Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO
La storia dei generi enciclopedica

venerdì 31 ottobre 2025

Kozminski

KOZMINSKI – Un Oceano Di Zeri
NOS Records
Genere: Cantautore/Alternative Rock
Supporto: Digital / CD – 2025





Davvero il genere Rock ha una serie di diramazioni stilistiche impressionanti, se dovessimo disegnare un albero genealogico, sarebbe un'impresa ardua. Non si finisce mai di scoprire nuove sonorità, grazie all'estro degli artisti e agli innesti di sonorità. Anche il cantautorato non esula da questa situazione e, quando si miscela con l'Art Rock, diventa a sua volta molto interessante, almeno per chi ama la musica non scontata.
I milanesi Kozminski si adoperano in questo territorio. Sorti nel 2007, rilasciano l'EP “Bausan” per poi dedicarsi a tempo pieno a un vero e proprio debutto che vede luce nel 2009 attraverso l'album omonimo. Nel 2013 è la volta di “Il Primo Giorno Sulla Luna” e dei primi successi di pubblico che li porta a realizzare date live sia in Italia che all'estero. Si arriva quindi al 2019 con “Sempre Più Lontani”, sei brani di Rock alternativo e, dopo cambi nella line-up, oggi ritornano con “Un Oceano Di Zeri” e la formazione composta da Marco Fornara (batteria), Matteo Meneghello (basso), Luca Tavecchio (voce, chitarra), e Federico Tonioni (voce, synth, basso). In alcune canzoni partecipa al pianoforte Giuliano Dottori (registrazioni e produzione).
I dieci pezzi proposti non sono un vero e proprio concept, anche se parlano in generale di quotidianità, fragilità umane, tecnologia e altro ancora, tanto da farlo sembrare un filone unico. La band potrebbe aver preso spunti da artisti come Wilco, Elliott Smith, Enzo Jannacci e Sinigallia, ma in realtà gode di una personalità ben definita.
Questa la si scorge sin dalle prime note di “L'Aldilà”, canzone fra domande esistenziali scaturite anche al bar. La musica sostenuta dalla chitarra elettrica attraverso un bel riff riesce ad accalappiare l'ascolto grazie a un buon motivo melodico, in bilico fra anni '80 e '90.
“Burger King” è amore al fast-food, l'incontro fra due ex davanti a un'insalata e la voglia di voler ricominciare. L'andamento solare del ritmo richiama alla mia memoria materiale del Lucio Battisti era di mezzo; reminiscenze piacevoli.
Il singolo dell'album s'intitola “Il Computer”, un grido di allarme per la società messa in pericolo dal forte accrescere della tecnologia alla quale non possiamo più fare a meno. La cadenza pacata del brano questa volta riporta agli anni '90 quando Radiohead e Porcupine Tree cominciavano a sfornare i primi capolavori. Il cantautorato è sempre in prima linea, e il pianoforte di Giuliano Dottori accompagna con eleganza il movimento che soltanto nel finale accresce d'intensità quasi drammatica.
Non manca lo Shoegaze preso come stile per accompagnare “Nebbia Bastarda”, dove nel padano si perdono i pensieri e i ricordi in un umido inverno. I Kozminski più ruvidi ipnotizzano con un riff circolare di chitarra, canzone fra le più elettriche di tutto l'album. Ogni pezzo è un tassello preciso di colore differente, ma è l'insieme a fare meraviglia di sé. Si ritorna al Pop su una storia che racconta di due sconosciuti impegnati in una fuga notturna: “Verso Giove”. Il motivo di base è orecchiabile, e non ci si stupisce se già dal primo ascolto risulta godibile. La ballata è dall'ampio respiro, ossia con aperture sonore crescenti che si sbottonano strumentalmente a visionarie spazialità. E a proposito di crescendo, “L'Attesa” si sviluppa proprio su questo modus operandi. E poi Milano di notte, fra Campari e relazioni scarne attraverso “Rocky Barbùn” che sottolinea come un evidenziatore lo stile della band ben definito.
Da Milano a Torino, “Santa Giulia” narra di caffè fuori orario, giardini e un amore rischioso con quell'andamento gentile sempre presentato dalla chitarra di Tavecchio. Questo è uno dei brani che ho maggiormente apprezzato, per armonia e storicità italiana al proprio interno che riguarda sia gruppi che cantautori dagli anni '70 in poi.
La routine quotidiana è l'argomento di “QB”, e nella ballata ritorna il pianoforte per poi giungere alla conclusiva “L'Occhio Del Diavolo”, una elettrica corsa con la macchina lungo il mare… Ma è soltanto nella fantasia per esorcizzare seducenti paure.
“Un Oceano Di Zeri” scorre piacevolmente, senza mai strafare, piuttosto badando al sodo attraverso delle chiavi di lettura che noi italiani sappiamo ben riconoscere oltre che esserci affezionati. È uno sguardo alla società, ai ricordi, alle passioni e per questo si rende utile come un buon amico anche durante il viaggio di una giornata proprio per non renderla uguale alle altre. MS.







Versione Inglese: 


KOZMINSKI – Un Oceano Di Zeri
NOS Records
Genre: Singer-Songwriter/Alternative Rock
Format: Digital / CD – 2025


The Rock genre truly has an impressive array of stylistic branches; if we were to draw a family tree, it would be a daunting task. You never stop discovering new sounds, thanks to the creativity of artists and the fusion of different sonic influences. Singer-songwriting is no exception, and when mixed with Art Rock, it becomes very interesting, at least for those who enjoy unconventional music.
The Milanese band Kozminski operates in this territory. Formed in 2007, they released the EP "Bausan" before dedicating themselves full-time to their debut album, which was released in 2009. In 2013, they released "Il Primo Giorno Sulla Luna" and achieved their first public successes, leading to live performances both in Italy and abroad. In 2019, they released "Sempre Più Lontani", a six-track album of alternative Rock. After some lineup changes, they now return with "Un Oceano Di Zeri" and a formation composed of Marco Fornara (drums), Matteo Meneghello (bass), Luca Tavecchio (vocals, guitar), and Federico Tonioni (vocals, synth, bass). Pianist Giuliano Dottori (recording and production) also participates in some songs.
The ten tracks proposed don't form a true concept album, although they generally deal with everyday life, human fragility, technology, and more, giving the impression of a unified thread. The band may have drawn inspiration from artists like Wilco, Elliott Smith, Enzo Jannacci, and Sinigallia, but they have a well-defined personality.
This is evident from the first notes of "L'Aldilà", a song that explores existential questions over a coffee. The music, driven by electric guitar riffs, catches the listener's attention with a catchy melody that balances between the '80s and '90s.
"Burger King" is a song about love at a fast-food joint, where two exes meet over a salad and consider getting back together. The sunny rhythm evokes memories of Lucio Battisti's music; pleasant reminiscences.
The album's single is titled "Il Computer", a warning about the dangers of technology that we can't live without. The song's calm pace brings to mind the '90s, when Radiohead and Porcupine Tree were starting to release their masterpieces. The singer-songwriter aspect is always front and center, and Giuliano Dottori's piano accompaniment adds elegance to the movement, which only builds in intensity towards the end.
The album also features Shoegaze elements in "Nebbia Bastarda", where thoughts and memories get lost in a humid winter. The raw Kozminski sound hypnotizes with circular guitar riffs, making it one of the most electric tracks on the album. Each song is a precise piece of a different color, but it's the overall picture that creates a sense of wonder. The album also features Pop elements in "Verso Giove", a song about two strangers on a nighttime escape. The base melody is catchy, and it's no surprise that the song is enjoyable from the first listen. The ballad has a broad scope, with growing sonic openings that unfold into visionary instrumental landscapes. Speaking of crescendos, "L'Attesa" develops precisely along these lines. And then there's "Rocky Barbùn", which captures the band's style perfectly, set against the backdrop of Milan at night, Campari, and shallow relationships.
From Milan to Turin, "Santa Giulia" tells the story of late-night coffee, gardens, and a risky love affair, all set to the gentle rhythm of Tavecchio's guitar. This is one of the tracks I appreciated the most, for its harmony and Italian musical heritage that references both bands and singer-songwriters from the '70s onwards.
The daily routine is the theme of "QB", and the ballad features the piano again before concluding with "L'Occhio Del Diavolo", an electric drive along the seaside... But it's just a fantasy to exorcise seductive fears.
"Un Oceano Di Zeri" flows pleasantly, never overdoing it, but rather focusing on the essence through keys of reading that Italians know and love. It's a look at society, memories, passions, and that's why it's useful like a good friend, even during the journey of a day, precisely to make it different from the others. MS



