Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO
La storia dei generi enciclopedica

domenica 27 agosto 2023

IL BACIO DELLA MEDUSA

IL BACIO DELLA MEDUSA – Imilla
AMS Records
Genere: Rock Progressive
Supporto: cd – lp – Bandcamp




La band di Perugia Il Bacio Della Medusa è uno dei nomi più importanti del Progressive Rock Italiano attuale. Ogni disco prodotto a iniziare dal 2004 con l’omonimo distribuito dalla Black Widow Records, ha un suo carattere. Il gruppo del cantante Simone Cecchini inanella sino a oggi cinque album in studio, un live e una raccolta acustica. Di grande qualità il fedele staff che lo segue, Diego Petrini (batteria e percussioni, tastiere), Federico Caprai (basso), Andrea Morelli (chitarra) ed Eva Morelli (flauto, sassofoni). Sono una macchina sonora perfettamente oliata in tutti gli ingranaggi.
Si formano nel 2002 per seguire questo filone sonoro con riferimenti alla Premiata Forneria Marconi e del sano Hard Prog, come eseguito nei tempi da Il Biglietto Per L’inferno, Osanna e De De Lind. Con l’album “Seme*” (AMS Records) del 2018 gli umbri cercano una strada differente, le contaminazioni elettroniche spostano il baricentro dal Prog classico per tentare nuovi sentieri, ma oggi con “Imilla” ritornano nei propri passi.
Imilla, è il soprannome di Monika Ertl, rivoluzionaria boliviana di origini tedesche dell’"Esercito di Liberazione Nazionale", morta per la causa nel 1973. Questo nuovo disco quindi è un concept album incentrato sulle gesta della "vendicatrice di Che Guevara".
La gestione del progetto nasce dalle composizioni acustiche di Simone Cecchini, successivamente proposte alla band, la quale sposa a pieno la causa impreziosendola con le qualità che la contraddistingue.
Il rosso della copertina non credo sia una scelta casuale, l’interno del disco invece ha una colorazione vintage, un giallo anticato molto curato nei particolari, con testi, e foto.
Non nascondo che ho atteso con impazienza un loro nuovo lavoro, perché ho sempre apprezzato l’Hard Prog come genere in senso generale, e in Italia gli esponenti di buon livello non sono mai stati molti, oserei dire che nel calderone del Progressive Rock questo è uno stile ancora più di nicchia.
“Imilla” è composto di nove tracce, arrangiate da Diego Petrini.
“Un Visto Per La Bolivia” è necessario, a questo punto l’intro giocoso basato su coro, fiati e un ritmo cadenzato, ci immerge nel concept. “Amburgo 1 Aprile 1971” è a tutti gli effetti un bagno nel Rock vintage anni ’70 che descrive spaccati di vita popolare boliviana. La prova vocale di Cecchini è come il solito ottima, sia come intensità, sia nell'espressività tonale. I fiati di Eva Morelli fanno parte dell’identità de Il Bacio Della Medusa, oramai imprescindibili. “La Dlorida”  mostra il lato maggiormente recitativo, l’Hard Rock si affaccia prepotentemente in una struttura di base acustica prossima alla ballata. Per chi dovesse conoscere i siciliani Fiaba posso dire che esistono punti di congiunzione stilistici. Quando la band si lancia in assolo strumentali, mostra tutte le loro caratteristiche tecniche di certo non ordinarie. “In Zio Klaus” la cadenza iniziale è greve, qui le tastiere costruiscono strutture che immergono l’ascoltatore nell'enfasi del contesto. Un flauto dolce inizia “Dentro Monika Qualcosa Non Va” per poi lanciarsi in un accenno di Reggae. Il ritornello è il punto forte del brano, decisamente orecchiabile e da cantare assieme alla band. “Ho Visto Gli Occhi Di Inti Virare A Nero” ha un ritmo accelerato e coinvolgente con delle influenze Jazz. “Senior Service” è altamente Progressive Rock grazie alla scelta di alternare le strumentazioni in assolo trascinanti. “Lo Specchio Di Hans Ertl” è una breve ballata che s’impenna durante il cammino e mette nuovamente in evidenza le capacità vocali di Cecchini.
La fine sopraggiunge con colpi di pistola, il fattaccio è avvenuto. “Colt Cobra 38 Special” è molto Jethro Tull style, ma la nostra mediterraneità è intrinseca e prima o poi esce nuda allo scoperto, assieme ai cori finali in stile anni ’70.
“Imilla” è un album equilibrato nella scelta dei brani che alternano momenti maggiormente vigorosi ad altri più pacati. La storia scorre bene, il passato si amalgama al presente con naturalezza. Una prova che riporta Il Bacio Della Medusa all'attenzione internazionale del genere Progressive Rock, il posto che merita. MS 




Versione Inglese:


IL BACIO DELLA MEDUSA - Imilla
AMS Records
Genre: Progressive Rock
Support: cd - lp - Bandcamp


Perugia-based band Il Bacio Della Medusa is one of the most important names in current Italian Progressive Rock. Each record produced starting in 2004 with the self-titled distributed by Black Widow Records, has its own character. Vocalist Simone Cecchini's group rings up to date with five studio albums, a live album and an acoustic collection. Of great quality is the loyal staff behind him, Diego Petrini (drums and percussion, keyboards), Federico Caprai (bass), Andrea Morelli (guitar) and Eva Morelli (flute, saxophones). They are a sound machine perfectly oiled in all gears.
They formed in 2002 to follow this sonic thread with references to Premiata Forneria Marconi and some healthy Hard Prog, as performed in the times by Il Biglietto Per L'inferno, Osanna and De De Lind. With the 2018 album "Seme*" (AMS Records) the Umbrians seek a different path, electronic contaminations shift the center of gravity from classic Prog to try new paths, but today with "Imilla" they return to their own steps.
Imilla, is the nickname of Monika Ertl, a German-born Bolivian revolutionary from the "National Liberation Army," who died for the cause in 1973. This new record therefore is a concept album focusing on the exploits of "Che Guevara's avenger."
The management of the project stems from Simone Cecchini's acoustic compositions, later proposed to the band, which fully espouses the cause by embellishing it with the qualities that distinguish it.
The red of the cover I do not think is a random choice, the inside of the disc, on the other hand, has a vintage coloring, an antiqued yellow very carefully detailed with lyrics, and photos.
I will not hide that I have been looking forward to a new work of theirs, because I have always appreciated Hard Prog as a genre in a general sense, and in Italy good exponents have never been many, I dare say that in the Progressive Rock cauldron this is an even more niche style.
"Imilla" consists of nine tracks, arranged by Diego Petrini.
"A Visa For Bolivia" is necessary, at which point the playful intro based on chorus, horns and a cadenced rhythm immerses us in the concept. "Hamburg April 1, 1971" is for all intents and purposes a bath in vintage 1970s rock describing slices of Bolivian folk life. Cecchini's vocal evidence is as usual excellent, both in intensity and tonal expressiveness. Eva Morelli's horns are part of the identity of Il Bacio Della Medusa, now indispensable. "La Dlorida" shows the more recitative side, Hard Rock overbearingly appears in a basic acoustic structure close to ballad. For those who might be familiar with the Sicilian Fiaba, I can say that there are stylistic connecting points. When the band launches into instrumental solos, they show all their technical characteristics that are certainly not ordinary. "In Uncle Klaus" the opening cadence is heavy, here the keyboards build structures that immerse the listener in the emphasis of the context. A soft flute begins "Inside Monika Something Doesn't Go" and then launches into a hint of Reggae. The chorus is the highlight of the song, definitely catchy and worth singing along with the band. "Ho Visto Gli Occhi Di Inti Virare A Nero" has an accelerated and engaging rhythm with some Jazz influences. "Senior Service" is highly Progressive Rock thanks to the choice of alternating instrumentation in dragging solos. "Lo Specchio Di Hans Ertl" is a short ballad that soars along the way and again highlights Cecchini's vocal abilities.
The end comes over with gunshots; the deed has been done. "Colt Cobra 38 Special" is very Jethro Tull style, but our Mediterranean-ness is inherent and sooner or later comes nakedly out into the open, along with the 70s-style final choruses.
"Imilla" is a balanced album in the choice of songs that alternate between more vigorous moments and quieter ones. The story flows well, the past blending naturally with the present. A proof that brings Il Bacio Della Medusa back to the international attention of the Progressive Rock genre, the place it deserves. MS

