A.C.T.

A.C.T. - Eternal Winter
Actworld
Genere: Eclectic Prog
Supporto: CD / digitale – 2025

Spesso ci poniamo il quesito se la tecnica strumentale possa andare a braccetto con la melodia di facile assimilazione. Alcuni esempi possono essere estrapolati dal sound di gruppi come i Dream Theater nel Metal Prog, oppure con gli Echolyn nel Progressive Rock, ma la lista sarebbe davvero lunga. Questi riescono spesso a ricavare melodie accattivanti anche se supportate da elucubrazioni sonore cosiddette “dotte”, e il compito non è facile da svolgere; capita, infatti, che a volte la tecnica prevalga su tutto, spingendo una composizione verso un ascolto di certo non agevole. Ma quando l’equilibrio è ben dosato, allora siamo al cospetto di un album di grande musica.
Una band di questo contesto che, a mio parere, è sempre stata poco considerata, anche se realizzatrice di cinque album di grande caratura, è la svedese A.C.T.
Si formarono nel 1994 a Malmö, Svezia (in precedenza conosciuti come "Fairyland") e conobbero uno stop che va dal 2008 al 2013. Probabilmente è l’altalenare di sonorità che destabilizza l’ascoltatore, oppure il fatto che si muovano in un limbo cosiddetto “terra di nessuno” in cui i cambi repentini sono sempre dietro l’angolo, resta il fatto che gli A.C.T. riescono a unire Queen, Saga, Supertramp, Dream Theater, Rush e molto altro ancora, con incredibile naturalezza.
“Eternal Winter” è il sesto capitolo della loro esistenza oramai rodata e dedita a quelle melodie che ti si stampano indelebilmente in testa.
Jerry Sahlin (voce solista e cori, sintetizzatori, effetti sonori), Peter Asp (basso), Herman Saming (voce solista e cori), Ola Andersson (voce solista, cori, chitarra, basso synth), e Thomas Lejon (batteria); questa volta si avvalgono dell’ausilio di special guest che rispondono ai nomi di Linnea Olnert (voce solista), Göran Abelli (trombone), e Mattias Carlson (sassofono tenore, clarinetto).
Ci si addentra in questo nuovo percorso fatto di nove tracce attraverso l’immancabile introduzione qui dal titolo “Eternal Winter Intro”. La bella voce dell’ospite Linnea Olnert accompagna Sahlin in “The Family”, un pezzo assolutamente arioso aperto a momenti popolari con classe e rispetto per il passato. Ben curate anche le coralità di supporto e un ritornello da cantare a squarciagola assieme a loro. Cambio umorale? Certamente, altrimenti non saremmo qui a parlare di Eclectic Prog. Solo in questo primo pezzo si hanno sul tavolo tutte le carte in gioco; la band non si nasconde mai dietro un dito. Ciò che non è Prog per intenti è la durata dei singoli brani, che si aggira sui quasi quattro minuti di durata, esclusa “Home” che ne supera sette.
“A New Beginning” è ben supportata dalle tastiere sfiorando quasi l’A.O.R., mentre “When Snow Was White” è una ballata che attinge dai Queen e dal mondo Rock pacato in senso generale, anche in quello dei Supertramp. Bastano i soli tre minuti di “Waiting For The Sun” per fare il sunto di un intero disco; tutto ciò che ho detto è qui riassunto. Maggiormente robusta “This Special Day”, ma sempre con la dovuta classe, come un bambino che colora un disegno senza mai andare fuori dai bordi. “Signs” riporta ancora ai Queen, canzone ricercata e ben arrangiata. Resto colpito positivamente da “Home”, un caleidoscopio di forme e colori uniti fra loro da un sottile filo d’oro melodico. Il disco si chiude con “The Big Parade”, divertente nell’incedere anni ’30 e ancora Queen in cattedra.
Ecco dunque un altro disco degli A.C.T. che farà discutere e storcere il naso ai puristi del Prog, ma a me, sinceramente, non interessa l’etichetta, piuttosto la sostanza, e qui ce n’è da vendere! MS

 

Versione Inglese:

A.C.T. - Eternal Winter
Actworld
Genre: Eclectic Prog
Format: CD / digital – 2025

