Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO
venerdì 30 giugno 2023
Metal Progressive Italiano
lunedì 26 giugno 2023
Mostra Rock Progressivo Italiano anni '70
MOSTRA DISCHI ROCK PROGRESSIVO ITALIANO
ANNI '70
Di Massimo Max Salari
giovedì 22 giugno 2023
Neo Prog - Il Libro
NEO PROG - STORIA E DISCOGRAFIA
(Articolo di Daniele Gattucci)
Dopo il successo di “ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 – 2013” (2018 - Arcana) e “METAL PROGRESSIVE ITALIANO” (2019 - Arcana) con i quali vince i premi “Macchina Da Scrivere” alla voce Migliore enciclopedia dell’anno, lo scrittore fabrianese torna a sondare un altro argomento mai trattato in editoria: il Neo Prog.
Rivolgendosi sempre ad un pubblico di nicchia, attento e conoscitore di musica, racconta la storia del genere dagli albori ad oggi, esaminando le discografie dei gruppi più significativi anche attraverso i loro testi. La parte enciclopedica è suddivisa per nazioni con i gruppi fondamentali e infine la parte di approfondimento con due realtà odierne importanti come gli americani Spock’s Beard e gli inglesi Arena.
Il viaggio esplicativo vede protagonista come rappresentato nella copertina il jester, simbolo della band che ha dato origine alla ripresa del Progressive Rock nei primi anni ’80: i Marillion. Con loro in cattedra anche Pendragon, IQ, Pallas e Twelfth Night.
Il
Jester è un personaggio che accomuna molte delle band Neo Prog, così il face
paint adoperato in sede live dai cantanti di molti di questi gruppi. Tanto
viene estrapolato dal lavoro dei Genesis, che assieme a Peter Gabriel negli
anni ’70 apportano successo al Progressive Rock. Esso subisce un doloroso stop
alla fine degli anni ’70 con l’avvento del Punk, della Discomusic e della New
Wave. Il Neo Prog è dunque la rinascita del genere che attinge molto da queste
sonorità “Genesiane” ma anche al sound dei Pink Floyd e dei Camel in primis. L’autore
nel raccontare la storia volge lo sguardo anche agli avvenimenti che accadono
nel periodo, fattore importante in quanto la musica è sempre rappresentanza
della società del momento.
Non manca neppure un analisi conclusiva. Il critico consiglia di tenere l’opera accanto al pc dove poter consultare e approfondire in rete la musica di queste band non molto conosciute, ma che sicuramente elargiscono emozioni a profusione in quanto musica fatta da ottimi professionisti e di tante belle melodie. Un occasione unica per conoscere il lato evolutivo del Rock scritto da un noto amante efferato del genere: Massimo “Max” Salari.
After the success of "ITALIAN PROGRESSIVE ROCK
1980 - 2013" (2018 - Arcana) and "ITALIAN PROGRESSIVE METAL"
(2019 - Arcana) with which he won the "Macchina Da Scrivere" awards
under the heading Best Encyclopedia of the Year, the Fabrianese writer returns
to probe another topic never before covered in publishing: Neo Prog. Always
addressing a niche audience, attentive and knowledgeable about music, he tells
the story of the genre from its beginnings to the present day, examining the
discographies of the most significant groups also through their lyrics. The
encyclopedic part is divided by countries with the fundamental groups and
finally the in-depth part with two important today's realities such as the
Americans Spock's Beard and the British Arena.The explanatory journey features
as depicted on the cover the jester, symbol of the band that gave rise to the
revival of Progressive Rock in the early 1980s: the Marillion. With them on the
cover are also Pendragon, IQ, Pallas and Twelfth Night.
The Jester is a character shared by many of the Neo
Prog bands, so the face paint employed in live performance by the singers of
many of these groups. So much is extrapolated from the work of Genesis, which
together with Peter Gabriel in the 1970s brought success to Progressive Rock.
It suffered a painful halt in the late 1970s with the advent of Punk,
Discomusic and New Wave. Neo Prog is thus the rebirth of the genre that draws
heavily from these "Genesian" sounds but also to the sound of Pink
Floyd and Camel first and foremost.
The author in telling the story also turns his gaze to
the events happening in the period, an important factor since music is always
representative of the society of the time.
A concluding analysis is also not lacking. The
reviewer recommends keeping the work next to your pc where you can consult and
delve into the music of these bands that are not very well known, but certainly
bestow emotions in profusion as music made by excellent professionals and many
beautiful melodies. A unique opportunity to learn about the evolving side of
Rock written by a well-known effete lover of the genre: Massimo "Max"
Salari.
mercoledì 21 giugno 2023
I Viaggi Di Madeleine
I VIAGGI DI MADELEINE – Tra Luce E
Ombra
M.P.
Records
Distribuzione:
G.T. Music Distribution
Genere:
Hard Prog
Supporto:
cd – 2023
Questo
2023 si sta distinguendo per le buone e numerose uscite musicali in ambito
Progressive Rock Italiano. Il genere dato per finito alla fine degli anni ’70
si è sempre barcamenato sino a oggi con caparbietà e qualità, proprio come un
salmone controcorrente. Nonostante il completo disinteresse dei grandi media,
il Prog vive e regala sempre nuove emozioni, ovviamente mutando anche pelle riguardo
ai tempi che furono, sempre trattati con rispetto e comunque sia evoluti
attraverso le nuove mode musicali che si sono susseguite nel tempo.
Il
sottogenere Hard Prog per esempio è ancora bene rappresentato dalla band di
Lecce I Viaggi di Madeleine, formatasi nel 2015 per il volere del polistrumentista
e compositore Francesco Carella, del chitarrista Giuseppe Cascarano e del
batterista Giuseppe Quarta. Come molte di queste band del settore, i Viaggi Di
Madeleine intraprendono una dura gavetta fatta di numerosi live, vera palestra
per l’intesa, e alcuni demo. Discograficamente esordiscono nel 2019 con l’album
omonimo “I Viaggi di Madeleine”.
Oggi
sono un duo, Francesco Carella (Frenkcarella) e Giuseppe Quarta (Joe Quarta) e
per la registrazione di “Tra Luce E Ombra” si agevolano con ospiti, anche di
elevata caratura: Richard Sinclair (voce e basso in “Poker”), Marco Ancona
(chitarra in “Frequenze Solari”), Pietro Sansonetti (chitarra in “Road
Roller”), Francesco Del Prete (violino in “Nostalgie”), Roberto Gagliardi (sax
soprano in “Frequenze Solari”) e Santi Spanna (voce narrante in “Bronx”). Sotto
la produzione di Vannuccio Zanella, oltre che de I Viaggi Di Madeleine stessi, il
disco è supportato da un bell’artwork per opera di Ondemedie, contenente testi
e foto. I disegni bene descrivono le sensazioni che a pelle fuoriescono durante
l’ascolto dei brani, un ricercare se stessi nelle stanze della mente, proprio
“Tra Luce E Ombra”. La chiave per uscirne fuori è la musica.
