Nota Fondamentale” musically denotes Radiohead, Pink Floyd, Brian Eno, and New Wave influences as evidence of wanting to move into this new territory called Modern Post Prog. The genre distances itself from classic Progressive Rock by drawing over the years from those who have greatly altered the coordinates of Rock, it still deals with experimentation, which is why their placement in the context, now distant from that of bands such as Gentle Giant, Genesis, King Crimson, etc., is necessary. Many other critics call this style Alternative Rock.
“L'Era Dell'Acquario E La Nota Fondamentale” is anticipated by two singles, ‘Anahata’ and ”Frequenze Alte”.  Track by track, the album deals with spiritual and introspective topics while minding the substance. Chorality can be heard in the tracks, a testament to the will in attention to detail. The music wanders around the song, and never gets lost in unnecessary lucubration, evident immediately upon listening to “Varco Per L'armonia” with a psychedelic spoken and recited intro.
Ethereal, at times bucolic tunes introduce “Anahata”, a song that later proves to be highly Rock due to the use of electric guitars. The '80s hover in the air touching on New Wave thanks mostly to the driving rhythm. I imagined while listening to early Litfiba playing Prog Rock.
The second single “Frequenze Alte” lets you listen with pleasure thanks to the accompanying Funk trend and good guitar intuitions. In “Salto Cosmico” delicate and reflective scenarios open up, here one can extrapolate progressive sensations into aggressive sonic crescendos. Once again good work from the rhythm section, especially from the bass.
“Osservando Il Sole” gives cheerfulness and is the most current movement stylistically speaking on the record.
The narrative voice returns in “Il Flusso Delle Onde” with a glimpse of the past that never hurts in such a varied context.
The closing track “Free Freedom” begins with a guitar arpeggio and again evolves into a modern context.
This Aquarius debut is enjoyable and shows a band still searching for a well-defined personality. Much meat on the fire at the examination of a well-defined placement, although in reality it is not necessary to fall into a specific genre; music is the viaticum of an entertainment in its own right and no one, least of all me, can tell an artist what he or she should express. In the meantime, Aquarius have put their first piece, then de gustibus non disputandum est. MS

 




domenica 17 novembre 2024

Speciale Singoli Eveline's Dust

Speciale Singoli EVELINE’S DUST
Lizard Records / Ma.Ra.Cash Records
Genere: Post Prog Moderno
Supporto: Spotify / Bandcamp – 2024
 
Gli Eveline's Dust si formano a Pisa nel 2012 e sono fra le band di Post Prog Moderno più interessanti del circuito. Le influenze King Crimson, Genesis e quelle maggiormente recenti di Steven Wilson, fanno del sound del gruppo un singolare connubio.
Esordiscono nel 2013 con l’ep “Time Changes” per poi replicare nel 2016 con “The Painkeeper” e nel 2019 con “K.”. Dopo cinque anni si ripresentano al pubblico grazie a tre singoli che anticipano l’imminente uscita dell’album vero e proprio prevista per il 2025. L’album sarà formato da otto brani e come stile della band tratterà differenti argomenti, il tutto per descrivere al meglio le persone che siamo e come viviamo su questo pianeta.
Oggi la band è formata da Nicola Pedreschi (voce e tastiere), Lorenzo Gherarducci (chitarra), Marco Carloni (basso) e Angelo Carmignani (batteria).

EVELINE è il primo singolo già dal quale si può evincere il percorso sonoro odierno della band, un incedere prossimo al Jazz miscelato con il sound dei Porcupine Tree. Granitico l’attacco sonoro della chitarra elettrica impegnata in un riff minimale atto a colpire l’animo dell’ascoltatore rendendolo vivo.




 
RETURNING SOMEWHERE inizia con il vociferare di persone per poi lasciare il campo a un mid tempo in cui la chitarra sciolina un arpeggio semplice e diretto. Il brano è alquanto intimistico, con aperture sonore dall’ampio respiro. La melodia è affascinante, così l’assolo di chitarra.
 






HERE THERE NOWHERE Gioca con le atmosfere eteree, campo in cui la band sembra trovarsi perfettamente a proprio agio. Piccole varianti verso un sound più duro nella metà del brano sostenuto da una bellissima sezione ritmica, mostrano una nuova strada intrapresa dai pisani.





 
Chi ha conosciuto la band nel passato avrà dunque notato un cambiamento rivolto maggiormente verso la formula canzone, un piccolo distacco dal Prog canonico per stare (giustamente) al passo con i tempi. Un artista vero suona quello che sente di essere al momento e gli Eveline’s Dust oggi sono questi, passione, cuore e semplicità. Attendiamo il nuovo album con vera curiosità. MS








Versione Inglese:


Special Singles EVELINE'S DUST
Lizard Records / Ma.Ra.Cash Records
Genre: Modern Post Prog
Support: Spotify / Bandcamp - 2024
 
Eveline's Dust formed in Pisa in 2012 and are among the most interesting Modern Post Prog bands on the circuit. King Crimson, Genesis and more recent Steven Wilson influences make the band's sound a singular blend.
They debuted in 2013 with the ep “Time Changes” and then replicated in 2016 with “The Painkeeper” and in 2019 with “K.”. After five years, they reintroduce themselves to the public thanks to three singles that anticipate the imminent release of the actual album scheduled for 2025. The album will consist of eight tracks and as the style of the band will cover different topics, all to best describe the people we are and how we live on this planet.
Today the band consists of Nicola Pedreschi (vocals and keyboards), Lorenzo Gherarducci (guitar), Marco Carloni (bass) and Angelo Carmignani (drums).
 