We often wonder if instrumental technique can go hand in hand with easily digestible melodies. Some examples can be drawn from the sound of groups like Dream Theater in Metal Prog, or Echolyn in Progressive Rock, but the list would be quite long. These bands often manage to create catchy melodies despite being supported by so-called "learned" sound elaborations, and the task is not easy to accomplish; in fact, it often happens that technique prevails over everything, pushing a composition towards a listening experience that is certainly not effortless. But when the balance is well dosed, we are in the presence of a great music album.
A band in this context that, in my opinion, has always been underrated, despite having produced five high-quality albums, is the Swedish A.C.T.
They formed in 1994 in Malmö, Sweden (previously known as "Fairyland") and went on hiatus from 2008 to 2013. Perhaps it's the oscillation between different sounds that destabilizes the listener, or the fact that they operate in a sort of limbo where sudden changes are always around the corner; the fact remains that A.C.T. manages to blend Queen, Saga, Supertramp, Dream Theater, Rush, and much more, with incredible naturalness.
“Eternal Winter” is the sixth chapter in their now well-established existence, dedicated to those melodies that stick in your head.
Jerry Sahlin (lead vocals and backing vocals, synthesizers, sound effects), Peter Asp (bass), Herman Saming (lead vocals and backing vocals), Ola Andersson (lead vocals, backing vocals, guitar, bass synth), and Thomas Lejon (drums); this time they are joined by special guests Linnea Olnert (lead vocals), Göran Abelli (trombone), and Mattias Carlson (tenor saxophone, clarinet).
We dive into this new journey made up of nine tracks through the obligatory introduction, “Eternal Winter Intro”. Linnea Olnert's beautiful voice accompanies Sahlin in “The Family”, an absolutely airy piece open to popular moments with class and respect for the past. The backing vocals are well-crafted, and the chorus is sing-along-worthy. Mood change? Certainly, otherwise we wouldn't be talking about Eclectic Prog. In this first piece alone, all the cards are on the table; the band never hides behind a finger. What's not Prog by intention is the length of the individual tracks, which hovers around four minutes, except for “Home”, which exceeds seven.
“A New Beginning” is well-supported by the keyboards, almost bordering on AOR, while “When Snow Was White” is a ballad that draws from Queen and the general world of mellow Rock, including Supertramp. The three-minute “Waiting For The Sun” is enough to summarize the entire album; everything I've said is condensed here. “This Special Day” is more robust, but always with the necessary class, like a child coloring a drawing without going outside the lines. “Signs” brings us back to Queen, a refined and well-arranged song. I'm positively struck by “Home”, a kaleidoscope of shapes and colors united by a subtle melodic golden thread. The album closes with “The Big Parade”, a fun track with a 1930s vibe and Queen at the helm.
Here's another A.C.T. album that will spark discussion and nose-wrinkling among Prog purists, but honestly, I don't care about labels; I care about substance, and there's plenty of that to go around! MS

  

Pymlico

PYMLICO – VIII Core
Apollon Records
Genere: Crossover Prog Strumentale
Supporto: CD / Vinile / Digital – 2025

In questo periodo, continua imperterrita la produzione musicale norvegese, che si sta dimostrando una zona fertile per il Progressive Rock. Questa volta si tratta di musica strumentale con un'attenzione particolare al Jazz; i rodati Pymlico ne sono gli artefici.
Il batterista e tastierista Arild Brøter crea il progetto ad Oslo nel 2009; il Progressive Rock, la Fusion e i paesaggi sonori cinematografici fanno della loro musica una continua sfida al pentagramma. Non è semplice collocare la musica dei Pymlico in uno specifico genere, quindi per i più curiosi di voi che state leggendo, dico semplicemente che si tratta di Crossover Prog strumentale.
Così la band descrive il proprio sound nel sito ufficiale: “Pymlico crea composizioni intricate che fondono ritmi serrati e complessi con ritornelli memorabili e melodie immediatamente accessibili. Il sound intreccia la tecnicità del Prog con la potenza emotiva delle colonne sonore cinematografiche, creando un'esperienza di ascolto dinamica ed evocativa, tanto accattivante quanto sofisticata”.
Nel tempo, la band rilascia sette album bene accolti dalla critica e dal pubblico, e “VIII Core” oggi è l'ottavo sigillo.
Ciò che ho apprezzato sempre di questa band è la continua evoluzione, la voglia di mettersi in discussione, prerogativa degli artisti veri, quelli che non si soffermano sulla formula vincente ritrovata per una vendita costante del proprio prodotto, ma sono sempre dediti a trasporre le proprie emozioni attraverso nuova linfa.
La scena live negli anni ha aiutato molto la band a farsi una vera e propria identità, malgrado i mutamenti citati, così da fare accrescere soprattutto l'amalgama fra i componenti che oggi rispondono ai nomi di Øyvind Brøter (tastiere), Stephan Hvinden (chitarre), Andreas Sjo Engen (chitarre), Are Nerland (basso), Robin Havem Løvøy (sassofoni), Arild Brøter (batteria, tastiere) e Oda Rydning (percussioni).
Otto sono i brani contenuti nell'album, per un totale di quarantotto minuti di musica che si apre con “Welcome Back”. La ritmica ricopre un ruolo centrale, ma la protagonista è la melodia, sempre ricercata e gradevole, supportata da passaggi elettrici di chitarre e dal sax che dona all'insieme un tocco di classe vintage.
“Ellipsis” sposta il tiro verso un Jazz più rilassato, alternato a momenti vigorosi grazie a un riff elettrico solido. Buono il frangente pianistico. Questo è un esempio di musica cinematografica.
In “Captain Teebs”, un massiccio Rock lascia successivamente spazio ad ariosi assolo di chitarra in cui la band mette in luce la propria amalgama. Il ritornello è quantomeno indovinato!
Ho fatto cenno delle qualità dei componenti; in “Fair Play” ne avete la dimostrazione. Il sax rende tutta la musica poliedrica, tanto da farmi ritornare in mente alcuni passaggi degli Uzeb negli anni ’80.
Il DNA della band risiede in “Don’t Do That”; questi sono oggi i Pymlico con tutte le loro caratteristiche. Interessante “Point Nemo”, con quel vago profumo di anni ’70 e di sigla televisiva. Ma quello che ho apprezzato maggiormente nell'album sono gli otto minuti di “221B”. Schegge di Gong mi assalgono, dove la ritmica in senso generale dà sfoggio delle proprie qualità. Il sax è come sempre fondamentale per la riuscita del brano. Infine, un bel lento, “Done And Dusted”, una ninna nanna moderna che fa da coccola conclusiva a cavallo di una bellissima chitarra elettrica.
“VIII Core” è un disco di classe, bene eseguito e ricolmo di melodie facili da memorizzare. Malgrado la caratura tecnica dei singoli componenti risulti elevata, la priorità resta sempre la musica, e questo fa dei Pymlico una band professionale sotto tutti i punti di vista. Ascoltare per credere. MS 

