THE
FLOWER KINGS – Love
Inside
Out
Genere: Progressive Rock
Formato: vinile / cd / digital - 2025
La
band del chitarrista svedese ex Kaipa, Roine Stolt, ha segnato non soltanto un’epoca
nel Progressive Rock più vintage, ma ha indicato un nuovo percorso, alternando
nel tempo album che hanno di fondo un rispetto per il passato con la giunta di nuove
sonorità e lo stile inconfondibile della chitarra elettrica.
Punto
di riferimento, soprattutto negli anni ’90, i The Flower Kings rilasciano
lavori molto lunghi, spesso doppi cd e lunghe suite, tanto da arrivare oggi al
loro diciassettesimo capitolo in studio intitolato “Love”.
La
band di Uppsala mantiene lo scheletro storico con Hasse Fröberg (voce), e
Michael Stolt (basso, voce), oggi completato con Lalle Larsson (tastiere), e Mirko
DeMaio (batteria).
Non
mancano neppure gli special guest, che rispondono ai nomi di Hasse Bruniusson (percussioni),
Jannica Lund (voce), Aliaksandr Yasinski (fisarmonica), e Jacob Collier (cori).
Credo
quindi che per chi ami questo genere, i The Flower Kings non abbiano bisogno di
presentazioni, tuttavia qui mi rivolgo a coloro che non li dovessero conoscere,
consigliando l’ascolto di “Stardust We Are” (Foxtrot Records / Inside Out –
1997) per entrare a pieno titolo nelle loro atmosfere.
Oggi
prendono un poco le distanze da quello che è sempre stato il loro punto di
vista riguardo ai brani, generalmente molto vicini agli anni ’70 e di una
durata decisamente corposa. In “Love” c’è un approccio maggiormente Pop, pur
restando nel loro stile sempre molto tecnico e raffinato.
Le
melodie qui scelte sono di un’efficacia convincente, così l’uso dei testi mai
banale. Si tratta dell’uomo e della sua incapacità di imparare dai propri
errori, della fragilità in senso generale, dove l’unica via di salvezza risiede
nel guardarsi dentro e vivere con obbiettività.
Tutto
ciò è narrato nei dodici brani che compongono l’album, a iniziare da “We Claim
The Moon”, dove s’intuisce immediatamente la rinnovata vena creativa.
Probabilmente
l’esperienza con la super-band Transatlantic di Neal Morse (ex Spock’s Beard),
Mike Portnoy (Dream Theater), e Pete Trewavas (Marillion), ha lasciato in Stolt
un segno tangibile, convincendo l’artista a smussare alcuni lati del suo sound
rendendolo più fresco e diretto.
“The
Elder” è una mini suite di undici minuti, ammaliante, dolce, stracolma di
suoni, cambi umorali e un senso per la musicalità altamente spiccato, come loro
e pochi altri hanno saputo fare nel tempo. Lo so, sembrano banalità queste che
sto dicendo, ma non può essere minimamente differente dalla realtà dei fatti.
Una
loro prerogativa sonora è la cura per i particolari, la si incontra molto
spesso, in fondo quando si ha a che fare con musicisti navigati è quasi
inevitabile. “How Can You Leave Us Now?” è il singolo dal quale è estratto
anche il video, il pezzo scorre piacevolmente ed è sunto di quanto sino ad ora
descritto. Per me impossibile trovare un brano migliore di un altro, a
testimonianza di una invidiabile continuità d’intento, per questo lascio
liberamente a voi il piacere d’immergervi in questo calderone sonoro senza
tempo.
L’ottima
qualità della produzione e un artwork ben confezionato, fanno di “Love” un disco
assolutamente professionale che mi sento di consigliare assolutamente a tutti
coloro che amano la musica in senso generale. Sorprendenti i The Flower Kings! MS
Versione Inglese:

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