Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO
La storia dei generi enciclopedica

venerdì 14 giugno 2019

Feat. Esserelà


FEAT. ESSERELA’ -  Disco Dooro
Lizard Records Joe Frassino Records
Genere: Jazz Rock / Progressive Rock
Supporto: cd – 2019


Questa volta voglio iniziare la recensione dall’artwork, perchè ha a mio modo di vedere ha una valenza importante, cosa sarebbe ad esempio il disco “The Dark Side Of The Moon” senza il prisma? L’immagine è specchio di quello che si ascolta o perlomeno di quello che gli artisti vogliono comunicare, e se poi codesti sono i geniali bolognesi Feat. Esserelà, allora c’è di che visualizzare. La genialità e l’ironia del trio Francesco Ciampolini (tastiere), Renato Minguzzi (chitarra) e Lorenzo Muggia (batteria) è ben rappresentata dai disegni coloratissimi e bizzarri di Vanni Venturini. Un libretto di accompagnamento al cd da godere nei particolari durante l’ascolto, solo così molte cose potranno raggiungere un senso. La musica dei Feat. Esserelà è sempre sulla scia del precedente esordio intitolato “Tuorl” del 2015, che potrete sempre trovare nella scuderia Lizard Records.
Vogliamo poi parlare dei titoli? Mi viene da ridere, specialmente nella traccia nove dove la durata del brano è pari a cinque secondi, mentre il titolo è quantomeno chilometrico, 888 caratteri adoperati! Da una band che ha come front man un manichino (l’esserelà che è in cantina mentre provano) c’è d’aspettarsi veramente di tutto.
La musica quindi non annoia di certo, ad iniziare dalla breve e corale “Lauto Grill”, in stile Bobby McFerrin. “Kajitemeco” ha tanto da raccontare, il brano strumentale nel suo incedere Jazz Rock ha reminiscenze Area all’ interno, ma questo non è solo che un minimo particolare, in quanto la musica dei Feat.  è senza meno basata sull’improvvisazione. Essa è riconoscibile, tuttavia il tutto  è coeso e ragionato, in parole povere un modo di comporre che alla fine porta ad un godibilissimo senso compiuto. Ritmi variegati e sostenuti con assolo di chitarra precisi e mai scontati, anche l’elettronica adoperata ha un suo perché, anche quando fa il verso alla musica del gioco elettronico di “Mario Bross”.
“Servi Della Klepa” è uno dei momenti che più ho apprezzato, sia nel piano che nella struttura del brano, sempre articolata con riferimenti King Crimson e con una buona melodia orecchiabile su un ritmo irresistibile.
I Feat. Esserelà oltre che ottimi compositori sono soprattutto bravi musicisti dotati di ottima tecnica individuale, lo palesano in ogni momento. Simpatico il gioco synth in “Sahara…” e coma va ad intitolarsi il brano successivo? Ovvio, “…Svegliati E’ Primavehera” (da notare il gioco delle “h”). Disarmanti.
Ma la musica in alcuni casi scherza poco, specie quando decide di mostrare la classe, come nel brano “Lodovico Svarchi” grazie anche al sax tenore di Lorenzo Musca e al sax baritono di Michele Tamburini, ospiti nell’album. E quando la musica scherza, sa mostrare anche i muscoli, come in “Popoloto”. Fra le mie preferite “[…] Aio”, vetrina delle qualità tecniche dei ragazzi e profumo di anni ’70, che non guasta mai. Come può finire un album? Ovviamente per loro con “L’Intro”.
A mio intendere questo è Progressive Rock, ricercare, improvvisare, innestare, i Feat. Esserelà piano piano diventano un patrimonio del nostro Prog moderno. Da avere assolutamente se siete degni dell’appellativo “progghettaro”, mentre voi ragazzi musicisti salutatemi l’esserelà, non vorrei che se la fosse presa a male perché non l’ho considerato molto.  MS

Illachime Quartet


ILLACHIME QUARTET – Soundtrack For Parties On The Edge Of The Void
Autoproduzione / L’Asilo
Genere: Contemporanea, Avant Jazz
Supporto: cd – 2019


