Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO
domenica 26 settembre 2021
Savelli - Zanotti
SAVELLI – ZANOTTI – Italian Kidd
Marco Nocera
MARCO
NOCERA – Look Ahead
Music
Force / Egea Music
Genere: Rock
Supporto: cd – 2021
La
musica ha effetti benefici nell’uomo, lo fa stare bene.
Cerca
la musica, il suono che lo tranquillizza e che lo fa emozionare, ballare,
cantare e perché no, anche piangere. Se ci pensiamo bene oggi siamo fortunati a
vivere in questa era, perché i metodi ed i mezzi per poter esprimere e creare
suoni sono davvero molteplici. Non soltanto molti strumenti ci vengono
incontro, ma anche la tecnologia che giorno dopo giorno si aggiorna e
progredisce in potenzialità. Non tutti riusciamo a stare dietro alle novità,
però c’è chi lo fa per noi realizzando anche lavori interessanti. Non tutti gli
artisti hanno lo stesso approccio per accedere nel mondo musicale, molti
passano attraverso il conservatorio
oppure semplicemente iniziano come autodidatta.
La
storia di Marco Nocera risiede nel mezzo, proveniente da Brindisi comincia con
la radio poi si innamora delle tastiere, degli impianti Hi-Fi, mixer e console
DJ. Ecco che la voglia di migliorarsi subentra a breve e questa passione lo
conduce a studiare solfeggi e canto. Nel 2007 debutta con “Hate Or Love” nella
famosa emittente radiofonica brindisina Ciccio Riccio. Tuttavia il debutto vero
e proprio, quello ufficiale avviene con “Homeland Atmosphere” nel 2019.
Oggi
è la volta di “Look Ahead”, un contenitore ampio dove nelle nove canzoni si analizzano
storie di vita quotidiana, di amori andati, ricordi, libertà e sogni. Ma non
finisce qui, si aggiungono altre sei tracce fra extended version e mix.
Molta
carne al fuoco dunque ed iniziamo ad assaggiarla da “Silent Emotion”, tanta
elettronica ed effetti eco nella voce, il tutto a sostegno di una melodia che
molto va ad attingere negli anni ’80. Ballabile e ancor più ruffiana nel senso
buono del termine risulta “Escape Way To Freedom”. Mi richiama alla mente
qualche passaggio dall’ultimo album di Steven Wilson “The Future Bites”,
specialmente nel falsetto vocale. La breve “Without Lights” conferma le buoni
doti compositive dell’autore. Il ritmo trasporta in “Busted Love” e qualcosa di
New Wave aleggia nell’aria, anche Ultravox & company.
Un
attimo di tregua ritmica giunge con la delicata “Spinning Doors”, cantata in
italiano da Federica Cesano in maniera davvero impeccabile. Questa canzone ha
decisamente alte potenzialità. Atmosfere rarefatte aprono “Look Ahed”, brano
dall’ampio respiro oltre che molto orecchiabile. Adiacente giunge “Sunset Over
Miami” i suoni tastieristici circondano la mente, il pezzo è strumentale e
lascia adito a fantasiosi voli pindarici. La fantasia di Marco Nocera è estesa
e lo si evince anche all’ascolto di “Still Here”, non è assolutamente semplice
saper creare tormentoni sonori, si rischia di passare attraverso sbadigli
inevitabili, qui invece gli arrangiamenti sia con il sax che con gli interventi
vocali rendono il tutto molto vivace. E per finire “Nessuno C’è”, un nuovo
ritorno alla formula canzone, altro giro melodico lievemente malinconico ed un
ritornello indovinato.
Fa
piacere ascoltare musica fresca, composta da giovani che tengono i piedi su due
staffe, quelle della melodia italiana e la ricerca elettronica, innovazione e
radici. Per me (come direbbe qualcuno) è un si!
La
realizzazione del disco è stata possibile grazie alla collaborazione con Aerum
Group, azienda coinvolta nelle attività di progettazione e produzione
industriale. MS
Due Acoustic
DUE
ACOUSTIC – Stop!
Music
Force / Egea Music
Genere: Pop
Supporto: cd – 2021
Spesso i buoni risultati nascono esclusivamente per passione. Quando parliamo di
musica si sa che il primo sogno di un artista che si getta nell’arena del mondo
musicale è quello di suonare dal vivo, ossia mettere a nudo e alla prova ciò
che si è. Passata questa prima soglia, il passo nel volere incidere un disco è
immediato, una volta acquisita la consapevolezza dei propri mezzi si sente il
bisogno di creare un qualcosa di proprio. Questa storia è comune a moltissimi
artisti, ed è anche il caso del Due Acoustic proveniente da Ascoli Piceno e
dintorni.