EVELINE is the first single already from which one can infer the band's present-day sonic path, a near-jazz-like procession mixed with the sound of Porcupine Tree. Granitic is the sonic attack of the electric guitar engaged in a minimal riff apt to hit the listener's soul making it alive.
 
RETURNING SOMEWHERE begins with the vociferation of people and then gives way to a mid tempo in which the guitar waxes a simple, direct arpeggio. The song is somewhat intimate, with wide-ranging sonic openings. The melody is charming, so is the guitar solo.
 
HERE THERE NOW plays with ethereal atmospheres, a field in which the band seems to be perfectly at home. Small variations toward a harder sound in the middle of the song supported by a beautiful rhythm section show a new path taken by the Pisans.
 
Those who knew the band in the past will therefore have noticed a change turned more toward the song formula, a small departure from canonical Prog to (rightly) keep up with the times. A true artist plays what he feels he is at the moment, and Eveline's Dust today is this, passion, heart and simplicity. We await the new album with real curiosity. MS

 

 









venerdì 15 novembre 2024

Misha Chylkova

MISHA CHYLKOVA – Dancing The Same Dance
Gare Du Nord Records / Peyote
Genere: Psichedelico – Folk Rock
Supporto: lp / cd / dg




L'amor che move il sole e l'altre stelle, narrava il sommo poeta Dante Alighieri, il fulcro della nostra esistenza tanto declamata da artisti in ogni campo, dalla pittura alla letteratura fino alla musica. Un argomento senza tempo, dove le melodie toccanti spesso hanno fatto da colonna sonora a questo sentimento.
La polistrumentista Misha Chylkova (arpa, chitarra, syhth, steel drum, armonium e voce) è una londinese di origine ceca oggi residente a Milano, anche lei è una attenta narratrice degli eventi, e tratta l’amore in tutte le sfaccettature, con semplicità ed eleganza. Il suo stile che si potrebbe definire anti-Folk, la vede immergersi nell’amore anche attraverso l’ironia fra intrecci melodici e crescendo sonori. Misha collabora nel tempo con artisti del calibro di The Awkward Silences, David Cronenberg’s Wife, Extradition Order, Darren Hayman, Ian Button e Jonathan Clayton. Oggi ha una band propria composta da Darren hayman (basso, pianoforte, chitarra, fisarmonica), Ian Button (batteria), Jonathan Clayton (organo), Niccolò Avanzi (chitarra) e Gabriele Arnolfo (batteria).
Il risultato dell’esordio s’intitola “Dancing The Same Dance” ed è una raccolta di brani intensamente personali scritti nel corso degli ultimi anni. Nelle dieci canzoni che compongono l’album, si parte dall’innamoramento per poi giungere all’amplificazione dei sensi fino all’ossessione e a tutto ciò che ne consegue. Misha analizza e lo racconta attraverso la sua splendida voce dopo la breve strumentale “Coffee”, loop rumoristico che conduce a “Love. Or.”. Le arie malinconiche si espandono nella mente attraverso suoni profondi addolciti dalle capacità vocali di Misha, ammalianti e sofisticate.
Solo con “Will You?” subentra il ritmo della batteria anche se in maniera molto lenta e leggera, come avesse il timore di disturbare il racconto della cantante. La sensualità si sprigiona in ogni nota durante un andamento crescente d’intensità. Nel finale un accenno d’assolo di chitarra rende il brano psichedelico. Notevole il gioco di coralità in “Loop”, brano ipnotico da ascoltare a occhi chiusi. Come gocce d’acqua le canzoni scavano nella mente, nota dopo nota, istante dopo istante, in una erosione lenta e inesorabile. Le parti strumentali sono sempre brevi e lontane da elucubrazioni tecniche. “Sparrows” si addentra negli anni ’80, quando la New Wave regalava alcuni brani introspettivi, qui ci si avvicina per la prima volta alla classica formula canzone.
Il lato B del disco in vinile inizia con “I Will”, altra coccola sonora indossata da Misha, un abito perfetto in cui l’artista si trova a proprio agio… Ed è bella.
Una chitarra apre “Doing It All Wrong”, secondo passaggio nel cantautorato in cui la melodia di fondo e dettata dalla voce della cantante. Il modus operandi non muta neppure per “Dead Plants”, ci pensa “(Don’t) Stay” a mutare l’andamento, attraverso un movimento minimale di chitarra, voce e basso.
La canzone più lunga dell’album composta di sei minuti abbondanti, è la conclusiva title track “Dancing The Same Dance”, vera e propria chicca psichedelica in cui lasciarsi trasportare.
Questo è un album per anime dolci, dove l’amore regna sovrano sotto ogni punto di vista ed è molto facile lasciarsi coinvolgere, perché non serve fare la voce grossa per colpire nel segno, serve principalmente classe. MS






Versione Inglese:


MISHA CHYLKOVA - Dancing The Same Dance
Gare Du Nord Records / Peyote
Genre: Psychedelic - Folk Rock
Support: lp / cd / dg