Il
viaggio nella psiche s’intraprende con “Migrazioni”, attraverso suoni in stile Goblin
e tastiere in evidenza a dettare le melodie semplici e dirette con lo scopo d’ipnotizzare
l’ascoltatore. Il pezzo, completamente strumentale, ha un profumo vintage che
fa sicuramente la gioia di moltissimi estimatori dei tempi che furono. Sale il
ritmo e non è un caso se la mente ritorna a certi passaggi di “E’ Festa” della
Premiata Forneria Marconi, immaginate la band di Di Cioccio cimentarsi in un
movimento Hard Prog. A impreziosire l’arrangiamento subentra il sax di Roberto
Gagliardi fra cambi di tempo e un buon solo di chitarra elettrica che non
guasta mai. La musica ci porta in alto sopra le frequenze solari, mentre la
dopamina comincia a circolare nel cervello. Più Blues “Poker”, con interventi
Jazz aggiunti, qui si può godere della voce e del basso di Richard Sinclair che
si lascia trasportare anche lui dal groove del pezzo. Trattandosi comunque di Prog
Rock il cambio di ritmo è dietro l’angolo.
Effetti
aprono “Bronx” mentre il vibrafono disegna armonie leggiadre. Santi Spanna
narra con voce profonda i testi sottolineati dal basso. “In quest’epoca di
gente malata, parole inutili che non valgono più niente”, qui l’amarezza e la
consapevolezza di un periodo storico che ci sta soffocando con cose futili,
rendendoci una massa omologata. Coralità quasi sciamane accolgono l’intro di “L’Ultima
Battaglia”, canzone più lunga del disco grazie ai sette minuti e mezzo di
durata. Qui molta carne al fuoco, Giuseppe Quarta ancora una volta elargisce
una prova dietro le pelli impeccabile, mentre le tastiere di Carella si mettono
in evidenza riportandoci all’Hard Prog grazie ad un suono ondulato in forma
Hammond. L’ascolto scivola via con piacere per merito della varietà di suoni e stili.
E non è quindi una sorpresa neppure la ricercatezza che compone “Androgino”, I
Viaggi Di Madeleine ci strattonano dentro i meandri della mente, non ci
lasciano scampo, dobbiamo seguirli obbligatoriamente, fra psichedelia e
sonorità sospese.
In
tre minuti strumentali giunge la storia di “Road Roller”, un uomo dal fisico proprio
palestrato come un rullo compressore. Rifiutata una richiesta d’amore da parte
di una donna, il personaggio si rinchiude in palestra per sviluppare ulteriormente
il proprio fisico, assumendo anche numerose sostanze anabolizzanti, tante da
portarlo sino alla morte. La conclusione spetta a “Nostalgie”, liberamente
tratto da “Inni Alla Notte” Di Novalis, qui il violino di Francesco Del Prete
dona all’insieme un velo di nostalgia che rende l’ascolto davvero gradevole,
una degna chicca sonora conclusiva che non nascondo mi ha richiamato anche
qualcosa degli inglesi Mostly Autumn primo periodo.
“Tra
Luce E Ombra” non è fatto per stupire, ma per godere di tutto quello che la
musica ci può elargire, una felice scappatoia dalla banalità dei tempi e
soprattutto dalle giornate che ci soffocano la vita, se qualcosa non va per il
verso giusto, ascoltatevi quest’album e poi mi direte! Super. MS
I VIAGGI DI MADELEINE – Tra Luce E
Ombra
M.P.
Records
Distribution:
G.T. Music Distribution
Genre:
Hard Prog
Support:
cd – 2023
This 2023 is standing out for good and numerous
musical releases in the Italian Progressive Rock field. The genre that was
given up for dead in the late 1970s has always managed until today with
stubbornness and quality, just like a salmon against the tide. Despite the
complete disinterest of the big media, Prog lives on and always gives new
emotions, obviously also changing skin regarding the times that were, always
treated with respect and however both evolved through the new musical fashions
that have followed over time.
The Hard Prog subgenre for example is still well
represented by the Lecce-based band I Viaggi di Madeleine, formed in 2015 by
the will of multi-instrumentalist and composer Francesco Carella, guitarist
Giuseppe Cascarano and drummer Giuseppe Quarta. Like many of these bands in the
industry, Viaggi Di Madeleine undertake a hard grind made up of numerous live
shows, a real training ground for understanding, and a few demos.
Discographically they made their debut in 2019 with the self-titled album
"I Viaggi Di Madeleine."
Today
they are a duo, Francesco Carella (Frenkcarella) and Giuseppe Quarta (Joe
Quarta), and for the recording of "Tra Luce E Ombra" they facilitate
with guests, also of high caliber: Richard Sinclair (vocals and bass in "Poker"),
Marco Ancona (guitar in "Frequenze Solari"), Pietro Sansonetti
(guitar in "Road Roller"), Francesco Del Prete (violin in
"Nostalgie"), Roberto Gagliardi (soprano sax in "Frequenze
Solari") and Santi Spanna (narrator in "Bronx"). Under the production of Vannuccio Zanella, as well as
I Viaggi Di Madeleine themselves, the album is supported by beautiful artwork
by Ondemedie, containing lyrics and photos. The designs well describe the
sensations that come out on the skin while listening to the tracks, a search
for oneself in the rooms of the mind, just "Between Light And
Shadow." The key to coming out is music.
The journey into the psyche is embarked upon with
"Migrations," through Goblin-style sounds and featured keyboards
dictating the simple and direct melodies with the aim of hypnotizing the
listener. The piece, completely instrumental, has a vintage scent that is sure
to delight many admirers of days gone by. The tempo rises and it is no accident
that the mind goes back to certain passages of Premiata Forneria Marconi's
"E' Festa," imagine Di Cioccio's band trying their hand at a Hard
Prog movement. Roberto Gagliardi's sax takes over to embellish the arrangement
between tempo changes and a good electric guitar solo that never hurts. The
music takes us high above sunny frequencies as dopamine begins to circulate in
the brain. More Blues "Poker," with added Jazz interventions, here we
can enjoy Richard Sinclair's voice and bass that also gets carried away by the
groove of the piece. Since this is still Prog Rock, however, the change of pace
is just around the corner. Effects open "Bronx" while vibraphone
draws graceful harmonies. Santi Spanna narrates with deep voice the lyrics
underscored by the bass. "In this age of sick people, useless words that
are no longer worth anything," here bitterness and awareness of a
historical period that is suffocating us with futile things, making us a
homogenized mass. Almost shamanistic choruses welcome the intro of "The
Last Battle," the longest song on the record thanks to its seven and a
half minute duration. Here much meat on the fire, Giuseppe Quarta once again lavishes
an impeccable test behind the skins, while Carella's keyboards come to the fore
bringing us back to Hard Prog thanks to an undulating sound in Hammond form.
The listening slips by with pleasure because of the variety of sounds and
styles. And so it is not a surprise either the refinement that makes up
"Androgynous," I Viaggi Di Madeleine yank us inside the meanders of
the mind, they leave us no escape, we have to follow them compulsorily, between
psychedelia and suspended sounds.
In three instrumental minutes comes the story of
"Road Roller," a man with a physique as buff as a steamroller.
