Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO
La storia dei generi enciclopedica

mercoledì 28 agosto 2024

Airportman

AIRPORTMAN – Ed E’ Subito Autunno
Open Mind – Lizard Records
Genere: Post Rock
Supporto: cd / Spotify – 2024




L’arte del progetto Airportman non conosce limiti, il roatese Giovanni Risso e il cuneese Marco Lamberti ne hanno raccontate di storie e poesie dal lontano 2003, tanto da giungere oggi al ventesimo sigillo in studio intitolato “Ed E’ Subito Autunno”.
La vena poetica musicale trapela anche dalla citazione del titolo di questa nuova opera suddivisa in nove tracce acustiche, fra Post Rock e cantautorato. Le chitarre sono la penna stilografica che, attraverso una bella calligrafia, narrano la storia dell’abbandono, il quale non deve per forza essere traumatico, bensì esiste anche quello che si sviluppa nella natura delle cose, ad esempio nell’uscita di casa di un figlio, ed ecco che il tepore dell’estate si raffredda in cumulonembi per lo stato d’animo. Perfetta la fotografia della cover per opera di Maurizio Zarpellon, incastonata in un artwork cartonato che si apre in modalità poster.
Risso e Lamberti sono uno di fronte l’altro, con ognuno la propria chitarra in mano, ed è qui che l’alchimia si materializza, rilasciando nell’aria un susseguirsi di note semplici, dirette, senza tanti fronzoli.
Colpisce sin da subito la semplicità con cui gli Airportman disegnano le sensazioni attraverso pochi accordi, “All’Improvviso” ha intrinseca quella nostalgia che assale anche quando siamo avanti al vetro di una finestra battuta dalle gocce di un temporale mentre guardiamo di fuori. Che poi sia una sensazione malinconica è vero, ma non è detto che sia necessariamente brutta, anche perché la vita è fatta di passaggi emotivi differenti, fra cui alcuni rassicuranti come lo stare al chiuso nei momenti opportuni.
Attraverso “Ed E’ Subito Autunno Part 1- Part 2” si può apprezzare la linea compositiva maggiormente ricercata, essendo questo il brano più lungo dell’album grazie ai sei minuti abbondanti di durata. Una chitarra fa il riff di base, mentre la seconda costruisce sopra passaggi meditativi. Il disco, completamente strumentale, prosegue con “Il Molo Silenzioso”, un ulteriore dialogo scarno e introspettivo in cui il suono sposa l’immagine della fantasia.
La musica lascia spesso spazio alla dolcezza, “Ed Il Freddo” non esula dall’argomentare questa tematica cara anche (per chi dovesse conoscerli) ai nordici Landberk di “Indian Summer”. In due minuti e mezzo “Dispiegare Le Ali” lascia entrare un raggio di sole, ma è una breve illusione che si dissolve con l’arrivo di “Ed Il Vuoto”.
Sensazioni di leggerezza pervadono l’aria attraverso “Veleggiare” per poi entrare in una sensazione ipnotica attraverso gli arpeggi di “Non Solo Mi Manchi”.
Conclude “Grande Albero” questo viaggio interiore messo a nudo da Risso e Lamberti.
“Ed E’ Subito Autunno” è un disco che va ascoltato con lo stato d’animo giusto, al momento giusto, perché il sapore di ogni nota va centellinato a piccoli sorsi, proprio come un vino pregiato, senza deleterie distrazioni esterne... In santa pace. MS





Versione Inglese:



AIRPORTMAN – Ed E’ Subito Autunno
Open Mind - Lizard Records
Genre: Post Rock
Support: cd / Spotify - 2024


The art of the Airportman project knows no bounds, the Roatese Giovanni Risso and Cuneo-based Marco Lamberti have been telling stories and poems since as far back as 2003, so much so that today they have reached their twentieth studio seal entitled “Ed E' Subito Autunno”.
The musical poetic vein seeps through even from the title quote of this new work divided into nine acoustic tracks, between Post Rock and songwriting. The guitars are the fountain pen that, through beautiful calligraphy, tell the story of abandonment, which does not have to be traumatic, but rather there is also that which develops in the nature of things, for example in the leaving home of a child, and here is that the warmth of summer cools into cumulonembers for the state of mind. Perfect cover photography by Maurizio Zarpellon, set in hardback artwork that opens in poster mode.
Risso and Lamberti are facing each other, each holding their own guitar, and it is here that the alchemy materializes, releasing into the air a succession of simple, direct, unadulterated notes.
Striking right from the start is the simplicity with which Airportman draw feelings through a few chords, “All’Improvviso” has inherent that nostalgia that assails even when we are standing in front of a window pane beaten by the drops of a thunderstorm as we look outside. That it is then a melancholy feeling is true, but it is not necessarily bad, not least because life is made up of different emotional transitions, including some reassuring ones such as being indoors at opportune times.
Through “Ed E' Subito Autunno Part 1- Part 2”, one can appreciate the most researched compositional line, this being the longest track on the album thanks to its abundant six minutes of duration. One guitar does the basic riff, while the second builds over meditative passages. The completely instrumental record continues with “Il Molo Silenzioso”, another sparse and introspective dialogue in which sound marries the image of fantasy.
The music often leaves room for gentleness, “Ed Il Freddo” does not shy away from arguing this theme also dear (for those who should know them) to the Nordic Landberk of “Indian Summer”. At two and a half minutes, “Dispiegare Le Ali” lets in a ray of sunshine, but it is a brief illusion that dissipates with the arrival of “Ed Il Vuoto”.
Sensations of lightness pervade the air through “Veleggiare” and then enter a hypnotic feeling through the arpeggios of “Non Solo Mi Manchi”.
“Grande Albero” concludes this inner journey laid bare by Risso and Lamberti.
“Ed E' Subito Autunno” is a record that should be listened to in the right mood, at the right time, because the flavor of each note should be sipped in small sips, just like a fine wine, without deleterious external distractions... In holy peace. MS

 





martedì 27 agosto 2024

Sonus Umbra

SONUS UMBRA – Whiteout
Progrock.com Essentials
Genere: Crossover Progressive Rock
Supporto: cd / Digital – 2024