The love that moves the sun and the other stars, narrated the supreme poet Dante Alighieri, the core of our existence so much declaimed by artists in every field, from painting to literature to music. A timeless subject, where touching melodies often served as the soundtrack to this sentiment.
Multi-instrumentalist Misha Chylkova (harp, guitar, syhth, steel drum, harmonium and vocals) is a Czech-born Londoner now living in Milan, Italy; she, too, is a careful narrator of events, and treats love in all facets, with simplicity and elegance. Her style, which could be called anti-Folk, sees her immersing herself in love also through irony among melodic interweavings and sonic crescendos. Misha collaborates over time with the likes of The Awkward Silences, David Cronenberg's Wife, Extradition Order, Darren Hayman, Ian Button and Jonathan Clayton. Today he has his own band consisting of Darren hayman (bass, piano, guitar, accordion), Ian Button (drums), Jonathan Clayton (organ), Niccolò Avanzi (guitar), and Gabriele Arnolfo (drums).
The result of the debut is entitled “Dancing The Same Dance” and is a collection of intensely personal songs written over the past few years. In the ten songs that make up the album, it starts from falling in love and then reaches the amplification of the senses to obsession and all that follows. Misha analyzes and narrates it through her beautiful voice after the short instrumental “Coffee”, a noise loop that leads to “Love. Or”. Melancholy tunes expand in the mind through deep sounds softened by Misha's bewitchingly sophisticated vocal abilities.
Only with “Will You?” does the drum beat take over, although in a very slow and light manner, as if afraid to disturb the singer's narrative. Sensuality is released in every note during an increasing trend of intensity. In the finale a hint of a guitar solo makes the song psychedelic. Remarkable is the choral interplay in “Loop”, a hypnotic track to listen to with your eyes closed. Like drops of water, the songs burrow into the mind, note by note, instant by instant, in a slow and relentless erosion. The instrumental parts are always short and far from technical lucubrations. “Sparrows” delves into the 1980s, when New Wave gave some introspective songs, here we first approach the classic song formula.
The B-side of the vinyl record begins with “I Will”, another sonic cuddle worn by Misha, a perfect dress in which the artist is comfortable-and beautiful.
A guitar opens “Doing It All Wrong”, a second passage into songwriting in which the underlying melody is dictated by the singer's voice. The modus operandi does not change for “Dead Plants” either; we get “(Don't) Stay” to change the trend, through a minimal movement of guitar, vocals and bass.
The longest song on the album consisting of a good six minutes, is the concluding title track “Dancing The Same Dance”, a real psychedelic gem to get carried away in.
This is an album for sweet souls, where love reigns supreme in every respect and it is very easy to get involved, because you don't need to be vocal to hit the mark, you mainly need class. MS






giovedì 14 novembre 2024

Il Sentiero Di Taus

IL SENTIERO DI TAUS – Novilunio
Campo Bandistico
Genere: Progressive Rock
Supporto: EP / Bandcamp – 2024





La scena milanese è ricca di numerose band dedite al Progressive Rock, anche negli anni più recenti. Una vecchia conoscenza genovese del Progressive italiano che risponde al nome di Fabio Zuffanti, nel 2018 ci ha visto lungo puntando l’attenzione verso un quartetto di nome Il Sentero Di Taus, producendo il loro secondo album intitolato “Macrocosmosi”. Da qui la band acquisisce sempre maggiore esperienza e fiducia nei propri mezzi, fino a realizzare oggi l’EP “Novilunio”.
Il Sentiero Di Taus si formano nel 2010 a Milano e sin dal primo album intitolato “La Grande Perla” (2013), dimostrano di avere un background molto variegato, che varia dal Prog Rock canonico al Doom, e al Metal. Il risultato è di personalità, in bilico fra passato e presente. La band è formata da Gennaro Lucio Zinzi (voce, tastiere, flauti e chitarra), Tiziano Taccini (chitarra), Fabrizio “Jesus” Biondi (basso) e Claudio Buonfiglio (batteria).
“Novilunio” è un viaggio di sei brani concentrati sulla mitologia con contenuti religiosi sulla setta degli Yazidi (Yazidismo), la quale fa capo ad un popolo di etnia soprattutto curda stanziato prevalentemente nel nord dell’Iraq, oltre che in Siria e in Turchia. Qui si narrano le vicende dell’Hamir, il custode delle tradizioni Yazide in una analisi fra speranza e disillusione nell’ambito dell’animo umano.
“Prologo” è subito un viaggio introspettivo che esplora la fragilità del protagonista. Dopo un lungo intro strumentale che richiama anche il suono nervoso dei King Crimson, la voce di Zinzi inizia a narrare le vicissitudini. Bello il solo di chitarra elettrica. Le melodie hanno una scia di mistero antico che mi affascina particolarmente durante l’ascolto.
“Rodolfo”  racconta di un uomo indeciso e smarrito, ma con una grande caparbietà nel voler  trasmettere il proprio sapere antico. La musica rievoca il Prog italiano passato (vedi Orme) e il cantautorato sempre degli anni ’70. La band si diverte a cambiare ritmo durante i fraseggi che tuttavia sono sempre vincolati da una melodia di base molto orecchiabile.
Una chitarra acustica inizia “Pellegrini” con un incedere medioevale per lasciare successivamente spazio al Prog Rock più canonico. Qui l’Hamir diffonde con passione i valori e le credenze del popolo Yazide.
“Il Risveglio Dell’Hamir” può ricordare alcuni passaggi della musica di Angelo Branduardi, ma sono soltanto dei brevi spaccanti. Il brano rappresenta la serenità della routine sacra del custode delle tradizioni, fra cambi di ritmo e una interpretazione vocale molto sentita. Segue “La Festa”, momento collettivo in cui si espleta la cerimonia della comunione. Scorribande in stile Area si annidano dietro l’angolo dove coralità e buoni passaggi di basso rendono l’ascolto scorrevole e divertente.
L’EP si conclude con “Una Nuova Umanità – Il Bene”,  un ombra scura che mette in allarme questa comunità.
La musica de Il Sentiero Di Taus è diretta, curante delle lezioni del passato ma allo stesso tempo, grazie soprattutto agli interventi della chitarra elettrica, intende spostare qualche coordinata nel genere, seppur restando fedele alle buone melodie. Credo che nel 2025 uscirà un nuovo EP, così ho letto, e probabilmente anche un album vero e proprio, non ci resta che attendere per approfondire il cammino di questa band di certo non usuale. MS