I napoletani Illàchime Quartet ritornano ad incidere e lo fanno con questo nuovo quarto album dal titolo “Soundtrack For Parties On The Edge Of The Void”. Ad oggi il gruppo è composto da Pasquale Termini (violoncello acustico ed elettronico), Gianluca Paladino (chitarra), Fabrizio Elvetico (produttore, compositore, elementi elettronici, basso, piano, tastiere) e Ivano Cipolletta (batteria e percussioni).
Quello che ci si deve aspettare da un disco di questi ottimi strumentisti è ciò che non ci si deve aspettare, ossia si viaggia nell’imponderabile. La loro musica a briglia sciolta, che negli anni ha accumulato coscienza e sfrontatezza, ne è la cartina tornasole. Dopo il buon esordio del 2004 dal titolo omonimo, il gruppo prende maggiore fiducia nei propri mezzi e si lancia in un percorso sempre più ricercato, ed ecco “I'm Normal, My Heart Still Works” (Lizard) nel 2009, incastonato nella famiglia della Lizard Records. Si dice poi che il terzo album sia quello della verità, o si vola o si cade, e i napoletani grazie a “Sales” (ZeiT Interference ) del 2012 confermano, anzi accrescono le loro capacità e potenzialità pindariche.
Oggi come dicevo, ritornano e lo fanno con un sound arricchito e non soltanto aperto al Jazz e all’ improvvisazione, ma anche alla melodia e alla sregolatezza. Il genio scomposto tuttavia qui mette un poco di ordine, e se comunque si lascia andare ha un atteggiamento più lineare che nel passato, ha sempre intrinseco il gusto per la ricerca, e perché no anche del gioco.
I brani del disco sono due, suddivisi in numerose sotto tracce, il primo si intitola “Five Easy Pieces” con “Easy Piece #1”, “Easy Piece#2”, “Easy Piece#3” sino a giungere a 5. Il secondo porta il titolo di “Five Uneasy Pieces” e anche qui le sotto tracce “Uneasy Piece #1” arrivano ovviamente fino a 5.
Una lunga lista di special guest arricchisce il sound proposto con trombone, mandolino, vibrafono, flauto, bassoon, sax ed altro ancora. La coralità dei suoni (anche bene incisi) è appagante, musica spesso morbida ed avvolgente come nel caso dell’”Easy Piece #2” o di “Easy Piece #4”. La chitarra elettrica dona sfumature Rock in sottofondo che fa da controaltare al sound acustico delle strumentazioni a fiato. L’imponderabile è quello che ho già nominato, ed ecco che la struttura musicale viene giocosamente utilizzata come una sorta di montagna russa in “Easy Piece#3”.
“Five Easy Pieces” si chiude in maniera ritmata con gli immancabili fiati e il vibrafono a supporto, quello di Marco Pezzenati.
La parte B, ossia “Five Uneasy Pieces” se vogliamo è più Rock e si apre in maniera psichedelica e greve, il violoncello traccia una linea sonora sostenuta e malinconica, anche nella seconda mini traccia, dove le percussioni fanno capolino di tanto in tanto in questa nebbia sonora.
Scaturisce un incedere Crimsoniano in “Uneasy Piece #3” che fa sicuramente la gioia degli amanti della band di Fripp, me compreso. La ricerca prosegue inesorabile sino alla fine, un impegno per il suono davvero intrigante.
Questa musica non è databile, non ha tempo e questo fattore deve far riflettere.
Perché suonare fa bene, perché creare fa bene, ma soprattutto perché la musica ci rende liberi, anche di non stare alle regole, solo così si progredisce e l’evoluzione dunque passa anche attraverso  l’Illachime Quartet, è inesorabile. MS

Quantum Fantay


QUANTUM FANTAY – Yemaya Orisha
Progressive Promotion Records
Distribuzione italiana: G.T. Music
Genere: Space Rock / Progressive Rock
Supporto: cd – 2019