In Messico ci sono band che in ambito Rock Progressivo hanno dato un buon contributo al mantenimento in vita di questo genere che, fra alti e bassi, ha dimostrato in sessant’anni di non voler sapere nulla di sfiorire. Storici ad esempio i Cast, ma anche i Sonus Umbra hanno una loro valenza. Attivi dal 1990, subiscono uno stop nel 1994 per poi riformarsi e trasferirsi in America. All’attivo possiedono otto album in studio, compreso quest’ultimo “Whiteout”, a testimonianza di una partecipazione da parte del pubblico nei loro confronti comunque accesa. E non c’è da meravigliarsi quindi se le realizzazioni sono sempre state tutte di buon livello, la musica proposta si basa su elementi classici per il Prog, provenienti dagli anni ’70 nel settore dei Genesis in primis. A seguire sussistono influenze Neo Prog anni ’80, di conseguenza le chitarre elettriche spesso sono la parte trainante dei brani, quando si lanciano in quegli assolo tanto attesi dagli estimatori del Neo Prog.
Oggi i Sonus Umbra sono un trio formato da Tim McCaskey (chitarra), Andy Tillotson (batteria, tastiere, synth, chitarra), e Luis Nasser (basso, tastiere, effetti) che nella realizzazione di questo nuovo album si avvalgono della collaborazione di numerosissimi special guest, ben undici.
“Whiteout” è un album concept, suddiviso in sette parti e un totale di dieci brani per quasi settanta minuti di musica. L’argomento trattato è quello caro alla stragrande maggioranza delle band odierne, ossia il malessere globale della società odierna. Il tutto è a mio modo di pensare assolutamente lecito, visti i tempi che stiamo percorrendo composti di egoismi, razzismo, ignoranza, brama di potere e l’effetto devastante che i social hanno sulle menti delle persone, oramai tutte omologate in riga e sempre pronte ad aggredire senza giusta causa. I Sonus Umbra lo fanno come lo sanno fare, attraverso una musica gradevole, ma anche ricca di effetti, studiata per colpire l’ascoltatore nei vari punti dello stato d’animo. La chitarra elettrica dunque è colei che spesso sa dare maggiori emozioni, ma buona anche la sezione ritmica.
C’è ricerca fra le tracce, mai scontate e sostenute spesso da riff importanti come nella strumentale “Whiteout part.2”.
I Sonus Umbra hanno una buona personalità che sfoggiano nel brano “Amnesia Junkies Part 4”, fra atmosfere grevi e passaggi aperti a spiragli solari. Non disdegnano neppure transiti nel Post Prog Moderno, quello capitanato da Steven Wilson e i suoi Porcupine Tree, come nel bellissimo brano “Imperfect Ally”. Ma i muscoli la band li mostrano nei sedici minuti di “Whiteout Parte 4 Incognegro” in cui il Progressive Rock da sfoggio del suo intero significato. Molto il narrato fra un brano strumentale e l’altro da parte degli ospiti Melodie Shaw e Averi Lynn Boyd. In “Whiteout Part.5” sono le tastiere a dare loro bella presenza. La band è coesa e ha le idee chiare in tutto l’album.
Se devo cercare qualche pecca in questo lavoro, poteri trovarla nella qualità della registrazione non sempre all’altezza, ma questo è solamente questione di gusto personale, intendiamoci, nulla di estremamente importante.
I Sonus Umbra mettono un altro tassello nel loro puzzle che mi auguro sia composto in totale da più pezzi possibili, perché personalmente dalla musica voglio di più che un semplice riff, mi piace anche poter pensare e loro riescono nell’intento. MS





Versione Inglese:


SONUS UMBRA - Whiteout
Progrock.com Essentials
Genre: Crossover Progressive Rock
Support: cd / Digital - 2024


In Mexico there are bands that in Progressive Rock have made a good contribution to keeping alive this genre that, between ups and downs, has shown in sixty years that it does not want to know anything about fading away. Historic for example Cast, but Sonus Umbra also have their own worth. Active since 1990, they suffered a stop in 1994 and then reformed and moved to America. To their credit they possess eight studio albums, including this latest “Whiteout”, testifying to an audience participation in them that is nonetheless heated. And no wonder then that the releases have always been all of a good standard, the music on offer is based on classic elements for Prog, coming from the 1970s in the area of Genesis in the first place. Neo Prog influences from the 80s subsist, consequently electric guitars often are the driving part of the songs, when they launch into those long-awaited solos for Neo Prog admirers.
Today Sonus Umbra is a trio consisting of Tim McCaskey (guitar), Andy Tillotson (drums, keyboards, synths, guitar), and Luis Nasser (bass, keyboards, effects) who in the making of this new album are collaborating with numerous special guests, as many as eleven.
“Whiteout” is a concept album, divided into seven parts and a total of ten tracks for almost seventy minutes of music. The subject matter is one dear to the vast majority of today's bands, namely the global malaise of today's society. This is to my way of thinking absolutely legitimate, given the times we are going through composed of selfishness, racism, ignorance, lust for power and the devastating effect that social media have on people's minds, now all homologated in line and always ready to attack without just cause. Sonus Umbra do this as they know how to do it, through music that is pleasant but also rich in effects, designed to strike the listener at various points of the mood. The electric guitar, therefore, is the one who can often give the most emotion, but the rhythm section is also good.
There is research among the tracks, never obvious and often supported by important riffs as in the instrumental “Whiteout part.2”.
Sonus Umbra has a good personality, which they show off in the track “Amnesia Junkies Part 4”, between raw atmospheres and passages open to sunny glimpses. They also do not disdain transits into Modern Post Prog, the one led by Steven Wilson and his Porcupine Tree, as in the beautiful track “Imperfect Ally”. But the band's muscles show them in the sixteen minutes of “Whiteout Part 4 Incognegro” in which Progressive Rock shows off its full meaning. Much narration between instrumental tracks by guests Melodie Shaw and Averi Lynn Boyd. In “Whiteout Part.5” it is the keyboards that give them a nice presence. The band is cohesive and has clear ideas throughout the album.
If I have to look for some flaws in this work, I can find them in the recording quality that is not always up to the mark, but this is merely a matter of personal taste, mind you, nothing extremely important.
Sonus Umbra put another piece in their puzzle that I hope will be composed in total of as many pieces as possible, because personally I want more from music than just a riff, I also like to be able to think and they succeed in this intent. MS




 



sabato 24 agosto 2024

Tal Neunder

TAL NEUNDER - L'Albero Della Vita
Hi-Qu Music / Warner Music Italy
Genere: Hard Prog
Supporto: cd – vinile – digital – 2024