Versione Inglese:


IL SENTIERO DI TAUS - Novilunio
Campo Bandistico
Genre: Progressive Rock
Support: EP / Bandcamp - 2024


The Milanese scene is full of numerous bands devoted to Progressive Rock, even in more recent years. An old Genovese acquaintance of Italian Progressive who answers to the name of Fabio Zuffanti, in 2018 saw this coming by pointing his attention to a quartet named Il Sentero Di Taus, producing their second album entitled “Macrocosmosi”. From there, the band gained more and more experience and confidence in their own means, until today they released the EP “Novilunio”.
Il Sentiero Di Taus were formed in 2010 in Milan and since the first album titled “La Grande Perla” (2013), they demonstrate a very varied background, ranging from canonical Prog Rock to Doom, and Metal. The result is one of personality, poised between past and present. The band consists of Gennaro Lucio Zinzi (vocals, keyboards, flutes and guitar), Tiziano Taccini (guitar), Fabrizio “Jesus” Biondi (bass) and Claudio Buonfiglio (drums).
“Novilunio” is a six-song journey focused on mythology with religious content about the Yazidi sect (Yazidism), which is headed by a mainly Kurdish ethnic people settled mainly in northern Iraq, as well as Syria and Turkey. Here the story of the Hamir, the guardian of Yazidi traditions is told in an analysis between hope and disillusionment within the human soul.
“Prologo” is immediately an introspective journey that explores the fragility of the protagonist. After a long instrumental intro that also recalls the nervous sound of King Crimson, Zinzi's voice begins to narrate the vicissitudes. Beautiful is the electric guitar solo. The melodies have a trail of ancient mystery that particularly captivates me while listening.
“Rodolfo” tells of a man undecided and lost, but with a great stubbornness in wanting to pass on his ancient knowledge. The music evokes past Italian Prog (see Orme) and songwriting always from the 1970s. The band has fun changing tempo during phrasings that are nevertheless always bound by a very catchy basic melody.
An acoustic guitar begins “Pellegrini” with a medieval procession to later give way to more canonical Prog Rock. Here the Hamir passionately spreads the values and beliefs of the Yazidi people.
“Il Risveglio Dell'Hamir” may be reminiscent of some passages of Angelo Branduardi's music, but they are only brief splits. The song depicts the serenity of the sacred routine of the guardian of traditions, amid changes of rhythm and a heartfelt vocal interpretation. “La Festa” follows, a collective moment in which the communion ceremony is performed. Area-style raids lurk around the corner where chorality and good bass passages make for smooth and enjoyable listening.
The EP concludes with “Una Nuova Umanità – Il Bene”, a dark shadow that alarms this community.
The music of Il Sentiero Di Taus is straightforward, caring about the lessons of the past but at the same time, thanks mainly to the interventions of the electric guitar, intends to shift some coordinates in the genre, while still sticking to good melodies. I believe that a new EP will be released in 2025, so I read, and probably an actual album as well, so we just have to wait to learn more about the path of this certainly not usual band. MS

 

 




martedì 12 novembre 2024

Notturno Concertante

NOTTURNO CONCERTANTE – Distressed Colours
Luminol Records
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd / digital - 2024