giovedì 30 ottobre 2025

Il ritorno senza tempo dei Cervello

Tra mito e memoria: il ritorno senza tempo dei Cervello con "Chaire"
il nuovo studio album in uscita il 5 dicembre 2025

 



Disponibile anche la nuova edizione rimasterizzata del primo
album Melos
 
ScreamForExistence.com / info@screamforexistence.com
 
Nell’antica Grecia, la parola Chaire veniva usata sia per salutare che per
congedarsi, con il significato di “stai bene” o “abbi cura di te”. Questo spirito
senza tempo di connessione e augurio è il cuore di questo album.
 I Cervello nacquero a Napoli nei primi anni ’70, nel pieno fiorire della scena del
rock  progressivo  italiano.  Accanto  a  gruppi  come Osanna, Premiata  Forneria
Marconi  (PFM) e Banco  del  Mutuo  Soccorso,  i  Cervello  seppero  distinguersi
con  una  voce  unica,  capace  di  fondere  tradizioni  mediterranee,  passaggi
sinfonici e una sperimentazione senza compromessi.
 
Il loro album d’esordio, Melos (1973), resta una delle gemme più preziose del
prog  italiano.  Incentrato  su  miti  dell’antica  Grecia,  univa  temi  mitologici  a
intrecci strumentali audaci, tessiture acustiche e soluzioni avanguardistiche. Pur
accolto con entusiasmo dalla critica, Melos rimase l’unico lavoro in studio della
band, che si sciolse poco dopo.
 
Nonostante  la  breve  parabola,  l’influenza  dei  Cervello  non  si  è  mai
spenta: Melos è stato riscoperto e amato da generazioni di appassionati in tutto
il mondo, fino a diventare un disco di culto.
 Oggi,  a  distanza  di  cinquant’anni,  i  Cervello  tornano  con Chaire,  prodotto
da Corrado Rustici, in uscita il 5 dicembre 2025 per Sony Music esclusivamente
in formato CD ed LP.
 
Preordina Chaire: https://bio.to/cervello






 
L’album è basato su brani scritti tra il 1974 e il 1983, ora finalmente arrangiati e
registrati nel corso degli ultimi quattro anni dai membri originali superstiti:
 
•  Corrado Rustici – chitarra, tastiere, voce
•  Antonio Spagnolo – basso, chitarra acustica, flauto dolce, voce
•  Giulio D’Ambrosio – flauto, sax, voce
•  Gianluigi Di Franco – voce solista
 
Con l’aggiunta di Roberto Porta alla batteria.
 
Voce e anima insostituibile dei Cervello, Gianluigi Di Franco ci ha lasciati nel
2005. Grazie ai più recenti progressi nel restauro audio, le sue interpretazioni,
salvate  da  fragili  bobine  a  due  tracce  e  cassette  dell’epoca,  hanno  potuto
rivivere,  permettendo  a Chaire di  esistere  come  omaggio  e  al  tempo  stesso
come nuova creazione.
“Negli  ultimi  cinquant’anni,  questi  brani  scritti  da  me  insieme  a  Gianluigi  Di
Franco, tra il 1974 e il 1982, erano rimasti congelati nel tempo: semplici idee
registrate su cassetta e su due tracce, destinate a diventare il secondo album
del Cervello. Dopo lo scioglimento del gruppo, invece, caddero in uno stato di
ibernazione  che,  paradossalmente,  ha  conservato  intatta  la  loro  purezza
originaria.” Dichiara Corrado Rustici aggiungendo: “Oggi, dopo tutto il nostro
vissuto  umano  e  musicale,  so  che  non  sarebbe  mai  stato  possibile  ricreare
l’innocenza  e  la  direzione  compositiva  di  quei  tempi.  Ancora  una  volta,  la
tecnologia apre nuove possibilità: ciò che è accaduto negli ultimi tre anni ci ha
permesso di far rivivere quelle idee, con la voce di Gianluigi. Per me è quasi un
miracolo ascoltare di nuovo la sua voce, ancora ingenuamente innocente, dare
forma alle melodie e restituire senso a questa pubblicazione e a questi brani. Ci
son  voluti  cinque  anni  per  mettere  a  punto  questi  sette  brani,  e  mi  auguro
davvero che tutti i fan che ci seguono dal 1973, in tutto il mondo, possano godere
di questa musica. È il nostro ringraziamento per averci seguito e sostenuto in
tutti questi anni.”
 
Per celebrare questo ritorno, Chaire viene pubblicato insieme a un documento
storico:  una registrazione  dal  vivo  del  1973,  che  immortala  i  Cervello
nell’esecuzione di brani dall’album di debutto e in un inedito strumentale.
 
Parallelamente a questa pubblicazione, verrà resa disponibile anche una nuova
edizione  rimasterizzata  di Melos (1973),  curata  separatamente,  per
completare idealmente il percorso artistico della band.
 
Due preziose testimonianze che collegano l’esordio leggendario della band con
la sua rinascita odierna.
 
Cinquant’anni dopo Melos, Chaire è testimonianza di amicizia, memoria e della
potenza intramontabile della musica. È un saluto e un commiato, un dono dal
passato, rinato per il presente.