 

 




giovedì 24 agosto 2023

Karmamoi

KARMAMOI - Strings From The Edge Of Sound
Autoproduzione – Bad Dog Promotions
Genere: Post Prog Moderno
Supporto: cd – Bandcamp




Non è la prima volta che mi trovo a descrivere le capacità artistiche della band romana Karmamoi, altro tassello del puzzle che compone il quadro della buona musica italiana. Daniele Giovannoni (batteria, tastiere, cori) è l’ideatore del progetto che vede prendere forma nell’ormai lontano 2008 con l’allora cantante Serena Ciacci.
Propongono una musica raffinata dedita a sonorità miste fra la Psichedelia e il Progressive Rock, come nel tempo hanno insegnato artisti del calibro di Porcupine Tree, Radiohead e Pink Floyd. Abbastanza nutrita la discografia negli anni, a iniziare dal 2011 quando esordiscono con l’album “Karmamoi” (Crisalide). Già in quel caso s’intuirono le buone potenzialità della band e un carattere in via di forgiatura. Seguono EP e altri quattro album in studio in crescendo qualitativo, l’ultimo del 2021 è intitolato “Room 101” ispirato a "1984" di George Orwel. Nel corso della loro carriera musicale si avvalgono d’importanti special guest come Colin Edwin al basso (ex Porcupine Tree) e Geoff Leigh al flauto (Steven Wilson).
La band subisce nel tempo molti cambi di formazione, sino a stabilizzarsi oggi con Daniele Giovannoni, Valerio Sgargi (voce, cori, tastiere), Alex Massari (chitarre) e Alessandro Cefalì (basso).
In quest’ultimo “Strings From The Edge Of Sound”, I Karmamoi propongono quattro brani nuovi e cinque tratti dai precedenti album nuovamente arrangiati e rivisitati con orchestra, per un totale di quasi settanta minuti di musica. L’edizione si presenta cartonata e l’artwork è a cura di Joel Barrios.
Il compito di aprire le danze spetta a “Black Hole Era”. Il cantato è effettuato in lingua inglese, la canzone è spolverata da un velo nostalgico, mentre la struttura è pressoché acustica con un crescendo finale d’effetto grazie soprattutto alla chitarra elettrica di Alex Massari, la quale si lancia in un assolo sostenuto sopra una ritmica curata nei particolari.
“Nashira” è una canzone tratta dall’album “Silence Between Sounds” del 2016, qui si possono apprezzare gli ottimi arrangiamenti per orchestra di Emilio Merone, i quali donano un valore aggiunto di notevole spessore. La canzone è articolata come un brano Prog desidera, altrettanto rilevante è l’influenza psichedelica dei Porcupine Tree fine anni ’90. Un gioiello sonoro.
“Take Me Home” è un altro pezzo arrangiato estratto dall’album “The Day Is Done” del 2018. Sono tutte canzoni che lanciano la fantasia dell’ascoltatore nello spazio infinito.
“Tell Me” è un inedito che mostra la band in ottime condizioni fisiche e mentali, un morbido aleggiare fra arpeggi e voci curate nelle coralità di sostegno.
“Room 101” è tratta dall’album omonimo dell’anno 2021, Il Rock dal sapore anni ’70 vicino al mondo dei Genesis di Peter Gabriel, si sinfonizza grazie all’intervento degli archi, un mix equilibrato fra passato e presente, l’evoluzione di un genere in poche note.
Un altro movimento lento arriva dall’inedita “I Will Come In Your Dreams”, pianistica e delicata. La voce è degna interprete delle atmosfere rilasciate le quali si arricchiscono strada facendo di altre strumentazioni, archi compresi.
“Your Name” facente parte del disco “The Days Is Done”, ha il punto di forza nel refrain di facile memorizzazione oltre che nella ritmica più decisa.
“Zealous Man” dell’album “Room 101” ha un arrangiamento incisivo, mentre la conclusiva “Strings From The Edge Of Sound” è un inedito che spoilera lo stato di salute attuale dalla band. Consiglio l’acquisto di “Strings From The Edge Of Sound” a tutti quelli che fanno della musica un momento di relax per viaggiare in alto con la mente… Molto in alto. MS 





Versione Inglese:


KARMAMOI - Strings From The Edge Of Sound
Autoproduction - Bad Dog Promotions
Genre: Post Prog Modern
Support: cd – Bandcamp


This is not the first time I find myself describing the artistic abilities of the Roman band Karmamoi, another piece of the puzzle that makes up the picture of good Italian music. Daniele Giovannoni (drums, keyboards, backing vocals) is the creator of the project that sees take shape in the now distant 2008 with the then singer Serena Ciacci.They offer a refined music devoted to mixed sounds between Psychedelia and Progressive Rock, as over time have taught the likes of Porcupine Tree, Radiohead and Pink Floyd. Quite extensive discography over the years, starting in 2011 when they debuted with the album "Karmamoi" (Chrysalis). Already there they sensed the band's good potential and a character being forged. EPs and four more studio albums followed in qualitative crescendo, the last one in 2021 being titled "Room 101" inspired by George Orwel's "1984." In the course of their musical career they make use of important special guests such as Colin Edwin on bass (former Porcupine Tree) and Geoff Leigh on flute (Steven Wilson).The band undergoes many lineup changes over time, until stabilizing today with Daniele Giovannoni, Valerio Sgargi (vocals, backing vocals, keyboards), Alex Massari (guitars) and Alessandro Cefalì (bass).
In this latest "Strings From The Edge Of Sound," The Karmamoi offer four new tracks and five from previous albums re-arranged and revisited with orchestra, for a total of almost seventy minutes of music. The edition comes in hardback and the artwork is by Joel Barrios.
The task of opening the dances falls to "Black Hole Era." The singing is carried out in English, the song is dusted with a nostalgic veil, while the structure is almost acoustic with an impressive final crescendo thanks mainly to Alex Massari's electric guitar, which launches into a sustained solo over a carefully crafted rhythmic beat.
"Nashira" is a song from the 2016 album "Silence Between Sounds," here one can appreciate the excellent orchestral arrangements by Emilio Merone, which add considerable value. The song is articulated as a Prog song desires, equally relevant is the psychedelic influence of late 90s Porcupine Tree. A sonic gem.
"Take Me Home" is another arranged piece taken from the 2018 album "The Day Is Done." These are all songs that launch the listener's imagination into infinite space.
"Tell Me" is an unreleased track that shows the band in excellent physical and mental condition, a soft hovering between arpeggios and curated vocals in backing choruses.
"Room 101" is from the album of the same name from the year 2021, Rock with a 70s flavor close to the world of Peter Gabriel's Genesis, symphonizes thanks to the intervention of strings, a balanced mix of past and present, the evolution of a genre in a few notes.
Another slow movement comes from the unreleased "I Will Come In Your Dreams," pianistic and delicate. The vocals are worthy interpreters of the released atmospheres which are enriched as they go with other instrumentation, including strings.
"Your Name" part of the album "The Days Is Done," has its strong point in the easy-to-memorize refrain as well as in the stronger rhythm.
"Zealous Man" from the album "Room 101" has an incisive arrangement, while the concluding "Strings From The Edge Of Sound" is an unreleased track that spoils the current state of health from the band. I recommend the purchase of "Strings From The Edge Of Sound" to anyone who makes music a relaxing moment to travel high in the mind ... Very high. MS






domenica 20 agosto 2023

The Foundation

THE FOUNDATION – Mask
Xymphonia Records
Genere: Neo Prog
Supporto: cd – Bandcamp – 2023