Un'altra band storica nel panorama Progressivo italiano post anni ’70 è il Notturno Concertante dei fondatori Lucio Lazzaruolo e Raffaele Villanova. Autori di una musica delicata, melodiosa, dedita principalmente a colpire l’anima dell’ascoltatore, i Notturno Concertante compiono quarant’anni di carriera. Otto gli album rilasciati nel tempo, cibo per la mente dei veri progsters.
Ne è passata d’acqua sotto i ponti dall’album “The Hiding Place” del 1990, ma lo stile influenzato da gruppi come Genesis, Van Der Graaf Generator e Camel è rimasto costante nel tempo. Oggi invece nella musica dei campani si denota un mutamento verso la libertà compositiva, un suono maggiormente diretto, si spazia dalla musica etnica all’elettronica, dal rock alla musica classica. Assieme ai fondatori suona il batterista Francesco Margherita e con loro ospiti importanti come il clarinettista albanese Defrim Mala, il tastierista americano Jack Julian, la violinista russa Nadia Khomoutova, il sassofonista greco Spiros Nikas, Cristiano Roversi al basso stick (Moongarden, Massimo Zamboni, John Wetton), e il flautista Gianluca Milanese.
Siamo al cospetto di un album completamente strumentale, per cui la ricerca dei suoni e delle giuste armonie diventa fondamentale, nei quattordici brani che compongono l’album i Notturno Concertante lo fanno con sorprendente semplicità. Di certo l’esperienza annosa gioca a loro favore, tuttavia tengo a sottolineare che è più complesso trovare una melodia che resti in mente piuttosto che mostrare capacità tecnico/esecutive al limite del logorroico, diventa semplicemente palestra. Serve sicuramente una tecnica di base, questa gioca a favore di ciò che si vuole esprimere, ma alla fine dell’ascolto deve comunque rimanere qualcosa in mente. Molti gli strumenti acustici, alcuni come nel caso delle chitarre, sono stati costruiti all’uopo da un famoso mastro liutaio italiano.
L’artwork di Raffaele Villanova ben esprime il concetto dell’album nel quale si toccano argomenti come l’immigrazione, e la speranza di andare incontro a un futuro migliore.
Difficile estrapolare un brano significativo su tutti, tanta è la qualità espressa nell’album, ci prova subito “Soft Moon” a dare un’identità specifica al contesto, canzone in bilico fra etnia e Rock Folk in cui le chitarre acustiche vengono alla luce con vigore. Il suono del basso è protagonista in “Shadows Party” in cui le arie aprono a scenari dall’ampio respiro. La title track approccia a un mondo Crimsoniano in cui il ritmo ha una valenza considerevole.
Ma si entra nel mondo del Rock Progressivo canonico nei sei minuti ricercati di “Kissing Cloud” dove il sound acquista connotati di genere Agorà. Ancora chitarre protagoniste nella ritmica di “Elusive”, canzone semplice e diretta avente all’interno crescendo sonori e arrangiamenti gradevoli.
In “Lost Cloud” c’è il violino a donare pesantezza alle arie che tuttavia tentano strade di positività emotiva. Il concetto è rimarcato in “Dark Silence” per poi passare alle chitarre elettriche di “Poison Town”.
Un brano ricercato e intimistico è “On The Nature Of Things”, dove ancora una volta gli arrangiamenti fanno da evidenziatore alle amabili atmosfere. Sale il ritmo con “Pr Smiles” per poi giungere a “Skywriting”, un'altra scommessa sulla variazione stilistica dei Notturno Concertante 2024. Il sax è protagonista nell’allegra “Pastel Ghosts” mentre “Winterlude” è trascinante nell’incedere. “Raw Elegance” è degna chiusura di quest’album variegato e melodico.
Il ritorno dei Notturno Concertante è un'altra boccata d’ossigeno per chi dalla musica pretende serenità, classe e semplicità, quarant’anni di ottima musica! Grazie. MS 





Versione Inglese:


NOTTURNO CONCERTANTE – Distressed Colours
Luminol Records
Genre: Progressive Rock
Support: cd / digital - 2024


Another historic band in the post-1970s Italian Progressive scene is Notturno Concertante by founders Lucio Lazzaruolo and Raffaele Villanova. Authors of delicate, melodious music dedicated primarily to striking the listener's soul, Notturno Concertante are turning 40 years into their career. Eight albums released over time, food for the minds of true progsters.
A lot of water has passed under the bridge since the 1990 album “The Hiding Place,” but the style influenced by bands such as Genesis, Van Der Graaf Generator and Camel has remained constant over time. Today, however, a shift toward compositional freedom, a more direct sound, is denoted in the music of the Campans, ranging from ethnic music to electronic, from rock to classical music. Along with the founders plays drummer Francesco Margherita, and with them such important guests as Albanian clarinetist Defrim Mala, American keyboardist Jack Julian, Russian violinist Nadia Khomoutova, Greek saxophonist Spiros Nikas, Cristiano Roversi on stick bass (Moongarden, Massimo Zamboni, John Wetton), and flutist Gianluca Milanese.
We are in the presence of a completely instrumental album, so the search for the right sounds and harmonies becomes essential, in the fourteen tracks that make up the album Notturno Concertante do this with surprising simplicity. Certainly years of experience works in their favor, however I would like to stress that it is more complex to find a melody that sticks in the mind than to show technical/executive skills bordering on the logorrheic, it simply becomes gymnastic. You definitely need a basic technique, this plays into what you want to express, but at the end of listening something must still remain in mind. Many of the acoustic instruments, some as in the case of the guitars, were purpose-built by a famous Italian master luthier.
The artwork by Raffaele Villanova well expresses the concept of the album in which topics such as immigration, and the hope of moving towards a better future are touched upon.
Difficult to extrapolate one significant track out of all, such is the quality expressed in the album, “Soft Moon” immediately tries to give a specific identity to the context, a song poised between ethnicity and Rock Folk in which acoustic guitars come to the fore with vigor. The bass sound takes center stage in “Shadows Party” in which the tunes open up to wide-ranging scenarios. The title track approaches a Crimson world in which rhythm has considerable value.
But we enter the world of canonical Progressive Rock in the six searching minutes of “Kissing Cloud” where the sound acquires connotations of the Agora genre. Again guitars take center stage in the rhythmic “Elusive”, a simple and straightforward song having within it sonic crescendos and pleasing arrangements.
In “Lost Cloud” there is the violin to lend heaviness to tunes that nevertheless attempt avenues of emotional positivity. The concept is reiterated in “Dark Silence” and then moves on to the electric guitars of “Poison Town”.
A searching and intimate track is “On The Nature Of Things”, where once again the arrangements act as a highlighter to the lovely atmospheres. The pace picks up with “Pr Smiles” and then comes “Skywriting,” another bet on the stylistic variation of Notturno Concertante 2024. The sax takes center stage in the upbeat “Pastel Ghosts”, while “Winterlude” is dragging in its procession. “Raw Elegance” is a fitting close to this varied and melodic album.
The return of Notturno Concertante is another breath of fresh air for those who demand serenity, class and simplicity from music, forty years of excellent music! Thank you. MS







domenica 10 novembre 2024

LETHE

LETHE – Il Cavaliere Inesistente
Ma.Ra.Cash Records / BTF
Genere: Neo Prog
Supporto: cd / Bandcamp – 2024






