Giovedì 19 Maggio esce il nuovo numero di PROG di Guido Bellachioma. Una rivista dedicata al genere musicale Rock Progressivo fatta con passione e competenza. Avvicinatevi a questo genere con il piede giusto. Buona lettura. ---------------------------------------------------------------------------
Rock Progressivo Italiano 1980 - 2013
Siccome siete in molti a chiedermi quando esce il mio nuovo libro sul Prog Italiano 1980 - 2013, ho pensato di creare una pagina facebook al riguardo per tenervi aggiornati sull'uscita e sulle eventuali date e luoghi di dove lo presenterò. Al momento l'uscita non è prevista, ma speriamo entro questo 2016. Stay tuned.
Quando in Italia si parla di sperimentazione vocale, non può che venire alla memoria il grande sforzo artistico del cantante degli Area (band Jazz Prog degli anni '70) Demertrio Stratos. La voce la spinge dove nessun altro ha mai osato prima. Famoso il suo fischio glottico a diverse armoniche. "Se una 'nuova vocalità' può esistere dev'essere vissuta da tutti e non da uno solo: un tentativo di liberarsi della condizione di ascoltatore e spettatore cui la cultura e la politica ci hanno abituato. Questo lavoro non va assunto come un ascolto da subire passivamente, 'ma come un gioco in cui si rischia la vita' " (dalle note introduttive a "Metrodora", Collana DIVerso n. 5 di Demetrio Stratos, 1976). Il grande pubblico lo conosce negli anni '60 con il gruppo I Ribelli (quelli di "Pugni Chiusi"), ma il suo ricordo sarà sempre associato agli Area. Nasce in Egitto e si trasferisce in Italia, studia architettura ma il suo vero proposito è lo studio della voce , la sua fonetica ed il volerla liberare dagli stereotipi del modello canzone. Molti vocalizzi orientaleggianti nel suo immenso repertorio e persino armoniche quadrifoniche. Muore trentaquattrenne in un ospedale Newyorchese il 13 Giugno 1979 a causa di una fulminante leucemia. Molti artisti ed amici organizzeranno un mega concerto nell'Arena civica di Milano nell'intento di racimolare dei soldi per la cura ma il tutto tardivamente. L'idea di Stratos nel cercare la voce in quanto strumento, viene a lui ispirata dall'ascolto della lallazione di sua figlia di pochi mesi. L'uso della fonetica di un infante sta a significare il senso di ciò che si vuole, pur senza l'uso della parola. Lo stupore, il proferire vocalizzi nel significare il compiacimento di un buon cibo mangiato o semplicemente il pianto, sono punto d' ispirazione se accanto a questo si aggiunge il senso di una parola. Ma la curiosità sulla voce ha una strada ben più articolata, per questo mi sono sentito di creare questo piccolo e modesto post, per farvi ascoltare IL TEATRO DELLA VOCE, da dove provengono certe sperimentazioni, a chi si è ispirato il grande Demetrio Stratos, a mio avviso sempre poco ricordato dai grandi media. L'arte passa anche attraverso queste espressioni sincere e vanno assolutamente rimarcate. Buon ascolto. ANTONIN ARTAUD https://www.youtube.com/watch?v=DCeAIcwLbkA HENRY CHOPIN https://www.youtube.com/watch?v=mg3NrR7_jYk JOHN CAGE https://www.youtube.com/watch?v=z-pnP_-oU_Q CATHY BERBERIAN https://www.youtube.com/watch?v=0dNLAhL46xM JOAN LA BARBARA http://www.lovely.com/titles/cd3003.html MEREDITH MONK https://www.youtube.com/watch?v=7su7d76LhWg PHIL MINTON https://www.youtube.com/watch?v=7i7zdS7MHp8
L’Italia
è una nazione che di Progressive Rock non solo ne fa ascolto, ma soprattutto
produzione. Molti i gruppi e gli artisti che nel tempo si susseguono,
soprattutto dopo i tempi non sospetti, ossia i famigerati anni ’70. Il
Progressive Italiano prosegue imperterrito anche dopo gli anni ’80, l’istinto
di sopravvivenza è alto. Il risultato è proprio questo fiorire di band che ci
porta sino ai giorni nostri con band di tutto prestigio. Quasi mi viene da dire
che oggi il Prog stia tornando di moda assieme al vinile.