Rejected by a woman's request for love, the character locks himself up in the
gym to further develop his physique, while also taking numerous anabolic
substances, so many that they drive him to his death. The conclusion falls to
"Nostalgie," loosely based on Novalis' "Hymns To The
Night," here Francesco Del Prete's violin gives the ensemble a veil of
nostalgia that makes for really enjoyable listening, a worthy closing sonic
treat that I won't hide also reminded me of something from England's Mostly
Autumn early period.
"Between Light And Shadow" is not made to
amaze, but to enjoy all that music can bestow on us, a happy escape from the
banality of the times and especially from the days that suffocate our lives, if
something is not going right, listen to this album and then tell me! Super. MS
sabato 17 giugno 2023
GTO
GTO
– Go GTO Go 1993-2023
Music
Force
Genere: Rock – Folk
Distribuzione: Egea Music
Supporto: 2cd
On
the road, il Rock va vissuto per strada! Il Rock è uno stile di vita e come
tale va interpretato, chilometri e chilometri fra sudore e polvere per andare a
suonare o semplicemente per vedere un concerto. Questo è uno stereotipo
inflazionato direte voi, personalmente invece ritengo il genere sempre poco
considerato soprattutto dai media, caso Måneskin a parte, una vampata di remake
che solo il tempo a breve saprà dirci se è si è trattata semplicemente di un
fuoco di paglia. Eppure di band impegnate nel nostro territorio ce ne sono
moltissime, anche con un buon seguito conquistato prevalentemente in sede live.
Un esempio lampante lo abbiamo con gli umbri GTO, quintetto oggi composto da
Stefano Bucci (voce), Romano Novelli (Chitarra, mandola, cori), Luigi
Bastianoni (fisarmonica, chitarra, voce, cori), Piero Passeri (basso), e
Alessandro Bucci (batteria). Si formano nel 1993 e intraprendono presto la
strada dei concerti che dona loro visione oltre che soddisfazioni, come nel
caso del 1998 in cui vincono l’Arezzo Wave. Gli anni 2000 li trovano impegnati
in un’interminabile serie di concerti e la discografia si fa nutrita, sei le
registrazioni ufficiali, “The Best Of” (2000), “Gtoclub” (2002), “Gtospecial”
(2007), “Mondiàl” (2010), “Little Italy” (2013), e “Super” (2018). Ci sono
anche brani di successo, come nel caso di “Pellerossa” e “La Cimbolera”,
utilizzati dal regista Michael Steike nella colonna sonora del telefilm tedesco
“La Sposa”. Non mancano neppure passaggi alla RAI e alle radio più importanti
del nostro stivale.
In
quest’anno i GTO tirano le somme, mostrando i muscoli che si sono sviluppati in
tutta questa palestra di vita, ossia un doppio cd di successi, con cover e
brani inediti, una vera e propria scorpacciata di musica fra Rock, Folk, Pop e
cantautoriale, il titolo è “Go GTO Go 1993-2023”.
Questo
“best of” è composto da ben trentotto canzoni mentre la confezione si presenta
cartonata, contenente le foto degli album, una narrazione degli intenti storici
e tutte le descrizioni del caso. Il rosso è il colore che prevale, proprio come
la passione che i musicisti mettono nelle loro composizioni.
Il
primo disco inizia con la cover di “Rimmel”, successo di Francesco De Gregori,
attraverso un andamento sia folk che Blues dove la voce di Bucci interpreta al
meglio con personalità senza fare il verso al grande cantautore. Coralità per
“Le Onde”, canzone allegra, diretta con un ritornello coinvolgente. Si viaggia
nel mondo cantautoriale con riferimenti anni ’70 in “Montedoro” dove la
fisarmonica pone un andamento sicuramente funzionale in sede live, da ballare e
cantare. Non da meno “Festa” sempre gioiale e con una cadenza che richiama il
migliore Fabrizio De Andrè. Inizio acustico per “Il Ragazzo E La Stella” dove i
Modena City Ramblers sono tirati in ballo grazie anche all’uso del violino. Uno
Ska accoglie l’ascolto nel brano “Il Mago”, i GTO si divertono a farci ballare
e ci dimostrano che la musica è vita, oltre che voglia di stare assieme. Da
sottolineare il brano conclusivo e inedito “Monica”, dove il Folk ritorna alla
ribalta narrante una serata amichevole con la bella amica Monica.
Il
secondo disco inizia con un altro inedito, “Tempesta Solare” e l’immancabile
ritmo coinvolgente che caratterizza il sound della band. I GTO proseguono il
cammino nella discografia con “Giorni”, dove al basso compare anche lo special
guest Andrea Matteaggi, e proprio a proposito di ospiti qui in “Go GTO Go” ne
troviamo davvero di numerosi: Ivan Birks al violino, Luca Canali alla voce nel
brano “Mexican Border”, Steve Teckila (dj), Alberto Brizzi (organo), Marcella
Benedetti (cori), Alessandra Chieli (cori), Claudia Bertoldi (cori), Simone
Procelli (sax), Roberto “master” Gatti (percussioni), Pietro Fabbri (tastiere)
e Leo “fresco” Beccafichi (fiati). Tutto
questo mette in luce la cura che la band apporta alle proprie composizioni con
arrangiamenti efficaci. Altra cover è
“Johnny B. Goode” fatta in italiano, mentre “Mexican Border” è cantata in
lingua inglese, e non manca una puntata nel mondo dei Negrita in “Freewheelin'
Radio”. C’è anche il Reagge con “Rimini”, sole in testa e mare avanti gli
occhi. I GTO sanno bene come intrattenere ma anche coccolare con canzoni
delicate come ad esempio “Buonanotte Stella”.
“Go
GTO Go 1993-2023” è una grande raccolta che racchiude davvero tutto il meglio
di questa band che con professionalità ha dimostrato negli anni di meritarsi
questa grande fetta di pubblico conquistata. Una immancabile occasione per
gettarsi anima e corpo in questa calda musica colorata, amica anche di tante
belle serate passate fra amici a divertirsi. MS
Versione Inglese:
GTO
- Go GTO Go 1993-2023
Music
Force
Genre:
Rock – Folk
Distribution:
Egea Music
Support:
2cd
On the road, Rock must be lived on the road! Rock is a
way of life and should be interpreted as such, miles and miles between sweat
and dust to go play or just to see a concert. This is an overblown stereotype
you will say, personally on the other hand I consider the genre always poorly
considered especially by the media, Måneskin case aside, a flush of remakes
that only time shortly will tell if it was simply a flash in the pan. Yet there
are many bands engaged in our territory, even with a good following gained
mainly in live performances. A prime example we have with the Umbrian GTO, a
quintet today composed of Stefano Bucci (vocals), Romano Novelli (guitar,
mandola, backing vocals), Luigi Bastianoni (accordion, guitar, vocals, backing
vocals), Piero Passeri (bass), and Alessandro Bucci (drums). They formed in
1993 and soon embarked on the road of concerts that gave them vision as well as
satisfaction, as in the case of 1998 when they won the Arezzo Wave. The 2000s
find them engaged in an interminable series of concerts, and the discography
becomes extensive, six official recordings, "The Best Of" (2000),
"Gtoclub" (2002), "Gtospecial" (2007), "Mondiàl"
(2010), "Little Italy" (2013), and "Super" (2018). There
are also hit songs, as in the case of "Pellerossa" and "La
Cimbolera," which were used by director Michael Steike in the soundtrack
of the German TV show "The Bride." There is also no shortage of
passages to RAI and the most important radio stations of our boot.In this year
GTO pulls the sums, showing the muscles that have developed throughout this
gymnasium of life, namely a double CD of hits, with covers and unreleased songs,
a real binge of music between Rock, Folk, Pop and singer-songwriter, the title
is "Go GTO Go 1993-2023". This "best of" consists of no
less than thirty-eight songs while the packaging comes in hardback, containing
photos of the albums, a narration of the historical intentions, and all the
relevant descriptions. Red is the prevailing color, just like the passion the
musicians put into their compositions. The first disc begins with a cover of
"Rimmel," Francesco De Gregori's hit, through both a folk and blues
progression where Bucci's voice interprets at its best with personality without
fawning over the great singer-songwriter. Chorality for "Le Onde," an
upbeat, straightforward song with an engaging refrain. We travel into the world
of singer-songwriters with 70s references in "Montedoro" where the
accordion sets a trend that is certainly functional in live, to be danced and
sung. Not to be outdone is "Festa," always jovial and with a cadence
reminiscent of the best Fabrizio De Andrè.