Annosa la storia dei belgi Quantum Fantay, traghettatori di musica spaziale e progressiva ad iniziare dal primo album “Agapanthusterra” uscito nel 2005. Molta strada hanno percorso questi artisti, salendo sul treno dell’improvvisazione ponderata, quella che poi riesci a migliorare in studio con aggiunta di idee. Musica a colori, come le loro oramai storiche copertine, colori che trasportano in questo ennesimo trip composto da cinque lunghi brani.
In questo ottavo album da studio suonano Pete Mush (synths), Tom Tee (chitarra), Jaro (basso) e Louis Verlinden (batteria) con l’ausilio dei special guest Charles Sla (flauto), Maera (voce nel terzo brano) e Rafaela (voce nel quinto brano).
Inizio etereo, arioso come un vento nei capelli con “Yemaya Orisha (Veautifull Mocean pt1)”, dove le tastiere giocano un ruolo fondamentale. Fughe strumentali si susseguono mentre la ritmica inforca passaggi spezzati e all’occasione persistenti. Tredici minuti dove tutte le caratteristiche dello Space Rock vengono rigorosamente rispettate, il lato progressivo fuoriesce nei cambi di tempo e di conseguenza di temperamento. Il ritmo sale in crescendo verso il finale dove la chitarra elettrica fa il suo ingresso.
Rilassatezza ed atmosfere importanti nell’inizio di “Mami Wata (Veautifull Mocean pt2)” grazie all’uso dell’elettronica. Il suono avvolge l’ascolto come un turbine di nebbia per poi sfociare in una corsa elettrica da volo pindarico. Qui vengono alla mente i migliori Øresund Space Collective quando si lanciano in favolose improvvisazioni. Il flauto di Sla dona eleganza al tutto, piacevole lasciarsi andare ad occhi chiusi.
“Riddles Of The Sphinx” è più Progressive Rock e gode di un ritmo irrefrenabile spesso utilizzato da artisti che si gettano le Prog Jazz come gli Area, solo per fare un nome. Dopo questa vagonata di energia sopraggiunge “Gemini Flower” con una chitarra che sembra parlare da quanto si snoda nella Psichedelia. Il disco si chiude con i sette minuti di “Serra Da Estrela”, un piccolo tassello che completa il puzzle colorato della discografia Quantum Fantay in maniera perfetta.
Un percorso questo della band belga che va anno per anno sempre in crescendo, con la sapienza di miscelare più generi e la consapevolezza di farlo in maniera intelligente.
Se volete assentarvi dalla realtà senza l’ausilio di dannose sostanze, questo disco è perfetto all’uso, buon viaggio. MS

X-Plicit


X-PLICIT – Like A Snake
Sneakout Records / Burning Minds Music Group
Genere: Hard Rock
Supporto: cd – 2019