Versione Inglese:

PYMLICO – VIII Core
Apollon Records
Genre: Instrumental Crossover Prog
Format: CD / Vinyl / Digital – 2025

In this period, the Norwegian music production continues unabated, proving to be a fertile ground for Progressive Rock. This time, it's instrumental music with a particular focus on Jazz; the seasoned Pymlico band is behind it.
Drummer and keyboardist Arild Brøter created the project in Oslo in 2009; Progressive Rock, Fusion, and cinematic soundscapes make their music a continuous challenge to the pentagram. It's not easy to place Pymlico's music in a specific genre, so for the curious ones reading this, I'll simply say it's instrumental Crossover Prog.
The band describes their sound on their official website: “Pymlico creates intricate compositions that blend tight and complex rhythms with memorable choruses and immediately accessible melodies. The sound intertwines the technicality of Prog with the emotional power of cinematic soundtracks, creating a dynamic and evocative listening experience, both captivating and sophisticated.”
Over time, the band has released seven well-received albums, and “VIII Core” is the eighth installment.
What I've always appreciated about this band is their continuous evolution, their willingness to challenge themselves, a prerogative of true artists who don't stick to a winning formula for constant sales, but are always dedicated to conveying their emotions through new creative energy.
The live scene has helped the band develop a distinct identity over the years, despite the changes mentioned, especially in terms of the chemistry between the members, who today are Øyvind Brøter (keyboards), Stephan Hvinden (guitars), Andreas Sjo Engen (guitars), Are Nerland (bass), Robin Havem Løvøy (saxophones), Arild Brøter (drums, keyboards), and Oda Rydning (percussion).
The album contains eight tracks, totaling 48 minutes of music, starting with “Welcome Back”. The rhythm section plays a central role, but the melody is the protagonist, always researched and pleasant, supported by electric guitar passages and saxophone, which adds a touch of vintage class to the overall sound.
“Ellipsis” shifts towards a more relaxed Jazz, alternating with vigorous moments thanks to a solid electric riff. The piano section is noteworthy. This is an example of cinematic music.
In “Captain Teebs”, a massive Rock sound gives way to airy guitar solos, showcasing the band's chemistry. The chorus is well-crafted!
I mentioned the band members' skills; “Fair Play” demonstrates them. The saxophone makes the music polyphonic, reminding me of some Uzeb passages from the 80s.
The band's DNA is in “Don’t Do That”; this is Pymlico today, with all their characteristics. Interesting is “Point Nemo”, with its faint scent of 70s and TV theme song. But what I appreciated most about the album is the eight-minute “221B”. Gong-inspired fragments emerge, where the rhythm section showcases its qualities. The saxophone is, as always, fundamental to the track's success. Finally, a beautiful slow track, “Done And Dusted”, a modern lullaby that wraps up the album with a lovely electric guitar.
“VIII Core” is a classy album, well-executed and full of memorable melodies. Despite the high technical level of the individual members, music remains the priority, making Pymlico a professional band in every aspect. Listen to believe it. MS

 