Acoustic start for "The Boy And The Star"
where the Modena City Ramblers are pulled in thanks in part to the use of the
violin. A Ska welcomes the listening in the track "Il Mago," GTO have
fun making us dance and show us that music is life, as well as a desire to be
together. Of particular note is the closing, unreleased track
"Monica," where Folk returns to the forefront narrating a friendly
evening with beautiful friend Monica.
The second disc begins with another unreleased,
"Solar Storm" and the unfailing addictive rhythm that characterizes
the band's sound. GTO continue the path in the discography with
"Days," where special guest Andrea Matteaggi also appears on bass,
and just speaking of guests here in "Go GTO Go" we really find numerous
ones: Ivan Birks on violin, Luca Canali on vocals in the song "Mexican
Border," Steve Teckila (dj), Alberto Brizzi (organ), Marcella Benedetti
(backing vocals), Alessandra Chieli (backing vocals), Claudia Bertoldi (backing
vocals), Simone Procelli (sax), Roberto "master" Gatti (percussion),
Pietro Fabbri (keyboards) and Leo "cool" Beccafichi (horns). All this highlights the care the band brings
to its compositions with effective arrangements. Another cover song is "Johnny B.
Goode" done in Italian, while "Mexican Border" is sung in
English, and there is no shortage of a punt into the world of Negrita in
"Freewheelin' Radio." There's also the Reagge with
"Rimini," sun in the head and sea ahead of the eyes. GTO know well
how to entertain but also cuddle with delicate songs such as "Goodnight
Stella."
"Go GTO Go 1993-2023" is a great collection
that really encompasses all the best of this band that with professionalism has
proven over the years that it deserves this large slice of the audience it has
won. An unmissable opportunity to throw yourself body and soul into this warm
colorful music, also a friend of many beautiful evenings spent among friends
having fun. MS
venerdì 16 giugno 2023
Homunculus Res
HOMUNCULUS RES – Ecco L’Impero Dei
Doppi Sensi
Altrock / Ma.Ra. Cash
Genere: Scuola Di Canterbury
Supporto: Digitale – cd – 2023
E’
incredibile quante band italiane oggi stiano popolando il mondo del Rock
Progressivo e zone limitrofe, questo a dimostrazione di una vera passione per
la musica cosiddetta “impegnata” mai sopita. L’interesse ricade addirittura
sulla Scuola Di Canterbury, un genere inglese radicato negli anni ’70 e portato
al successo da gruppi come Caravan e Soft Machine, mentre una band della nostra
nazione attenta al fenomeno è stata i Picchio Dal Pozzo. Per concepire e
realizzare questo stile musicale si necessita obbligatoriamente di una buona
tecnica strumentale, le influenze soprattutto Jazz spingono i musicisti a una
prova quantomeno gravosa. Un nome che sicuramente i fans del genere già
conosceranno è quello dei palermitani Homunculus Res, formazione sorta nel 2013
attorno alla figura del cantautore, chitarrista, e tastierista Dario
D'Alessandro. Oggi il gruppo è completato da Davide Di Giovanni (organo, piano,
synth, basso), Mauro Turdo (chitarra), Daniele Di Giovanni (batteria,
percussioni) e Daniele Crisci (basso). Sorprendente è anche la qualità degli
album passati, tutti degni di nota e ben criticati nel web dai siti del
settore, “Limiti All'Eguaglianza Della Parte Con Il Tutto” (2013), “Come Si
Diventa Ciò Che Si Era” (2015), “Della Stessa Sostanza Dei Sogni” (2018), “Andiamo
In Giro Di Notte E Ci Consumiamo Nel Fuoco” (2020) e ora quest’ultimo “Ecco
L’Impero Dei Doppi Sensi”.
L’album
contiene dieci canzoni e inizia con “Il Gran Finale” il quale evidenzia
immediatamente la passione dei musicisti per questa musica, ma anche per alcune
altre band del nostro passato, ossia Premiata Forneria Marconi e Orme.
All’interno suona l’oud (strumento cordofono, membro della famiglia dei liuti a
manico corto) l’ospite James Strain. Ambientazioni serene e spensierate fra i
movimenti acustici in “Quintessenza La La La” ma l’ascolto non contiene nulla
di banale, cambi umorali, il sax di Giorgio Trombino e le tastiere di Massimo
Giuntoli amalgamano maggiormente il suono. Passato e presente si congiungono
attraverso il flauto e del suono synth. Le cavalcate sonore proseguono con “Il
Bello E il Cattivo Tempo”, qui addirittura fa capolino il Beat, e precisamente quello
dei maestri Beatles o se vogliamo anche dei nostri Giganti. Una menzione a parte
per i testi i quali vagano fra universo, assurdità e umanità non cadendo mai
nello scontato. Un altro esempio si ritrova in “Viaggio Astrale Di Una Polpetta”,
colonna sonora per questa favola fantasiosa, dove l’apporto di Dominique
D'Avanzo alla voce e fiati, Giuseppe Turdo ai fiati e di Emanuele
"Sterbus" Sterbini alla voce è fondamentale nella riuscita
dell’insieme. Anche qui… quanta storia dentro! In linea resta “Fine Del Mondo”
che nulla toglie e nulla aggiunge a quanto detto sino ad ora. La chitarra
dell’ospite Marco Monterosso mi richiama alcuni momenti nordici concepiti dai
Landberk. “Pentagono” invece è inizialmente velata di malinconia per poi
giocare con il sillabare del titolo stesso. “Parole E Numeri” è un ulteriore
tuffo nel passato per la gioia dei nostalgici dei tempi che furono, fra Orme e
Beat. Sale il ritmo attraverso “Cinque Sensi” con l’apporto di Alan Strawbridge
alla voce e Giovanni Parmeggiani con moog, e Fender Rhodes. Ulteriore apporto
dei musicisti esterni negli ultimi due brani a partire da “Fiume Dell’Oblio”
dove partecipano Andrea Cusumano al whistle, Dario Lo Cicero al flauto,
bassoon, e trombone, e Mila Di Addario alle tastiere e arpa. Il pezzo è ancora
una volta ricercato con rimandi agli americani Echolyn. Chiude il brano più
lungo del disco “Doppi Sensi” con dieci minuti di grande musica coadiuvata da Federico
Cardaci (digitone, memotron), Luciano Margorani (chitarra) ed Enea Turdo (voce).