 
CHAIRE tracklist:
1. Chaire – Hallo
2. Templi Acherontei
3. La Seduzione di Chiaro Ulivo
4. Reina de Roca
5. Movalaide incl. Trasfigurazione
6. La Danza dei Guardiani
7. Chaire - Farewell
 
LIVE AT POMIGLIANO D’ARCO 1973 tracklist:
1. Intro
2. Canto del Capro
3. Scinsione (T.R.M.)
4. Euterpe
5. Melos
6. Progressivo Remoto
 
CONTATTI:
Facebook: h1ps://www.facebook.com/CervelloOcial
Instagram: h1ps://www.instagram.com/cervelloocial
YouTube: h1ps://www.youtube.com/@CervelloOcial 





Versione Inglese:


"Between Myth and Memory: The Timeless Return of Cervello with Chaire", the new studio album set for release on December 5, 2025.
Also available is the new remastered edition of the first album Melos


ScreamForExistence.com / info@screamforexistence.com


In ancient Greece, the word Chaire was used both to greet and to bid farewell, meaning "be well" or "take care of yourself". This timeless spirit of connection and well-wishing is at the heart of this album.
Cervello was formed in Naples in the early 1970s, in the midst of the Italian progressive rock scene. Alongside groups like Osanna, Premiata Forneria Marconi (PFM), and Banco del Mutuo Soccorso, Cervello distinguished itself with a unique voice, capable of fusing Mediterranean traditions, symphonic passages, and uncompromising experimentation.
Their debut album, Melos (1973), remains one of the most precious gems of Italian prog. Centered on myths of ancient Greece, it combined mythological themes with bold instrumental interplay, acoustic textures, and avant-garde solutions. Although well-received by critics, Melos remained the band's only studio work, as they disbanded shortly after.
Despite their brief trajectory, Cervello's influence has never faded: Melos has been rediscovered and loved by generations of fans worldwide, becoming a cult classic.
Today, fifty years later, Cervello returns with Chaire, produced by Corrado Rustici, set to be released on December 5, 2025, exclusively on CD and LP formats by Sony Music.


Pre-order Chaire: https://bio.to/cervello


The album is based on songs written between 1974 and 1983, now finally arranged and recorded over the past four years by the surviving original members:


Corrado Rustici – guitar, keyboards, vocals
Antonio Spagnolo – bass, acoustic guitar, recorder, vocals
Giulio D'Ambrosio – flute, sax, vocals
Gianluigi Di Franco – lead vocals


With the addition of Roberto Porta on drums.


The irreplaceable voice and soul of Cervello, Gianluigi Di Franco, left us in 2005. Thanks to recent advances in audio restoration, his performances, saved from fragile two-track tapes and cassettes, have been able to come back to life, allowing Chaire to exist as both a tribute and a new creation.
"Over the past fifty years, these songs written by me and Gianluigi Di Franco between 1974 and 1982 had remained frozen in time: simple ideas recorded on cassette and two-track tapes, destined to become the second Cervello album. After the band's breakup, they fell into a state of hibernation that, paradoxically, preserved their original purity." Corrado Rustici declares, adding: "Today, after all our human and musical experiences, I know it would have been impossible to recreate the innocence and compositional direction of those times. Once again, technology opens up new possibilities: what happened over the past three years has allowed us to bring those ideas back to life, with Gianluigi's voice. For me, it's almost a miracle to hear his voice again, still innocently pure, shaping the melodies and giving meaning to this release and these songs. It took us five years to fine-tune these seven tracks, and I truly hope that all the fans who have followed us since 1973, worldwide, will enjoy this music. It's our thank you for following and supporting us all these years."
To celebrate this return, Chaire is released alongside a historical document: a 1973 live recording that captures Cervello performing tracks from their debut album and an unpublished instrumental piece.
Alongside this release, a new remastered edition of Melos (1973) will also be made available, curated separately, to ideally complete the band's artistic journey.
Two precious testaments that connect the band's legendary debut with their current rebirth.
Fifty years after Melos, Chaire is a testament to friendship, memory, and the timeless power of music. It's a greeting and a farewell, a gift from the past, reborn for the present.


mercoledì 29 ottobre 2025

NichelOdeon ft Borda

NICHELODEON FT BORDA – Flipper (Folk Songs for the Judgment Day)
Trumpf! Records
Genere: Alternativo / Sperimentale
Supporto: CD / LP / Digital - 2025




Quello che accade quando si ascolta Claudio Milano, in arte NichelOdeon, è una magia che travalica l'ascolto per come lo si intende generalmente: è stupore. Non si è mai di fronte a una logica delle forme melodiche, ma soprattutto è l'approccio a colpire l'ascoltatore. L'artista percorre un cammino in cui il soggetto trattato o creato è analizzato attraverso una struttura poliedrica, quasi come fosse un caleidoscopio, ogni movimento cambia di forma e colore.
La teatralità che fa parte del bagaglio culturale di Milano viaggia di pari passo con la musica, così che la vocalità diventa vera e propria performance, questo lo si è potuto apprezzare in tutte le opere di NichelOdeon.
Con "Flipper" si giunge alla sua ventunesima pubblicazione, la seconda come NichelOdeon, in collaborazione con l'artista e compositore elettronico Teo Ravelli (Borda). I temi trattati passano attraverso la storia personale dell'artista, trasposti in maniera distopica, musica dall'Alto Medioevo sino ai nostri tempi. Ciò che lega molti di questi passaggi è la paura, e come dice Milano: "Ho vissuto e trasposto in un Medley dove melodie appaiono, scompaiono, si sovrappongono e rincorrono come in un limbo pre-mortem che fa della coesistenza tra realtà/finzione/percezione del tempo e dello spazio/sonno/veglia un viaggio senza tempo e latitudine, in cui l'azione del singolo individuo non può avere più forza sufficiente per cambiare il corso di quanto accade, una storia che non appartiene più a chi la genera".
Con Milano e Borda partecipano Vincenzo Zitello, Vittorio Nistri, Stefano Giannotti, Gianni Lenoci, Filippo Manini, Paolo Tofani, Stefano Saletti, Jorge Quejo, Antonis Kalamoutsos, Tony Pagliuca, Erica Scherl, Evaristo Casonato, Andrea Grumelli, Francesca Badalini, Luca Casiraghi, Filippo Panichi, Giancarlo Oggionni, Camillo Pace, Claudio Pirro, Alessandro Seravalle e Andy Micarelli. L'artwork è a cura di Bamto e Niccolò Clemente, le foto sono di Alessandra Di Lecce, il tutto su idea di Claudio Milano.
Sono quindi sette i motivi sonori denominati “Distopia” e per vostra curiosità vi presento la lunga lista dei brani trattati, fra famosi e inediti:
 