L’Hard Prog in Italia non gode di moltissimi proseliti, tuttavia la scia di fans seppure non numerosissima, è assidua e attenta al fenomeno. Relegare la musica dei novaresi Tal Neunder al proprio esordio con “L’Albero Della Vita” all’Hard Prog potrebbe risultare restrittivo, anche perché le influenze dettate da soluzioni maggiormente moderne sono evidenti.
Quello che fa piacere costatare durante l’ascolto di queste otto canzoni è il rispetto per il passato, evidentemente amato e assimilato, e l’apertura mentale a quei suoni che in piccoli tratti sono stati in possesso dei Porcupine Tree periodo Heavy. La band formata da Christian “Peda” Castelletti (voce e chitarre), Aurora “Aurea” Pardi (batteria), Pier Randazzo (basso), e Stefano Vallino (tastiere) seppur giovane, si toglie una bella soddisfazione arrivando al primo posto della categoria “Rock” di Sanremo Rock, a testimonianza di una buona preparazione e amalgama.
“L’Albero Della Vita” affronta l’argomentazione della coscienza umana, il bene e il male, la luce e l’ombra, proprio come hanno saputo fare i lagunari Orme negli anni ’70 con “Felona E Sorona”, ma qui non si narra di pianeti che si bilanciano fra loro, però il legame fra le band sussiste in quanto la canzone “Sirima” è estratta dall’album “Le Orme & Friends - Collection Vol. 1” del 2023.
Il riff tagliente della title track di apertura pone immediatamente l’ascoltatore davanti ad un suono robusto grazie anche all’utilizzo delle tastiere. In evidenza soprattutto la voce squillante di Christian “Peda” Castelletti. Immaginate, se li conoscete, i Wolfmother suonare Prog.
Arpeggi di chitarra aprono “Herenev”, sonorità passate al confine del Neo Prog (IQ di “Nomzamo”) e dei già citati Porcospini sono il leitmotiv, anche se nell’incedere torna l’energia dell’Hard Prog su un assolo di chitarra al fulmicotone. 
In “Algoritmo” si sottolineano nuovamente le capacità della band di saper comporre giri armonici accattivanti, ma è la citata “Sirima” a colpire per freschezza, un tributo robusto e allo stesso tempo elegante.
Il singolo dell’album s’intitola “Il Cacciatore Di Balene” così descritto dalle note biografiche della band: “Il Cacciatore Di Balene” narra l’epopea di un uomo che sfida l’oceano e la solitudine per cercare l’oro liquido dei cetacei, abbandonando i propri affetti per mesi con la consapevolezza di poter non fare ritorno. Di fronte alla sua paura più grande, si immerge nei meandri più oscuri della sua mente, come negli abissi che lo circondano.“.
Il Rock prosegue in “Marla”, canzone cadenzata dal facile mordente, mentre la voce resta sempre in cattedra. Non esulano i cambi di tempo e umorali che il genere richiede.
“Dov’è Il Sole” è una dolce ballata dal sound americaneggiante in crescendo, fra i momenti più alti dell’album che si conclude con “Dolce Luna”, sunto del DNA della band.
I Tal Neunder sono una bella sorpresa, e stranamente rispetto a moltissime altre band all’esordio, dimostra già di avere una propria identità, un approccio che li identifica brano per brano, segno di una forte personalità che soltanto il tempo potrà confermare, per il momento mi sento di promuoverli in pieno. MS 





Versione Inglese:


TAL NEUNDER – L’Albero Della Vita
Hi-Qu Music / Warner Music Italy
Genre: Hard Prog
Support: cd - vinyl - digital - 2024


Hard Prog in Italy does not enjoy many proselytes, however the trail of fans although not very numerous, is assiduous and attentive to the phenomenon. Relegating the music of Novara-based Tal Neunder on their debut with “L'Albero Della Vita” to Hard Prog could be restrictive, also because the influences dictated by more modern solutions are evident.
What is pleasing to note while listening to these eight songs is the respect for the past, evidently loved and assimilated, and the open-mindedness to those sounds that in small stretches were in the possession of the Porcupine Tree Heavy period. The band formed by Christian “Peda” Castelletti (vocals and guitars), Aurora “Aurea” Pardi (drums), Pier Randazzo (bass), and Stefano Vallino (keyboards) though young, takes away a great satisfaction by coming in first place in the “Rock” category of Sanremo Rock, a testament to good preparation and amalgamation.
“L'Albero Della Vita” deals with the argument of human consciousness, good and evil, light and shadow, just as the lagoon Orme were able to do in the 1970s with ‘Felona E Sorona’, but here there is no story about planets balancing each other, however, the connection between the bands subsists as the song ‘Sirima’ is taken from the album ‘Le Orme & Friends - Collection Vol. 1’ from 2023.
The sharp riff of the opening title track immediately sets the listener in front of a robust sound thanks in part to the use of keyboards. Especially in evidence is the ringing vocals of Christian “Peda” Castelletti. Imagine, if you know them, Wolfmother playing Prog.
Guitar arpeggios open “Herenev”, sounds passed to the border of Neo Prog (IQ of “Nomzamo”) and the aforementioned Porcupines are the leitmotif, although in the procession the energy of Hard Prog returns on a blazing guitar solo. 
In “Algorithm” the band's ability to compose catchy harmonic turns is again emphasized, but it is the aforementioned “Sirima” that strikes for freshness, a robust yet elegant tribute.
The album's single is titled “Il Cacciatore Di Balene” described by the band's biographical notes as follows: “Il Cacciatore Di Balene” tells the epic story of a man who braves the ocean and loneliness to search for liquid cetacean gold, abandoning his affections for months with the knowledge that he may not return. Facing his greatest fear, he plunges into the darkest meanderings of his mind, as in the depths that surround him.”.
The Rock continues in “Marla”, a cadenced song with an easy bite, while the vocals always remain in the lead. The tempo and mood changes that the genre requires do not exude.
“Where's The Sun” is a sweet, crescendoing Americana-sounding ballad, among the album's high points, which ends with ‘Sweet Moon’, a summary of the band's DNA.
Tal Neunder are a nice surprise, and strangely enough compared to many other bands on their debut, they already show that they have their own identity, an approach that identifies them track by track, a sign of a strong personality that only time will confirm, for the moment I feel like promoting them fully. MS





mercoledì 21 agosto 2024

Raised By Haze

RAISED BY HAZE – Touch The Sky
Rockshots Records
Genere: Post Prog Moderno
Supporto: cd / digital - 2023