Quando si leggono riviste musicali, oppure ci s’imbatte in qualche recensione su internet, molto spesso il termine Progressive Rock, oppure Neo Prog o Post Prog Moderno, preoccupano l’ignaro lettore che evita l’artista trattato in quanto a suo modo di pensare, sono termini che lasciano presagire musica articolata o logorroica. Questa è una degna conclusione di una persona superficiale che non ha avuto modo (o non ha voluto) di approfondire veramente l’argomento.
Esistono band e band, non tutte dedicano la loro passione alla tecnica e basta, ad esempio nel genere Neo Prog, nato nei primi anni ’80 grazie a gruppi come Marillion, IQ, Pendragon, Pallas e Twelfth Night per fare alcuni nomi, c’è molta ricerca per la melodia. I punti di riferimento di queste band sono generalmente i Genesis, i Pink Floyd e i Camel, comunque sia tutti gruppi inglesi.
Questo stile riesce a sopravvivere grazie oltre ai nomi citati e ancora in attività, a realtà come gli Arena, Sylvan, Galahad e molte altre ancora.
L’Olanda è un altro paese europeo molto attento al fenomeno, gruppi come Ahmshere, Argo, Egdon Heath, Flamborough Head, Knight Area, Like Wandy, Cliffhanger, Autumn, PB II, Ricocher, Triangle etc., tengono alta la bandiera.
Suonare oggi un genere che già nel 1980 a sua volta si basava su sonorità anni ’70 ha davvero del penalizzante, specialmente in una società dedita solamente a musica mordi e fuggi. A suo favore c’è da dire che comunque sia possiede un insieme di seguaci che attendono quotidianamente nuove uscite, in parole povere pochi ma buoni.
Se andiamo a leggere un debutto come questo degli olandesi The Foundation (da non confondere con il gruppo svedese), tocchiamo con mano quanto analizzato nel prologo di questa recensione.
La band si forma nel 1996 per volere del tastierista Ron Lammers in collaborazione con Sietse Dijkstra e Marcel Kerkdijk, ma le vicissitudini personali di alcuni componenti presto portano a congelare il progetto che riprende vita soltanto nel 2020.
Rom si circonda di buoni artisti, come ad esempio il cantante dei Knight Area, Mark Smit, Rinie Huigen (chitarra) e Gijs Koopman (basso) dei Cliffhanger. La band Autumn apporta al progetto un notevole contributo con i propri musicisti, Jens Van Der Valk (chitarra), Jan Grijpstra (batteria), e Jan Munnik (tastiere)
“Mask” è un concept album di stampo autobiografico che narra delle vicissitudini quotidiane e delle esperienze che l’uomo accumula nella vita.
Apre il disco “Before The Down”, pezzo strumentale atmosferico dall’alto livello emotivo in stile Pendragon, con tastiere e chitarra elettrica in evidenza. Pieno stile Neo Prog. Altro strumentale è la successiva “Birth”, dove la melodia si stampa facilmente nella memoria dell’ascoltatore. Rinie Huigen apporta con la chitarra un assolo Pinkfloydiano che ci lancia in alto con la fantasia.
“Climbing Mountain” parla del mondo lavorativo e dell’arrivismo professionale, il ritmo sale e la voce di Mark Smit è un valore aggiunto al brano. Irresistibile il ritornello.
Più riflessiva “Blind To Reality”, mentre la strumentale “Despair” fa capolino nel mondo del Metal Progressive seppure in maniera velata. Il brano trainante dell’album è la title track, piccola suite, dove all’interno risiedono tutti gli ingredienti giusti del genere. Un delicato suono di pianoforte apre “Renewall”, successivamente raggiunto da tutte le altre strumentazioni. Altro buon assolo di chitarra elettrica a condire il tutto.
“Unconditional” è una canzone d’amore di Ron per Betty, vera e propria canzone Pop ruffiana al punto giusto e comunque sia molto gradevole. “Mask” si conclude con la riflessiva “Future”, uno sguardo positivo verso il futuro da parte dell’autore che con questo disco ha voluto mettere a nudo la propria anima.
I The Foundation sono una nuova realtà che guarda più al passato che al presente, incurante delle mode e soprattutto amante delle belle canzoni anche da canticchiare. La musica è spesso sostenuta da una ritmica perfetta mentre le chitarre elettriche sono spesso il fulcro del brano. Il Neo Prog può dormire sonni tranquilli se anche nel 2023 ci sono sostenitori come questi, io apprezzo e applaudo. MS


 

Versione Inglese:


THE FOUNDATION – Mask
Xymphonia Records
Genre: Neo Prog
Support: cd - Bandcamp – 2023


When one reads music magazines, or comes across some reviews on the internet, very often the term Progressive Rock, or Neo Prog or Modern Post Prog, preoccupy the unsuspecting reader who avoids the artist being treated since to his way of thinking, they are terms that portend articulate or logorrheic music. This is a worthy conclusion of a shallow person who has not had a chance (or has not wanted) to really delve into the subject. There are bands and there are bands, not all of them devote their passion to technique and that's it, for example in the Neo Prog genre, which was born in the early 1980s thanks to bands like Marillion, IQ, Pendragon, Pallas and Twelfth Night to name a few, there is a lot of search for melody. The reference points of these bands are generally Genesis, Pink Floyd, and Camel, however all English bands.This style manages to survive thanks in addition to the names mentioned and still active, to such entities as Arena, Sylvan, Galahad, and many others. Holland is another European country that is very attentive to the phenomenon; groups such as Ahmshere, Argo, Egdon Heath, Flamborough Head, Knight Area, Like Wandy, Cliffhanger, Autumn, PB II, Ricocher, Triangle etc., hold the flag high.
To play today a genre that back in 1980 in turn was already based on 1970s sounds really has penalties, especially in a society devoted only to biting music. In its favor it must be said that however it may be it possesses a set of followers who await new releases on a daily basis, in simple terms few but good.
If we go to read a debut like this one by the Dutch The Foundation (not to be confused with the Swedish band), we touch on what we analyzed in the prologue of this review.
The band was formed in 1996 at the behest of keyboardist Ron Lammers in collaboration with Sietse Dijkstra and Marcel Kerkdijk, but the personal vicissitudes of some of the members soon led to a freeze on the project, which only revived in 2020.
Rom surrounds himself with good artists, such as Knight Area singer Mark Smit, Rinie Huigen (guitar), and Gijs Koopman (bass) from Cliffhanger. The band Autumn makes a notable contribution to the project with their own musicians, Jens Van Der Valk (guitar), Jan Grijpstra (drums), and Jan Munnik (keyboards)
"Mask" is an autobiographical concept album about the daily vicissitudes and experiences that humans accumulate in life.
Opening the album is "Before The Down," an atmospheric instrumental piece with a high emotional Pendragon style, with keyboards and electric guitar in evidence. Full Neo Prog style. Another instrumental is the following "Birth," where the melody easily prints itself in the listener's memory. Rinie Huigen contributes a Pinkfloydian solo on guitar that launches us high with imagination.
"Climbing Mountain" is about the working world and professional careerism, the beat picks up and Mark Smit's vocals add value to the track. Irresistible is the chorus.
More reflective "Blind To Reality," while the instrumental "Despair" peeps into the world of Progressive Metal albeit in a veiled way. The album's driving track is the title track, a small suite, where all the right ingredients of the genre reside within. A delicate piano sound opens "Renewall," later joined by all the other instrumentation. Another good electric guitar solo seasons the whole thing.
"Unconditional" is a love song by Ron for Betty, real Pop song pandering to the right point and still very enjoyable. "Mask" concludes with the reflective "Future," a positive look into the future from the author who wanted to bare his soul with this record.
The Foundation is a new reality that looks more to the past than to the present, heedless of fashions and especially fond of good songs even to hum. The music is often sustained by perfect rhythmics while electric guitars are often the focus of the song. Neo Prog can sleep soundly if even in 2023 there are supporters like these, I appreciate and applaud. MS