Signore
e signori, qui c’è della grande musica fatta con professionalità, anima e
cuore, non esitate ad avvicinarvi al mondo degli Homunculus Res, apparentemente
complesso ma così cristallino che vi sembrerà di bere un bicchiere d’acqua. “Ecco
L’Impero Dei Doppi Sensi” disseta la mente. MS
HOMUNCULUS RES - Ecco L’Impero Dei
Doppi Sensi
Altrock / Ma.Ra.Cash
Genre:
School Of Canterbury
Support:
Digital - cd - 2023
It is amazing how many Italian bands today are
populating the world of Progressive Rock and surrounding areas, this
demonstrating a true passion for so-called "committed" music that has
never died down. Interest even falls back to the School Of Canterbury, an
English genre rooted in the 1970s and brought to success by groups such as
Caravan and Soft Machine, while a band from our nation attentive to the
phenomenon has been Picchio Dal Pozzo. To conceive and realize this style of
music one obligatorily needs a good instrumental technique, the influences
especially Jazz push the musicians to at least an onerous test. One name that
fans of the genre will surely already know is that of the Palermo-based
Homunculus Res, a formation formed in 2013 around the figure of
singer-songwriter, guitarist, and keyboardist Dario D'Alessandro. Today the
group is completed by Davide Di Giovanni (organ, piano, synth, bass), Mauro
Turdo (guitar), Daniele Di Giovanni (drums, percussion), and Daniele Crisci
(bass). Also surprising is the quality of past albums, all of which have been
noteworthy and well-criticized on the web by industry sites, "Limits To
The Equality Of The Part With The Whole" (2013), "How One Becomes
What One Was" (2015), "Of The Same Substance As Dreams" (2018),
"We Go Around At Night And Consume Each Other In Fire" (2020) and now
this latest "Behold The Empire Of The Double Senses."
The album contains ten songs and begins with "Il
Gran Finale" which immediately highlights the musicians' passion for this
music, but also for some other bands from our past, namely Premiata Forneria
Marconi and Orme. Inside plays the oud (chordophone instrument, a member of the
short-handled lute family) guest James Strain. Serene and carefree settings
among acoustic movements in "Quintessence La La La" but the listening
contains nothing trivial, mood changes, Giorgio Trombino's sax and Massimo
Giuntoli's keyboards amalgamate the sound more. Past and present join through
flute and some synth sound. The sonic rides continue with "Il Bello E il
Cattivo Tempo," here even peeps the Beat, specifically that of the Beatles
masters or if we want also of our Giants. A separate mention for the lyrics
which wander between universe, absurdity and humanity never falling into the
obvious. Another example can be found in "Viaggio Astrale Di Una
Polpetta," the soundtrack for this imaginative fable, where the
contribution of Dominique D'Avanzo on vocals and horns, Giuseppe Turdo on horns
and Emanuele "Sterbus" Sterbini on vocals is fundamental to the success
of the whole.
Here again-so much history inside! On the line remains
"End Of The World," which takes away and adds nothing to what has
been said so far. Guest Marco Monterosso's guitar reminds me of some Nordic
moments conceived by Landberk. "Pentagon," on the other hand, is
initially veiled in melancholy and then plays with the spelling of the title
itself. "Words And Numbers" is another dip into the past to the
delight of those nostalgic for the days of yore, between Orme and Beat. The
tempo rises through "Five Senses" with the contribution of Alan
Strawbridge on vocals and Giovanni Parmeggiani on moog, and Fender Rhodes.
Further input from outside musicians in the last two tracks starting with
"Fiume Dell'Oblio" where Andrea Cusumano on whistle, Dario Lo Cicero
on flute, basson, and trombone, and Mila Di Addario on keyboards and harp
participate. The piece is once again researched with references to the American
Echolyn. The longest track on the album "Doppi Sensi" closes with ten
minutes of great music assisted by Federico Cardaci (digitone, memotron),
Luciano Margorani (guitar) and Enea Turdo (vocals).
Ladies and gentlemen, here is great music made with
professionalism, soul and heart, do not hesitate to approach the world of
Homunculus Res, seemingly complex but so crystal clear that you will feel like
drinking a glass of water. "Here's The Empire Of The Double Senses"
quenches the thirst of the mind. MS
lunedì 12 giugno 2023
Monkey Diet
MONKEY
DIET – Ant Death Spiral
Black
Widow Records
Genere:
Hard Prog Rock
Supporto:
cd- Bandcamp / 2023
Il
mondo sonoro del Progressive Rock Italiano è paragonabile al pugile che non
possiede la castagna del ko, ma che ti martella i fianchi per minuti e minuti
fino a mandarti al tappeto. Ciò sta significando che nonostante le vendite non
eccelse e situazioni da non classifica, nei decenni a partire dal 1980 quando
il genere ha ricevuto una brusca frenata, ha comunque avuto la forza di combattere
sino a oggi. La qualità si è sempre mantenuta a buoni livelli, proprio per
questo ancora esiste, oltre che avere un pubblico di nicchia sempre presente e
sostenitore. Un grande merito va alle case discografiche che nel tempo si sono
prodigate nel ricercare band e dare loro voce, una delle tante è la ligure
Black Widow Records, in questo caso seguono i bolognesi Monkey Diet.
Da
due band importanti del circuito, ossia Accordo Dei Contrari e PropheXy,
sorgono le basi nel 2014 per un’amicizia fra Daniele Piccinini (basso, synths)
e Gabriele Martelli (chitarra, synths), il batterista Roberto Bernardi si
aggrega poco dopo. Il desiderio comune è quello di poter suonare musica senza
schemi predefiniti, il primo risultato sonoro s’intitola “Inner Gobi” (Black
Widow Records) ed è dell’anno 2017. Oggi tornano con il nuovo “Ant Death
Spiral”, album formato da sei brani con ospiti come Riccardo Lolli alle
tastiere nel brano “Special Order”, Silas Neptune sempre alle tastiere in
“Marsquake”, Eric Gales alla chitarra in “Sleeping Sand, Silent Cloud”, Nicola
Schelfi al vibrafono in “Ant Death Spiral” e l’intramontabile Donella Del
Monaco voce in “Sleeping Sand, Silent Cloud”.