Se siete alla ricerca di un disco dalle sonorità moderne, scorrevole, ricercato e con una bella voce femminile, gli italiani Raised By Haze con questo debutto intitolato “Touch The Sky” fanno al caso vostro. Il sound è ricco d’influenze che derivano dal Metal, dal Blues, e dal Rock anni ’70, un caleidoscopio sonoro che può interessare a tutti coloro che seguono band come Opeth, Pink Floyd, Linkin Park e molto altro ancora.
Il quintetto formato dal fondatore Gabriele Robotti (chitarra), con Valentina Tesio (voce), Marco Ferraris (batteria), Leonardo Barbierato (basso), e Giancarlo Sansone (tastiere), vede il prestigioso ospite Derek Sherinan (ex Dream Theater, Sons Of Apollo) nel brano “Feeling Myself”. Il disco è anticipato dal singolo “Burn It Up” ed è composto di otto brani per una durata di quasi quaranta minuti, a testimonianza della volontà di badare al sodo piuttosto che immergersi in soluzioni logorroiche, tutto questo a favore della canzone che riesce per freschezza a rimanere incastonata nella memoria.
Il cantato in lingua inglese recita testi scritti dalla stessa cantante torinese Valentina Tesio, narranti vicissitudini della vita, valore aggiunto di quest’album che di cose da raccontare ne ha a profusione. Un altro pregio di “Touch The Sky” è l’ottima produzione che esalta i suoni rendendo gli strumenti nitidi e ben distinti fra di loro. La ritmica è pressoché perfetta sin da “First Side”, canzone al limite del Metal Prog alla Dream Theater che lascia trapelare fra le note le spiccate caratteristiche tecniche dei componenti. La chitarra elettrica si lancia in un interessante assolo sostenuto ed energico fra cambi di tempo e un’interpretazione vocale intensa. Ci pensa il singolo “Burn It Up” a mettere in chiaro le caratteristiche della band, qui dentro convivono tutte le coordinate per entrare a pieno nel loro mondo sonoro fatto di colori ma anche di ritornelli da cantare e godere a pieno per freschezza. Ancora una volta la voce è perfetta interprete, non a caso la Tesio è stata anche concorrente ai talent “Tu Si Qué Vales” e “Amici”.
E veniamo al brano in cui Sherinan presta la sua opera, ossia “Feeling Myself”, qui i Raised By Haze mostrano un altro lato del loro sound, quello rivolto agli anni ’70 con un groove accattivante a tratti irresistibile. Ancora una volta la chitarra di Gabriele Robotti lascia il segno a metà passata del brano, riportando ai giorni nostri l’ascoltatore.
Un arpeggio apre “Freedom”, brano maggiormente introspettivo rispetto quanto ascoltato sino ad ora, pur avendo all’interno molta energia e un giro di coralità a infarcire il tutto. Si vira verso il sound ancor più moderno grazie al quasi Rap/Funky di “So Hot Right Now”, questo è fra i movimenti più semplici dell’album.
“God Ki” riporta nel binario Metal Prog l’ascolto, lanciando adrenalina a profusione, uno strumentale dove si possono apprezzare le qualità balistiche dei musicisti, questo risulta essere uno dei brani migliori dell’album per i gusti di chi vi scrive. “Prediction” è una ballata attuale, la title track mostra stile, e la conclusiva “Post Credits Scene” ha parvenze sonore vicine a quelle di Steve Wilson.
In definitiva, “Touch The Sky” è un esordio con i fiocchi e Raised By Haze è un nome da tenere sottocchio perché sono certo che nel tempo ci delizieranno ancora, intanto già apprezzo. MS







Versione Inglese:


RAISED BY HAZE - Touch The Sky
Rockshots Records
Genre: Modern Post Prog
Support: cd / digital - 2023


If you are looking for a record with modern sounds, smooth, refined and with a beautiful female voice, the Italians Raised By Haze with this debut entitled "Touch The Sky" are for you. The sound is full of influences derived from Metal, Blues, and 70s Rock, a kaleidoscope of sound that may be of interest to all those who follow bands such as Opeth, Pink Floyd, Linkin Park, and more.
The quintet formed by founder Gabriele Robotti (guitar), with Valentina Tesio (vocals), Marco Ferraris (drums), Leonardo Barbierato (bass), and Giancarlo Sansone (keyboards), features prestigious guest Derek Sherinan (former Dream Theater, Sons Of Apollo) on the track "Feeling Myself." The album is anticipated by the single "Burn It Up" and is composed of eight tracks for a duration of almost forty minutes, testifying to the desire to mind the hard stuff rather than diving into logorrheic solutions, all in favor of the song that succeeds by freshness to stick in the memory.
The English-language vocals recite lyrics written by Turin-based singer Valentina Tesio herself, narrating vicissitudes of life, an added value of this album that has plenty of things to tell. Another merit of "Touch The Sky" is the excellent production that enhances the sounds making the instruments crisp and distinct from each other. The rhythm is almost perfect right from "First Side," a song bordering on Dream Theater-esque metal prog that lets the components' distinct technical characteristics seep through the notes. The electric guitar launches into an interesting sustained and energetic solo between tempo changes and an intense vocal performance. It takes the single "Burn It Up" to make the band's characteristics clear, all the coordinates to fully enter their sonic world made of colors but also refrains to be sung and fully enjoyed for freshness coexist in here. Once again the voice is perfect interpreter, it is no coincidence that Tesio was also a contestant at the talents "Tu Si Qué Vales" and "Amici."
And we come to the track where Sherinan lends her hand, namely "Feeling Myself," here Raised By Haze show another side of their sound, the one aimed at the 1970s with a catchy groove that is irresistible at times. Once again Gabriele Robotti's guitar leaves its mark in the mid-past of the song, bringing the listener back to the present day.
An arpeggio opens "Freedom," a track that is more introspective than what we have heard so far, though it has plenty of energy inside and a round of chorus to pad it out. It veers toward the even more modern sound thanks to the almost Rap/Funky of "So Hot Right Now," this is among the album's simplest movements.
"God Ki" brings the listening back into the Metal Prog track, throwing adrenaline in profusion, an instrumental where the ballistic qualities of the musicians can be appreciated, this turns out to be one of the best tracks on the album for the writer's taste. "Prediction" is a topical ballad, the title track shows style, and the concluding "Post Credits Scene" has sonic semblances close to those of Steve Wilson.
All in all, "Touch The Sky" is a debut with flying colors and Raised By Haze is a name to keep an eye on as I am sure they will delight us again in time, in the meantime I already appreciate. MS


 







domenica 18 agosto 2024

Cambio Della Guardia

CAMBIO DELLA GUARDIA – Cambio Della Guardia
Autoproduzione
Genere: Rock Progressivo Italiano
Supporto: cd / Soundcloud.com/cambiodellaguardiamusic - 2023