sabato 12 agosto 2023

La Bocca Della Verità

LA BOCCA DELLA VERITA’ - [Un​]​connected
Ma. Ra. Cash Records – BTF – Pick Up records
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd / Bandcamp – 2023




Uno degli argomenti più trattati in numerose sedi differenti parlando sul sociale è il rapporto con cui viviamo il fenomeno internet. La tecnologia ci ha portato il mondo in casa con la possibilità di avere tutto e subito, sia nei rapporti umani che a livello di oggettistiche facili da reperire. Tutto si velocizza, ci lega, e tramite i social si ha la possibilità di interagire con la totalità delle persone nel mondo. Questo fenomeno potrebbe essere davvero utile se adoperato nella maniera adeguata, cosa che spesso così non è, ecco dunque che il risultato di oggi è diametralmente opposto a quanto presagito, siamo tutti connessi ma distanti fra di noi a discapito del rapporto umano. Trovarsi dietro una tastiera rende molte delle persone false, un luogo in cui non ci si può fidare, siamo connessi e allo stesso tempo disconnessi.
Quest’argomento è approfondito anche nell’ultimo lavoro concept di una delle band più interessanti del nostrano panorama progressivo, i romani La Bocca Della Verità.
Il gruppo oggi formato da Guglielmo Mariotti (basso, synth), Fabrizio Marziani (voce, chitarre), Roberto Bucci (chitarra elettrica, cori), Jimmy Bax (organo, tastiere, voce) e Massimo Di Paola (piano, tastiere, voce) nasce nel 2001 con l’intento di proporre sonorità care a band come Genesis, Pink Floyd, EL &P, PFM e Banco Del Mutuo Soccorso, il tutto rielaborato con la personalità dei strumentisti. Un mix fra passato e presente che già nel debutto “Avenoth” (Fading Records) del 2016, ha fornito prova delle potenzialità di questa musica. Dopo ben sette anni ritornano con “[Un]connected”, un disco elaborato e supportato anche da importanti special guest come ad esempio il chitarrista del Banco Del Mutuo Soccorso, Filippo Marchegiani nel brano “Cryogenic Hope”. A completare la squadra di supporto ci sono Marco Vincini (voce), Valerio Fisik (direttore musicale, cori), Angelo Cappiello (supervisore vocale, cori), Alessandro Inolti (batteria), e Ilaria Monteleone (voce).
Il viaggio che si affronta durante l’ascolto composto di sedici tracce, suggerisce come unica via di salvezza l’amore, il ritorno ai valori primordiali, la bellezza e l’accettazione della morte.
Il disco si apre ovviamente con la connessione, il brano completamente strumentale s’intitola “Connected Ouverture”, qui le note immergono immediatamente l’ascoltatore nel mondo virtuale, un enfatico inizio progressivo che potrebbe essere accostato a quello di Neal Morse per intensità e pienezza dei suoni, soprattutto per merito delle tastiere arrembanti. La chitarra elettrica è libera di cavalcare sulle note sostenute da una ritmica accurata e rodata, un connubio Prog che mostra immediatamente le caratteristiche di questa band.
La voce subentra in “Winter In Our Mind” assieme al Mellotron, strumento chiave del Progressive Rock in senso generale. Gli anni ’70 si materializzano nella mente, la musica prende una strada maggiormente riflessiva e pacata. In “Hikkomori Humanity” c’è Roberto Bucci alla chitarra, qui diversi sono i punti di congiunzione con il genere Neo Prog.  Un problema che spesso si riscontra nell’ascolto del Rock Progressivo Italiano è la voce, in questo caso si può fare una eccezione, perché la prova di Marziani è gradevole oltre che ottima interprete dei testi, spesso al limite del recitato come ha saputo fare Fish dei Marillion negli anni ’80. Energica “I'm Gonna Buy Something”, un bagno nell’Hard Prog che non ti aspetti. “Lullaby Of The Ancient World” come suggerisce il titolo, è una ninna nanna a più voci, a testimonianza di un attenta cura per gli arrangiamenti, mentre la chitarra classica disegna atmosfere Genesiane. “Blind Trust” torna a sondare i muscoli della band che si dimostra ancora una volta altamente coesa.
Ma il pezzo forte dell’album a mio parere s’intitola “Liquid Suite”, brano di quindici minuti che ancora una volta mi riporta al mondo dei Spock’s Beard di Neal Morse. Tutto il resto lo scoprirete voi se siete interessati amanti di questo genere musicale.
Nuovamente mi ritrovo a decantare le lodi di un lavoro italiano, sotto questo aspetto oggi non siamo secondi proprio a nessuno, se non addirittura sopra, tutto questo grazie anche a realtà come i La Bocca Della Verità.  Sarebbe davvero un peccato non ascoltarli perché semplicemente ottimi! MS


Ascolto:


https://altrockproductions.bandcamp.com/album/un-connected


Versione Inglese:


LA BOCCA DELLA VERITA’ - [Un]connected
Ma. Ra. Cash Records - BTF - Pick Up records
Genre: Progressive Rock
Support: cd / Bandcamp - 2023