Ambient Den

AMBIENT DEN – Ambient Den
Desert Comb Music
Genere: Crossover Prog
Supporto: cd / Bandcamp – 2025

Non molto spesso, ma alcune nuove sorprese arrivano anche dall'Australia. Ambient Den è il progetto del polistrumentista Ben Craven, del tastierista e cantante Tim Bennetts (Seven Day Mask, Sub Inc) e del batterista Dean Povey (Frankenfido). Tim incontra Ben nel 2017 e, dopo un paio di jam informali, decidono di mettere in piedi questo progetto dedicato a band del passato come Yes, Genesis e Pink Floyd, con annesse tematiche fantascientifiche.
Il nome Ambient Den è in realtà un anagramma di "Tim", "Ben" e "Dean", sebbene Tim e Ben si fossero originariamente esibiti con il nome Progaustrali.
“Ambient Den” è un concept album con la copertina disegnata da Dean Povey, che racconta la storia della ricerca dell'umanità di una nuova casa tra le stelle, la quale culmina nella creazione di un nuovo mondo lontano e abitabile.
Si inizia con “Future History Part 1”, l'intro in stile Pink Floyd che conduce a “For All Mankind”, otto minuti in cui le tastiere descrivono ambientazioni ariose e spaziali in cui la band esprime sensazioni sia passate che odierne. La cura per le melodie orecchiabili è marcata, a vantaggio di un ascolto fruibile, specialmente durante il ritornello. Le fughe strumentali mostrano tre artisti preparati, impegnati in assolo tecnici mai prolissi. Il suono è avvolgente, supportato da arrangiamenti ben congeniati.
La strumentale “Provenance” alza il tiro e prosegue il viaggio cosmico attraverso arie ancor più marcatamente in stile Pink Floyd ultimo periodo, grazie alla chitarra elettrica di Craven, vera e propria protagonista.
“Earthrise” è una mini suite di nove minuti abbondanti dove ancora una volta la chitarra slide arricchisce le atmosfere in maniera marcata. All’orizzonte la terra, e quando inizia il solo di chitarra acustica diventa tutto pura magia.
“Terraforming” mette sul piatto tutte le armi a disposizione della band, attraverso sedici minuti di intrigante Crossover Prog in cui l’animo è coinvolto in un'altalena di emozioni. Se amate David Gilmour, gli Ambient Den sanno come coccolarvi. Cambi umorali e di ritmo, frangenti epici si alternano a passaggi psichedelici di tastiere e chitarra slide in modalità “One Of These Days” per un risultato che annovero fra i più gradevoli dell’intero album.
“Future History Part 2” alza il ritmo e chiude l’album, mentre i seguenti altri quattro brani non sono altro che i single edit di “For All Mankind”, “Earthrise”, “Terraforming” e “Future History Part 2”.
In conclusione, “Ambient Den” è un album gradevolissimo, ricco di bei spunti sonori in cui il passato è ricercato ma esposto con un abito moderno, dove basta chiudere gli occhi per lasciarsi trasportare in luoghi mai visti, per la gioia di chi ama ascoltare la musica… quella vera. MS

 

 

 

 

Versione Inglese:

AMBIENT DEN – Ambient Den
Desert Comb Music
Genre: Crossover Prog
Format: CD / Bandcamp – 2025

Not very often, but some new surprises come from faraway Australia. Ambient Den is the project of multi-instrumentalist Ben Craven, keyboardist and vocalist Tim Bennetts (Seven Day Mask, Sub Inc) and drummer Dean Povey (Frankenfido). Tim met Ben in 2017 and, after a couple of informal jam sessions, they decided to start this project dedicated to bands of the past like Yes, Genesis, and Pink Floyd, with related science fiction themes.
The name Ambient Den is actually an anagram of "Tim", "Ben", and "Dean", although Tim and Ben originally performed under the name Progaustrali.
“Ambient Den” is a concept album with a cover designed by Dean Povey, which tells the story of humanity's search for a new home among the stars, culminating in the creation of a new, distant, and habitable world.
It starts with “Future History Part 1”, the Pink Floyd-style intro that leads to “For All Mankind”, an eight-minute track where the keyboards describe airy and spatial settings in which the band expresses both past and present feelings. The care for catchy melodies is marked, to the advantage of an enjoyable listening experience, especially during the chorus. The instrumental passages show three prepared artists, engaged in technical solos that are never too long. The sound is enveloping, supported by well-crafted arrangements.
The instrumental track “Provenance” raises the bar and continues the cosmic journey through even more markedly Pink Floyd-style late-period sounds, thanks to Craven's electric guitar, which is the real protagonist.
“Earthrise” is a mini-suite of over nine minutes where the slide guitar once again enriches the atmospheres in a marked way. The Earth is on the horizon, and when the acoustic guitar solo starts, it becomes pure magic.
“Terraforming” brings out all the band's arsenal, through sixteen minutes of intriguing Crossover Prog where the soul is involved in an emotional rollercoaster. If you love David Gilmour, Ambient Den knows how to pamper you. Mood and rhythm changes, epic moments alternate with psychedelic passages of keyboards and slide guitar in “One Of These Days” mode, for a result that I rank among the most enjoyable of the entire album. If you're not into these sounds, you can stop reading here.
“Future History Part 2” raises the pace and closes the album, while the following four tracks are just single edits of “For All Mankind”, “Earthrise”, “Terraforming”, and “Future History Part 2”.
In conclusion, “Ambient Den” is a very enjoyable album, rich in beautiful sound ideas where the past is researched but presented with a modern twist, where you just need to close your eyes to let yourself be transported to unseen places, for the joy of those who love listening to music… the real one. MS

