Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

giovedì 23 agosto 2018

Elisir D'Ambrosia


ELISIR D’AMBROSIA – Elisir D’Ambrosia
Autoproduzione
Genere: Progressive Rock
Supporto: 2018 – cd


E’ sempre un piacere conoscere nuove band formate da giovani ragazzi, soprattutto se sono dedite ad un Rock particolarmente articolato e non scontato, come spesso accade nel mondo del Progressive Rock. In fin dei conti la musica è la protagonista, quella che fa da colonna sonora alla nostra vita. Ci può far pensare, divertire, amare, sognare, l’importante è che sia contagiosa e ciò generalmente accade quando chi la propone per primo si diverte.
E’ il caso dei veneti Elisir D’Ambrosia, formazione a quattro elementi della provincia di Venezia composta oggi da Marco Causin (chitarra), Simone Sossai (batteria), Alessio Uliana (tastiere) e  Mattia Mariuzzo (voce), mentre nel cd in analisi suonano Andrea Stevanato alla voce e Riccardo Brun al basso oltre che i già nominati Causin, Sossai e Uliana.
Si formano nel 2013 da un idea del chitarrista e compositore Marco Causin e Simone Sossai per suonare Progressive Rock dalle influenze anni ’70. Per questo ho esordito dicendo che è un piacere imbattersi in questi gruppi, perchè il sapere e ciò che i maestri del tempo passato hanno suonato è tramandato e mantenuto in ottime mani.
Non esulano puntate nel New Prog in certe fughe di tastiere, tuttavia il genere consegna cambi di tempo, assolo importanti ed ottimi arpeggi.
“Elisir D’Ambrosia” è un esordio autoprodotto formato da otto canzoni, con ospiti graditi del calibro di Riccardo Scivales dei Quanah Parker alle tastiere nel brano “Cardiologia”, Paolo Ongaro percussioni in “Cardiologia” e Enrico Callegari al basso.
Il disco si apre con un pezzo strumentale dal titolo “Ambrosia”, piccola vetrina per le qualità strumentali dei musicisti. Si denota subito una buona amalgama, una sezione ritmica presente e senza grandi sbavature, un Hammond aggressivo come è capitato in certi momenti nella discografia delle Orme, guarda caso band dei loro paraggi. Ma quello che sale in cattedra è il suono della chitarra di Causin, ottimo strumentista dalle mature qualità. Segue “Cenere” e qui si entra nella sfera canzone, dove le melodie giocano un ruolo importante, alternando Hard Prog e Rock melodico. Biglietto Per L’Inferno e Metamorfosi  vengono inevitabilmente alla mente. La prova vocale è più che sufficiente, tentando di dare spazio alla malleabilità della situazione, graffiante quando serve e delicata nei frangenti più pacati. Molto bello il momento centrale con un assolo di chitarra al fulmicotone. “Cardiologia” è davvero notevole, intrigante nell’arpeggio iniziale e delicata nell’incedere, fino a raggiungere l’assolo in stile New Prog di Scivales. La chitarra nuovamente gioca un ruolo importante.
Segue la breve e acustica “Dimensione Deserto” recitata in maniera sentita da Stevanato, un breve passaggio verso il brano più lungo dell’album dal titolo “Libero Di Volare Nel Vento” con i suoi quasi dieci minuti. Ancora una volta la formula canzone si mette a disposizione dei passaggi strumentali più impegnativi, in una sorta di schiaffo o bacio, quella situazione che il Prog fans si auspica ogni volta d’incontrare. Torna una folata di Hard Prog e tanti assolo seppur brevi. Qui la prova vocale potrebbe dare di più, non che sia male, ma per il gusto del sottoscritto forse manca quel pathos che ho invece riscontrato in altri momenti dell’album. La chitarra di Causin insegue scale notevoli ed il ritmo sale inevitabilmente fino a trovarmi a muovere involontariamente il piede in maniera incontrollata.
Basso e batteria aprono “Piano Piano”, movimento pacato che però non toglie e non aggiunge nulla di nuovo al sound della band, il classico brano che si ascolta con piacere ma che probabilmente non lascia un profondo graffio. “Luna” invece si avvicina alla melodia italiana, più diretta e piacevole, soprattutto nel crescendo strumentale finale, davvero pregevole.
Il disco si chiude ottimamente con “Tenebra”, canzone più ricercata e dal dna Prog.
Gli Elisir D’Ambrosia sono una piacevolissima sorpresa e quindi di conseguenza una ulteriore realtà italiana che va seguita e coltivata. Con alcune limature in qua ed in là, ci possiamo attendere grandi cose da questi ragazzi che comunque nella loro musica mettono tutta l’anima…E si sente!  MS

Per contatti: MARCOCAUSIN@LIBERO.IT