One of the most talked about topics in many different venues speaking on social is the relationship with which we live the internet phenomenon. Technology has brought the world into our homes with the possibility of having everything and everything now, both in human relationships and in easy-to-find objects. Everything is speeded up, it binds us together, and through social media we have the ability to interact with the totality of people in the world. This phenomenon could be really useful if used in the proper way, which is often not the case, so here is the result today is diametrically opposed to what was foreshadowed, we are all connected but distant from each other to the detriment of human relationship. Being behind a keyboard makes many of the people false, a place where we cannot be trusted, we are connected and disconnected at the same time.
This topic is also explored in depth in the latest concept work of one of the most interesting bands in our progressive scene, the Romans La Bocca Della Verità.
The group today formed by Guglielmo Mariotti (bass, synth), Fabrizio Marziani (vocals, guitars),Roberto Bucci (electric guitar, backing vocals) Jimmy Bax (organ, keyboards, vocals) and Massimo Di Paola (piano, keyboards, vocals) was born in 2001 with the intention of proposing sounds dear to bands such as Genesis, Pink Floyd, EL &P, PFM and Banco Del Mutuo Soccorso, all reworked with the personality of the instrumentalists. A mix of past and present that already in their 2016 debut "Avenoth" (Fading Records) proved the potential of this music. After a good seven years they return with "[Un]connected," an elaborate record also supported by important special guests such as Banco Del Mutuo Soccorso guitarist Filippo Marchegiani in the track "Cryogenic Hope." Rounding out the support team are Marco Vincini (vocals), Valerio Fisik (musical director, backing vocals), Angelo Cappiello (vocal supervisor, backing vocals), Alessandro Inolti (drums), and Ilaria Monteleone (vocals).
The journey one faces while listening composed of sixteen tracks suggests love, a return to primal values, beauty and the acceptance of death as the only way of salvation.
The album obviously opens with connection, the fully instrumental track is titled "Connected Overture," here the notes immediately immerse the listener in the virtual world, an emphatic progressive beginning that could be likened to Neal Morse's in terms of intensity and fullness of sound, especially due to the harrowing keyboards. The electric guitar is free to ride on the notes supported by an accurate and broken-in rhythm, a Prog combination that immediately highlights the characteristics of this band.
Vocals take over in "Winter In Our Mind" along with the Mellotron, a key instrument of Progressive Rock in a general sense. The 1970s materialize in the mind, the music takes a more reflective and calm path. In "Hikkomori Humanity" there is Roberto Bucci on guitar, here several are the points of conjunction with the Neo Prog genre.  A problem often found in listening to Italian Progressive Rock is the vocals, in this case an exception can be made, because Marziani's evidence is pleasant as well as excellent interpreter of the lyrics, often bordering on acting as Fish of Marillion was able to do in the 1980s.
Energetic "I'm Gonna Buy Something," a bath in Hard Prog that you don't expect. "Lullaby Of The Ancient World," as the title suggests, is a multi-voiced lullaby, a testament to careful attention to arrangements, while classical guitar draws Genesian atmospheres. "Blind Trust" returns to test the muscles of the band, which once again proves highly cohesive.
But the highlight of the album in my opinion is entitled "Liquid Suite," a fifteen-minute track that once again takes me back to the world of Neal Morse's Spock's Beard. Everything else you will discover if you are interested lovers of this genre of music.
Once again I find myself extolling the praises of an Italian work, in this aspect today we are second to none at all, if not even above, all thanks in part to the likes of La Bocca Della Verità.  It would really be a shame not to listen to them because they are simply excellent! MS





giovedì 10 agosto 2023

Notturno

NOTTURNO - Iceblink
Autoproduzione
Genere: Post Prog Moderno
Supporto: digitale - Spotify, Tidal, Deezer, Amazon music




Nel nuovo millennio ci stiamo sempre più distanziando dalla musica supportata per andare verso quella liquida, ed è un peccato, perché si perde il contatto fisico con essa. E’ vero che c’è oggi un ritorno al vinile, tuttavia sono sempre i simpatici boomer ad accaparrarsi quelle copie, come si dice, una rondine non fa primavera. Tutto questo dispiace, perché immaginate voi cosa sarebbe stato “The Dark Side Of The Moon” senza il suo bel gatefoold creato da quel genio di Storm Thorgerson, e non lo dico per nostalgia, ma per dato di fatto. Avere un libretto in mano da leggere durante l’ascolto, toccare il disco, è un rito che i più appassionati arricchiscono anche con l’olfatto, un poco come si fa quando si compra un libro nuovo, confessiamo, chi non ne ha mai odorato le pagine? Non voglio entrare poi nel discorso della qualità sonora altrimenti non se ne esce più.
Questo preambolo solo per dire che è un peccato che un bel disco come “Iceblink del trio catanese Notturno, non goda del supporto necessario che lo avrebbe di certo esaltato oltremodo.
La copertina poi è molto bella, vero specchio della musica proposta in questo lavoro composto di nove brani. E’ anche vero che così facendo le spese si abbattono, e quindi si ha la possibilità di proporsi al mondo intero grazie ai noti canali digitali a disposizione. Forse va anche bene così, ma ascoltare musica su un buon impianto stereo piuttosto che in un pc o in un telefonino è a mio avviso ben altra cosa.
Detto questo (che non vuole essere una critica nei confronti dei Notturno, bensì un fotografare una scena collettiva che oggi si muove in codesta maniera all’unisono), veniamo alla band composta da Claudia Caudullo (chitarra, voce), Riccardo Liberti (basso e programmazione), e Francesco Cucinotta (synth), quest’ultimo giunto per ultimo nel progetto che promuove una musica sia malinconica che d’effetto.
Di certo Steven Wilson assieme ai Porcupine Tree e band come Anathema, o i più acustici Opeth, hanno fatto davvero una nutrita serie di proseliti, anche nel suolo italico. Da sottolineare che tutti questi nomi fanno comunque riferimento a un'unica band del passato, i Pink Floyd. Le canzoni sono per lo più strumentali, con un cantato sporadico, quindi i Notturno puntano tutto sulla qualità delle melodie e su certi assolo che strappano l’anima. Per realizzare “Iceblink” si avvalgono anche del supporto di una decina di special guest, la cura per i particolari dunque è ricercata.
“Beyond The Stars” apre con un arpeggio incessante, mentre l’ingresso delle altre strumentazioni ritmiche accrescono il patos del momento. In questa musica si possono estrapolare differenti generi dal Post Rock al Prog passando per la Psichedelia, tutti ingredienti che conducono al termine Post Prog Moderno. La chitarra elettrica quando parte in  pompa magna fa scorrere sulla pelle più di un brivido, ed è davvero un piacere ritrovarsi ad ascoltare a occhi chiusi ciondolando il capo nell’aria. “Echoes And Dust” riconduce a quello che suggerivo in precedenza, ossia certi Opeth acustici hanno lasciato il segno anche nei cuori dei Notturno. Il velo di malinconia svolazza sopra le nostre menti, tuttavia siamo sempre mediterranei, è inevitabile che alcune schiarite di sole giungano di tanto in tanto.
“Starless” è un titolo importante che riconduce inevitabilmente al capolavoro assoluto dei King Crimson, ma qui non trattasi di cover, piuttosto di stile Anathema periodo “Alternative 4” o
“Judgement”, quindi anni 1998 e 1999. Le chitarre si alternano fra arpeggi e graffianti riff metallici. La soave voce di Claudia Caudullo è la ciliegina sulla torta. La breve “The Sudden Glow” è un effettato momento di sintetizzatori che conducono alla title track “Iceblink”, canzone che riesce a unire presente e passato grazie a vocalità Folk su basi ancora una volta alternanti frangenti acustici ed elettrici. Per il mio gusto personale è uno dei momenti maggiormente interessanti dell’intero album. E’ la volta di “Remnants (Reprise)”, qui i Notturno diventano grevi, massicci, mentre la voce richiama il cadenzare di Vincent Cavanagh, ancora una volta Anathema.
“Circles Of Confusion” è una perla sonora con un finale di chitarra elettrica di matrice Pink Floyd, vera bomba emotiva che colloca questo brano al primo posto della mia graduatoria personale. “The Invisible Caress” è un lento d’effetto, mentre la chiusura è affidata a “Interception Of The Night Sky”, dove gli effetti psichedelici sono la spina dorsale del contesto sonoro.
Agli appassionati di questo genere non mi resta che consigliare l’ascolto di “Iceblink” nelle piattaforme suggerite nei titoli iniziali o qui nel blog, e di sottolineare il fatto che anche noi in Italia abbiamo diversi buoni rappresentanti, uno di questi si chiama Notturno, nomen omen. MS 