Se ami un genere musicale che non troppo spesso oggi passa nei canali mediatici in senso generale, non resta che suonartelo. In questa mia battuta risiede un piccolo fondo di verità, la passione fa sorgere idee e volontà di creare, così nella provincia di Varese nella fine del 2016 si formano da un idea del chitarrista Andrea Lanza gli X-Plicit. Il gruppo è completato da Simone Zuccarini (voce), Sa Talarico (basso) e Giorgio Annoni (batteria).
Hard Rock puro, musica perfetta per una bella serata live, tanta energia e schiettezza, pochi fronzoli e si bada al sodo, come il genere spesso racconta. “Like A Snake” è sicuramente consigliato agli amanti di gruppi come Guns ‘N Roses, Skid Row e Aerosmith giusto per fare tre nomi.
Dieci canzoni per chi vive di Hard Rock, ben registrate da Giorgio Baù @ ProofOfSound Studio.
Lezione storica dell’Hard Rock nel massimo del suo splendore in “Hell Is Open”, con riff quasi in stile Saxon, qui la musica diventa anche accattivante nel mid tempo centrale del brano supportato da un assolo di chitarra che la sa lunga. Buona l’interpretazione dei brani da parte di Zuccarini che riesce a modulare fra alti e bassi con naturalezza senza mai tentare il passo più lungo della gamba.
“The Great Show” è da cantare assieme a loro, brano che sicuramente dal vivo ha un suo perché, ciondolante e graffiante al punto giusto. Il ritmo sale in “You Don’t Have To Be Afraid” e a proposito di ritmo, la sezione ritmica qui fa buona mostra di se, e comunque in senso generale resta un motore ben collaudato.
Le gambe e il capo partono da soli nel duro riff di “Shake Up Your Life”, altra dimostrazione da parte della band di avere assimilato nel dna l’essenza dell’Hard Rock, qui anche Bon Jovi fa capolino. Bene eseguito anche il compito in “Deep Of My Soul”, tutti i tasselli al posto giusto. Il gioco diventa ancora più duro in “I Am Original”, gli X-Plicit mostrano i muscoli.
Non poteva mancare un bel riff alla Led Zeppelin, i maestri vanno sempre e comunque onorati in qualche modo, anche se magari questo può accadere inconsapevolmente, tutto ciò in “Free”. Non manca neppure la ballata acustica, qui ben curata e diretta dal titolo “Angel”. Tutto riprende con “Don’t Close This Bar Tonight”, nulla di nuovo direte voi, ma nessuno si aspetta qualcosa di nuovo dall’Hard Rock, quello che conta è la vagonata di energia, e la botta finale qui la da “Like A Snake”, l’ABC del genere.
Questo album è consigliato sia agli amanti del genere che a coloro che vogliono approcciarsi allo stesso, troverete in lui un buon taccuino di viaggio. Buon ascolto, specialmente in auto, ma attenti all’acceleratore. MS

Wheels Of Fire


WHEELS OF FIRE – Begin Again
Art Of Melody Music / Burning Minds Music Group
Genere: Hard Rock Melodico
Supporto: cd  - 2019



L’Hard Rock melodico ha un fascino del tutto personale, il modo di essere sia duro che orecchiabile sprigiona un insieme di emozioni quantomeno eccitanti. La musica ha questo potere, ma ne possiede anche di altri, tuttavia lo scopo principale è quello di appagare l’ascoltatore e farlo estraniare dalla realtà per il tempo dell’ascolto.
I Wheels Of Fire ci riprovano dopo sette anni dal secondo disco in studio e ritornano con un prodotto professionale, ben inciso e supportato da un libretto esaustivo, con un artwork importante ad opera di Aeglos Art.
Il disco è formato da dodici canzoni se si è in possesso dell’edizione europea, ossia con una bonus track aggiuntiva. La line up che suona nel disco è composta da Davide "Dave Rox" Barbieri (voce), Stefano Zeni (chitarra), Federico De Biase (tastiere), Marcello Suzzani (basso), Fabrizio Uccellini (batteria). Durante il percorso sonoro si avvalgono di special guest, Gianluca Ferro (solo chitarra), Ivan Ciccarelli (percussioni), Susanna Pellegrini (voce), Maryan (voce), Marcello Spera (voce),
Matteo Liberati (voce).
La musica dei Wheels Of Fire è spensierata e ben arrangiata, specialmente nelle coralità, ciò lo si evince sin dall’iniziale “Scratch That Bitch”. I brevi assolo di chitarra che accompagnano i brani sono la ciliegina sulla torta.
Il tutto ovviamente è da cantare a squarciagola, ritornelli indovinati e il profumo dei vestiti di pelle fuoriescono anche dai brani completando con la fantasia l’insieme dei fattori che rendono l’Hard Rock un genere senza tempo e spensierato. Irrefrenabile ad esempio “Lift Me Up”, mentre “Tonight Belongs To You” ha tanta storia sulle spalle e la rovescia sull’ascoltatore tutta di una volta, Bon Jovi, Poison, Danger Danger, White Lion e molto altro ancora. Bella la prova vocale di Barbieri, ma è l’insieme che funziona, proprio come nelle grandi band che si rispettano, e noi in Italia ne abbiamo davvero molte. Che dire di “Done For The Day”? Semplicemente che è pulita e funzionale per il suo scopo di carica batterie. “For You” si apre con il piano, una ballata dolce e leggera come un bacio lanciato con un soffio, melodie giuste messe al momento giusto per spezzare l’ascolto, si sa, questo funziona.
“Keep Me Close” e “Heart Of Stone” agiscono per quello che deve essere l’Hard Rock melodico, ne più e ne meno, mentre “You’ll Never Be Lonely Again” ha una struttura leggermente più articolata, pur facendo affidamento al solito ritornello da cantare ad alta voce. Suoni più ricercati nelle chitarre di “Another Step In The Dark” e l’atmosfera degli anni ’80 invade la stanza. Buoni gli arrangiamenti.
“Call My Name” è la seconda ballata e personalmente la preferisco alla prima in quanto più sensuale nell’incedere. Il disco (esclusa la bonus track) si conclude con “Can’t Stand It”, sunto dello stile Wheels Of Fire.
“Begin Again” è un disco piacevole, ben inciso, ben suonato e con un buon artwork, soldi spesi bene, non vi sembra? MS