Quando Ricordiamo (Luciano Berio/Italo Calvino) - 1980
La Fenice (Riccardo Cocciante/Rodolfo Santandrea) - 1984
Il Canto degli Italiani – per “Apostasia della Bellezza” di Marc Vincent Kalinka (Goffredo Mameli/Michele Novaro) – 1847
Albergo a Ore (Herbert Pagani)  - 1969
La Chanson de Vieux Amants (Jaques Brel/ Gérard Jouannest) - 1967
Avec le Temps (E. Medail/Léo Ferré) - 1970
La Costruzione di un Amore (Ivano Fossati) - 1978
La Canzone dell’Amore Perduto (Fabrizio De André) - 1966
Mi Sono Innamorato di Te (Luigi Tenco) - 1962
Non, Je ne Regrette Rien (Charles Dumont/Michel Vaucaire) - 1956
Cornflake Girl (Tori Amos) - 1994
I’m Late (Claudio Milano/Lewis Carroll) - 1856/2020
Alexanderplatz (Alfredo Cohen/Franco Battiato/Giusto Pio) - 1982
The Cold Genius Song (Henry Purcell/John Dryden) - 1691
Après un rève, op. 7 n. 1 (Gabriel Fauré/R. Bussine) - 1870-1878
Il Pianto della Madonna (Claudio Monteverdi/Ottavio Rinuccini) - 1641
Lusive la Lune – La Canzone della Notte di Natale (tradizionale friulano) – XVIII sec.
Lu Rusciu de lu Mare (tradizionale salentino) – XVI/XVII sec.
Maramao (Mario Consiglio/Mario Panzeri da “Scura Maje”/”Mara Maje”/”Lamento di una Vedova” – tradizionale Abruzzo e Basilicata XIV/XV sec., poi in dedica al brigante Giuseppe Nicola Summa; infine “canzone della fronda” antifascista)
Ahi! Amours (Conon de Béthune) - 1189 circa
So Ben Mi C'ha Bon Tempo (Orazio Vecchi) - 1590
Mad About You (Alex Callier) - 2000
Adesso Si (Sergio Endrigo) - 1966
Fenesta ca Lucive (Matteo Di Ganci/Guglielmo Cottrau/Vincenzo Bellini/Giulio Genoino, da una poesia del XVI sec. musicata nel 1842)
E Se Domani (Carlo Alberto Rossi/Giorgio Calabrese) – 1964
Una Lunga Storia d’Amore (Gino Paoli) - 1984
Lontano, lontano (Luigi Tenco) - 1966
Vecchio Frack (Domenico Modugno) - 1955
E non Finisce Mica il Cielo (Ivano Fossati) - 1982
Estate (Bruno Martino/Bruno Brighetti) - 1960
Summertime (George Gershwin/DuBose Heyward/Ira Gershwin) – 1935
Black Is the Color  - Of My True Love's Hair (tradizionale scozzese/John Jacob Niles) – XVIII sec. (?)
La Canzone dei Soli (Claudio Milano) - 2021
… Dopo (Claudio Milano/Vincenzo Zitello) - 2018
The Sleeper (Peter Hammill/Edgar Allan Poe) – 1831/1991
La Flagellazione di Cristo - recitarcantando (Claudio Milano) – 2025
From Her to Eternity (Barry Adamson/Blixa Bargeld/Nick Cave/Mick Harvey/Anita Lane/Hugo Race) – 1984
Don Giovanni (Lucio Battisti/Pasquale Panella) – 1986
La Realtà non Esiste (Claudio Rocchi) – 1971
L’Ombra della Luce (Franco Battiato/Giusto Pio) – 1991
I brani non inclusi nel CD ma su pubblicazione online sono:
 Evaporazione (Gian Paolo Tofani/Patrizio Fariselli/Sergio Albergoni) – 1976
Zingara (Enrico Riccardi/Luigi Albertelli) – 1969
Memory (Andrew Lloyd Webber/Trevor Nunn) - 1981
Take a Pebble (Greg Lake) – 1970
Titanium (David Guetta, Sia, Giorgio Tuinfort, Afrojack) – 2011
Quicksand (David Bowie) – 1971
Il Tuo Arredamento (ZORAMA) – 2018
The Power of Love (Jennifer Rush) – 1984
Maikäfer Flieg (Otmar) – 1800
 
I sedici minuti di “Distopia 1” aprono subito il ricercato scenario vocale in cui l’artista si getta anima e corpo assieme al pianoforte. Dissonanze, coralità e ottimi arrangiamenti (fiati compresi) fanno da collante all’enorme puzzle. Ritmiche roboanti si passano staffetta con attimi di quiete persi nei corridoi della mente impegnata dell’autore. I pezzi vengono stravolti, fagocitati e riproposti con assoluta personalità. Non c’è tregua, fra angoscia, paura e disperazione; solo a tratti le parti strumentali tentano di portare una serenità che raramente si palesa. Splendida l’interpretazione teatrale, così come la voce.
“Distopia 2” vede proseguire l’intento (come in tutti e sette i movimenti in generale), appena riconoscibili gli originali tanto è feroce il nuovo rimpasto. Meditativo e drammatico l’inizio, da ascoltare anche a luci soffuse per entrare al meglio nei meandri del contenuto. Elettronica a supporto, frangenti da camera: il tutto per un ascolto sorprendente.
“Distopia 3” entra nell’Alto Medioevo in cantico latino, mentre la performance vocale sale ad altissimi livelli attraverso coralità curate. Si passa in tradizionali friulani e salentini, sino a giungere allo sberleffo di “Maramao”, un percorso paradossale e squilibrante.
“Distopia 4” si distingue per un sibilo vocale incredibile, pauroso e nero come la pece. Qui la sperimentazione si supporta nuovamente con l’elettronica di Borda, ma anche in questo caso nulla è banale, ed ecco sopraggiungere il contrabbasso e il piffero.
“Distopia 5” è una mini suite di oltre diciassette minuti disturbanti per la psiche, dove anche il ritmo sale e si lancia in un “tunnel del vento” vocale. Ma sono tutti piccoli frangenti spezzettati in cui è difficile trovare una stazionaria melodia di base; essa giunge di tanto in tanto (“E Se Domani”), ma la variante è sempre dietro l’angolo. Non bisogna fare programmi e neppure domande durante l’ascolto; serve solo lasciarsi trasportare via.
Così “Distopia 6” è un ulteriore mini suite della durata della precedente. L’inizio cupo prepara al successivo balzo emotivo; Milano diventa melodioso, sussurrato, intimistico e ritorna a duettare con il piano. Il finale con l’organo sprigiona drammaticità da ogni nota.
A concludere “Distopia 7”, teatro della voce.
Non è mai facile recensire un album di NichelOdeon; sicuramente avrò commesso anche degli errori, tanto è il materiale in gioco. Lui è sempre avanti nei tempi, impegnato e destabilizzante. Il pubblico deve essere attento e non superficiale per non perdersi le effettive sfumature e i significati della performance, altamente artistica nel puro senso del termine. NichelOdeon & Borda sono fra gli ultimi pionieri della pura arte italiana: questo è un fatto inoppugnabile, in cui sono certo di non essermi sbagliato. MS.