Versione Inglese:


NOTTURNO – Iceblink
Autoproduction
Genre: Modern Post Prog
Support: digital - Spotify, Tidal, Deezer, Amazon music
 
In the new millennium we are increasingly distancing ourselves from supported music and moving toward liquid music, and that is a shame, because we lose physical contact with it. It is true that there is a return to vinyl today, however it is always the nice boomers who hoard those copies, as they say, one swallow doesn't make a summer. This is all unfortunate, because just imagine what "The Dark Side Of The Moon" would have been without its beautiful gatefoold created by that genius Storm Thorgerson, and I am not saying this out of nostalgia, but as a matter of fact. Having a booklet in hand to read while listening, touching the record, is a ritual that most fans also enrich with the sense of smell, a little like one does when buying a new book, let's confess, who has never smelled its pages? Then I do not want to go into the discussion of sound quality otherwise it will not come out. This preamble only to say that it is a pity that a beautiful record like "Iceblink by the Catania trio Notturno, does not enjoy the necessary support that would certainly have enhanced it beyond measure.The cover then is very beautiful, a true mirror of the music proposed in this work composed of nine tracks. It is also true that by doing so, expenses are lowered, and then you have the opportunity to present yourself to the whole world through the well-known digital channels at your disposal. Perhaps this is also fine, but listening to music on a good stereo system rather than in a pc or cell phone is in my opinion quite another thing.
Having said that (which is not meant to be a criticism of Notturno, but rather a snapshot of a collective scene that today is moving in unison in such a manner), let us come to the band composed of Claudia Caudullo (guitar, vocals), Riccardo Liberti (bass and programming), and Francesco Cucinotta (synth), the latter coming last in the project that promotes music both melancholic and impressive.
Certainly Steven Wilson together with Porcupine Tree and bands such as Anathema, or the more acoustic Opeth, have indeed made a large number of proselytes, even on Italian soil. It should be noted that all these names still refer to one band from the past, Pink Floyd. The songs are mostly instrumental, with sporadic singing, so Notturno stakes everything on the quality of the melodies and certain soul-ripping solos. To make "Iceblink" they also enlist the support of a dozen or so special guests, the attention to detail therefore is sought after.
"Beyond The Stars" opens with a relentless arpeggio, while the entrance of other rhythmic instrumentation heightens the pathos of the moment. Different genres can be extrapolated in this music from Post Rock to Prog via Psychedelia, all ingredients leading to the term Modern Post Prog.
. The electric guitar when it starts off on a high note sends more than a chill through the skin, and it is indeed a pleasure to find oneself listening with eyes closed, dangling one's head in the air. "Echoes And Dust" leads back to what I was suggesting earlier, which is that certain acoustic Opeth have also left their mark on the hearts of Nocturne. The veil of melancholy flutters over our minds, yet we are still Mediterraneans; it is inevitable that some sunshine will come from time to time.
"Starless" is an important title that inevitably leads back to King Crimson's absolute masterpiece, but here we are not dealing with covers, rather with Anathema period style "Alternative 4" or
"Judgement," so 1998 and 1999 years. The guitars alternate between arpeggios and scratchy metal riffs. Claudia Caudullo's suave vocals are the icing on the cake. The brief "The Sudden Glow" is an effected moment of synthesizers leading to the title track "Iceblink," a song that manages to unite present and past thanks to Folk vocals on bases once again alternating acoustic and electric bangs. For my personal taste it is one of the most interesting moments of the whole album. It's the turn of "Remnants (Reprise)," here Nocturno becomes raw, massive, while the vocals recall the cadence of Vincent Cavanagh, again Anathema.
"Circles Of Confusion" is a sonic gem with a Pink Floyd-esque electric guitar finale, a true emotional bombshell that places this track at the top of my personal ranking. "The Invisible Caress" is a slow effect, while the closing is given to "Interception Of The Night Sky," where psychedelic effects are the backbone of the soundscape.
To fans of this genre, all that remains is for me to recommend listening to "Iceblink" on the platforms suggested in the opening titles and to emphasize the fact that we in Italy have several good representatives as well, one of which is called Notturno, nomen omen. MS








domenica 6 agosto 2023

Disvevia

 
DISVEVIA – Whitin All This Space
Autoproduzione
Genere: Neo Prog / Psichedelia
Supporto: Bandcamp – 2023




San Poerino, una località in campagna sita fra Arezzo e Siena, qui un nutrito gruppo di amici musicisti provenienti da altre zone toscane, crea una sala prove in un casolare in mezzo al nulla, fra grigliate, sole e risate.
Gli ingredienti sono davvero ottimi per creare quell’equilibrio/intesa che spesso si va cercando con molta difficoltà. La band Disvevia si forma nel 2020 e il nome prende ispirazione da Federico II di Svevia, re di Sicilia nel 1.200, famoso per essere un personaggio poliedrico e aperto alle contaminazioni, pur vivendo in tempi dove l’imposizione è stata all’ordine del giorno. Le caratteristiche sono giuste per un atteggiamento di certo Progressivo.
La formazione è numerosa, infatti comprende Gualtiero Anselmetti (sassofono contralto), Roberto Biliotti (tromba), Stefano Borsi (batteria), Coro Jazzy Ensemble (coro), Mattia Cavicchi (chitarra acustica, seconde voci), Marco Cecchi (basso, seconde voci), Fabio Colonnello (didgeridoo), Marco Di Bari (chitarra elettrica), Marco Iozzia (percussioni, batteria, drum machine), Simone Lupo (chitarra acustica, chitarra classica, seconde voci), Elisa Magrini (voci), Matteo Magrini (voci), Francesco Manetti (chitarra elettrica), Federico Mazzinghi (voce, basso elettrico, sintetizzatori, campionamenti), Matteo Muscedra (pianoforte, tastiere, ciaramella), Riccardo Paggi (basso, armonica), e Daniele Ramisti (chitarre).
In copertina per questo debutto possiamo visionare un autoritratto di Egon Leon Adolf Schiele, pittore austriaco espressionista dell’arte moderna oltre che incisore allievo di Gustav Klimt.
La registrazione in studio dei quattordici brani che compongono l’opera, è supervisionata da Matteo Magrini.
Sin dal primo pezzo intitolato “Vaia Vaia”, si estrapolano le numerose influenze psichedeliche prossime al mondo dei Pink Floyd e a quello dei Doors, qui addirittura si può ascoltare un richiamo finale al famoso brano “The End”. Un pianoforte inizia “Hook”, l’intenso cantato è in lingua inglese mentre la musica leggermente malinconica, sposa un periodo più moderno alternandosi a fasi elettriche, quasi al limite del Metal e del Neo Prog, questo grazie anche al prezioso apporto della chitarra dal sentore anni ’80. Scaturisce molta intensità, il suono datato dona un fascino particolare all’insieme.
Acustico l’inizio di “Palmi Al Cielo”, per poi lanciarsi in un cadenzato e massiccio riff  elettrico, qui il canto è effettuato in lingua italiana. Alti e bassi sonori rendono il risultato scorrevole. Si apre uno squarcio di sole attraverso “Come Un Respiro Qualunque”, il cantautorato si fa largo a gomitate fra queste influenze sonore, a dimostrazione di un’apertura mentale dei componenti di certo non ordinaria, il nome Disvevia conferma così il già descritto perché. Un giro di basso inizia l’amara “Carne Di Cristo” , qui il punto di forza risiede nel ritornello. Lascio poi a voi la scoperta delle perle contenute all’interno di  questo lavoro, compresa l’operistica e cinematografica “Dies Irae”, con tanto d’intro di Wolfgang Amadeus Mozart.
“Whitin All This Space” è un debutto ricco di generi, forse anche troppi per un neofita che si avvicina oggi al Progressive Rock, tuttavia per chi vi scrive è invece il punto di forza, tutta la fluidità dell’ascolto, a mio avviso, ne prende giovamento. Mentre i Disvevia cercano la loro identità definitiva, io già apprezzo così, compreso il palpabile divertimento che i musicisti trapelano durante l’esecuzione e nel concepimento di questi bei brani. E a proposito di grigliate, qui c’è davvero molta carne al fuoco. MS