Trattasi
di Hard Prog Rock perché si possono estrapolare dall’interno sonorità King
Crimson, Black Sabbath, Jazz e Deep Purple, in un equilibrio ben dosato fra
passato e presente. Di certo tutto ciò potrebbe far pensare a una musica
articolata, questo lo è in parte, perché le intuizioni melodiche nel complesso
rendono l’ascolto decisamente scorrevole oltre che piacevole. La tecnica
individuale non si discute, anche perché se ci si vuole addentrare nel mondo
prettamente strumentale, si necessita perlomeno di una buona preparazione. Così
il disco inizia con “Hungry Horace” dove la sezione ritmica mostra subito la
propria intesa. Il mid tempo dona al brano una certa pesantezza di fondo che
non guasta per niente, mentre la chitarra disegna riff pungenti. “Ant Death
Spiral” prosegue imperterrito il cammino intrapreso, qui troneggia la già
decantata melodia di fondo, la chitarra riesce nell’intento oltre che
protagonista di un notevole assolo. Il brano è bene arrangiato grazie al lavoro
del synth e del vibrafono, quest’ultimo riesce ad aggiungere calore al suono
ammorbidendo lo stile e le atmosfere.
“Sleeping
Sand, Silent Cloud” è il brano che ho gradito di più, forse perché anch’io sto
facendo l’orecchio a questo sound che molto mi rimanda a lavori “progressivi”
nordici, resta il fatto che è coinvolgente e mi pone avanti ad un ascolto
attento e concentrato. Non che “Marsquake” fosse da meno, qui invece siamo
rivolti a un sound psichedelico e ipnotico. Energia pura in “Raptus”, una
carrellata di suoni dediti a caricare di dopamina il cervello. La chiusura è
affidata a “Special Order”, un piccolo balzo indietro nel tempo rispetto a
quanto ascoltato sino ad ora, Hard Prog contaminato dai riff nervosi in stile
King Crimson.
Nel
complesso “Ant Death Spiral” è un ottimo disco, adatto a un pubblico aperto di
mente e soprattutto amante dei riferimenti qui descritti. Complimenti ai Monkey
Diet, altra band che ci rende orgogliosi della nostra musica, mai banale e
conseguentemente ricca di personalità. MS
Versione Inglese:
MONKEY
DIET - Ant Death Spiral
Black
Widow Records
Genre:
Hard Prog Rock
Support:
cd- Bandcamp / 2023
The sound world of Italian Progressive Rock is
comparable to the boxer who does not possess the knockout chestnut, but hammers
your hips for minutes on end until he knocks you out. This is signifying that
despite less-than-excellent sales and non-chart situations, in the decades
since 1980 when the genre received a sharp setback, it still had the strength
to fight until today. The quality has always been maintained at a good level,
which is precisely why it still exists, as well as having an ever-present and
supportive niche audience. A great deal of credit goes to the record companies
that over time have done their best to seek out bands and give them a voice,
one of the many is the Ligurian Black Widow Records, in this case they follow
the Bolognese Monkey Diet.
From two important bands on the circuit, namely
Accordo Dei Contrari and PropheXy, the foundations arose in 2014 due to a
friendship between Daniele Piccinini (bass, synths) and Gabriele Martelli
(guitar, synths), drummer Roberto Bernardi joined shortly after. The common
desire is to be able to play music without predefined patterns, the first sonic
result is titled "Inner Gobi" (Black Widow Records) and is from the
year 2017. Today they are back with the new "Ant Death Spiral," an
album consisting of six tracks with guests such as Riccardo Lolli on keyboards
in the song "Special Order," Silas Neptune again on keyboards in
"Marsquake," Eric Gales on guitar in "Sleeping Sand, Silent
Cloud," Nicola Schelfi on vibraphone in "Ant Death Spiral" and
the evergreen Donella Del Monaco vocals in "Sleeping Sand, Silent Cloud".
This is Hard Prog Rock because King Crimson, Black
Sabbath, Jazz and Deep Purple sounds can be extrapolated from within, in a
well-balanced balance between past and present. Certainly all this might
suggest articulate music, this is partly so, because the melodic insights on
the whole make for decidedly smooth as well as enjoyable listening. Individual
technique is not in question, also because if one wants to delve into the
purely instrumental world, one needs at least a good preparation. Thus the disc
begins with "Hungry Horace" where the rhythm section immediately
shows its understanding. The mid tempo gives the song a certain underlying
heaviness that doesn't hurt at all, while the guitar draws stinging riffs.
"Ant Death Spiral" continues undaunted on the path taken, here the
already decried background melody towers, the guitar succeeds in its intent as
well as starring in a remarkable solo. The song is well arranged thanks to the
work of the synth and vibraphone, the latter managing to add warmth to the sound
while softening the style and atmosphere.
"Sleeping Sand, Silent Cloud" is the track I
enjoyed the most, perhaps because I, too, am turning a deaf ear to this sound
that much reminds me of Nordic "progressive" work, the fact remains
that it is engaging and sets me forward to careful and concentrated listening.
Not that "Marsquake" was any less, here instead we are turned to a
psychedelic and hypnotic sound. Pure energy in "Raptus," a roundup of
sounds dedicated to charging the brain with dopamine. Closing is given to
"Special Order," a small leap back in time from what we have heard so
far, Hard Prog contaminated by King Crimson-style nervous riffs.
Overall, "Ant Death Spiral" is an excellent
record, suitable for an open-minded audience and especially fond of the
references described here. Congratulations to Monkey Diet, another band that
makes us proud of our music, never banal and consequently rich in personality.
MS
sabato 10 giugno 2023
Intervista a Max Prog Polis
Intervista
a MAX PROG POLIS
Andiamo a
conoscere uno dei personaggi più legati oggi al Progressive Rock, soprattutto
di quello italiano. Un intenditore, divulgatore e conduttore del programma Prog Rock Polis su RADIO PROG SKY, la web Rock Radio Station con
sede in Brasile. Scopriamolo insieme.
Ciao Max, noi ci conosciamo molto bene perché tu gentilmente ospiti Il Sale Di Nonsolo Progrock all’interno della tua trasmissione che va in onda il giovedì alle ore 18.00, di cui sono molto onorato di farne parte nel palinsesto da te curato. Ma presentati ai nostri lettori, chi è Max Prog Polis (Max Murdock)
Max Prog Polis, prima Max Rock Polis, una volta Max Murdock, in origine Fabrizio Felici, ha sempre avuto una passione per la musica associata alla vicinanza con gli amici artisti. Infatti fin da giovane giravo tutta la Toscana per seguire concerti dei propri amici musicisti, perché mi gratificava il contatto diretto con loro. Questa attitudine si è concretizzato in radio FM nel 2010 e successivamente a Roma in varie web radio dove ho unito la mia voglia di fare radio a scopo culturale, per far conoscere anche quello che di bello si può ascoltare, con la vicinanza con gli artisti italiani. Da tre anni quindi, come hai ricordato, conduco un proGramma dentro ProgSky, web radio internazionale di settore specifico, prevalentemente Rock Progressivo internazionale. Tale trasmissione è inserita in un'intera giornata, il giovedì, dedicata al Rock Progressivo italiano. Infatti non a caso è stata nominata GPI: Giovedì Progressività Italiano.
Come nasce in te la passione del Progressive Rock, quale è stato l’evento che ti ha scatenato il grande sentimento nei confronti di questa musica di certo non convenzionale? C’è stato un evento in particolare?