E’ sempre un piacere imbattersi in un disco dove l’artwork ha la valenza rilevante, ben curato, esplicito, con tanto di citazioni oltre che di belle immagini. Se poi le suddette citazioni fanno intuire il contenuto, allora il fascino accresce notevolmente.
Provenienti da Fiano Romano, i Cambio Della Guardia sono un quintetto composto da Samuel Marchionni (voce), Alessandro Papili (tastiere, chitarra acustica), Marco Centini (chitarre elettriche), Davide Magalotti (basso), e Angelo Lo Porto (batteria). Prendendo in mano questo debutto dal titolo omonimo e sfogliando il relativo libretto, mi cade l’occhio su una citazione importante: “Voi condannate per comodità, ma la mia idea già vi assalta. Voi martoriate le mie sole carni, ma il mio cervello vive ancora… Ancora”. Gli intenditori di voi avranno già intuito che si è al cospetto della band Banco Del Mutuo Soccorso, essendo questo un pezzo lirico estratto dal famoso brano “Canto Nomade Per Un Prigioniero Politico”. Le carte in tavola trapelano che trattasi di classico Rock Progressivo Italiano di natura vintage, le premesse sono queste, per questo mi faccio delle attese, in quanto nel 2024 è alquanto difficile imbattersi in opere Rock dal DNA anni ’70. Le tematiche trattate nelle dieci canzoni, per una durata di cinquantuno minuti di musica, sono quindi di carattere storico e bellico dove vengono messe in luce le brutalità delle guerre, proprio come hanno fatto i nominati Banco Del Mutuo Soccorso con il brano “R.I.P.”. Narra il libretto del disco “Questo lavoro è contro l’odio ingiustificato e contro tutti i metodi con cui l’uomo nella storia ha cercato di renderlo accettabile”.
Proprio tramite l’ascolto del brano strumentale “Prologo” mi rendo effettivamente conto di trovarmi al cospetto di un grande e impegnativo Progressive Rock di matrice Banco Del Mutuo Soccorso. Le tastiere dunque ricoprono un ruolo fondamentale, ma sono le arie ricche di cambi di strumentazione a rendere il materiale gradevole. L’ingresso della chitarra elettrica su un Mellotron di sfondo richiama palesemente i Pink Floyd del periodo anni ’70, per la gioia di chi ama gli assolo tirati.
Arpeggio di chitarra acustica apre “C’è Un Armata Che Mi Aspetta”, il fascino degli anni ’70 aleggia sopra la nostra mente e questa volta sono i Nomadi a fare capolino fra i solchi sonori. La formula canzone è in cattedra rispetto al lato Progressivo, anche se le tastiere di tanto in tanto richiamano il territorio. “Il Crociato - Parte Prima” intraprende sentieri epici, la sciagura della guerra si staglia avanti ai suoi occhi, dove la musica è perfetta colonna sonora.
Gli otto minuti de “Il Duello” vede Chicco Martini ospite ai cori come in altri brani, e quello che risulta essere una carta vincente dell’intero album è la cura nella ricerca di ritornelli molto accattivanti. La chitarra elettrica ancora una volta disegna ampi scenari emotivi.
Piano in evidenza per “In Fondo Al Mare”, desiderio del crociato nel voler essere seppellito a fianco ai pesci, questo brano riflessivo è toccante. Sale il ritmo con “Gerusalemme – Parte Prima”, altra vetrina per le capacità compositive della band. La seconda parte si cimenta in passaggi strumentali ancora una volta articolati ma pur sempre melodici. Un momento che ho maggiormente apprezzato s’intitola “Il Crociato – Parte Seconda”, scritto su un andamento lento seppur epico nell’enfasi. Giunge un altro strumentale, questa volta intitolato “Oriente”, ottimo preludio per il finale affidato a “Il Ritorno”, altro gioiellino progressivo come solo noi italiani sappiamo creare.
“Cambio Della Guardia” è un disco in bilico fra il classico Prog, il cantautorato e l’amore per un concept che sembra non trovare mai fine nell’interesse. Tanta carne al fuoco per chi ama questa musica. MS





Versione Inglese: 



CAMBIO DELLA GUARDIA – Cambio Della Guardia
Self-production
Genre: Italian Progressive Rock
Support: cd / soundcloud.com/cambiodellaguardiamusic - 2023


It is always a pleasure to come across a record where the artwork has the relevant value, well edited, explicit, with lots of quotes as well as beautiful images. If then the aforementioned quotes hint at the content, then the appeal increases considerably.
Hailing from Fiano Romano, Cambio Della Guardia is a quintet composed of Samuel Marchionni (vocals), Alessandro Papili (keyboards, acoustic guitar), Marco Centini (electric guitars), Davide Magalotti (bass), and Angelo Lo Porto (drums). Picking up this self-titled debut and flipping through its booklet, my eye falls on an important quote: "You condemn for convenience, but my idea already assaults you. You mar my mere flesh, but my brain still lives -- still." The connoisseurs among you will have already guessed that you are in the presence of the band Banco Del Mutuo Soccorso, this being a lyrical piece excerpted from the famous song "Canto Nomade Per Un Prigioniero Politico".
The cards on the table transpire that this is classic Italian Progressive Rock of a vintage nature, the premise being that this is the case, which is why I have expectations, as in 2024 it is quite difficult to come across Rock works with 70s DNA. Thus, the themes covered in the ten songs, for a duration of fifty-one minutes of music, are historical and war-related in nature where the brutalities of wars are highlighted, just as the aforementioned Banco Del Mutuo Soccorso did with the song "R.I.P." Narrates the record's booklet, "This work is against unjustified hatred and against all the methods by which man in history has tried to make it acceptable".
Just through listening to the instrumental track "Prologo" i actually realize that i am in the presence of a great and challenging Progressive Rock of Banco Del Mutuo Soccorso matrix. Keyboards therefore play a key role, but it is the tunes full of instrumental changes that make the material enjoyable. The entrance of the electric guitar over a background Mellotron is blatantly reminiscent of 1970s-era Pink Floyd, to the delight of those who like drawn-out solos.
Acoustic guitar arpeggio opens " C’è Un Armata Che Mi Aspetta ", the allure of the 1970s hovers over our minds, and this time it's Nomads peeping through the sonic grooves.
The song formula is head and shoulders above the Progressive side, although keyboards occasionally call up the territory. "Il Crociato – Parte Prima" takes epic paths, the doom of war looming ahead of its eyes, where the music is perfect soundtrack.
The eight minutes of "Il Duello" features Chicco Martini guesting on backing vocals as on other tracks, and what turns out to be a trump card of the entire album is the care taken in finding very catchy refrains. The electric guitar once again draws broad emotional scenarios.
Featured piano for "In Fondo Al Mare," a crusader's desire in wanting to be buried alongside the fish, this reflective track is touching. The pace picks up with "Gerusalemme – Prima Parte”, another showcase for the band's compositional skills. Part Two ventures into instrumental passages that are once again articulate but still melodic. A moment I most enjoyed is titled "Il Crociato – Parte Seconda", written on a slow pace if epic in emphasis. Another instrumental arrives, this time entitled "Oriente", an excellent prelude to the finale entrusted to "Il Ritorno", another Progressive gem as only we Italians know how to create.
"Cambio Della Guardia" is an album poised between classic Prog, songwriting and a love for a concept that never seems to find an end in interest. Lots of meat for those who love this music. MS