Versione Inglese:


DISVEVIA - Whitin All This Space
Self-production
Genre: Neo Prog / Psychedelia
Support: Bandcamp – 2023
 
San Poerino, a town in the countryside located between Arezzo and Siena, here a large group of musician friends from other parts of Tuscany create a rehearsal room in a farmhouse in the middle of nowhere, amid grills, sunshine and laughter.
The ingredients are really good to create that balance/understanding that often goes looking for with much difficulty. The band Disvevia was formed in 2020 and the name takes its inspiration from Frederick II of Swabia, king of Sicily in 1,200, famous for being a multifaceted character and open to contamination, despite living in times where imposition was the order of the day. The characteristics are right for a certainly Progressive attitude.
As I said, the lineup is large, in fact it includes Gualtiero Anselmetti (alto saxophone), Roberto Biliotti (trumpet), Stefano Borsi (drums), Coro Jazzy Ensemble (choir), Mattia Cavicchi (acoustic guitar, second vocals), Marco Cecchi (bass guitar, second vocals), Fabio Colonnello (didgeridoo), Marco Di Bari (electric guitar), Marco Iozzia (percussion, drums, drum machine),
Simone Lupo (acoustic guitar, classical guitar, second vocals), Elisa Magrini (vocals), Matteo Magrini (vocals), Francesco Manetti (electric guitar), Federico Mazzinghi (vocals, electric bass, synthesizers, samples), Matteo Muscedra (piano, keyboards, shawm), Riccardo Paggi (bass, harmonica), and Daniele Ramisti (guitars).
On the cover for this debut we can view a self-portrait of Egon Leon Adolf Schiele, an Austrian expressionist painter of modern art as well as a printmaker who was a student of Gustav Klimt.
The studio recording of the fourteen tracks that make up the work is supervised by Matteo Magrini.
From the very first track entitled "Vaia Vaia," one can extrapolate the many psychedelic influences close to the world of Pink Floyd and that of the Doors, here one can even hear a final callback to the famous song "The End." A piano starts "Hook," the intense singing is in English while the slightly melancholic music marries a more modern period alternating with electric phases, almost bordering on Metal and Neo Prog, this also thanks to the valuable contribution of the guitar with a hint of the 80s. It unleashes much intensity, the dated sound lending a special charm to the whole.
Acoustic the beginning of "Palmi Al Cielo," then launching into a cadenced and massive electric riff, here the singing is done in Italian. Sonic highs and lows make for a smooth result. A glimpse of sunshine opens through "Come Un Respiro Qualunque," songwriting cranks its way through these sonic influences, demonstrating an open-mindedness of the components that is certainly not ordinary, the name Disvevia thus confirming the already described why. A bass turn begins the bitter "Carne Di Cristo" , here the strong point lies in the refrain. I then leave it to you to discover the gems contained within this work, including the operatic and cinematic "Dies Irae," complete with an intro by Wolfgang Amadeus Mozart.
"Whitin All This Space" is a debut full of genres, perhaps even too many for a neophyte approaching Progressive Rock today, however for the writer it is instead the strong point, the whole fluidity of the listening experience, in my opinion, benefits from it. As Disvevia searches for their ultimate identity, I already appreciate it this way, including the palpable fun the musicians exude while performing and conceiving these fine songs. And speaking of grilling, there is indeed a lot of meat on the grill here. MS



giovedì 3 agosto 2023

The Anchestry Program

THE ANCHESTRY PROGRAM – On Silent Mammalia Pt II
Progressive Promotion Records
Distribuzione: G.T. Music
Genere: Neo Prog
Supporto: cd – 2023




La Germania ha sempre dimostrato nel tempo di essere una nazione molto attenta al fenomeno Progressivo in senso generale, un occhio di riguardo è rivolto maggiormente al Neo Prog attraverso una lunga sequenza di band. Fra i nomi più importanti si possono citare i RPWL, Argos, Bel Air, Blind Ego, Chandelier, Eyesberg, Morphelia, Pandoras Box, Saris, Seven Steps To The Green Door, Shamall, Subsignal, Violet District e The Wow, questa lista la stilo solamente per chi, più curioso di voi, volesse approfondire la scena. I The Anchestry Program (TAP), si fondano a Monaco circa nel 2019. Tre gli album in studio compresa questa seconda parte di “On Silent Mammalia”, che inizia con “Tomorrow” (FreiBad Schallplatten & Musikverlag) nel 2020.
L’artwork con il colore giallo predominante, richiama palesemente la prima parte di quest’opera, con un paesaggio futuristico abitato da balene volanti. L’edizione cartonata è molto curata, apribile in quattro facciate e contenente un libretto abbondante con foto, testi e credits. La band oggi cambia elementi e si allarga diventando un sestetto, il bassista Marco Osmajic sostituisce Frank Thumbach mentre Mike Voglmeier (chitarra e voci), si unisce al progetto. Così la formazione odierna: Andy Lind (batteria, cori), Mani Gruber (chitarra, cori), Mike Voglmeier (chitarra, cori), Ben Knabe (voce, chitarra), Marco Osmajic (basso) e Thomas Burlefinger (tastiere, cori). Si circondano anche di special guest grazie all’ex Sieges Even Wolfang Zenk (solo chitarra in “Ancestor”), Tom Reinbrecht (sax in “Path On Inspiration”), Reinhard Greiner (tromba in “Path On Inspiration” e “Create Our Sin”), Petra Amasreiter (violino in “War Is Over”), Emil Bekir (violoncello in “Pangreta’s Box) e Klaus Filser (violino e viola in “Pangreta’s Box).
Il disco ha dieci tracce in cui escluse l’intro “Mysticeti Ambassador… “ e l’outro “… Of Silent Mammalia”, rispettivamente della durata più ridotta di due e quasi quattro minuti, le altre si aggirano tutte attorno ai sette minuti, a conferma di una struttura Progressiva onorata.
La musica è molto curata negli arrangiamenti e la buona incisione esalta tutta la riuscita di questo disco che farà sicuramente la gioia degli amanti del Neo Prog. Numerosi i punti d’ispirazione che fanno di “On Silent Mammalia Pt II” un disco aperto a ogni soluzione, si possono estrapolare influenze Arena, Ayreon, Pink Floyd, Queen, Savatage, Genesis, IQ e molti altri, a testimonianza di un’ampia cultura musicale da parte dei componenti.
Ed è L’intro “Mysticeti Ambassador…” a condurci in questo mondo fantastico, fra effetti elettronici e un cantato al limite del recitato, proprio come la band Ayreon dell’olandese Lucassen ha rilasciato negli anni. I giochi si aprono ufficialmente con “Path Of Inspiration” e i fiati che chiamano a raccolta le ritmiche precise, dove le tastiere ricoprono un ruolo quasi vintage. Il suono s’indurisce attraverso un riff metallico cadenzato che si alterna a fasi maggiormente allegre. Il pregio di questa musica è l’insieme sonoro atto ad alzare un muro ricco di particolari tutti da scoprire. Si entra nel Neo Prog in “Pangreta’s Box”, altro movimento ricco di effetti (anche vocali) e cambi umorali sino addirittura giungere a un metallico growl sussurrato. Dissonanze sono proposte attraverso gli archi, mentre il ritornello potrebbe benissimo risiedere nella discografia degli inglesi IQ. Durante l’ascolto si ha, in effetti, la sensazione di essere sorvolati da balene spaziali, le atmosfere hanno numerosi cambi repentini e comunque sempre a disposizione della fantasia. Ottimo anche l’assolo strumentale della chitarra. “War Is Over” ha un’attenzione maggiore per gli anni ’70, “Maria’s Smile” con quasi nove minuti di durata, è la canzone più lunga dell’album ed è anche una delle canzoni che ho maggiormente apprezzato di più, grazie ad alcune atmosfere a tratti psichedeliche riconducibili al mondo dei Pink Floyd. Una sorta di ballata sentita e a effetto con un assolo finale di chitarra struggente. E siamo solo alla metà del viaggio, dove le polveri sono ulteriormente accese da “Ancestors”, vetrina per le qualità balistiche di Andy Lind. Altro elevato momento emotivo, giunge da “Star To Follow”, un’altalena di sensazioni che fanno sempre capo a un buon songwriting oltre che a influenze New Wave anni ’80. “Paranoid Structures” cambia nuovamente rotta per mettere in luce le qualità tecniche dei singoli componenti, a seguire “Create Our Sins”, dove il cantato ricorda ancora una volta quello di Paul Menel del periodo IQ della fine anni ’80. Solare il finale “… Of Silent Mammalia”, rispetto a tutto il materiale ascoltato questo è decisamente il più vicino alla semplice formula canzone, ma una menzione a parte va al solo di chitarra, un'altra volta molto efficace.
“On Silent Mammalia Pt II” è un disco totale, in cui l’insieme si muove senza momenti di stanca, le sorprese sono sempre dietro l’angolo, mentre il gusto per le melodie sono un’altra carta vincente di quest’opera che consiglio caldamente a tutti gli amanti della musica in senso generale. Ottimo. MS