Esistono casi in cui nella musica Prog Rock basta un solo album per passare alla storia con il titolo di band importante. I Lethe hanno avuto questa onorificenza dal pubblico stesso e soprattutto dalla critica di settore che li annovera anche in riviste ed enciclopedie al riguardo. Si fondano nel 1990 dall’idea del compianto cantante e flautista Stefano Fornaroli, al quale è dedicato proprio questo album intitolato “Il Cavaliere Inesistente”. Esordiscono con un demo nel 1992 dal titolo “Il Salto Del Falco” e sempre nello stesso anno producono il live “Lethe In Concert”. Ma l’esordio vero e proprio che li fa stimare dalla critica è quel “Nymhae” (Mellow Records) del 1993.
La musica ha influenze anni ’70 che varia dagli ELP all’inesorabile accostamento ai Jethro Tull, sempre per via del flauto.
Sono passati quindi trentuno anni e con vivo stupore vengo a conoscenza di questa réunion che vede all’interno molti componenti storici della band oltre che due special guest del settore, Alessandro Corvaglia (voce solista e cori nei brani "Mura Di Fuoco" e "Animali Cristiani"), ed Eleonora Mosca (voce solista e cori in più brani). La formazione attuale è quindi composta da Giacomo Balzarotti (voce solista e cori), Serena Bruni (flauto traverso), Lorenzo Gervasi (tastiere), Pietro Paganelli (batteria e percussioni), Fabio Massimo Sanzo (bassi elettrici e cori), e Valerio Vado (chitarre, effetti).
"Il Cavaliere Inesistente" è un’opera ispirata all'omonimo romanzo di Italo Calvino e così spiega la bio della band al riguardo: “L'ambientazione in un medioevo ironico e immaginario è lo spunto per una critica - a volte sarcastica, a volte amara - sull'assurdità della guerra e sulla vacuità della burocrazia.”. Per realizzare queste dodici canzoni che compongono l’album, la band si accosta molto alle sonorità classiche del genere in esame, quindi anche a band italiane come il Banco Del Mutuo Soccorso, oppure Osanna, Premiata Forneria Marconi, etc. L’artwork molto curato, contiene un elegante digipack con un libretto di sedici pagine.
Il disco si apre con i rumori di battaglia e lo scalpitio dei cavalli di “Mura Di Fuoco” ed è subito atmosfera incastonata nel contesto. L’incedere di tastiere in stile Neo Prog bene si accomuna con il flauto di Serena Bruni, mentre la chitarra elettrica si lancia immediatamente in un assolo ficcante ed emotivo, proprio come il genere insegna. Il cantato enfatico di Giacomo Balzarotti si sposa perfettamente con la musica, a sua volta ricca di cambi di tempo.
La title track è un esempio di come il genere si è evoluto nel tempo pur restando avvinghiato alla lezione del passato, fra Genesis e Marillion. Gli otto minuti di “Perpetua Confusione” è energica e autrice di buone melodie di base, e quando parte il pianoforte ecco materializzarsi nella stanza il sound del Banco Del Mutuo Soccorso. “Vuoto Nel Vento” crea atmosfere leggiadre a due voci, maschile e femminile. Fra i brani più considerevoli metto “Animali Cristiani”, una mini suite di dieci minuti ricca di emozioni. Ottima la prestazione di Corvaglia al microfono. Non manca nemmeno il frangente acustico di chitarra, per questo c’è “Bradamante” in cui si colloquia con il flauto. Un tuffo negli anni ’80 attraverso “Ansie” apre scenari teatrali. “Nel Segno Della Croce” è un'altra gemma Prog da godere tutta di un fiato. La dolce e flautistica “Cosmoconia” disegna a pastello sulla tela della nostra mente, per poi giungere a “Pagnani” dove il tempo balza indietro nel 1100, periodo delle crociate. “L’Elmo D’oro” mantiene il clima per poi lasciare la conclusione a “Regno Futuro”, pezzo maggiormente enfatico a conclusione di un tragitto storico imponente.
Questo ritorno dei Lethe è una gemma sonora adatta a tutti gli estimatori dei generi descritti, ma non soltanto per loro in quanto trattasi di musica totale, adatta a ogni amante della vera musica Rock immaginifica. MS







Versione Inglese:


LETHE – Il Cavaliere Inesistente
Ma.Ra.Cash Records / BTF
Genre: Neo Prog
Support: cd / Bandcamp - 2024