Agropelter

AGROPELTER - The Book Of Hours
Laser's Edge
Genere: Rock Progressive
Supporto: cd / Bandcamp – 2025

La scena nordica nel mondo musicale del Progressive Rock è molto attiva anche in tempi recenti; gli Agropelter, ad esempio, rappresentano bene quella norvegese.
Kay Olsen, ideatore di questo recente progetto, è un polistrumentista che ama soprattutto le tastiere Mellotron, Hammond, cembalo, sintetizzatori ARP e Moog. La sua passione per band storiche come Genesis, Camel, King Crimson, Eloy, e per compositori come Rachmaninoff, Beethoven e Bach, colloca pienamente la sua musica nel Progressive Rock.
“The Book Of Hours” non è un album innovativo nel genere, ma piuttosto risulta essere rispettoso del passato e immerso in un calderone di generi che conducono l’ascoltatore in un ambiente prettamente onirico. A molti fan del Prog più esperti potrebbe sembrare troppo perfetto e freddo sotto certi aspetti, tuttavia questa sensazione non è del tutto estranea alla realtà, poiché risiede anche nel DNA degli artisti nordici in generale.
Al progetto partecipano, insieme a Olsen, Andreas Skorpe Sjoen (batteria), Mattias Olsson (percussioni e mellotron), Jonas Reingold (basso), Jordi Castella (pianoforte a coda), Eli Mine (clavicembalo), Norlene M (violoncello), Eileen Antu (contrabbasso), Luis Vilca (flauto contralto), Hannah Danets (flauto), Zhivago (fagotto) e Edgar Asmar (duduk). I più informati avranno riconosciuto Jonas Reingold, ex membro dei rinomati The Flower Kings, e Mattias Olsson, che ha lavorato anche con Änglagård, Therion e White Willow.
“The Book Of Hours”, disco strumentale, è formato da sette movimenti e rappresentato dall’artwork di Dag E. Clausen, una perfetta fotografia della musica contenuta nel supporto ottico.
“Flute Of Peril” è l’intro barocco e ispirato, che apre la strada a “Levitator”, brano in crescita emotiva supportato da un uso massiccio di tastiere che vanno dal mellotron all’organo a canne. La chitarra elettrica rimanda a momenti Neo Prog di rara bellezza e, mentre tutto sale vertiginosamente, ecco che a metà del brano subentra un passaggio riflessivo in cui l’artista mostra al meglio la sua capacità compositiva attraverso l’organo a canne.
“Burial Mound” apporta drammaticità all’opera, soprattutto grazie all’uso del basso di Reingold; è con la serie di “The Book Of Hours Pt 1, 2, 3, 4” che la musica di Olsen esprime tutta la sua validità.
Inutile descrivere ogni movimento, poiché avete capito bene di cosa si tratta: Prog a tratti sinfonico, con cambi di umore, elettrico ma soprattutto drammatico, magniloquente, onirico, e il tutto grazie all’uso abbondante delle tastiere. Tanta materia all’interno che farà la gioia dei fan del Prog più puri.
Un album che si lascia ascoltare con piacere, con atmosfere che solo i nordici sanno descrivere così dettagliatamente; questo è il punto di forza di questo debutto, che mi lascia stupito anche per il fatto che non conoscevo il nome di Kay Olsen e che, da questo momento in poi, terrò accuratamente sott’occhio. Consigliato. MS

Versione Inglese:

AGROPELTER - The Book Of Hours
Laser's Edge
Genre: Progressive Rock
Format: CD / Bandcamp – 2025