Si
formano nel recente 2019 e sono composti
da Morena Contini alla voce e Sandro Di Nino alla chitarra acustica. Il
bagaglio culturale dei protagonisti è ampio, varia dal Jazz al Blues sino a
giungere nel cantautorato. Sandro Di Nino è chitarrista, compositore ed
arrangiatore mentre Morena Contini oltre che cantante è autrice e produttrice.
Il
risultato del connubio musicale viene registrato in questo album di debutto
intitolato “Stop!” composto da otto brani ad iniziare da “Tu L’Albero Io Il Tuo
Fiore”. Lo stile proposto è armonioso e delicato, molto vicino al mondo di
Fiorella Mannoia. L’interpretazione è sentita, a tratti quasi recitata, mentre
la base musicale delicatamente sembra non voler disturbare il duetto vocale. La
title track “Stop” è immersa nel Blues dal sapore sudista, decisamente sensuale
e genuina, difficile tenere a bada i piedi che si muovono da soli al ritmo
lento dell’andamento. Gradevolissimo e centrato il breve solo di chitarra che
personalmente mi emoziona facendomi ricordare il mai troppo compianto chitarrista
texano Stevie Ray Vaughan. Con “Dimmi” si torna nel cantautorato, ancora una
volta vestito con un velo di malinconia. Molta eleganza e sostanza.
Sale
il ritmo sino al Funky a testimonianza dell’ampio spettro sonoro a disposizione
del Due Acoustic in “Honey”, certamente un riff già sentito ma sempre
funzionante per coinvolgenza.
La
voce di Morena è decisamente duttile all’evenienza.
“Ninna
Nanna” è nomen omen, sostanzialmente una dolce ballata dedicata ad un ipotetico
“lui”. Si rialza il ritmo attraverso l’attuale “Donna Allo Specchio”, canzone
che riesce a mixare con intelligenza il passato ed il presente. Essa è il brano
più ricercato ed arrangiato dell’album con soluzioni davvero gradevoli oltre
che interessanti.
Un
salto nel mondo spagnolo e gitano in “Ciao Che Fai”, il pezzo mette in evidenza
le buoni doti chitarristiche di Sandro Di Nino. A chiudere “Lost” con un
pizzico di slide guitar, altra carezza emotiva questa volta cantata in inglese.
“Stop!”
è un buon disco che in sostanza ha voluto mettere in evidenza i mondi dei due
protagonisti, il classico “da dove veniamo”, ora per i prossimi passi c’è da
capire quale strada si deve intraprendere perché la personalità ha bisogno del
suo inevitabile cammino. Sicuramente il debutto è molto buono, dietro questa
musica c’è comunque sapienza e consapevolezza oltre che effettiva capacità. MS
sabato 18 settembre 2021
CHE STORIA! Ivan Graziani
CHE STORIA! Ivan Graziani
Fabio Bernacconi in questo episodio di CHE STORIA, narra un mio articolo su un grande del cantautorato italiano: IVAN GRAZIANI. Emozionante e sincero, come l'amore che nutriamo nei confronti del chitarrista. Il montaggio è ad opera di Simone Moscatelli. Buon ascolto!
https://open.spotify.com/episode/2mXXeTJvzMDpp3IykambjT?si=fXXohgh8SVSvnheJR2y4tA&utm_source=copy-link&dl_branch=1&fbclid=IwAR0-jFC28Z5X3z6vQBceixqmXJ95fzGRONZCXZ-0UihRbAx4GqZnVYBfTic&nd=1
Noisy Diners
NOISY
DINERS - The Princess Of The Allen Keys (The History Of Manto)
VideoRadio
Genere: Progressive Rock Italiano
Supporto: cd - 2021
Non
nascondo la mia ignoranza svelandovi che ho avuto l’opportunità di conoscere
Noisy Diners navigando su You Tube. Incuriosito dall’ascolto vado alla ricerca
di informazioni: dietro al nome del progetto c’è Fabrizio Dossena (autore
teatrale e musicista compositore) e “The Princess Of The Allen Keys (The
History Of Manto) è una Rock Opera che narra della nascita della città di
Mantova prendendo spunto dalla leggenda di Manto.