Non c'è stato un evento in particolare che mi
ha avvicinato al Rock Progressivo. In radio io mi sono pian piano avvicinato
agli artisti contattandoli e intervistandoli per fare in modo che il loro
lavoro potesse avere maggiore diffusione e promozione. Mi sono subito accorto
che tanti musicisti Rock italiani sono praticamente ignorati dalle radio FM,
dai network radiofonici, mentre io appunto volevo star loro accanto e farli
conoscere il più possibile. Mi sono rivolto al Rock Progressivo italiano perché
sono le sonorità che più mi piacevano, che più, diciamo, mi appartenevano. Io
ho l'idea che la cultura del Rock Progressivo ci appartenga proprio come popolo
italiano, un popolo che ha sempre avuto profonde radici nell'arte, nella
musica, a cominciare dalla classica, dall'opera, dalla lirica. Unendo questi
stili con il Rock venuto dai paesi nordici, da oltreoceano, gli italiani hanno
sempre avuto Progressivo dentro, in maniera molto spiccata, tanto è vero che i
gruppi inglesi “fondatori” del Prog hanno avuto i primi successi qui e non
altrove.
Uniamo a questo il fatto che fin da giovane i generi miei preferiti sono stati, accanto al Metal, il Jazz Rock e la Fusion.
A questo punto spiegaci come nasce la tua collaborazione con RADIO PROG SKY
Qualche
anno fa, quando ero ancora in altre radio, conobbi Carlos Vaz Ferreira che è il
fondatore e il direttore di radio ProgSky (http://www.progsky.com). Dapprima
gli fornivo i podcast delle mie trasmissioni da passare e replicare nella sua
radio, ma con lo stop della pandemia circa tre anni fa ho pensato di
ricominciare a trasmettere su radio ProgSky, proponendogli di occuparmi di una
intera giornata dedicata al Rock Progressivo italiano. Così individuammo questo
giorno nel giovedì e partimmo con una programmazione mi pare di 16 ore, con due
trasmissioni (Marcio e io) e il resto con playlist. Lavorandoci costantemente
nel tempo sono riuscito ad avvicinare molti altri amici a questa realtà
radiofonica internazionale e a ottenere la loro collaborazione, per cui adesso
siamo arrivati a passare 24 ore di Progressivo italiano, con 7 trasmissioni e
diverse playlist.
Con te una squadra di grandi intenditori italiani, Luca Redàpolis Paoli, Alfredo di Trasimeno Prog, Gianni Nicola, Andy Simoniello e Franco Fumagalli, come vi siete conosciuti?
Come dice il suo nick, Luca Redàpolis già
diversi anni fa mi aiutava molto nella produzione dei contenuti per la mia
trasmissione, nell'individuale nuovi gruppi, nuovi album da far ascoltare, per
cui io l'ho voluto appellare “redàpolis”, cioè “redazione di Prog Polis”. Da lì
non ho più rinunciato ai suoi aiuti. Franco l'ho conosciuto e apprezzato
tramite i suoi post sui vari gruppi a tema Prog, per cui gli ho proposto di
provare a tornare alla sua vecchia passione di fare un programma radio (lo
faceva nei '70). Per differenziarsi da noi, Franco tratta molto gli anni
passati, i '70 appunto, ma dal lato più curioso, sempre alla ricerca e alla
scoperta di qualcosa di poco noto. Tramite amici ho conosciuto Andy, che già
aveva individuato il nostro giovedì, e assieme abbiamo deciso di collaborare e
inserire la sua trasmissione tra le nostre. Alfredo l'ho conosciuto
nell'associazione Trasimeno Prog, andando ai loro primi festival estivi e
notando che anche lui è persona che si dà molto da fare per l'ambiente
Progressive. Così gli ho proposto di provare a fare assieme a Luca un programma
con noi, che da mezz'ora si è evoluta già in due ore settimanali. Gianni Nicola
infine è stato un artista che ho intervistato, ma notando la sua continua
,attività la sua voglia di proporre sempre gruppi e brani nuovi da scoprire, ci
siamo accordati per una rubrica mensile nel mio programma. E poi ci sei tu, con
cui collaboriamo grazie alle tue ottime recensioni tratte dal tuo blog NONSOLO
PROGROCK di album Progressive che leggi e io propongo come rubrica.
L'amico
Marcio, brasiliano, l'ho conosciuto in rete tramite la nostra comune passione
per il Prog italiano, del resto anche Carlos l'ho conosciuto così. Lui ha tanta
voglia e tanto entusiasmo di proporre le sue sonorità preferite e di farle
ascoltare agli altri. È anche un (auto) studente di lingua italiana, ogni tanto
abbiamo chiacchierato a voce in italiano, e questo lo avvicina molto agli
artisti che proponiamo, i quali restano molto colpiti dall'entusiasmo di un
sudamericano per la loro musica. Lui chiede sempre contributi vocali oltre che
sonori, è bello che un ragazzo di un'altra nazione sia così appassionato ad
artisti di un genere che ci appartiene così tanto.
Quale è stato il concerto e l’artista umanamente parlando che ti ha colpito maggiormente? Hai qualche aneddoto?
Io
purtroppo ho un vizio poco adatto a un recensore: non mi piace mantenere le
distanze dai musicisti con cui ho a che fare. Mi piace essere loro amico, poter
condividere con loro idee sulla musica e su altro, per cui per me rispondere a
questa domanda è poco possibile, ogni artista riesce in qualche modo a
emozionarmi. A cominciare dal pianoforte solista di Arturo Stalteri (già Pirrot
Lunaire), il primo musicista Progressive che abbia mai conosciuto, proseguendo
per gli Osama, i Semiramis, il Banco, i Rovescio... In vita mia ho assistito a
tanti concerti vibranti e intensi, quindi non mi è possibile decidere e
rispondere alla prima parte della domanda. Però l'artista con cui sono più
legato umanamente è Jerry Cutillo degli Oak, con cui sono sempre in contatto e
con cui ogni tanto ho il piacere di uscire per passare una serata davanti a una
birra e a una ciotola di wok. Aneddoti? Episodi da ricordare, come Chirico
(A&M) che a mezzanotte fa cena dopo
il concerto in occhiali scuri, Olivieri (Metamorfosi) che nei camerini davanti
a una tastiere mi spiega come sia quasi matematico fare melodie piacevoli,
Leone (BdB) che passa tutto il tempo a chiacchierare con David Jackson mentre
asciuga i suoi sax, Vitelli (Ellesmere) che cerca un carrello per portarsi via
al tastiera a pedali da 30 chili stile Geddy Lee, Eugenio Finardi che si fa
servire un buon prosecco dal sottoscritto... Tanti piccoli fotogrammi che
rimangono in memoria.
Ma quando Max è solo in casa e ha esaudito i compiti gravosi e impegnativi… Cosa ascolta per rilassarsi?
Bella domanda: e chi li esaurisce mai i miei “compiti” di farmi una cultura sempre più grande e più approfondita nel Rock Progressive italiano? Come faccio ad abbandonare l'ascolto di sempre nuovi gruppi, nuovi brani, la mia passione me lo impedisce. Posto che difficilmente mi siedo in poltrona a rilassarmi con un LP o un CD nello stereo, il momento in cui ascolto di più in realtà è quando passeggio per la città, per non stare sempre fermo davanti al computer. Lì apro la rete, e oltre ad ascoltare quello che voglio proporre in programma, cerco di riprendere gruppi che ancora non conosco, sia dai '70 sia dagli ultimi tempi, quasi sempre in ambito Progressive, Jazz Rock, Fusion. Molto raramente mi capita di ascoltare altro, se non qualche perla Italo disco anni '80. Di Rock “classico”, Hard, Metal ho ascoltato a piene orecchie per 30 anni: ora è il momento di altro!