Versione Inglese:


THE ANCHESTRY PROGRAM - On Silent Mammalia Pt II
Progressive Promotion Records
Distribution: G.T. Music
Genre: Neo Prog
Support: cd – 2023


Germany has always shown over time that it is a nation very attentive to the Progressive phenomenon in a general sense, an eye is turned more to Neo Prog through a long sequence of bands. Among the most prominent names are RPWL, Argos, Bel Air, Blind Ego, Chandelier, Eyesberg, Morphelia, Pandoras Box, Saris, Seven Steps To The Green Door, Shamall, Subsignal, Violet District and The Wow, this list I am only compiling for those more curious than you who would like to delve into the scene. The Anchestry Program (TAP), was founded in Munich circa 2019. Three studio albums including this second part of "On Silent Mammalia," beginning with "Tomorrow" (FreiBad Schallplatten & Musikverlag) in 2020. The artwork with the predominant color yellow, blatantly recalls the first part of this work, with a futuristic landscape inhabited by flying whales. The hardback edition is highly edited, opening four sides and containing an abundant booklet with photos, lyrics and credits.
The band today changes elements and expands to become a sextet, bassist Marco Osmajic replaces Frank Thumbach while Mike Voglmeier (guitar and vocals), joins the project. Thus today's lineup: Andy Lind (drums, backing vocals), Mani Gruber (guitar, backing vocals), Mike Voglmeier (guitar, backing vocals), Ben Knabe (vocals, guitar), Marco Osmajic (bass) and Thomas Burlefinger (keyboards, backing vocals). They also surround themselves with special guests thanks to former Sieges Even Wolfang Zenk (guitar only in "Ancestor"), Tom Reinbrecht (saxophone in "Path On Inspiration"), Reinhard Greiner (trumpet in "Path On Inspiration" and "Create Our Sin"), Petra Amasreiter (violin in "War Is Over"), Emil Bekir (cello in "Pangreta's Box) and Klaus Filser (violin and viola in "Pangreta's Box).
The disc has ten tracks in which excluding the intro "Mysticeti Ambassador... " and the outro "... Of Silent Mammalia," respectively of the shorter duration of two and almost four minutes, the others all hover around seven minutes, confirming an honored Progressive structure. The music is very well cared for in the arrangements and the good recording enhances the whole success of this record that will surely delight Neo Prog lovers. Numerous points of inspiration make "On Silent Mammalia Pt II" an album open to every solution, one can extrapolate Arena, Ayreon, Pink Floyd, Queen, Savatage, Genesis, IQ and many other influences, testifying to a broad musical culture on the part of the components.
And it is THE intro "Mysticeti Ambassador..." that leads us into this fantasy world, amid electronic effects and borderline recitative singing, just as Dutch Lucassen's band Ayreon has released over the years. The games officially open with "Path Of Inspiration" and horns calling out the precise rhythms, where keyboards play an almost vintage role. The sound hardens through a cadenced metal riff that alternates with more upbeat phases. The merit of this music is the sonic ensemble apt to raise a wall full of details all to be discovered. We enter Neo Prog in "Pangreta's Box," another movement full of effects (also vocal) and mood changes until even reaching a metallic whispered growl. Dissonances are offered through strings, while the refrain could well reside in the discography of the British IQ. During the listening one has, indeed, the feeling of being flown over by space whales, the atmospheres have numerous sudden changes and yet always available to the imagination. The instrumental guitar solo is also excellent. "War Is Over" has a greater focus on the 1970s, "Maria's Smile," at nearly nine minutes in length, is the longest song on the album and is also one of the songs I enjoyed the most, thanks to some at times psychedelic atmospheres that can be traced back to the world of Pink Floyd. A kind of heartfelt and affecting ballad with a poignant final guitar solo. And we are only halfway through, where the dust is further ignited by "Ancestors," a showcase for Andy Lind's ballistic qualities. Another elevated emotional moment, comes from "Star To Follow," a seesaw of sensations that always point to good songwriting as well as 80s New Wave influences. "Paranoid Structures" changes course again to highlight the technical qualities of the individual members, followed by "Create Our Sins," where the singing is again reminiscent of Paul Menel's from the IQ period of the late 1980s.
"Paranoid Structures" changes course again to highlight the technical qualities of the individual components, followed by "Create Our Sins," where the singing is again reminiscent of Paul Menel's from the IQ period of the late 1980s. Sunny the finale "... Of Silent Mammalia," compared to all the material heard this is definitely the closest to the simple song formula, but a separate mention goes to the guitar solo, again very effective.
"On Silent Mammalia Pt II" is a total record, in which the whole moves along without any tired moments, surprises are always just around the corner, while the taste for melodies are another trump card of this work that I highly recommend to all music lovers in a general sense. Excellent. MS