I brani non inclusi nel CD ma su pubblicazione online:

Evaporazione (Gian Paolo Tofani/Patrizio Fariselli/Sergio Albergoni) – 1976
Zingara (Enrico Riccardi/Luigi Albertelli) – 1969
Memory (Andrew Lloyd Webber/Trevor Nunn) - 1981
Take a Pebble (Greg Lake) – 1970
Titanium (David Guetta, Sia, Giorgio Tuinfort, Afrojack) – 2011
Quicksand (David Bowie) – 1971
Il Tuo Arredamento (ZORAMA) – 2018
The Power of Love (Jennifer Rush) – 1984
Maikäfer Flieg (Otmar) – 1800 






Claudio Milano



Versione Inglese:


NICHELODEON FT BORDA – Flipper (Folk Songs for the Judgment Day)
Trumpf! Records
Genre: Alternative / Experimental
Format: CD / LP / Digital - 2025


When listening to Claudio Milano, aka NichelOdeon, something magical happens that transcends the conventional understanding of music: it's awe-inspiring. You're never faced with a logical melodic structure, but rather an approach that strikes the listener. The artist embarks on a journey where the subject matter is analyzed through a multifaceted structure, akin to a kaleidoscope where every movement changes shape and color.
The theatricality that is part of Milano's cultural background travels hand in hand with the music, making the vocals a true performance. This has been evident in all of NichelOdeon's works.
With "Flipper", we reach his 21st release, the second as NichelOdeon, in collaboration with electronic artist and composer Teo Ravelli (Borda). The themes explored range from the artist's personal history, transposed in a dystopian manner, to music from the High Middle Ages to the present day. What ties many of these passages together is fear, and as Milano says: "I've lived and transposed into a medley where melodies appear, disappear, overlap, and chase each other like in a pre-mortem limbo that makes the coexistence of reality/fiction/perception of time and space/sleep/wakefulness a journey without time or latitude, where the action of the individual can no longer have enough strength to change the course of what happens, a story that no longer belongs to who generates it".
Joining Milano and Borda are Vincenzo Zitello, Vittorio Nistri, Stefano Giannotti, Gianni Lenoci, Filippo Manini, Paolo Tofani, Stefano Saletti, Jorge Quejo, Antonis Kalamoutsos, Tony Pagliuca, Erica Scherl, Evaristo Casonato, Andrea Grumelli, Francesca Badalini, Luca Casiraghi, Filippo Panichi, Giancarlo Oggionni, Camillo Pace, Claudio Pirro, Alessandro Seravalle, and Andy Micarelli. The artwork is curated by Bamto and Niccolò Clemente, with photos by Alessandra Di Lecce, all based on an idea by Claudio Milano.
There are seven sound motifs called "Distopia", and for your curiosity, I'll present the long list of tracks, both famous and unpublished:
 
Quando Ricordiamo (Luciano Berio/Italo Calvino) - 1980
La Fenice (Riccardo Cocciante/Rodolfo Santandrea) - 1984
Il Canto degli Italiani – per “Apostasia della Bellezza” di Marc Vincent Kalinka (Goffredo Mameli/Michele Novaro) – 1847
Albergo a Ore (Herbert Pagani)  - 1969
La Chanson de Vieux Amants (Jaques Brel/ Gérard Jouannest) - 1967
Avec le Temps (E. Medail/Léo Ferré) - 1970
La Costruzione di un Amore (Ivano Fossati) - 1978
La Canzone dell’Amore Perduto (Fabrizio De André) - 1966
Mi Sono Innamorato di Te (Luigi Tenco) - 1962
Non, Je ne Regrette Rien (Charles Dumont/Michel Vaucaire) - 1956
Cornflake Girl (Tori Amos) - 1994
I’m Late (Claudio Milano/Lewis Carroll) - 1856/2020
Alexanderplatz (Alfredo Cohen/Franco Battiato/Giusto Pio) - 1982
The Cold Genius Song (Henry Purcell/John Dryden) - 1691
Après un rève, op. 7 n. 1 (Gabriel Fauré/R. Bussine) - 1870-1878
Il Pianto della Madonna (Claudio Monteverdi/Ottavio Rinuccini) - 1641
Lusive la Lune – La Canzone della Notte di Natale (tradizionale friulano) – XVIII sec.
Lu Rusciu de lu Mare (tradizionale salentino) – XVI/XVII sec.
Maramao (Mario Consiglio/Mario Panzeri da “Scura Maje”/”Mara Maje”/”Lamento di una Vedova” – tradizionale Abruzzo e Basilicata XIV/XV sec., poi in dedica al brigante Giuseppe Nicola Summa; infine “canzone della fronda” antifascista)
Ahi! Amours (Conon de Béthune) - 1189 circa
So Ben Mi C'ha Bon Tempo (Orazio Vecchi) - 1590
Mad About You (Alex Callier) - 2000
Adesso Si (Sergio Endrigo) - 1966
Fenesta ca Lucive (Matteo Di Ganci/Guglielmo Cottrau/Vincenzo Bellini/Giulio Genoino, da una poesia del XVI sec. musicata nel 1842)
E Se Domani (Carlo Alberto Rossi/Giorgio Calabrese) – 1964
Una Lunga Storia d’Amore (Gino Paoli) - 1984
Lontano, lontano (Luigi Tenco) - 1966
Vecchio Frack (Domenico Modugno) - 1955
E non Finisce Mica il Cielo (Ivano Fossati) - 1982
Estate (Bruno Martino/Bruno Brighetti) - 1960
Summertime (George Gershwin/DuBose Heyward/Ira Gershwin) – 1935
Black Is the Color  - Of My True Love's Hair (tradizionale scozzese/John Jacob Niles) – XVIII sec. (?)
La Canzone dei Soli (Claudio Milano) - 2021
… Dopo (Claudio Milano/Vincenzo Zitello) - 2018
The Sleeper (Peter Hammill/Edgar Allan Poe) – 1831/1991
La Flagellazione di Cristo - recitarcantando (Claudio Milano) – 2025
From Her to Eternity (Barry Adamson/Blixa Bargeld/Nick Cave/Mick Harvey/Anita Lane/Hugo Race) – 1984
Don Giovanni (Lucio Battisti/Pasquale Panella) – 1986
La Realtà non Esiste (Claudio Rocchi) – 1971
L’Ombra della Luce (Franco Battiato/Giusto Pio) – 1991
I brani non inclusi nel CD ma su pubblicazione online sono:
 Evaporazione (Gian Paolo Tofani/Patrizio Fariselli/Sergio Albergoni) – 1976
Zingara (Enrico Riccardi/Luigi Albertelli) – 1969
Memory (Andrew Lloyd Webber/Trevor Nunn) - 1981
Take a Pebble (Greg Lake) – 1970
Titanium (David Guetta, Sia, Giorgio Tuinfort, Afrojack) – 2011
Quicksand (David Bowie) – 1971
Il Tuo Arredamento (ZORAMA) – 2018
The Power of Love (Jennifer Rush) – 1984
Maikäfer Flieg (Otmar) – 1800
 