L’artista
dice riguardo al proprio lavoro: “ Una mia intuizione è stata quella di riunire
musicisti di provenienze stilistiche diverse: Ezio Secomandi (batteria) dal
Punk e dall' Hard Metal, Davide Jori (chitarra solista) dal rock psichedelico,
Donata Luani (voce) dal jazz, Cristiano Roversi (tastiere Chapman Stick) dal Progressive
e io stesso Fabrizio Dossena (chitarra folk 12 corde) dalla musica classica. Il
tutto supportato da altri musicisti di indiscusso valore come Mirko
Tagliasacchi (basso), Erik Montanari (Chitarra folk) Mauro Negri (sax), ed ad
altri ospiti / interpreti come Stefano Boccafoglia (Tiresia), Aran Bertetto
(Caronte), Beatrice Cotifava (The Princess), e soprattutto Nad Sylvan (Agents Of
Mercy, Unifaun) voce della Steve Hackett Band nei panni di Virgilio.”.
All’ascolto
della musica non si può fare a meno di trovare molteplici influenze, ma quella
che maggiormente si palesa è rivolta al mondo dei Genesis. L’uso delle
tastiere da parte di Roversi (Moongarden e Submarine Silence), Mellotron
compreso è davvero imponente, così piacevoli sono gli assolo di chitarra.
Il
primo brano “Tiresias” è subito una mini suite di quasi tredici minuti composta
da parti sia strumentali (come nel maestoso finale) che cantate. La voce
narrante è graffiante e coinvolgente. In certi frangenti grazie all’uso della
doppia voce in sottofondo, mi sembra di ascoltare “The Final Cut” dei Pink
Floyd, non riguardo la musica intendiamoci.
Di
poco meno la durata di “Manto And Tibrys”, dove Fabrizio Dossena palesa tutta
la cultura posseduta a livello musicale. Buona la personalità che riesce ad
amalgamare differenti stili. Il cantato di Donata Luani è intenso e ben
eseguito, voce pulita e giustamente coinvolta. Il ritmo sale, così il
coinvolgimento dell’ascolto che ancora una volta viene coccolato dalla
grandezza delle tastiere. A supporto giunge anche il sax, ma notevole
risulta il finale di chitarra elettrica,
ancora una volta coinvolgente ed energico. Le arie come dicevo variano dal
sognante al vigoroso, passando per melodie di facile memorizzazione, un esempio
lo si ha nella serie “Duel Pt1” e “Duel Pt.2” dove le voci di Sylvan e della
Luani ben si incastonano. Non distante il modus operandi di “The Bad Boat”. A
seguire “The Weak Fog”, qui Manto e Virgilio dialogano ancora, l’intensità del
brano è coinvolgente altro piccolo gioiello dell’album che si conclude con “The
Princess Of The Allen Keys”, fra sax godibilissimo, cascate di tastiere, e
molto altro di ciò che si aggira nel mondo “Progressivo”.
Raccogliendo
informazioni su internet “The Princess Of The Allen Keys (The History Of
Manto)” sembra dover far parte di una trilogia, e questo fa ben sperare per il futuro
del progetto che oggi ben si è presentato.
I Noisy Diners sono una bella sorpresa, a testimonianza del folto vivaio con cui il Rock Progressivo Italiano prosegue la sua storica esistenza. Ascoltateli! MS
giovedì 16 settembre 2021
Force Of Progress
FORCE
OF PROGRESS – R3Design
Progressive
Promotion Records
Distribuzione italiana: G.T. Music
Genere: Progressive Rock/Metal
Progressive
Supporto: cd – 2021
Molte
volte si è fatta diatriba fra Progressive Rock e Metal Progressive, spesso sono
trattati come due mondi completamente differenti, chi ama il rock non gradisce
eccessive distorsioni elettriche, chi invece ama il Metal si accosta con più
semplicità al Rock. Ma quando l’equilibrio è perfetto allora nascono produzioni
che possono lasciare esterrefatti entrambi i fans dei due generi.
Il
nome di Force Of Progress non è di certo nuovo a chi vive di questa musica, band
dotata di tecnica palesata nei due lavori strumentali davvero gradevoli
intitolati “Calculated Risk” (Progressive Promotion Records – 2017), e “A
Secret Place” (Progressive Promotion Records – 2020), recensiti anche in questa
sede.