The Nordic scene in the world of Progressive Rock music is very active even in recent times; Agropelter, for example, well represents the Norwegian scene.
Kay Olsen, the creator of this recent project, is a multi-instrumentalist who especially loves keyboards such as Mellotron, Hammond, harpsichord, ARP and Moog synthesizers. His passion for historic bands like Genesis, Camel, King Crimson, Eloy, and for composers like Rachmaninoff, Beethoven, and Bach, fully places his music in the Progressive Rock genre.
“The Book Of Hours” is not an innovative album in the genre, but rather it turns out to be respectful of the past and immersed in a melting pot of genres that lead the listener into a predominantly dreamlike environment. To many experienced Prog fans, it might seem too perfect and cold in certain aspects; however, this feeling is not entirely foreign to reality, as it also resides in the DNA of Nordic artists in general.
Joining Olsen in the project are Andreas Skorpe Sjoen (drums), Mattias Olsson (percussion and mellotron), Jonas Reingold (bass), Jordi Castella (grand piano), Eli Mine (harpsichord), Norlene M (cello), Eileen Antu (double bass), Luis Vilca (alto flute), Hannah Danets (flute), Zhivago (bassoon), and Edgar Asmar (duduk). The more informed readers will have recognized Jonas Reingold, former member of the renowned The Flower Kings, and Mattias Olsson, who has also worked with Änglagård, Therion, and White Willow.
“The Book Of Hours”, an instrumental album, consists of seven movements and is represented by the artwork of Dag E. Clausen, a perfect photograph of the music contained in the digital release.
“Flute Of Peril” is the inspired and Baroque intro, which paves the way for “Levitator”, a track in emotional crescendo supported by a massive use of keyboards ranging from mellotron to pipe organ. The electric guitar recalls moments of Neo Prog of rare beauty and, as everything rises vertiginously, halfway through the track a reflective passage intervenes, where the artist shows off his compositional ability through the pipe organ.
“Burial Mound” brings drama to the work, especially thanks to Reingold's bass playing; it's with the series of “The Book Of Hours Pt 1, 2, 3, 4” that Olsen's music expresses all its validity.
It's pointless to describe every movement, as you've understood well what it's about: Prog with symphonic traits, mood swings, electric but above all dramatic, magniloquent, dreamlike, and all thanks to the abundant use of keyboards. So much material inside that will delight the purest Prog fans.
An album that is enjoyable to listen to, with atmospheres that only the Nordic people can describe so meticulously; this is the strong point of this debut, which leaves me amazed also because I didn't know Kay Olsen's name, and from now on I'll keep a close eye on him. Recommended. MS

 

 

Speciale serate Trasimeno Prog 2025

SPECIALE SERATE TRASIMENO PROG 2025:

 

 
Anche quest’anno Castiglione del Lago, nella location della Rocca Leone, ha ospitato il quinto evento del Trasimeno Prog.

Il 21 agosto è stata la volta del Banco Del Mutuo Soccorso, un concerto interrotto sfortunatamente verso la fine dalla pioggia, quando mancavano soltanto circa trenta minuti al termine della performance. Il fatto non ha comunque influito sulla carismatica prestazione della band, sempre amata da un numeroso gruppo di fan. Buona l’affluenza di pubblico.

Il 22 agosto sarebbe dovuta essere la serata musicale dedicata ai Pink Floyd, con i The Real Pink Floyd Experience e l’album “Wish You Were Here”, i Finisterre con “The Dark Side of the Moon” e le Rane Strane con “The Wall”, ma dopo il soundcheck verso le 19.00 si è scatenato l’inferno con un temporale violentissimo di oltre un’ora e mezza che ha messo a repentaglio anche le sofisticate strumentazioni.

Daniele Pomo (Ranestrane)

Con rammarico, lo staff organizzativo ha dovuto rimandare il concerto a data da destinarsi o eventualmente offrire il rimborso del biglietto.

Finisterre 

Alfredo Buonumori (Trasimeno Prog) e Andrea Orlando (Finisterre)

Impeccabile, come sempre, l’organizzazione e lo sforzo di Alfredo Buonumori, vero e proprio tuttofare del Trasimeno Prog!

Fabio Zuffanti 

Anche la serata del 23 agosto dei King Crimson Project e della The David Cross Band ha presentato insidie meteorologiche, ma questa volta il tempo è stato clemente, lasciando che tutto si potesse svolgere al meglio. Il temporale del giorno prima ha portato tuttavia problemi agli impianti elettrici e alle apparecchiature e, con non pochi sforzi degli addetti ai lavori, si è potuto procedere all’evento. Qualche mancanza di corrente ha infastidito la prova iniziale della The David Cross Band, ma alla fine tutto è andato per il meglio.

David Cross (King Crimson)

L’apertura è stata affidata ai King Crimson Project di Giacomo Anselmi, Daniele Pomo, Danilo Cherni e Valerio Magli, autori di una prova sopra le righe, coinvolgente e tecnicamente ineccepibile. La band ha suonato brani classici derivanti da album storici come “Red” e “In the Court of the Crimson King”, solo per fare due nomi. Il numeroso pubblico ha risposto con entusiasmo alla performance.