The 16 minutes of "Distopia 1" immediately open up the sought-after vocal scenario in which the artist throws himself body and soul along with the piano. Dissonances, chorality, and excellent arrangements (including horns) act as the glue for the enormous puzzle. Thunderous rhythms alternate with moments of quiet lost in the corridors of the author's engaged mind. The pieces are turned upside down, swallowed up, and re-proposed with absolute personality. There's no respite between anguish, fear, and desperation; only occasionally do the instrumental parts attempt to bring a serenity that rarely manifests. The theatrical interpretation is splendid, as is the voice.
"Distopia 2" continues the intention (as in all seven movements in general), with the originals barely recognizable due to the ferocity of the new mix. The meditative and dramatic beginning is best listened to with dimmed lights to fully enter the depths of the content. Electronic support and chamber music fragments come together for a surprising listening experience.
"Distopia 3" enters the High Middle Ages with Latin chant, while the vocal performance reaches high levels through carefully crafted chorality. It transitions into traditional Friulian and Salentine music, culminating in the mocking "Maramao", a paradoxical and unbalanced journey.
"Distopia 4" stands out for its incredible, fearsome, and pitch-black vocal whistle. Here, experimentation is supported again by Borda's electronics, but nothing is banal, and the double bass and piffero make an appearance.
"Distopia 5" is a mini-suite lasting over 17 minutes, disturbing to the psyche, where the rhythm also rises and launches into a vocal "wind tunnel". But these are all small, fragmented moments where it's difficult to find a steady base melody; it appears occasionally ("E Se Domani"), but the variant is always around the corner. One shouldn't make plans or ask questions during the listening experience; it's all about letting oneself be carried away.
Thus, "Distopia 6" is another mini-suite of similar length. The dark beginning prepares for the subsequent emotional leap; Milano becomes melodic, whispered, intimate, and returns to duet with the piano. The finale with the organ exudes drama from every note.
"Distopia 7" concludes with a showcase of vocal theater.
It's never easy to review a NichelOdeon album; I'm sure I've made mistakes, given the amount of material at play. He's always ahead of his time, engaged, and destabilizing. The audience needs to be attentive and not superficial to avoid missing the actual nuances and meanings of the performance, which is highly artistic in the purest sense of the term. NichelOdeon & Borda are among the last pioneers of pure Italian art: this is an undeniable fact, and I'm certain I haven't been mistaken. MS.


The songs not included on the CD but published online:


Evaporazione (Gian Paolo Tofani/Patrizio Fariselli/Sergio Albergoni) – 1976
Zingara (Enrico Riccardi/Luigi Albertelli) – 1969
Memory (Andrew Lloyd Webber/Trevor Nunn) - 1981
Take a Pebble (Greg Lake) – 1970
Titanium (David Guetta, Sia, Giorgio Tuinfort, Afrojack) – 2011
Quicksand (David Bowie) – 1971
Il Tuo Arredamento (ZORAMA) – 2018
The Power of Love (Jennifer Rush) – 1984
Maikäfer Flieg (Otmar) – 1800 



lunedì 27 ottobre 2025

Redàpolis Music, il blog di Luca Paoli

 REDAPOLIS MUSIC 

Il Blog di Luca Paoli



Se avete apprezzato lo sforzo del sottoscritto per promuovere musica non convenzionale e soprattutto italiana, non potete fare a meno di visitare anche il bellissimo blog di LUCA PAOLI.
Il discorso è analogo a NONSOLO PROGROCK; Paoli recensisce e consiglia in maniera professionale e appassionata moltissima musica per tutti i gusti.
REDAPOLIS MUSIC esplora la musica di ieri e di oggi con un focus su dischi recenti, usciti per etichette indipendenti o autoprodotti.





Luca Paoli


Così descrivono le note biografiche del blog: “Benvenuti su Redapolis Music. Se siete alla ricerca di un blog dedicato alla scoperta di musica di qualità, siete nel posto giusto. Siamo qui per portarvi in un viaggio emozionante nel mondo della musica, presentandovi artisti, band e generi musicali che meritano tutta la vostra attenzione. Il nostro obiettivo principale è quello di condividere con voi esperienze sonore uniche, offrendo una piattaforma dove la musica di qualità trova il suo spazio. Che siate appassionati di rock, jazz, elettronica o qualsiasi altro genere, troverete qui contenuti accuratamente selezionati e presentati con passione”.

Salvatelo nei vostri preferiti: https://www.redapolismusic.com/



Versione Inglese:


If you've enjoyed the efforts I've made to promote unconventional music, especially Italian music, you definitely need to check out the beautiful blog of LUCA PAOLI.
The story is similar to NONSOLO PROGROCK; Paoli reviews and recommends a wide range of music with professionalism and passion, catering to all tastes.
REDAPOLIS MUSIC explores music from yesterday and today, with a focus on recent releases from independent labels and self-produced artists.
The blog's bio describes it perfectly: "Welcome to Redapolis Music. If you're looking for a blog dedicated to discovering quality music, you're in the right place. We're here to take you on an exciting journey through the world of music, introducing you to artists, bands, and genres that deserve your attention. Our main goal is to share unique sonic experiences with you, offering a platform where quality music finds its space. Whether you're a fan of rock, jazz, electronic, or any other genre, you'll find carefully selected content presented with passion here."
 
Bookmark it in your favorites: https://www.redapolismusic.com/


domenica 26 ottobre 2025

RaraOvis

RARAOVIS - Ne Sveleremo L'Essenza
Lizard Records – Ma.Ra.Cash
Genere: Rock Progressivo
Supporto: CD – 2025





Prosegue nel 2025, senza grandi soste, la corsa al Progressive Rock da parte di nuove leve, e questo non può fare che piacere in un periodo di musica mordi e fuggi. La scena si dimostra sempre viva sotto la cenere, a testimonianza che l’onda passata ha comunque lasciato un grande segno nella storia. Se questo poi accade in Italia, il piacere è maggiore.
Un nuovo debutto lo propone la Lizard Records con il progetto di Leonardo Pegoraro nominato RaraOvis, sorto nel 2021 e realizzato con la collaborazione di Matteo Ricci, musicista e fonico presso lo “Studio 77” di Genova. Non meno importante risulta essere l’impronta della direzione artistica del sempre presente Fabio Zuffanti, musicista, scrittore, critico musicale e scopritore di talenti.
“Ne Sveleremo L’Essenza” è il titolo del concept album che affronta il tema dell’amore suddiviso in cinque tracce fra realtà e filosofia. Con Pegoraro (tastiere) suonano dodici musicisti più o meno noti nell’ambito progressivo italiano e rispondono ai nomi di Matteo Ricci (chitarra), Giulio Gaietto (basso, tastiere), Andrea Orlando (batteria), Massimo Montarese e Marco Topini (chitarra), Luca Scherani (pianoforte), Fabio Cinti, Franco Battiato, Irene Manca (voce), Osvaldo Loi (violino, viola), Mauro Serpe (flauto traverso), e Jacopo Gabutto (fagotto, flauto traverso, clarinetto).
Come generalmente il Progressive Rock impone, l’opera è intellettuale, romantica con colpi di scena.
“Primi Passi” ha un’apertura meditativa, sussurrata, fra le note sospese del pianoforte. I giochi corali fra uomo e donna fanno da evidenziatore alle emozioni che traspaiono dalle note. Non ci sono veri e propri punti di riferimento stilistici in quanto questo esposto è un suono ricercato, bene arrangiato, a tratti infarcito di classicismo; l’unica band che può essere tirata in ballo per un eventuale paragone, a nota di chi legge, sono le Orme.
Con “Sento Calore” si narra dell’amore non corrisposto, musica calda dove il basso apporta maggiore consistenza al testo in una sorta di inseguimento fra i due. Gli anni ’70 sono dietro l’angolo, celati dai sempre presenti classicismi. Ampie aperture sonore fanno bene all’anima, un ascolto in cui spesso ci si trova ad affrontarlo ad occhi chiusi. Gli arrangiamenti sono un punto forte dell’album. Fiati ed archi sono presenti.
La bella voce di Irene Manca affronta l’amore eterno in “Luci A Mandorla” fra leggerezza e vigorosità. In questo movimento risiedono tutti i particolari citati sino ad ora, innestati nella formula canzone, mai comunque abbandonata nei continui cambi sonori. Infatti un altro pregio della musica di RaraOvis è proprio quello di riuscire a rimanere impressa nella mente, abbandonando la strada di inutili tecnicismi a favore delle melodie gradevoli.
Torna Fabio Cinti al microfono a duettare con Manca in “I Contorni Dell’Alba”, elogio all’amore. Le tastiere ovviamente sono sempre le protagoniste indiscusse, lanciandosi anche in brevi assolo in stile Neo Prog. Ma il piatto forte è la conclusiva suite di ventidue minuti di musica totale intitolata proprio “Ne Sveleremo L'Essenza”, un raffinato viaggio senza soste nella rivelazione dell’Eros platonico e socratico. Chi fa della suite una ragione per amare il Prog Rock, qui ha materiale per il cuore e la mente.
Pegoraro sa bene come affrontare l’argomento, dimostrando al riguardo un’ampia cultura oltre che capacità compositiva davvero ispirata. Le pause al momento giusto, così le ripartenze e le riflessioni. Non nascondo qualche brivido sulla pelle al riascolto della voce del maestro Franco Battiato.
“Ne Sveleremo L'Essenza” è un album che dona emozioni senza sosta, curato e aperto ad ogni soluzione sonora, una manna oggi per chi fa della musica un credo di vita, ossia per coloro che ancora sono capaci di ascoltare e non di sentire. MS.