Hai pubblicato anche un libro, Storie Di Prog Rinascimento, puoi parlarcene?
È vero, poco più di quattro anni fa ho
pubblicato un libro ancora col mio vecchio nome Max Rock Polis, ma non l'ho
scritto veramente io: l'abbiamo scritto in 100! Vale a dire, io ho trascritto
una sessantina di interviste svolte tra me e tanti ospiti che ho portato nella
mia trasmissione, che all'epoca non era ancora un proGramma. Questi 60 incontri
si sono spalmati su circa due anni, mentre ormai nel mio proGramma oggi ne
riesco a fare almeno 80 all'anno (e ciò mi rende impossibile pubblicare un
altro libro così!). Quel libro lo abbiamo scritto in cento perché siamo in
cento a parlare, a discutere e a proporre le nostre idee e le nostre visioni
sulla musica Progressive. Del resto io sono solo un medium, una figura che sta
nel mezzo tra il pubblico e gli artisti, e quindi ho semplicemente voluto
riproporre il loro pensiero trasmesso in radio. Tra parentesi, Io ne ho ancora
diverse copie, se vi interessa contattatemi.
Secondo
te, dove sta andando il Progressive Rock?
Domanda per certi versi difficile, a cui ho
cercato di dare risposta proprio nel titolo del mio libro: l'ho chiamato ”Prog
Rinascimento” proprio perché, avendo a che fare con artisti italiani dediti a
queste musicalità, ho notato che c'è stato un rifiorire appunto, un
Rinascimento di questo genere in musica, di questo stile, e soprattutto della
sua mentalità, del suo modo di fare. Diversi importanti gruppi anni '70 si sono
ritrovati con anche solo uno o due elementi dell'epoca, e insieme ad altri
musicisti hanno ricominciato a suonare i loro lavori, cercando poi di proporre
qualcosa di nuovo, cosa fondamentale a mio parere. A questi possiamo aggiungere
gruppi formati più di vent'anni fa che non hanno mai smesso di seguire quello
che è stato poi chiamato Progressive Rock, evolvendosi sotto quel segno. Poi ci
sono gruppi di giovani che hanno cominciato a voler riproporre non solo le
sonorità del Prog, ma la mentalità, il voler andare avanti e voler progredire e
quindi possiamo parlare tranquillamente di Post Prog, Neo Prog, di tutto quello
che volete per definire questa musica che ha radici nel passato di 50 anni fa,
però sta continuando a evolversi. Per capire se queste evoluzioni ci piacciono
le dobbiamo comunque ascoltare, non ci possiamo rinchiudere a dire che il Rock
Progressivo è finito nei '70. Sì, il Prog dei '70 è finito in quegli anni (per
definizione!), ma adesso stiamo parlando di qualcosa di nuovo, qualcosa che sta
rinascendo nell'interesse di gruppi, di artisti, di musicisti che sono molto
bravi sia tecnicamente sia a proporci melodie e armonie con cui poterci
emozionare e coinvolgere. Il Progressive Rock quindi sta andando oltre sé
stesso, si sta evolvendo e vedremo dove
arriverà, però teniamo presente che non è una musica dagli scopi commerciali,
che non ha un grande riscontro a livello di ascolti e vendite, quindi non è
supportato da grandi etichette, che ovviamente cercano (solo...) il guadagno in
quello che fanno. Quindi la maggior parte delle volte questa musica rimarrà a
livello di passione. Per fortuna però i mezzi di oggi permettono a questa
passione di poter uscire, diventare CD o LP o anche solo musica digitale,
ascoltabile e usufruibile da chi voglia avvicinarvisi. L'importante è questo:
non dimenticheremo mai il Rock Progressivo, non dimenticheremo questo approccio
alla musica. Le mode passeranno veloci, ma il Rock Progressivo non è una moda e
resterà sempre in mezzo a noi. Basta
saperlo riconoscere, cercare nei suoi mutamenti.
Hai novità riguardo il tuo lavoro radiofonico? C’è qualcosa di nuovo che bolle in pentola oppure sei già troppo impegnato così?
Attualmente non prevedo grosse novità né nel mio proGramma, che ormai negli anni ha trovato un format abbastanza compiuto, anche se ogni tanto ci potrà/dovrà sempre essere l'inserimento di qualcosa di nuovo, vedi te e Gianni. per quanto riguarda il GPI, Giovedì Progressivo Italiano, siamo una squadra da sempre in movimento e riusciremo a trovare sempre forme nuove per fare cultura progressiva italiana. In questi tre anni ogni tanto una nuova trasmissione, oppure è arrivato un nuovo conduttore che ha proposto le sue idee a riguardo, e noi ne siamo stati ben contenti. Quindi aspettiamo di vedere come si metteranno le cose in futuro.
Quale intervista che hai fatto a un personaggio dell’ambito ti è piaciuta in particolar modo?
Anche rispondere a questa domanda è piuttosto
difficile. A me piacciono le persone, gli artisti che parlano, che tirano fuori
le loro idee, i loro concetti, anche le loro esperienze, senza doverli
sollecitare più di tanto. Per fortuna di queste interviste ne ha avute
veramente tante, forse complice il fatto che riesco a mettere a proprio agio e
far diventare un'intervista potenzialmente seriosa qualcosa di amichevole. In
questo modo gli artisti hanno molte meno difficoltà a rilassarsi e tirar fuori
i loro pensieri. Quindi potrei citarti i classici di Nocenzi, Leone, Vairetti,
Siani che hanno sempre idee ben chiare e tante cose da raccontare, ma non mi è possibile
rispondere con precisione alla tua domanda.
Grazie Max e concludi pure l’intervista con una domanda che avresti voluto che ti facessi, intanto un grande in bocca al lupo per i tuoi progetti futuri.
Le domande che mi hai fatto per me sono interessanti ed esaustive,
abbiamo parlato della radio o di altre cose. Ma da un certo punto di vista
diciamo che sono la persona sbagliata a cui rivolgere domande, non tanto perché
in genere le faccio io, ma perché alla fine io sono un medium, cioè qualcosa che
sta “nel mezzo”, tra il pubblico e gli artisti, qualcuno che deve fare da
tramite, deve passare il messaggio e la musica degli artisti, far arrivare a
loro il supporto del pubblico. Un abbraccio e un break a leg anche a te,
come dico sempre, per i tuoi progetti futuri, per ringraziamento per la
collaborazione che anche tu dai verso la nostra radio ProgSky e al nostro
Giovedì Progressivo Italiano!
Podcast della puntata 8 giugno 2023: https://www.mixcloud.com/maxmurd/prog-rock-polis-1135-080623-i-lemuri-bussano-alla-porta-sul-retro/?fbclid=IwAR2mwLj3fPyJdMaCCukPAvCs6VBoA5S0a8EyYQerkmB6lsTIpZeplQ7ddgU