There are cases when in Prog Rock music it only takes one album to go down in history with the title of an important band. Lethe have been given this honor by the public itself and especially by industry critics, who also count them in magazines and encyclopedias about them. They were founded in 1990 from the idea of the late singer and flutist Stefano Fornaroli, to whom this very album entitled “Il Cavaliere Inesistente” is dedicated. They debuted with a demo in 1992 entitled “Il Salto Del Falco” and also in the same year produced the live “Lethe In Concert.” But the real debut that makes them esteemed by critics is that 1993 “Nymhae” (Mellow Records).
The music has 1970s influences ranging from ELP to the relentless juxtaposition with Jethro Tull, again because of the flute.
Thirty-one years have therefore passed and it is with lively amazement that I learn of this reunion, which features many of the band's historical members as well as two special industry guests, Alessandro Corvaglia (lead vocals and backing vocals in the tracks “Mura Di Fuoco” and “Animali Cristiani”), and Eleonora Mosca (lead vocals and backing vocals in several tracks). The current lineup is thus composed of Giacomo Balzarotti (lead vocals and backing vocals), Serena Bruni (transverse flute), Lorenzo Gervasi (keyboards), Pietro Paganelli (drums and percussion), Fabio Massimo Sanzo (electric bass and backing vocals), and Valerio Vado (guitars, effects).
“Il Cavaliere Inesistente” is a work inspired by Italo Calvino's novel of the same name, and the band's bio explains it as follows: ”The setting in an ironic and imaginary Middle Ages is the cue for a critique - sometimes sarcastic, sometimes bitter - on the absurdity of war and the vacuity of bureaucracy.” To create these twelve songs that make up the album, the band draws heavily on the classic sounds of the genre under consideration, thus also on Italian bands such as Banco Del Mutuo Soccorso, or Osanna, Premiata Forneria Marconi, etc. The highly polished artwork contains an elegant digipack with a sixteen-page booklet.
The disc opens with the battle noises and horse stomping of “Mura Di Fuoco” and it is immediately atmosphere set in context. Neo Prog-style keyboard pacing well matches Serena Bruni's flute, while the electric guitar immediately launches into a punchy, emotional solo, just as the genre teaches. Giacomo Balzarotti's emphatic singing matches perfectly with the music, which itself is rich in tempo changes.
The title track is an example of how the genre has evolved over time while still clinging to the lessons of the past, between Genesis and Marillion. The eight-minute “Perpetual Confusion” is energetic and authored by good basic melodies, and when the piano starts, here is the sound of Banco Del Mutuo Soccorso materializing in the room. “Vuoto Nel Vento” creates graceful atmospheres with two voices, male and female. Among the most considerable tracks I place “Animali Cristiani”, a ten-minute mini-suite full of emotion. Corvaglia's performance on the microphone is excellent. There is no shortage of acoustic guitar bangs either, for which there is “Bradamante” in which he colloquizes with flute. A dip into the 1980s through “Ansie” opens theatrical scenarios. “Nel Segno Della Croce” is another Prog gem to be enjoyed all in one breath. The sweet and flute-like “Cosmoconia” draws in pastel on the canvas of our minds, and then we come to “Pagnani” where time jumps back to the 1100s, the time of the Crusades. “L’Elmo D’Oro” maintains the mood and then leaves the conclusion to ‘Regno Futuro’, a more emphatic piece at the conclusion of an impressive historical journey.
This return of Lethe is a sonic gem suitable for all admirers of the genres described, but not only for them as this is total music, suitable for every lover of true imaginative Rock music. MS

 

 




  

sabato 9 novembre 2024

Leviathan

LEVIATHAN - Heartquake / Redux
AMS Records – BTF.IT
Genere: Neo Prog
Supporto: cd / Digital – 1988 /2024




Ho sempre sostenuto che bisogna dare merito a chi ha tenuto vivo l’interesse di un genere quando esso è stato spodestato nel tempo. Mi sto riferendo al Progressive Rock che alla fine degli anni ’70 vede giungere un profondo stop a causa delle nuove mode, il Punk, la disco e la New Wave. Suonare Prog negli anni ’80 è stata dura, di certo chi l’ha fatto non è per i soldi, ma per pura passione in quanto le vendite non hanno mai raggiunto vette importanti. Ci sono riuscite le band inglesi dell’ondata Neo Prog, ossia Marillion, IQ Pendragon e poco più, perché in fin dei conti il fans del genere è sempre stato affamato di questa musica, in un periodo di vacche magre poi ancora di più. In Italia lo scenario è stato ancor più desolante, ma per approfondimenti vi rimando al mio libro PROGRESSIVE ROCK ITALIANO 1980 – 2013 (Arcana).
Una band storica che ha lasciato il segno in suolo italico è la romana Leviathan. Si forma nel 1985 in piena era Neo Prog, Alex Brunori (voce e testi), Franco Pezzella (tastiere) e Andrea Moneta (batteria) sono gli ideatori del progetto che rilascia subito un demo intitolato "The 7% Solution EP" del quale oggi purtroppo si sono perse le tracce. Sostenitori di sonorità IQ, Marillion, Pallas e del nostro Prog classico come quello del Banco Del Mutuo Soccorso o Premiata Forneria Marconi, decidono nel 1987 di reclutare nelle file anche Sandro Wlderk (basso) e Rocco Paterna (chitarra). Con questa formazione esordiscono grazie a “Heartquake”, un album che sia il fans italiano che la critica di settore, apprezza moltissimo. Le idee sono buone, così le canzoni, ma un limitato budget ha fatto si che tutto accadesse molto velocemente, soltanto cinque giorni per affittare uno studio di registrazione e questo di certo non ha giocato a favore del risultato finale, seppure ottimo per i tempi che intercorrevano. Dunque nel settore, “Heartquake” resta un album storicamente importante, anche per il numero di copie stampate, 1500 di cui 300 in vinile rosso.
Dopo cambi di line up, nel 1990 è la volta di “Bee Yourself”, a seguire un lungo periodo di stop per poi tornare in progetti vari, nel 2003 partecipano all'opera rock collettiva “Kalevala”, seguita l'anno successivo da “Colossus Of Rhodes” e nel 2008 a “Giallo! One Suite For The Murderer)”, infine ai tribute-album dedicati a Steve Hackett e John Wetton.
Oggi Alex Brunori, autore anche del bellissimo artwork di questa edizione, insieme ai componenti originali, che comprendono anche Andrea Moneta (batteria) e Andrea Amici (tastiere), ritornano con la volontà di dare nuova veste a questo splendido album, riregistrandolo con le capacità economiche odierne ma soprattutto con i mezzi più adeguati e il tempo lecito.
Per completare la band, i Leviathan si avvalgono di due grandi musicisti del settore come, Andrea Castelli (Airspeed, Cappanera, Rovescio della Medaglia etc.) e Fabio Serra (Arlequin, Røsenkreütz etc.).
Con questi presupposti, mi appresto curioso all’ascolto e quando il classico “The Waterproof Grave” apre le danze, non posso che rimanere colpito dalla magniloquenza dei suoni e della rinata freschezza dell’insieme, una rielaborazione fedele all’originale ma con le aggiunte capacità del caso. Sono i Pallas a venire allo scoperto in maniera prepotente. Finalmente gli anni ’80 sono decurtati di quel brutto suono che nel periodo non riuscivo ad apprezzare, denominandolo allora “il suono di plastica”, specialmente per quello che riguardava la batteria. Magnifica “Hellishade Of Heavenue”, musica fatta con il cuore, sensibile nei passaggi fondamentali supportati da un importante tappeto di tastiere.
“Only Visiting This Planet” ha molto del Marillion sound periodo Fish, ma anche personalità. Tutto il disco è un susseguirsi di grandi emozioni.
Ora “Heartquake” ha ottenuto giustizia, e si può apprezzare al meglio, un occasione assolutamente da non perdere, anche per capire l’importanza storica di questa band che a mio modesto parere, avrebbe dovuto raccogliere maggiori consensi di pubblico. Il treno passa un'altra volta, ora lo sapete. MS