 




martedì 13 agosto 2024

Self Portrait

SELF PORTRAIT – Fishes Were Everywhere
Andromeda Relix
Genere: Post Prog Moderno
Supporto: cd – 2024




Chi ama la musica è uno spirito libero.
Ci sono artisti che tentano il successo cadendo nell’immenso calderone delle mode, perdendosi inesorabilmente nel contesto dei numeri, diventando solamente uno dei tanti. Coloro che suonano per passione, sicuramente si divertono di più. Non si deve necessariamente sostare su di un genere, soprattutto quando si hanno da esporre differenti concetti che necessitano di linguaggi differenti. In fin dei conti siamo noi a delineare i confini per riconoscere un certo tipo di musica, un artista è raro che parta con l’intenzione di essere monotematico.
Musica e basta, ecco la libertà.
Un gruppo moderno, molto intrigante nel contesto, si chiama Self Portrait. Si formano a Parma nel 2015 miscelando Prog al Metal, Elettronica, Psichedelia e Funk, un connubio che deriva dalla diversa cultura musicale dei singoli componenti che rispondono ai nomi di Marco Fulgoni (voce, chitarra), Martino Pederzolli (basso), Giorgio Cimino (sintetizzatori, organo) e Luigi Mazzieri (batteria). Il sound proposto è consigliato agli amanti di band come Porcupine Tree, Marillion, Pink Floyd su tutte.
Self Portrait è quindi nomen omen, musicisti che attraverso la musica, scelgono di esprimere loro stessi per riversare addosso all’ascoltatore tutta la passione e creatività.
“Fishes Were Everywhere” è il cd di debutto uscito in edizione cartonata, composto di sei brani tutti della durata media di sette o otto minuti ciascuno. L’artwork di Laura De Roma è davvero divertente, e richiama alla mia memoria gli anni ’60 e ’70, soprattutto quelli della psichedelia visionaria.
Una bella sensazione di leggerezza mi pervade subito in “Moontrip”, sia per merito delle tastiere sia per il cantato, inserendomi nel contesto Self Portrait, dove le sonorità semplici mi ricordano certi gruppi nordici, un nome su tutti gli svedesi Landberk. Arrangiamenti elettronici si affiancano a un piacevole andamento in “Tiergarten”, canzone con una prova vocale ricercata, la ritmica quasi Reggae è ruffiana e lascia solo temporaneamente spazi a interventi sostenuti. 
“Enoch” spazia tra passato e presente, dove la lezione di band classiche è assorbita e rielaborata con personalità. Nulla di particolarmente elaborato, bensì si resta legati alla formula canzone, solo in alcuni frangenti spinta verso passaggi strumentali ricercati, soprattutto negli assolo di chitarra. Qui la Psichedelia è presente.
Atmosfere gradevoli in “Nine Magpies And A Black Cat”, dettate in questo caso dall’anima mediterranea del nostro essere, perchè in fin dei conti siamo in Italia, dove la musica è annosamente vezzeggiata da buone strutture melodiche. Anche in un contesto sonoro non convenzionale, i suoni riescono a essere gradevoli, in fondo trattasi pur sempre di Post Prog Moderno.
Nell’ascoltare “Croup And Vandemar” si possono evincere piccoli ingredienti Neo Prog derivanti dal primo periodo dei Marillion, ma anche tastiere riconducibili ai Pink Floyd anni ’70. Lo stesso periodo sonoro è presente in “Discount My Time”, altro mix di generi e sbalzi temporali dove ognuno di noi che amiamo questa musica, abbiamo di che ascoltare con piacere.
In conclusione “Fishes Were Everywhere” è un disco che si lascia ascoltare con estremo piacere, l’intento di badare al sodo è recepito, e nel mio caso anche apprezzato, perché in fin dei conti una canzone deve lasciarti dentro un motivo da ricordare poiché non sempre essere complessi, conduce a un buon risultato. MS





Versione Inglese:


SELF PORTRAIT - Fishes Were Everywhere
Andromeda Relix
Genre: Modern Post Prog
Support: cd - 2024


Those who love music are free spirits.
There are artists who attempt success by falling into the immense cauldron of fads, losing themselves inexorably in the context of numbers, becoming just one of many. Those who play for passion certainly enjoy it more. One need not necessarily be stationed on one genre, especially when one has to expound different concepts that need different languages. At the end of the day, we are the ones who delineate the boundaries to recognize a certain type of music; an artist rarely starts with the intention of being monothematic.
Just music, that's freedom.
A modern band, very intriguing in context, is called Self Portrait. They were formed in Parma in 2015 mixing Prog to Metal, Electronic, Psychedelia and Funk, a combination that comes from the different musical culture of the individual members who answer to the names of Marco Fulgoni (vocals, guitar), Martino Pederzolli (bass), Giorgio Cimino (synthesizers, organ) and Luigi Mazzieri (drums). The proposed sound is recommended for lovers of bands such as Porcupine Tree, Marillion, Pink Floyd on all.
Self Portrait is therefore nomen omen, musicians who through music, choose to express themselves to pour all the passion and creativity on the listener.
"Fishes Were Everywhere" is the debut CD released in a hardback edition, consisting of six tracks all with an average duration of seven or eight minutes each. The artwork by Laura De Roma is really fun, calling to my memory the 1960s and 1970s, especially those of visionary psychedelia.
A nice feeling of lightness immediately pervades me in "Moontrip", both because of the keyboards and the singing, putting me in the Self Portrait context, where the simple sounds remind me of certain Nordic bands, one name above all the Swedish Landberk. Electronic arrangements sit side by side with a pleasant progression in "Tiergarten", a song with a sought-after vocal test, the almost Reggae rhythm is pandering and only temporarily leaves room for sustained interventions.
"Enoch" ranges between past and present, where the lessons of classic bands are absorbed and reworked with personality. Nothing particularly elaborate, but rather sticks to the song formula, only at some junctures pushed toward refined instrumental passages, especially in the guitar solos. Psychedelia is present here.
Pleasant atmospheres in "Nine Magpies And A Black Cat", dictated in this case by the Mediterranean soul of our being, because after all we are in Italy, where music is yearly vexed by good melodic structures. Even in an unconventional sound context, the sounds manage to be pleasing, after all it is still Modern Post Prog.
In listening to "Croup And Vandemar" one can evince small Neo Prog ingredients stemming from the early Marillion period, but also keyboards traceable to 1970s Pink Floyd. The same sonic period is present in "Discount My Time", another mix of genres and time jumps where each of us who love this music, have something to listen to with pleasure.
In conclusion, "Fishes Were Everywhere" is a record that can be listened to with extreme pleasure, the intent of minding the business is received, and in my case also appreciated, because at the end of the day a song must leave you with a motif to remember since being complex does not always lead to a good result. MS