King Crimson Project

La The David Cross Band ha interpretato l’album “Larks’ Tongues in Aspic” e classici come “Starless” tratto da “Red” nel finale. La caratura dei singoli componenti è fuori discussione; il violino di Cross è magia pura e queste sonorità hanno fatto scorrere brividi sulla pelle degli appassionati di questa musica senza tempo. L’atmosfera nella splendida Rocca Leone è diventata magica, come se il tempo si fosse fermato al passato.

David Cross con Il Bacio Della Medusa e Alfredo Buonumori

Fuori si sono potuti visitare i sei chioschi di commercianti di dischi, per la “gioia” dei nostri portafogli da collezionisti. Materiale interessante fra CD, DVD e vinili per tutti i gusti. All’interno, i vari merchandising delle band, fra dischi, magliette e quant’altro.

Anche il sottoscritto ha potuto mettere in esposizione la propria libreria, che ha riscontrato curiosità e interesse. Per questo ringrazio Alfredo Buonumori e tutto lo staff efficiente, ospitale e cortese, come poche volte mi è capitato di riscontrare.

Segue, in chiusura, il 24 agosto a Perugia, la serata “Profondo Rosso - 50th Anniversary” con Claudio Simonetti e i Goblin e la proiezione durante il concerto del film in analisi.

Matteo Ricci (Malombra)

Augusto Croce (Italian Prog)

Alessandro Camaiti (Nuova Era)

Simone Cecchini e Federico Caprai (Il Bacio Della Medusa con Alessandro Camaiti (Nuova Era)

Danilo Cherni (King Crimson Project)

Bernardo Lanzetti (PFM - Acqua Fragile)

Ogni agosto Trasimeno Prog è ormai una data imperdibile per tutti gli amanti della buona musica, e la cosa più bella che ho potuto riscontrare è stata la varietà di pubblico, che ha spaziato in tutte le età, dal meno giovane al più giovane, a testimonianza che se la musica è di qualità piace sempre! Spettacolo coinvolgente e variegato. Complimenti a tutti! 

Versione Inglese:

SPECIAL TRASIMENO PROG EVENING 2025:

 

This year again, Castiglione del Lago, at the Rocca Leone venue, hosted the fifth edition of Trasimeno Prog.
On August 21st, it was the turn of Banco del Mutuo Soccorso, a concert unfortunately interrupted towards the end by rain, with only about thirty minutes left to the end of the performance. However, the fact didn't affect the charismatic performance of the band, always loved by a large group of fans. Good attendance.

August 22nd was supposed to be the musical evening dedicated to Pink Floyd, with The Real Pink Floyd Experience and the album "Wish You Were Here", Finisterre with "The Dark Side of the Moon" and Rane Strane with "The Wall". But after the soundcheck around 7 pm, a violent storm lasting over an hour and a half broke out, putting the sophisticated equipment at risk.
With regret, the organizing staff had to postpone the concert to a date to be determined or offer a ticket refund.

The evening of August 23rd with King Crimson Project and The David Cross Band presented weather challenges again, but this time the weather was kind, allowing everything to go smoothly. However, the storm from the previous day caused problems with the electrical systems and equipment. After some effort from the staff, the event was able to proceed. Some power outages bothered the initial rehearsal of The David Cross Band, but in the end, everything went well.

The opening act was King Crimson Project, made up of Giacomo Anselmi, Daniele Pomo, Danilo Cherni, and Valerio Magli, who delivered an over-the-top, engaging, and technically flawless performance. The band played classic songs from albums like "Red" and "In the Court of the Crimson King", just to name a few. The large audience responded enthusiastically to the performance.

The David Cross Band performed the album "Larks' Tongues in Aspic" and classics like "Starless" from "Red" at the end. The caliber of each member is undeniable; Cross's violin is pure magic, and these sounds sent shivers down the spines of fans of this timeless music. The atmosphere in the beautiful Rocca Leone became magical, as if time had stopped in the past.
Outside, visitors could check out the six record merchant booths, a "treat" for our collector's wallets. There was interesting material among CDs, DVDs, and vinyl records for all tastes. Inside, there were various band merchandise, including records, t-shirts, and more.I was also able to showcase my own bookshop, which sparked curiosity and interest. For this, I thank Alfredo Buonumori and the entire efficient, hospitable, and courteous staff, which is rare to find.

The event will conclude on August 24th in Perugia with the evening "Profondo Rosso - 50th Anniversary" featuring Claudio Simonetti and Goblin, accompanied by a screening of the film during the concert.
Every August, Trasimeno Prog has become a must-attend event for all lovers of good music. The most beautiful thing I've noticed is the variety of the audience, spanning all ages, from the youngest to the oldest, proving that quality music is always appreciated! The show was engaging and diverse. Congratulations to all!