domenica 9 giugno 2019

Siveral


SIVERAL – The Future Is Analog
Autoproduzione
Genere: Alternative Progressive Rock
Supporto: cd – 2019


Quando mi imbatto in lavori del genere sono molto contento ed appagato, perché la mia curiosità vacante nell’universo Rock, ha proprio bisogno di questo alimento. C’è chi la musica la vive  come semplice svago e chi come me vuole giornalmente essere stupito da nuove sensazioni, il piacere dell’ascolto.
Il viatico dello spostamento delle coordinate Rock, risiede annosamente dentro il calderone denominato “Rock Progressivo” e a tal proposito per approfondimenti e delucidazioni sia mie che  da parte di numerosi artisti, le potrete trovare nel mio libro “Rock Progressivo Italiano 1980 – 2013” edito da Arcana. Qui dico solamente che oggi non ci si trova d’accordo sul significato di Progressive Rock, c’è chi lo relega al periodo che fu, il mitico splendore degli anni ’70, e chi invece intende il termine proprio per il suo significato intrinseco, ossia “progredire”, dunque cambiare.
I Siveral sono di Milano e si formano nel 2014 da un idea di Antonio Magrini (Sleep Of Thetis, D'eryl) cantante ed autore dei brani. La band è completata da Lorenzo Pasquini (chitarra), Fernando De Luca (basso) e Giovanni Tani (batteria). Esordiscono discograficamente con un ep dal titolo omonimo edito dalla My Place Records nel 2015. Il sentiero musicale intrapreso dai Siveral è quello del Progressive Rock Alternativo, caro a gruppi come 30 Seconds To Mars, Nine Inch Nails, Tool,  Karnivool e Porcupine Tree. In “The Future Is Analog”, che si presenta in edizione cartonata e la foto ad opera di Tommaso Canciani, risiedono dieci brani ben registrati da Max Zanotti nei @2000Spire Recording Studio di Ronago (CO).
Il titolo, “Il futuro è l’analogico” spero sia profetico, dico questo perché la cosa mi richiama il vinile in una maniera potente ed io, come ogni ascoltatore della buona musica, ne sono un grande fans. Nostalgia? Forse, ma anche qualità e suono caldo.
Il disco si apre con l’elettronica e immediatamente un singolo, quell’”Awake” da cantare assieme a loro. Un velo di nostalgia sorvola nel brano e un ritornello accattivante prende il sopravvento. Qui Porcupine Tree e molto altro, a conferma del bagaglio culturale degli artisti in esame. Atmosfere leggere e suoni puliti sono la carta vincente dei Siveral, “Dreamer” riesce sia a toccare l’animo che a scuoterlo.
“Pray” è il secondo singolo estratto dall’album e mette in mostra la facilità con cui Antonio Magrini riesce a comporre linee melodiche semplici e di facile memorizzazione. Le chitarre elettriche disegnano riff piuttosto che assolo al fulmicotone, per i  i Siveral lo spazio alla melodia è più importante del far vedere i muscoli. Profumo anni ’80 e Depeche Mode nel terzo singolo estratto intitolato “Alvadret”. Ma quando i Siveral non pensano ai singoli, se ne escono con quei brani che personalmente attendo con più curiosità, più ricercati e comunque sempre gradevoli, ad esempio “Elga” potrebbe benissimo uscire da un album degli Anathema di metà carriera avanzata. “The Future Is Analog” poi ne è il perfetto esempio, fra elettronica e Rock, qui l’assolo c’è, semplice ma c’è. Il crescendo sonoro ed emotivo funziona sempre.
“Cali” è più breve ed accattivante nell’incedere, spensierata e semplice. “My Deceit” è aperta da un arpeggio di chitarra e ancora una volta il brano sale di intensità, da sottolineare anche la buona prova vocale di Magrini, sempre ottima interprete dell’enfasi dei brani. “Lite Gravity” è un mix fra Tool ed Anathema, mentre la conclusiva “Regentanz” fa socchiudere gli occhi e ci regala un volo pindarico, qui i Siveral dimostrano davvero tutto il loro talento.
Fare oggi Prog con inserimenti di chitarre distorte, elettronica e brani da cantare è a mio modo di vedere una nuova strada che deve essere necessariamente percorsa per poter proseguire l’evoluzione del Rock, poi potrà piacere o meno, io intanto scusate da bravo onnivoro musicale vado a ripremere il tasto “Play”. MS