La
formazione subisce un cambio passando da quattro elementi a tre, Dominik Wimmer
alla batteria non è più nelle file lasciando il posto a special guest, per cui
restano Hanspeter Hess (The Healing Road) alle tastiere, Chris Grundmann
(Cynity) alle tastiere, chitarra e basso, e Markus Roth (Marquette, Horizontal
Ascension) alle tastiere, chitarra e basso. Cambio anche nella confezione del
disco, sia per tipologia di artwork, qui decisamente semplice e lineare
rispetto i disegni colorati e particolareggiati precedenti, sia in tipo di confezione,
non più cartonata ma di plastica.
“R3Design”
racchiude sei brani per una durata di cinquanta minuti abbondanti.
Il
disco parte a mille con una vetrina balistica davvero apprezzabile, “Ultra
Conservation” sembra un pezzo uscito dalla discografia dei Dream Theater
(quelli più in vena) ovviamente senza la voce. Qui risiede tutto quello che un
fans del Metal Prog cerca, scale su scale, ritmi su ritmi. Resto colpito dai
dieci minuti di “Viral Signs I – Ambassador Of Light”, come stile vuole si
comincia con una bella melodia orecchiabile per poi svilupparla nel proseguo
dell’andamento, il tutto condito con cambi di tempo e d’umore. Buone le
chitarre che sono sia da accompagnamento che da base oltre che protagoniste di pregevoli
assolo. Le tastiere risultano quelle che negli anni ci hanno fatto apprezzare
personaggi come Jordan Charles Rudess o Kevin Moore, sale sulla coda del suono.
Le scale sono a tratti vertiginose ma in altri momenti si gode di quiete
melodiosa. Prima di giungere alla suite seconda parte di “Viral Signs” ad
inframezzare c’è “Next”, composizione che si articola fra atmosfere Black e
sonorità più solari il tutto in una specie di gara fra schiaffo o bacio, top
l’assolo di chitarra finale. Ma il brano più bello dell’album a gusto di chi vi
scrive è la suddetta suite di sedici minuti intitolata “Viral Signs II -
Incident 3030”. Essa rispecchia il mio modo d’intendere il Metal Progressive
ossia il giusto equilibrio a cui facevo cenno nell’inizio della recensione, fra
tecnica e melodia Prog Rock. Hammond, coralità ad opera di Markus Scheley,
effetti elettronici, rumoristici e un assolo di chitarra da parte di Achim
Wierschem davvero godibile (Pink Floyd style).
Un
lungo viaggio sulle montagne russe del pentagramma.
Dopo
questa scorpacciata serve un brano più breve e meno articolato, infatti ci sono
i quattro minuti di “Lady Lake” a dare al disco un piacevole break che si
approssima anche alla formula canzone. Chiude “Redesign”, inizialmente composto
da sonorità Yes ed Emerson Lake & Palmer, a conferma che il trio è attento
anche al passato, per poi passare al lento ritmico di una ballata supportata
dalla chitarra elettrica di Claus Flittiger, ma non c’è bisogno di aggiungere
altro.
La
qualità dell’incisione è più che buona, i suoni appaiono ben distinti e il tempo
alla fine sembra essere volato. Magia della buona musica. MS
domenica 12 settembre 2021
Playlist Rock Progressive Nordico
LA PLAYLIST DI MASSIMO "MAX" SALARI SUL PROG NORDICO
Sperando di aver fatto cosa gradita, questa è la mia playlist riguardante il PROGRESSIVE ROCK NORDICO. Non tutto ovviamente, ma una grande fetta. Trattasi di Norvegia, Finlandia, Svezia e Danimarca. Qui vi risparmiate di andare a cercare nel web sull'argomento, diciamo che è una ottima scorciatoia per conoscere queste band. Buona scoperta e buon ascolto.
https://www.youtube.com/watch?v=yDafT7st-uU&list=PLpblr4wcA1FRbz4q81YypiWAdRESkvEKb
(Evidenzia il link, click tasto destro del mouse e vai alla pagina...)