Versione Inglese: 


LEVIATHAN - Heartquake / Redux
AMS Records - BTF.IT
Genre: Neo Prog
Support: cd / Digital - 1988 /2024


I have always maintained that credit should be given to those who have kept the interest of a genre alive when it has been ousted over time. I am referring to Progressive Rock, which in the late 1970s saw a profound stop coming due to the new fashions, Punk, disco and New Wave. Playing Prog in the 1980s was tough, certainly those who did it were not for the money, but out of pure passion as sales never reached major heights. The British bands of the Neo Prog wave, namely Marillion, IQ Pendragon and little more, succeeded, because after all the fans of the genre have always been hungry for this music, in a period of lean cows then even more so. In Italy the scenario was even more bleak, but for more details I refer you to my book PROGRESSIVE ITALIAN ROCK 1980 - 2013 (Arcana).
A historic band that has left its mark on Italian soil is the Roman band Leviathan. Formed in 1985 in the midst of the Neo Prog era, Alex Brunori (vocals and lyrics), Franco Pezzella (keyboards) and Andrea Moneta (drums) are the creators of the project that immediately released a demo entitled "The 7% Solution EP" of which today, unfortunately, traces have been lost. Supporters of IQ sonorities, Marillion, Pallas and our classic Prog such as that of Banco Del Mutuo Soccorso or Premiata Forneria Marconi, they decided in 1987 to recruit in the ranks also Sandro Wlderk (bass) and Rocco Paterna (guitar). With this lineup they make their debut thanks to "Heartquake," an album that both Italian fans and critics in the field, greatly appreciate. The ideas are good, so are the songs, but a limited budget made everything happen very quickly, only five days to rent a recording studio and this certainly did not play in favor of the final result, although excellent for the intervening time. So in the industry, "Heartquake" remains a historically important album, not least because of the number of copies pressed, 1,500 of which 300 were on red vinyl.
After lineup changes, in 1990 it was the turn of "Bee Yourself," followed by a long period of stop before returning to various projects, in 2003 they participated in the collective rock opera "Kalevala," followed the next year by "Colossus Of Rhodes", and in 2008 in "Yellow! One Suite For The Murderer)", finally to tribute-albums dedicated to Steve Hackett and John Wetton.
Today Alex Brunori, author also of the beautiful artwork of this edition, together with the original components, which also include Andrea Moneta (drums) and Andrea Amici (keyboards), return with the will to give a new look to this splendid album, re-recording it with today's economic capabilities but above all with the most appropriate means and lawful time.
To complete the band, Leviathan makes use of two great musicians in the field such as, Andrea Castelli (Airspeed, Cappanera, Rovescio della Medaglia etc.) and Fabio Serra (Arlequin, Røsenkreütz etc.).
With these assumptions, I set out curiously to listen, and when the classic "The Waterproof Grave" opens the dances, I cannot help but be impressed by the magniloquence of the sounds and the reborn freshness of the whole, a reworking faithful to the original but with the added capabilities of the case. It is Pallas who come out of the closet in an overpowering way. At last, the 80s are stripped of the ugly sound that I could not appreciate at the time, calling it then "the plastic sound", especially as far as the drums were concerned. Magnificent "Hellishade Of Heavenue", music made from the heart, sensitive in key passages supported by an important carpet of keyboards.
"Only Visiting This Planet" has much of the Marillion sound Fish period, but also personality. The whole record is a succession of great emotions.
Now "Heartquake" has been given justice, and can be appreciated at its best, an absolutely not-to-be-missed opportunity, also to understand the historical importance of this band, which in my humble opinion, should have garnered more public acclaim. The train passes another time, now you know. MS