sabato 10 agosto 2024

Mauro Montobbio

MAURO MONTOBBIO - Scattered Memories
Autoproduzione
Genere: Rock Progressivo
Supporto: Bandcamp – 2024




E’ con grande piacere che vengo a conoscenza del ritorno musicale di Mauro Montobbio. Chi segue il Progressive Rock italiano sicuramente ha sentito nominare band come Eris Pluvia, Narrow Pass e The Rome Pro(g)ject di Vincenzo Ricca con le quali il chitarrista di Camogli ha suonato. Ho sempre apprezzato il suo stile, delicato, melodico e infoltito di richiami che spaziano nel tempo, dagli anni ’70 con i Genesis al Neo Prog più recente, a dimostrazione di una cultura musicale di Montobbio a 360 gradi.
Il tempo l’ha maturato ulteriormente, così la vita che l’ha messo avanti a un lutto importante, quello del fratello Guido avvenuto a pochi mesi dall’uscita di "A New Day" nel 2014 dei Narrow Pass, suo progetto personale. “Scattered Memories” lo ritrova oggi quando quasi avevo perso le speranze di poter riascoltare la sua musica e quest’album composto di nove tracce, lo dico subito, mi tocca l’anima.
Non diamo per scontata la facilità di comporre canzoni dirette, armoniose e toccanti, perché dietro c’è oltre ad un grande lavoro compositivo, l’amore e la passione di scoprirsi, se tutto ciò fosse semplice, tutti sarebbero capaci di comporre album importanti che solo il tempo generalmente sa rendere giustizia. Si, perché questa musica non è mordi e fuggi, esula dalle mode, dalle imposizioni, ed è proprio per questo che c’è bisogno del tempo per comprenderne la validità. Sono dunque convinto che “Scattered Memories” rientri a far parte di quella categoria di album senza tempo, da centellinare con parsimonia.
Già da “Destinazioni” l’ascolto si apre ad ampie soluzioni, in cui la voce di Anna Marra diventa un evidenziatore di sensazioni e le tastiere di Giovan Battista Bergamo immergono nel favoloso mondo di Tony Banks (Genesis). La sezione ritmica è affidata a Luca Grosso (batteria), e Fabio Gremo (basso). L’approccio melodico è influenzato dagli anni ’70, suoni cari sia a chi apprezza quel genere di Rock Progressivo e anche la canzone semplice e diretta. La prima sorpresa sopraggiunge con “Take A Mile In My Shoes”, un perfetto equilibrio fra Neo Prog anni ’80 e quel Rock AOR composto essenzialmente di energia pura, a tratti riconducibile al suono degli inglesi IQ. Lo strumentale si lancia in cambi di tempo e di umori in cui è facile trovarsi inconsciamente ad approcciare l’ascolto a occhi chiusi, qui la magia dell’impatto sonoro conduce inesorabilmente a viaggiare con la fantasia.
In “Into The Light” risaltano in primo piano le voci di Pete Hicks Dik Cadbury e Valeria Caucino, consapevoli che il connubio maschile femminile ha sempre una riuscita affascinante. Il pezzo è una ballata sensibile mai troppo melensa, una carezza all’animo. Quando la chitarra di Montobbio apre all’assolo, le emozioni decollano sino a portare il pelo delle braccia ad alzarsi. Qui il basso è suonato da Dik Cadbury.
“No Man’s Land” vede altri due ospiti d’eccezione, Stefano Guazzo al sax e la grande Elisa Montaldo al piano, artista nota nel panorama per la sua ecletticità e preparazione tecnica. Lo strumentale ancora una volta si lascia trasportare da assolo dall’ampio respiro, quello che i fans del genere adorano da morire, e chi lo è, ha certamente compreso il messaggio. Fra i migliori momenti dell’album segnalo “Heaven Is Crying”, aperta dalla voce di Anna Marra e proseguita dal trio Dik Cadbury, Pete Hicks, e Valeria Caucino. Altro ospite d’eccezione è Nick Magnus (Steve Hackett) alle tastiere. La musica è prossima al Neo Prog con velate sensazioni malinconiche oltre che scure, tuttavia non esulano le immancabili aperture epiche in stile Clive Nolan (Pendragon, Arena, etc.). Qui Montobbio raggiunge con la chitarra alte vette. Un'altra piccola gemma dell’album s’intitola “Forever Friends” e sembra dedicata proprio all’amico Gianluca Nicolini, docente di Flauto Traverso al Conservatorio di Alessandria. Lo strumento è protagonista di questo movimento dal sentore antico in cui è sempre piacevole lasciarsi trasportare da arpeggi di Hackettiana memoria. L’apertura strumentale a metà del brano, ancora una volta, è semplicemente da brividi.
Ritornano Montaldo e Guazzo in “The Gate”, composizione ricercata e contemplatrice in alcuni passaggi, in cui tutti gli strumentisti sembrano ragionare sopra ogni nota. “Scattered Memories” è un breve strumentale chitarra e flauto dove regna la serenità. L’album si conclude con i sette minuti crescenti di “A March For Hope”, sunto dello stile attuale di Montobbio, il quale ritorna con stile, consapevolezza e tanta voglia di donare a tutti una musica che fa bene al cuore, in un momento come quello attuale in cui chi grida ed è approssimativo sale in cattedra. Con “Scattered Memories”, se lo volete, avete un salvagente a cui aggrapparvi. MS





Versione Inglese:


MAURO MONTOBBIO - Scattered Memories
Self-production
Genre: Progressive Rock
Support: Bandcamp - 2024