Versione Inglese: 




RARAOVIS - Ne Sveleremo L'Essenza
Lizard Records – Ma.Ra.Cash
Genre: Progressive Rock
Format: CD – 2025


The year 2025 continues with a strong presence of new talent in Progressive Rock, and this can't help but bring joy in a time of fast-paced music. The scene remains vibrant, a testament to the lasting impact of the past wave on music history. And when this happens in Italy, the pleasure is even greater.
Lizard Records presents a new debut with the project RaraOvis, led by Leonardo Pegoraro, which was formed in 2021 in collaboration with musician and sound engineer Matteo Ricci from Studio 77 in Genoa. The artistic direction of Fabio Zuffanti, a musician, writer, music critic, and talent scout, also plays a significant role.
"Ne Sveleremo L'Essenza" is the title of this concept album, which explores the theme of love through five tracks that blend reality and philosophy. Pegoraro (keyboards) is joined by twelve musicians from the Italian progressive scene, including Matteo Ricci (guitar), Giulio Gaietto (bass, keyboards), Andrea Orlando (drums), Massimo Montarese and Marco Topini (guitar), Luca Scherani (piano), Fabio Cinti, Franco Battiato, Irene Manca (vocals), Osvaldo Loi (violin, viola), Mauro Serpe (flute), and Jacopo Gabutto (bassoon, flute, clarinet).
As is typical of Progressive Rock, the album is intellectual, romantic, and full of dramatic twists.
"Primi Passi" opens with a meditative, whispered introduction featuring suspended piano notes. The interplay between male and female vocals highlights the emotions conveyed in the music. While there aren't direct stylistic references, the sound is refined and well-arranged, with touches of classicism. The only comparison that could be made is to the band Orme.
"Sento Calore" tells the story of unrequited love, with warm music and a bassline that adds depth to the lyrics. The 1970s are subtly referenced through classicism. The album's arrangements are a strong point, with prominent use of horns and strings.
Irene Manca's beautiful voice shines in "Luci A Mandorla", a song about eternal love that balances lightness and intensity. The track showcases the album's ability to craft memorable melodies without relying on unnecessary technicalities.
Fabio Cinti returns to the microphone to duet with Manca in "I Contorni Dell'Alba", a tribute to love. The keyboards are always at the forefront, with brief Neo-Prog solos. The pièce de résistance is the 22-minute suite "Ne Sveleremo L'Essenza", a refined journey into the revelation of Platonic and Socratic Eros. Fans of Prog Rock suites will find plenty to love here.
Pegoraro demonstrates a deep understanding of the subject matter, showcasing both his cultural knowledge and compositional skill. The pacing, pauses, and reflections all work together perfectly. The guest appearance by Franco Battiato is particularly noteworthy.
"Ne Sveleremo L'Essenza" is an album that delivers emotions without pause, carefully crafted and open to a wide range of sounds. It's a treasure for those who live and breathe music, and for those who still know how to truly listen. MS.





sabato 25 ottobre 2025

Carmine Capasso & Friends

CARMINE CAPASSO & FRIENDS – The Best Is Yet To Come
Ma.Ra.Cash Records
Genere: Rock / Rock Progressivo
Supporto: Digital – 2025





