MEZZ GACANO – Palòra Di Boskàuz
Sasime Records
Genere:
Rock In Opposition (R.I.O.)
Supporto: cd – 2002
Dietro
il nome Mezz Gacano c’è l’artista, polistrumentista e compositore Davide Nino
Urso Mezzatesta. Il suo progetto nasce a Parma, e precisamente a Salsomaggiore
Terme, dopo l’incontro con John Zorn a Firenze, nel settembre del 1997. Nel
1998 l’artista si trasferisce a Palermo e dopo varie vicissitudini, annessi
cambi di gruppo e di elementi, a maggio del 2001 i Mezz Gacano si stabilizzano con
la seguente formazione: Davide Mezzatesta (voce e chitarra), Marco Monterosso
(voce e chitarra), Giovanni Di Martino
(cori e tastiere), Lucio Giacalone (basso) e
Piero Pitingaro (batteria).
La
cultura musicale di Mezz Gacano è quantomeno ampia e aperta ad ogni tipo di
innesto, basta dire che i suoi ascolti variano da Zorn a Anthony Braxton, Bill
Laswell, Steve Lacy, Mick Harris, Peter Brotzmann, Carlo Actis Dato, Roscoe
Mitchel, Robert Fripp, Fred Frith, Frank Zappa, Otomo Yoshide, Arto Lindsay e
ovviamente molti altri ancora. Questo bagaglio culturale si evince anche
durante l’ascolto delle sue composizioni, mai banali e aperte all’arte a 360
gradi.
Il
sunto ne è già l’album d’esordio intitolato “Palòra Di Boskàuz”, un calderone
di idee e di musicalità fisica davvero importante. L’album è composto da dodici
brani a partire dalla strumentale “Sunday Bloody Sunday” (non quella degli U2
ovviamente) aperta da undici secondi di
follia. Il suono a seguire si stampa subito in faccia in un incedere Hard per
poi passare ad un giocoso momento d’improvvisazione in stile Area. Finito? No,
ancora cambio di tempo ed umorale con un assolo di chitarra notevole e di
tastiere, il tutto in un frangente prima Jazz e poi elettronico, a seguire voci
a suggellare il ritornello martellante che in definitiva fa da spina dorsale
all’intero brano. Ecco, da queste mie parole avrete già intuito la pasta di
questo esordio, oppure vi sarete spaventati.
L’ascoltatore
quindi deve essere necessariamente preparato e di mente aperta, disposto a
farsi destabilizzare per godere a pieno di questo grandissimo puzzle.
Elettronica,
Hard Rock, Punk e molto altro, ascoltate “Froka” e ditemi cosa ne pensate. La
globalità del sound è semovibile, incentrato su momenti di energia a tratti
dura e in altri momenti nervosa in stile King Crimson. Frank Zappa fa capolino
spesso e volentieri. Non c’è un brano che annoia o che sia scontato, almeno per
il mio gusto personale, un susseguirsi di sorprese che nella maniera più assoluta
non vorrei rovinare.
Musica
per tutti i gusti dunque, anche per scatenarsi oltre che per pensare. Io tutto
questo lo definisco vero Progressive Rock, perché in esso c’è ricerca e
coraggio. Suoni, suoni e suoni.
Un
esordio importantissimo, che vede un Mezz Gacano carico di idee e di energia,
approfittatene. MS
MEZZ GACANO & ZONE
EXPERIMENTALE – Froka
Lizard Records
GENERE: RIO
C’è
chi la musica la vive per diletto, chi per passione, chi l’adopera da
sottofondo, chi la rovescia come un calzino per trarne nuove emozioni. Esistono
situazioni dove l’artista parte con l’intenzione di creare qualcosa di
differente, disinteressandosene del
responso pubblico, questo accade quando l’arte prende il sopravvento. In Italia
abbiamo vissuto e stiamo vivendo queste situazioni seppure in maniera dosata, come
ad esempio con i Stormy Six nel passato, oppure oggi con alcuni progetti di
Fabio Zuffanti o gli Yugen solo per fare pochi nomi.
Mezz
Gacano e’ un progetto musicale palermitano che prende forma nel 1997 grazie a
David(e) Nino Urso Mezzatesta, formatosi dalle ceneri di Multimedial
Stigghiolizing Enterprise e Tchazart. Le influenze musicali si possono estrapolare dall’ascolto di
artisti come Frank Zappa, King Crimson, Gong, Naked City, Mr.Bungle e Oziric
Tentacles. La carriera musicale del gruppo è ricca di esperienze ed artisti,
fino al raggiungimento del primo album in studio intitolato “Palòra Di Boskàuz”
(Sasime – 2002), dove al proprio interno anche una ballad può essere Punk!
L’approccio
musicale di Mezz Gacano è questo, e se poi
a quanto detto ci si va ad unire la collaborazione con l’ensemble
svizzero Zone Experimentale (nomen omen), non può che nascere un prodotto
quantomeno interessante e non scontato.