It is with great pleasure that I learn about Mauro Montobbio's musical comeback. Those who follow Italian Progressive Rock surely have heard of bands like Eris Pluvia, Narrow Pass and Vincenzo Ricca's The Rome Pro(g)ject with whom the guitarist from Camogli has played. I have always appreciated his style, delicate, melodic and infused with references that span time, from the 1970s with Genesis to more recent Neo Prog, demonstrating Montobbio's all-around musical culture.
Time has matured him further, so has the life that put him ahead of a major bereavement, that of his brother Guido that occurred within months of the release of "A New Day" in 2014 by Narrow Pass, his personal project. "Scattered Memories" finds him again today when I had almost given up hope of ever hearing his music again, and this nine-track album, I'll say it now, touches my soul.
We do not take for granted the ease of composing straightforward, harmonious and touching songs, because behind it there is not only great compositional work, but also love and passion to discover themselves, if all this were simple, everyone would be able to compose important albums that only time generally knows how to do justice. Yes, because this music is not bite and run, it eschews fads, impositions, and that is precisely why time is needed to understand its validity. Therefore, I am convinced that "Scattered Memories" falls into that category of timeless albums, to be sipped sparingly.
Already from "Destinazioni", the listening opens up to broad solutions, in which Anna Marra's voice becomes a highlighter of sensations and Giovan Battista Bergamo's keyboards immerse in the fabulous world of Tony Banks (Genesis). The rhythm section is entrusted to Luca Grosso (drums), and Fabio Gremo (bass). The melodic approach is influenced by the 1970s, sounds dear both to those who appreciate that kind of Progressive Rock and also the simple and direct song. The first surprise comes with "Take A Mile In My Shoes", a perfect balance between '80s Neo Prog and that AOR Rock composed essentially of pure energy, at times reminiscent of the sound of England's IQ.
The instrumental launches into tempo and mood changes in which it is easy to find oneself unconsciously approaching listening with eyes closed, here the magic of the sonic impact leads inexorably to travel with the imagination.
In "Into The Light" the voices of Pete Hicks Dik Cadbury and Valeria Caucino stand out in the foreground, aware that the male-female combination always has a fascinating success. The piece is a sensitive ballad that is never too melancholy, a caress to the soul. When Montobbio's guitar opens to the solo, the emotions take off until they bring the fur on the arms to rise. Here the bass is played by Dik Cadbury.
"No Man's Land" features two more special guests, Stefano Guazzo on sax and the great Elisa Montaldo on piano, an artist known in the scene for her eclecticism and technical preparation. The instrumental once again allows itself to be carried away by wide-ranging solos, the kind that fans of the genre adore to death, and those who are, certainly understood the message. Among the album's best moments I would point out "Heaven Is Crying", opened by Anna Marra's vocals and continued by the trio of Dik Cadbury, Pete Hicks, and Valeria Caucino. Another special guest is Nick Magnus (Steve Hackett) on keyboards.
The music is close to Neo Prog with veiled melancholic as well as dark sensations, however, the inevitable Clive Nolan-style epic openings (Pendragon, Arena, etc.) do not escape. Here Montobbio reaches high heights with the guitar. Another little gem on the album is titled "Forever Friends" and seems to be dedicated precisely to his friend Gianluca Nicolini, professor of Flute Traverso at the Conservatory of Alessandria. The instrument is the protagonist of this movement with an ancient scent in which it is always pleasant to be carried away by arpeggios of Hackettian memory. The instrumental opening in the middle of the piece, once again, is simply chilling.
Montaldo and Guazzo return in "The Gate", a searching and contemplative composition in some passages, in which all the instrumentalists seem to reason over every note. "Scattered Memories" is a short guitar and flute instrumental where serenity reigns. The album concludes with the growing seven minutes of "A March For Hope", a summary of Montobbio's current style. which returns with style, awareness and a great desire to give everyone music that is good for the heart, at a time like the present when those who shout and are sloppy rise to the top. With "Scattered Memories", if you want it, you have a life preserver to cling to. MS

 



 



mercoledì 7 agosto 2024

FabriProg Prima Edizione

 FABRI PROG - Prima Edizione

Concerto AGORA'




Al via la prima edizione di FABRIPROG con il concerto della storica band italiana AGORA'.

La band marchigiana vede muovere i primi passi discografici nel 1975 con "Live In Montreux". Propongono un raffinato Jazz Rock con influenze Folk. Negli anni hanno subito avvicendamenti nella line up che oggi la vede composta da Renato Gasparini (chitarra), Lucio Cesari (basso), Massimo Manzi (batteria), Gianni Pieri (violoncello), e Marco Agostinelli (tastiere e fiati).

A San Vittore Di Genga si esibiranno il 25 agosto alle ore 21.00 nella Piscina Hotel Terme di Frasassi, e sarà AGORA' 5, l'album dei 50 anni della band.

Fra le file, negli anni, hanno suonato anche Patrizio Fariselli (area), Mauro Mencaroni, Nino Russo, Paolo Colafrancesco, Roberto Bacchiocchi e Ovidio Urbani.





martedì 6 agosto 2024

Trasimeno Prog Presenta: PFM in Concerto

TRASIMENO PROG Presenta:

PFM In Concerto




La Premiata Forneria Marconi è una delle band italiane più longeve e fa parte dell'elite del Rock Progressivo Italiano. In auge dal 1970, è autrice di numerosissimi successi musicali, fra i quali ricordiamo "Impressioni Di Settembre", "E' Festa", "Maestro Della Voce", "Capitani Coraggiosi" e moltissimi altri ancora. 

Si esibiranno a Castiglione Del Lago nella Rocca Medievale SABATO 17 AGOSTO alle ore 21.00.

Memorabile anche l'esibizione live che negli anni '70 hanno intrapreso con il cantautore FABRIZIO DE ANDRE'. La band di Franz Di Cioccio e Patrick Djivas in una fantastica formazione completata da Lucio Fabbri (violino, 2ª tastiera, 2ª chitarra, voce), Alessandro Scaglione (tastiere), Roberto Gualdi  (2ª batteria), Marco Sfogli (chitarra), e Alberto Bravin (tastiere aggiunte, voce), darà vita ad un concerto ricco di numerosi successi.

Per info: www.trasimenoprog.com

Prenotazioni: prenotazioni@trasimenoprog.com

Tel: 3701373917




Ma non finsce qui, saranno tre giorni all'insegna della musica e del disco il 16, 17, e 18 agosto con la 4° FIERA DEL DISCO che si effettuerà in Piazza Gramsci sempre a Castiglione Del Lago.

Da non perdere