mercoledì 5 giugno 2019

Claudio Milano, un artista poliedrico

Comunicato stampa Claudio Milano

"La mia musica oggi, per quella di domani" (1992 - 2 Giugno 2019)"
(Claudio Milano aka NichelOdeon / InSonar)



267 tracce da 24 album;
100 inediti (alternate takes; live; demo; tracce mai pubblicate; colonne sonore);
12 canzoni da collaborazioni.
Per la prima volta in streaming la mia produzione (archivio) dal 1992 al 2019 in formato digitale (FLAC/WAV, o mp3 a 320 kbps).
(Documenti video su richiesta, incluso "Come sta Annie? Twin Peaks 2oth Anniversary Show DVD").

E' possibile acquistare singoli album (con inediti), singole tracce.

Se desiderate l'intera discografia, inediti inclusi, potete scaricarla al prezzo di poco più di un album solo, 35 euro, a questo link: http://www.claudiomilano.it/


L'intero ricavato sarà devoluto alla stampa del mio prossimo album
NichelOdeon/InSonar & Relatives: "INCIDENTI - Lo Schianto".

Vostro,
Claudio Milano aka NichelOdeon / InSonar


Disco-Videografia essenziale (2004/2 Giugno 2019)


come Claudio Milano:

·     L'Urlo Rubato (2004 – SCR002CD – CD)

·     La Stanza Suona ciò che non Vedo (2006 – CR003CD – CD)


come Claudio Milano & Erna Franssens aka KasjaNoova:

·     Adython (2012 – dEN004 Records – CD)


come NichelOdeon:

·     Cinemanemico live (2008 – SCR004CD – CD)

·     Cinemanemico DVD (2009 – SCR001DVD – DVD-r printed in one copy only – web).

·     Il Gioco del Silenzio (2010 – LIZARDCD0069 – CD)

·     Come sta Annie? Twin Peaks 20th Anniversary Show (2010 Lizard/Andromeda RelixDVD001 – DVD)

·     NO at Bloom 2011 (2012 – SCR006CD – free downloading and CD-r)

·     Bath Salts (LIZARDCD0097 – 2 CD)

·     Musica Cruda live (2013 – SCR008CD – free downloading and 80 copies CD-r)

come InSonar:

·     L'Enfant et le Ménure (2013 – LIZARD0096/dEN Records/Carabà Edizioni – 2 CD)

·     Neve Sporca (2013 – SCR007CD – free downloading and 80 copies CD-r)


as NichelOdeon/InSonar:

·     UKIYOE Mondi Fluttuanti (2014 – Snowdonia/Audioglobe SW077 – CD + DVD film + DVD-r videoclip)


con The RADIATA 5tet:

·     Aurelia Aurita (2012 – dEN003CD – CD)

con Salvatore Lazzara, Luca Pietropaoli, Davide Guidoni aka Pensiero Nomade:

·     Appunti per una Teoria delle Maree (2018 – Filibusta Records – web)

con Strepitz Open Project:

·     Punto d'Incontro (2018 – Associazione Culturale Furclap – 2 CD)



Principali collaborazioni:


·     Liir Bu Fer 3juno – (2010 – Lizard/Zeit Intereference003CD – CD)

·     1605munro Lunapark – (2010 – Avachorda03CD – CD).