“Froka”
è un concerto registrato live suddiviso in undici movimenti sonori che non
potremo mai chiamare “canzoni”, ad iniziare dalla breve ed introduttiva title
track “Froka”. L’aria accompagna all’ascolto catturando immediatamente
l’attenzione dell’ascoltatore. L’album strumentale si apre a tutti gli effetti
con “Okain Loiknaf” fra cambi di ritmo e d’ umore. Con archi e flauto che
giocano a colloquiare, si giunge a “Lioschi Lioschije”, aria a tratti sospesa,
solamente animata dalla discussione fra strumenti che più che suonare, parlano
fra di loro. L’energia sprigionata da “Bechamel” mette alla luce il lato Crimsoniano del progetto, fra suoni nervosi e
cadenzati. Ciò accade anche nel successivo movimento “Lioschi Lioschije”.
Andamento ondivago per “Kitch Bitch Beach”, giocoso ed irriverente. Ma non
vorrei togliere tutto il gusto della scoperta, lascio a voi il piacere di
essere stupiti, in fin dei conti avete già focalizzato da queste mie parole il
tipo di prodotto. Vorrei comunque sottolineare che “Froka” è registrato nel
2013, ed è solo grazie all’attenzione della Lizard che il progetto vede la distribuzione
vera e propria, affidata a BTF, GT Music, Pick Up, Ma.Ra.Cash e Syn-Phonic.
“Froka”
è musica da “ascoltare”, non da “sentire”, una sorta di opera sperimentale
moderna che non ha la pretesa di essere un classico, ma che ha la brillantezza
e la capacità di risultare unica nel suo genere, e questo si grazie all’estro
compositivo di Mezz Gacano, ma anche agli arrangiamenti di Flavio Virzi.
Buon Ascolto. MS
Buon Ascolto. MS
MEZZ
GACANO & SELF STANDING OVATION BOSKAUZ ENSEMBLE – Kinderheim
Lizard
Records
Genere:
Rock In Opposition (R.I.O.)
Supporto: cd – 2017
Il
geniale compositore e polistrumentista Davide Mezzatesta, in arte Mezz Gacano ritorna
al pubblico nel 2017 con questo ultimo lavoro dal titolo “Kinderheim”, quarto
suggello. Chi lo conosce o chi già ha avuto modo di leggere altre recensioni,
già sa bene che l’artista è “totale”. La sua cultura musicale è espressa nelle
note in maniera inconfutabile, fra stili che variano dal classico al Jazz, dal
Rock, all’Hard Rock a influenze più marcate come il sound di certi King Crimson
oppure di Frank Zappa, altro genio della nostra musica mondiale sempre poco
citato.
Ora
devo dire alcuni “Finalmente”, il primo riguarda la musica ovviamente,
finalmente posso godere di vero Prog Rock , cosa che ultimamente mi è capitato
di rado. Perché ho detto vero Prog? Sembra così che esista anche il finto Prog
Rock. Ho detto così semplicemente perché non basta ripetere i fasti del tempo
passato, se intendiamo “Progressive” nel significato che gli spetta, si intende
soprattutto il dover progredire il suono
della musica, e per fare questo si deve OSARE. Ecco, oggi come oggi ho sentito pochi artisti osare
nuove soluzioni ed innesti, alcuni nomi per spiegare meglio il concetto possono
essere Moloch di Gianni Venturi o i progetti di Claudio Milano e pochi altri
ancora, parlo di stile, forte personalità
e di composizione oltre che di strumentazioni varie. Qui infatti si trovano
archi, trombe, clarinetti, flauti, sax, chitarre elettriche, tastiere, elettronica e
molto altro. Musica totale che comunque nel suo essere apparentemente fuorviante
e ricercata dimostra di avere un grande rispetto per il passato. Quando fai
l’orecchio ad un sound, Mezz Gacano ti volta le spalle inserendone uno
completamente opposto, se vogliamo una sorta di “schiaffo o bacio”.
Il
secondo “Finalmente” lo dedico all’ artwork davvero ben curato e completo oltre
che elegante nella sua confezione cartonata, ad opera di Antonio Cusimano /
3112htm.com. Questo è anche rispetto per chi spende soldi nel comperare un
disco, visto poi che l’acquirente oggi è un personaggio in via d’estinzione,
almeno trattarlo a dovere.
Il
terzo “Finalmente” riguarda l’incisione, davvero professionale e pulita, cosa
non semplice vista la caratura e la quantità di strumentazioni differenti che
appunto variano nel disco, dal classico
al Rock, elettronica etc. Tutto ciò ad opera di Luca Rinaudo assistito da Marco
Nàscla e Miss Hill Mary nel Teatro Biondo Di Palermo.
“Kinderheim”
è un percorso sonoro formato da diciassette frangenti, fra i quali spicca nel
finale “Bitter(N) Stormy Over Vesuvio”, ma il perché non ve lo dico, lascio a chi compera il disco la vera
sorpresa (geniale). I brani sono stati composti in diversi anni della sua
esistenza artistica. L’album è completamente strumentale (forse) e quindi
ancora un'altra scommessa che apprezzo oltremodo.
Basta
parole, musica da ascoltare, non da sentire. MS