giovedì 9 settembre 2021
Nichelodeon - InSonar & Relatives
NICHELODEON/INSONAR & RELATIVES
– Incidenti, Lo Schianto
Snowdonia
Distribuzione: Adioglobe
Genere: Avanguardia – Sperimentale
Supporto: cd – 2021
Ricercare,
osare, isteria, sarcasmo, l’essere se stessi fino all’estremo, tutto questo può
bastare per definirsi dei folli? Ma cosa è in realtà la follia? E’ uno stato di
alienazione mentale determinato dall'abbandono di ogni criterio di giudizio;
pazzia, demenza. Si ha paura della follia, essa destabilizza perché non sai mai
cosa riserva. Eppure nella musica c’è
bisogno di follia come l’aria, perché l’evoluzione passa attraverso la
trasgressione della regola. Immaginatevi voi se non ci fosse chi osa, ancora oggi
saremmo qui a battere un ramo su di un tronco vuoto. Tuttavia la follia non porta sempre a risultati
positivi, anzi spesso deraglia nell’estremismo incompreso, ma anche in esso si celano
idee che magari un altro artista nel tempo estrapola e migliora (fosse la prima
volta che accade). Questo è l’habitat in cui notoriamente opera il cantante Claudio
Milano in arte Nichelodeon. Esso respira l’arte e l’assorbe assimilandola per
poi vomitarla addosso al pubblico senza mezzi termini con veemenza.
Sono
serviti sette anni per la realizzazione di “Incidenti – Lo Schianto”, e sto
parlando del quarto lavoro in studio (sesto se si considera il progetto
InSonar) dopo il buon “Bath Salts” (Lizard Records). Un lavoro granitico
suddiviso in 17 tracce denominate “Senza Valore” dove l’autore compositore e
cantante si coadiuva della
collaborazione di ben 44 musicisti dai nomi più o meno noti nel circuito come
Paolo Tofani, Vincenzo Zitello, Laura Catrani, Vittorio Nistri, Mauro
Corvaglia, Luca Olivieri etc.
La
musica espressa non segue uno stile unico, anche se essenzialmente gira attorno
al dialogo fra il violino di Erica Scherl e i fiati di Evaristo Casonato, coesistono
orchestrazioni e un insieme di generi come l’Avant-Metal, il Folk medievale ed
il Jazz. L’artwork contenuto nel formato cartonato è ad opera dello stesso
Milano, con la partecipazione dei grafici Paolo Rosset e Marco Latagliata. Esso
è composto da quattro dipinti in bianco e nero che ben trasudano il lavoro
sonoro contenuto all’interno definito dallo stesso autore “Un monolite oscuro
ma dalle tante sfaccettature”. Ci sono anche quattro stick questa volta a
colori che praticamente rovesciano in maniera ironica il significato della
copertina accompagnando l’ascoltatore verso la follia, a voi il piacere di
scoprirli, su questo non vi rovino la sorpresa.
Il
soprano Laura Catrani incomincia il viaggio nel suono decantando le parole con
intensa veemenza attraverso una impostazione più che esemplare, conducendo
verso un suono psichedelico ed oscuro ricolmo di rumoristica.
L’oscurità
ammanta la mente.
Il
basso roboante di Andrea Grumelli si staglia all’inizio di “How Hard Tune!”, un
breve concerto cameristico avvolto da un gioco di voci al limite del logico, la
follia comincia a prende piede. Il passo è breve, il fatto si compie con
“Variations On The Jargon”, uno dei brani più interessanti che mi sia capitato
di ascoltare in questo 2021, denso di ricerca vocale, Metal in stile Celtic
Frost periodo “Into The Pandemonium” il tutto sopra una ritmica free style.
Milano con la voce fa ciò che vuole.
Ne
“Il Barbiere Degli Occhi” si apprezzano i testi visionari come ad esempio in
questo estratto:
Fuori dalle scuole,
nei luoghi di culto,
per pozzi sì bui,
sono il Creatore più
grande,
chi confonde le mappe
di astri e labirinti,
delle vene e dei geni,
delle frecce scoccate
da Dèi troppo stanchi.
Ma le parrucche le più
richieste sono,
arcobaleni di fogge
oblique e rette,
a caccia di
consolazioni dolci,
allucinazioni selvagge,
un collasso di gioia.
Tutto
è recitato, narrato, cantato, accennato, sussurrato dalla voce malleabile
dell’artista.
“Con
Dedica” è arrangiata assieme a Stefano Giannotti e Gianni Lenoci, coesistono richiami
al passato sia nella musica che nel canto. Il flauto in conclusione dona una
parvenza di serenità al tutto ma è una breve illusione, “Senza Ritorno” si
palesa in una sequenza di coralità tonali decisamente non convenzionali.