·     Pierrot Lunaire TRE – (2011 – MP & Records /MPRCD063 – CD)

·     AAVV NEUMI (Cantus Volant Signa Manent La musica che lascia il segno) –(2011 – Genesi Editrice – Collana Novazioni – Book + CD-r by Unamusica)

·     Raoul Moretti Harpscapes – (2014 – Preludiomusic/PLS25314 –CD)

·     Nero Moderno La Finestre sulle Differenze – (2014 – HC LAB – EP) as keyboard arranger/player

·     AAVV Relazionalità Festival del Canto Spontaneo 2014 – (2015 – Associazione Culturale Furclap – DVD-r + CD-r)

·     AAVV Un Tipo Atipico Tributo a Ivan Cattaneo – (2015 – Soter/Believe001 – 2 CD)

·     La Curva di Lesmo (La Curva di Lesmo) – (2015 – AMS245D – CD)

·     Alfa Neu Introducing Mr K (2015 – Drummond/DSP011 – web)

·     AAVV Out of Standard !! - Italia 4 (2016 – ADN – CD-r).

·     AAVV La Parola, il Canto, la Voce Festival del Canto Spontaneo 2015 (2016 – Associazione Culturale Furclap – DVD-r)

·     Paul Roland White Zombie (2017 – Dark Companion002CD/Maracash – CD)

·     AAVV Solchi Sperimentali Italia DVD (Crack Edizioni/SSD003 – DVD)

·     Maisie Maledette Rockstar (2018 – Snowdonia/SW085 – 2 CD)

·     Crysalys Moonlight Encounter (2018 – Independent – LP/EP)

·     Morreale Cronache per la Fine di un'Infanzia (2019 – Bandcamp preview for Morreale's first album – Torredei Records – CD)

Claudio Milano ha il piacere di aver lavorato con:

Elliott Sharp; Paul Roland; Trey Gunn; Pat Mastelotto; Arrington De Dionyso; Paolo Tofani; Ares Tavolazzi; Walter Calloni; Ivan Cattaneo; Tony Pagliuca; Nik Turner; Ralph Carney; Dana Colley; Dieter Moebius; Graham Clark; Richard A Ingram; Albert Kuvezin; OTHON; Michel Delville; Ernesto Tomasini; Thomas Bloch; Nate Wooley; Jorge Queijo; Burkhard Stangl; Mattias Gustafsson; Werner Durand; Viviane Houle; Jonathan Mayer; Stephen Flinn; Erica Scherl; Michael Thieke; Angelo Manzotti; Roberto Laneri; Vincenzo Zitello; Valerio Cosi; Sebastiano De Gennaro; Fabrizio Modonese Palumbo; Elio Martusciello; Pekkanini; Thomas Grillo; Víctor Estrada Mañas; Eric Ross; Takeuchi Masami; Gordon Charlton; Michele Bertoni; Michele Nicoli; Alfonso Santimone; Andrés Jankowski (1605munro); Erna Franssens (KasjaNoova); Attila Faravelli; Carola Caruso; Estibaliz Igea; Ignacio Guarrochena; Davide Riccio; Stefano Ferrian; Simone Zanchini; Stefano Delle Monache; Barbara Eleonora Pozzoli; Luca Pissavini; Elio Marchesini; Beppe Cacciola; Laura Catrani; Giorgio Tiboni; Enzo Lanzo; Alex Stangoni; Andrea Quattrini; Riccardo Di Paola; Francesco Zago; Maurizio Fasoli; Luca Olivieri; Luciano Margorani; Federica Della Janna; Paola Frè; Antonello Raggi; Marco Tuppo; Luca Valisi; Marcello Iaconetti; Vito Emanuele Galante; Andrea Illuminati; Francesco Chiapperini; Andrea Murada; Lorenzo Sempio; Max Pierini, Alessandro Seravalle/Garden Wall/Agrapha Dogmata; Cecilia Quinteros; Lethe (Valerio Vado, Serena Bruni, Lorenzo Gervasi, Paolo Sanzo, Pietro Paganelli); Fabrizio Carriero; Luca Boldrin, Lionello "Lello" Colombo; Max Marchini; Paola Tagliaferro; Valerio Cosi; Sebastiano De Gennaro; Massimiliano Milesi; Giulio Corini; Erica Fialà; Laura Seghi; Camillo Pace; Gianluca Brown; Daniele Innocenti; Andrea Gheri; Dalila Kayros; Stefano Luigi Mangia; Vito Antonio Indolfo; Luca Milano & Nero Moderno; Vittorio Nistri; Stefano Giannotti; Josed Chirudli; Mimmo Frioli; Eugenio Sanna; Giovanni D'Elia; Fabio Zurlo; Cinzia Decataldo; Gianpaolo Saracino; Mauro Corvaglia; Gino Ape; Andrea Breviglieri; Antonio Cappadona; Pierangelo Pandiscia; Raoul Moretti; Paolo Siconolfi; Vanni Floreani; Ermes Ghirardini, Cristina Spadotto; Paolo Viezzi; Evaristo Casonato; Antonio Giordano e Paola Tozzi (Compagnia Daltrocanto); Vincenzo Vitti; Piero Chianura; Antonis Aldebaran Kalamoutsos; Umberto Summa, Saveria Savidya Shukantala; Nicola Alesini, Lorenzo Marcolina, Paolo Paolacci; Antonia Dusa Werning; Danilo Camassa; Ivano Nardi; Bruno Romani; Daniele Onori; Francesco Manfré; Gianni Lenoci; Ulisse Tonon; Fabio Amurri; Coucou Sèlavy; Jenny Sorrenti, Salvatore Lazzara; Domenico Liuzzi; Luca Pietropaoli; Davide Guidoni; Pierpaolo Caputo; Sisto Palombella; Andrea Grumelli; Antonio Tonietti; Domenico Liuzzi; Danilo Camassa; Max Pieretti; Fulvio Manganini; Ulisse Tonon; Cinzia La Fauci & Maisie; Alessandro Palma; Stefano Petroni; Stefano Saletti; Jody Bortoluzzi; Marco Lucchi; Massimo Silverio, Franco Poggiali, Linea d'Ombra (Mario Laudato, Matteo Radice, Federico Boezio, Stefano Fantucci), Morreale; Officina F.lli Seravalle.

Actors/Directors: Manuela Tadini; Marc Vincent Kalinka; Charles Napier; Lavinia Longhi; Tommaso Urselli; Anna Traini; Laetitia Favart; Riccardo Grassi; Elena Lolli; Angelo Colombo; Francesco Paolo Paladino; Valentina Illuminati, Ivano La Rosa.

Dancers: Tino Schepis; Andrea Butera; Ines Ambrosini, Manrico Fiorentini.

Videomakers: Eleanor Boyce; Luca Cerlini; Paolo Martelli; Frank Monopoli; Gabriele Agresta; Sascia Pastori e Monica Ponzini, Charles Napier, Enrico Maria Brocchetta, Piero Arnò, Pietro Cinieri.

Visual Artists: Ambra Rinaldo; Katja Noppes; Valentina Campagni; Marco Bettagno; Yurij Atzei; Berlikete (Marcello Bellina); Arend Wanderlust; Federico "Effe" Luciani; Paolo Rosset; Davide Soldarini; Damiano Todaro; Andrea Corbellini.

Reading performers/Poets:
Paolo Carelli; Elena Lua Tomaini; Alessandro Manca; Andrea Labate; Gloria Chiappani; Andrew Johannes Rocchi; Rocco Sapuppo; Luigi Pignatelli.