I
romani Sailor Free si formano nell’autunno del 1991, a dimostrazione della loro
lunga esperienza nell’ambito, con uno sguardo anche rivolto alle sonorità più
Hard del Rock. Registrano tre album, “Sailor Free” nel 1992, “The Fifth Door”
nel 1994 e poi il ritorno nel 2012 con la prima parte di questo concept dal
titolo “Spiritual Revolution”. In esso si parla di energia e a tal proposito i
Sailor Free così descrivono nel loro sito ufficiale: “Ispirata al Silmarillion
di J.R.R.Tolkien, la storia narra dell'amore, fonte inesauribile d'energia, tra
due esseri l'uno alieno all'altro, particelle disperse di due universi opposti
che intersecano le proprie rotte”. Con “Spiritual Revolution Part 2”, a
distanza di quattro anni, i romani tornano sull’argomento, narrando la storia
di una lotta per ottenere Entropia, il
dispositivo che può dare l’energia al mondo. Il tutto fra labirinti e quanto il
fantastico mondo di Tolkien ci ha saputo elargire nel tempo del Silmarillion.
Per argomenti tali avrete già intuito da voi che serve una colonna sonora
quantomeno variegata e colma di cambi di stile e di umore. Così è, l’album
viene suddiviso in undici tracce e si lascia ascoltare tutto di un fiato,
proprio come nel vedere un film.
Chi
suona nell’album: David Petrosino (voce, piano, tastiere, chitarra), Raimondo
Mosci (batteria), Alphonso Nini (basso), Stefano Toni (batteria), Stefano “The
Hook” Barelli (chitarra), Lorenzo Canevacci (chitarra), Cecilia Amici (cori),
Stefano Ribeca (sax).
In
un lavoro del genere non esula la classica apertura, qui dal titolo “Spiritual
Overture 2”, l’introduzione è quantomeno obbligatoria. Il sax di Stefano Ribeca
fa sobbalzare il fans dei Van Der Graaf Generator in “The Maze Of Babylon”, un
punto di congiunzione fra passato e presente. Il presente è fatto anche di
suoni più tecnologici, come nella strumentale “Society”. L’effetto stereo ha un
suo punto cardine nella riuscita dell’enfasi emotiva dell’ascolto. La stessa
enfasi a sua volta si ripercuote nell’ariosa “The Fugitive”, canzone che non
sfigurerebbe nella discografia dei No Man. Il Prog fa il ruffiano con la
Psichedelia sempre più marcatamente con il proseguo dell’ascolto e dal progetto
No Man di Wilson si può anche andare a parare nella sua discografia in generale.
Ma attenzione, la personalità dei Sailor Free è comunque cosa ben definita, i
nomi da me citati ovviamente sono solo punti di riferimento per voi che
leggete. Adoro il crescendo oscuro di “Amazing”, mai titolo più indovinato.
“Game
Over. It’s Me” è un altro breve frangente strumentale fra echi, chitarre e
ritmiche persistenti. Il viaggio continua con “We Are Legion”, sempre attento
alle arie melodiche supportate da effetti e crescendo strumentali. Una
attenzione più marcata alla formula canzone in “Special Laws da l’impressione al
sottoscritto che potrebbe essere il potenziale singolo dell’album. Buono il
gioco di voci.
Suoni
nello spazio, echi, rumoristica è presente in “Cosmos”, avvalorando la mia tesi
iniziale, quella della sensazione di trovarsi avanti ad un film sonoro. “About
Time” si mobilita fra suoni elettronici, elettrici e vocoder. Il ritornello è
di facile memorizzazione e gradevole. Il
disco si chiude con “Revolutionary Soul”, uno dei frangenti più ricercati del
disco, i Sailor Free sono davvero un grande baule di suoni ed emozioni.
Qui
non si lascia nulla al caso, quello che mi ha colpito maggiormente è la cura
dei particolari, sia nella musica che nell’artwork cartonato ed elegante
concepito da Terrence Briscoe e disegnato assieme a Cecilia Amici, Carmine
Ginnetti, Ines Cappelli e Davide Petrosino.
Molto
consigliato ai fans dei nomi che ho citato e a chi dalla musica vuole sorprese.
Viva l’attuale Prog italiano: aria nuova, l’odore di muffa pian piano sta
svanendo. MS