Vi dico subito che generalmente non recensisco album di cover, tantomeno se escono in formato digitale, al quale non attribuisco molta importanza rispetto a quanto faccio per un CD o un vinile. La mia non vuole essere una critica nei confronti della musica liquida; sono consapevole che bisogna adeguarsi ai tempi, alla velocità e alla praticità delle cose. È solo che amo ancora stare seduto davanti al mio stereo... Tutto qui (c'è chi ha detto boomer, immagino).
Nel caso di Carmine Capasso, però, devo inevitabilmente fare un'eccezione, perché quando un lavoro è fatto con la testa e soprattutto con il cuore, non può essere ignorato.
Come nello stile del suo amico Marco Bernard, il chitarrista campano, per la realizzazione di questo album si supporta di un numero consistente di special guest.
"The Best Is Yet To Come" vede al proprio interno scorrere ben sedici canzoni che spaziano fra differenti stili sonori, dall'Hard Rock al Progressive Rock, passando per il cantautorato, il Rock e il Neo Prog. Sono canzoni che hanno fatto parte della formazione stilistica di Capasso, scelte non a caso, per questo "Il bello deve ancora venire".
Colui che siede spesso alla batteria vicino a Capasso è Ovidio Catanzano, così come alle tastiere Costantino Taglialatela.
L'apertura spetta a "Lady" di Beck, Bogert & Appice, dove un certo Jeff Beck con la sezione ritmica dei Vanilla Fudge disegna una piccola parte del Rock. Qui Antonio Colaruotolo suona il basso e il pezzo è da brividi! Carmine Capasso mette in mostra le sue doti tecniche.
"We All Need Some Light" è della super band Prog Rock Transatlantic, una ballata che solo un Neal Morse (ex Spock's Beard) ispirato può scrivere assieme a Roine Stolt (The Flower King, Kaipa), Mike Portnoy (Dream Theater) e Pete Trewavas (Marillion). Al basso Roberto De Rosa. L'assolo di Capasso è pressoché perfetto.
Con "White Room" dei Cream si fa un balzo nel tempo a quel "Wheels Of Fire" pubblicato nel 1968. Il basso qui viene suonato da Tony Alemanno. Il pezzo acquista freschezza elargita con grande rispetto dell'originale; il discorso è analogo per "Badge".
Un balzo nell'Hard Rock con "Bad Reputation" dei Thin Lizzy, un movimento dove la ritmica ricopre un ruolo primario. Tuttavia, è la chitarra eterna protagonista di questo intramontabile stile sonoro, qui con tanta materia dentro!
Uno dei maggiori punti di riferimento per Carmine è Ivan Graziani, la chitarra Rock italiana per eccellenza (non nascondo che è anche il mio). "Il Chitarrista" è nomen omen. Splendidamente eseguita, mi ha emozionato molto, perché Ivan è il poeta di provincia e Capasso ne ha assorbito bene la sua lezione stilistica.
Altro capolavoro è "Starless" dei King Crimson. Capite bene che andare a suonare certi mostri sacri può essere un'arma a doppio taglio, ma non per chi ha nelle mani la sapienza della materia. Questo è un ulteriore motivo per cui mi sono sentito di fare una recensione a questo disco di cover. Antonio Liccardi alla batteria, Dino Fiore al basso, Ivan Santovito alle tastiere mellotron e Marek Arnold al sax eseguono il brano come meglio non potrebbero. Brividi!
Si passa al tecnico con "Light Years" (Chick Corea Elektric Band), divertimento allo stato puro, per poi tornare all'Hard Rock dei Deep Purple, questa volta analizzati attraverso la ballata "Soldier Of Fortune", una coccola per il cuore.
Viene dato spazio anche al Rock più moderno ma con una base storica importante, quella dei Beatles. La band chiamata in causa è Oasis, ed il brano è "Don't Look Back In Anger", un classico senza tempo.
Un maestro della musica Heavy Metal mondiale è Ronnie James Dio; Capasso di lui va ad eseguire "Holy Driver", un pezzo che ogni metallaro degno di questo appellativo non deve disconoscere! Cantato alla perfezione e suonato come pochi sanno ripetere, il brano è uno dei migliori riusciti di tutto l'album, vuoi per intensità che per tecnica. Sep Sarno è alle tastiere, Ralf Reiche al basso e Many Stürner alla voce.
Successivamente si cambia genere, passando per il Neo Prog di "Kayleigh", tratto dal monumentale "Misplaced Childhood" dei Marillion. Impressionante l'interpretazione di Alessandro Corvaglia, pressoché perfetta, così come tutta l'esecuzione fedele al brano originale.
Ritorno all'Hard Rock mondiale attraverso uno dei brani più iconici, quell'"Hells Bells" che non solo ha dato successo agli AC/DC, ma anche a un genere intero. Many Stürner è al microfono e i brividi scorrono inevitabilmente sulla pelle! E rimanendo in tema, ci spostiamo dall'Australia all'America con i Kiss (R.I.P. Ace Frehley) e l'indimenticabile "Detroit Rock City" che tanti fan ha fatto sognare. Davide Schiavi ne è perfetto vocalist.
Ed è la volta di "Anthem" dei canadesi Rush, presente anche nel secondo disco del doppio album "Moby Dick" di Marco Bernard. Una performance qui cantata ancora una volta da Davide Schiavi, molto coerente all'originale.
Il disco si conclude con "Land Of Confusion" dei Genesis, non il solito brano Prog estrapolato dalla discografia immensa della band dei tempi che furono, piuttosto del periodo più recente. Ancora una volta Corvaglia mostra il meglio di se.
Concludendo, "The Best Is Yet To Come" documenta tutte le basi poliedriche con cui Carmine Capasso ha basato la sua passione per la musica e la chitarra. Oserei dire che sono più che solide, anche perché coincidono con le mie e spero anche con quelle di molti di voi. Dategli un ascolto perché merita! MS.









Versione Inglese:



CARMINE CAPASSO & FRIENDS – The Best Is Yet To Come
Ma.Ra.Cash Records
Genre: Rock / Progressive Rock
Format: Digital – 2025




I'll be honest, I don't usually review cover albums, especially not digital ones, which I don't attribute much importance to compared to CDs or vinyls. My stance isn't a criticism of digital music; I'm just aware that times are changing, and convenience is key. I still enjoy sitting in front of my stereo, that's all (I guess some might call me a boomer).
However, with Carmine Capasso, I have to make an exception. When work is done with passion and dedication, it can't be ignored. Like his friend Marco Bernard, the Campano-born guitarist has assembled a talented group of special guests for this album.
"The Best Is Yet To Come" features 16 tracks that span different styles, from Hard Rock to Progressive Rock, Cantautorato, Rock, and Neo Prog. These songs have shaped Capasso's musical style, and their selection is deliberate. Capasso's long-time drummer Ovidio Catanzano and keyboardist Costantino Taglialatela are part of the lineup.
The album opens with "Lady" by Beck, Bogert & Appice, where Jeff Beck's guitar work shines alongside the Vanilla Fudge rhythm section. Antonio Colaruotolo's bassline is thrilling, and Carmine Capasso's technical skills are on full display.
The Transatlantic superband's "We All Need Some Light" is a beautiful ballad that showcases Neal Morse's songwriting skills. Roberto De Rosa handles the bass, and Capasso's solo is nearly perfect.
The album takes a trip back to 1968 with Cream's "White Room" from "Wheels Of Fire". Tony Alemanno's bass adds freshness to the track, while still respecting the original. The same can be said for "Badge".
Thin Lizzy's "Bad Reputation" is a hard rock standout, with a strong emphasis on rhythm and Capasso's guitar work. Ivan Graziani, a pioneer of Italian rock guitar, is a significant influence on Capasso, and "Il Chitarrista" is a beautiful tribute.
King Crimson's "Starless" is a masterpiece that requires skill and respect to cover. The lineup for this track includes Antonio Liccardi on drums, Dino Fiore on bass, Ivan Santovito on keyboards and mellotron, and Marek Arnold on sax. The result is breathtaking.
The album continues with Chick Corea's "Light Years", a fun and upbeat track, followed by Deep Purple's "Soldier Of Fortune", a heartfelt ballad. Oasis's "Don't Look Back In Anger" is another highlight, showcasing the band's ability to interpret modern rock with a classic twist.
Ronnie James Dio's "Holy Driver" is a heavy metal standout, with Sep Sarno on keyboards, Ralf Reiche on bass, and Many Stürner on vocals. The track is intense and technically impressive.
The album's Neo Prog segment features Marillion's "Kayleigh", with Alessandro Corvaglia's impressive vocals and a faithful rendition of the original. AC/DC's "Hells Bells" and Kiss's "Detroit Rock City" are both high-energy tracks that showcase the band's versatility.
The album concludes with Rush's "Anthem" and Genesis's "Land Of Confusion", both of which demonstrate Capasso's ability to interpret complex music. Overall, "The Best Is Yet To Come" showcases Carmine Capasso's passion for music and guitar, and it's definitely worth a listen. MS.