Apprezzabile il gioco degli effetti stereo che dona all’ascolto un piacere in
più.
“La
Scatola” possiede una metrica lirica ricercata su di una musica orchestrata e
bene arrangiata da Andrea Quattrini, Stefano Ferrian, Stefano Giannotti e
Ulisse Tonon. Facile avere visioni all’ascolto, la musica porta a questo, le
immagini oniriche trasportano dentro il racconto. A questo punto dell’album si
può dire che l’ascoltatore comincia a socializzare con la follia che sembra
divenire sempre più normalità.
Che
la bestia non sia poi così nera?
“L’Ultima
Sigaretta (Fantasmi Ad Argun)” è diabolica, le voci che circondano il nostro
cervello preso d’assalto brandiscono sembianze di un nuvolo di zolfo più che di
fumo, questo grazie ai tornelli di voce. Fa capolino anche il Mellotron,
suonato da Marco Lucchi. Le atmosfere si
quietano con “Idiota/Autoritratto (Tadzio’s Death)”, melodicamente più presente
rispetto al materiale ascoltato sino ad ora. La breve durata lascia subito
spazio alla sarcastica ed aritmica “Ho Gettato Mio Figlio Da Una Rupe Perché
Non Somigliava A Fabrizio Corona)”, canzone geniale nella sua complessa
semplicità, nenia annessa, si non ho sbagliato a scrivere perché il sentiero
dell’ascolto una volta intrapreso mi conduce a questa riflessione. Ed ecco una
citazione di “Mamma Mia Dammi Cento Lire” che rende il tutto decisamente
paradossale, ciò avviene in “PT II: Cento Vite”. Nella terza parte del brano
intitolata “Il Coro Dei Critici All’Ultima Sponda Del Commiato” ci si sente
circondati e tutto comincia a ruotare intorno a noi, voci, suoni, imitazioni
(Maurizio Costanzo compreso), ma la musica?
Ce la possiamo anche dimenticare, al contesto non serve. La voce
protagonista in tutto e per tutto ribolle in ogni dove fra genio e sregolatezza.
La destabilizzazione raggiunge vette elevate anche in “Sabbia Scura”,
impreziosita dai testi di Salvatore Lazzara.
“Del
Mondo Gli Occhi (New Moses)” è breve, ma poco più di un minuto basta per
apprezzare ancora una volta la voce di Laura Catrani. Nobili citazioni in
“Nyama (Gettarsi Oltre)”, quelle tratte da “Una Strana Zingarella” di Dino
Campana e “Profezia” di Pier Paolo Pasolini, il violino di Erica Scherl pensa
al resto, tanto da sembrare dotato di parola. Oboe e fiati aprono “La Montagna
E Il Trono” in un gioco di percussioni burlesco, un ambito solo in apparenza
sgraziato ma che nell’insieme ha una sua armonia logica, qui Milano ancora una
volta tesse una tela di voci che cattura noi povere prede. A chiudere “Out Let
– Viae Di (S) PHjga”, di certo l’ironia non manca, ma con queste atmosfere c’è
poco da ridere.
Tantissime
le sorprese, di certo non ve le ho svelate tutte perché “Incidenti, Lo Schianto”
è un vero e proprio caleidoscopio sonoro. Alla fine dell’ascolto si esce
storditi, sfiniti, Nichelodeon ci ha condotto nel suo mondo sonoro e se non gli
tenete la mano rischiate seriamente di perdervi all’interno, la follia va
condivisa, ma mai restare soli… Guai!
Ogni
brano è dedicato a una persona, mentre l’intero album è rivolto al ricordo del
suo amico e maestro Gianni Lenoci e al giornalista di Rockerilla Enrico
Ramunni.
INFO:
A dicembre 2021 uscirà una versione vinilica limitatissima in 10 copie (ma pur
disponibile in formato digitale su Bandcamp e Spotify).
Il
lato A presenta:
"Ho
Gettato mio Figlio da una Rupe perché non Somigliava a Fabrizio Corona"
(extended version)
Videoclip/performance:
https://www.youtube.com/watch?v=h11J8C86vuk
Il
lato B:
"Ho
Gettato Fabrizio Corona da una Rupe perché non Somigliava a mio Figlio"
La
composizione è tale affinché le due tracce siano concepibili come consecutive
in un unico ciclo indefinito pari ad una lunga suite di 26 minuti divisa in due
capitoli, ciascuno da 13 in modo speculare.
MS
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