Trasimeno Prog Festival 2025

TRASIMENO PROG FESTIVAL 2025

Il Trasimeno Prog Festival animerà le serate tra il 21 e il 24 agosto 2025, toccando location tra il Lago Trasimeno e Perugia. L'evento inizierà il 21 agosto presso la Rocca Medievale di Castiglione del Lago con l'esibizione del Banco del Mutuo Soccorso, storico gruppo del panorama progressive italiano. La serata di venerdì 22 agosto, sempre nella cornice della rocca medievale di Castiglione del Lago, sarà dedicata alla Pink Flow Night. Sabato 23 agosto vedrà ancora Castiglione del Lago protagonista con la King Crimson Night, un omaggio a un'altra pietra miliare del progressive rock. La conclusione del festival è prevista per il 24 agosto a Perugia, presso i giardini del Frontone, con la proiezione integrale del film "Profondo Rosso" in occasione del suo cinquantesimo anniversario. Questa edizione del festival offre un viaggio attraverso le diverse sfumature del rock progressivo, culminando in un evento speciale dedicato a una pellicola iconica.

 

Per maggiori informazioni: trasimenoprog.com

Abbonamento Tre Serate:

https://www.ciaotickets.com/it/abbonamenti/abbonamento-3-serate-trasimeno-prog-festival-21-22-23-agosto-2025

Articolata ancora una volta in quattro giornate, la manifestazione quest’anno presenta un cartellone che pesca non solo sul versante della musica italiana, ma anche su quello straniero. Si parte il 21 agosto alla Rocca Medievale di Castiglione del Lago giovedì con il ritorno (dopo l’edizione 2021), del Banco del Mutuo Soccorso, fresco della pubblicazione del nuovo album Storie invisibili; la band capitanata da Vittorio Nocenzi sarà di nuovo in Umbria, con la formazione che vede tra le sue fila l’ingresso definitivo del figlio Michelangelo alle tastiere ed il recente inserimento del batterista Andrea Bruni.

Il 22 agosto spazio alla musica dei Pink Floyd con tre formazioni italiane (l’inizio dei concerti sarà anticipato alle 20:30), con l’esecuzione di tre album della band inglese. I primi saranno gli umbri Drunk Side che presenteranno la loro versione di Wish you were here; a seguire i liguri Finisterre, che per festeggiare trent’anni dalla fondazione hanno pensato di “esplorare” l’iconico The dark side of the moon mentre a concludere la serata saranno i romani Ranestrane. La loro performance, denominata “Il Cinecorncerto”, prevederà una personale rilettura di The wall.

Il 23 agosto l’ultima serata a Castiglione del Lago sarà dedicata ad un’altra band inglese, i King Crimson. Per farlo sul palco ci sarà un altro gruppo romano, i King Crimson Project,mentre il piatto forte arriverà poi con un ospite straniero; dopo la presenza di Richard Sinclair nel 2022 alla Rocca Medievale, arriverà la David Cross Band. Il violinista inglese (membro ufficiale dei King Crimson tra il 1972 ed il 1974), dopo un concerto a Londra a Ferragosto, eseguirà l’intero album Lark’s tongues in aspic ed estratti da Starless and bible black e Red.

L’ultima giornata del festival, il 24 agosto, vedrà spostarsi la location da Castiglione del Lago a Perugia ed ancora e saranno di nuovo i Giardini del Frontone ad ospitare il concerto dell’ultimo artista in cartellone. In occasione dell’anniversario dei 50 anni dall’uscita di Profondo Rosso, sul palco, con la retroproiezione del film, sul palco Claudio Simonetti’s Goblin; la band del tastierista romano infatti proporrà l’intero film suonato dal vivo e gli altri successi!!!

Si rinnova infine la collaborazione con il Music Day Roma e per tutta la durata della manifestazione gli appassionati avranno la possibilità di aggiungere vinili, cd e memorabilia visitando la fiera del disco in Piazza Gramsci a Castiglione del Lago.

Biglietti per tutto il festival in vendita a partire dal 23 aprile sulla piattaforma Ciaotickets (online e nei circa 900 punti vendita sparsi in tutta Italia).

Versione Inglese:

The Trasimeno Prog Festival will animate the evenings between August 21st and 24th, 2005, spanning locations between Lake Trasimeno and Perugia. The event will kick off on August 21st at the Medieval Fortress of Castiglione del Lago with a performance by Banco del Mutuo Soccorso, a historic group in the Italian progressive rock scene. The evening of Friday, August 22nd, also at the medieval fortress of Castiglione del Lago, will be dedicated to the Pink Floyd Night. Saturday, August 23rd, will again feature Castiglione del Lago as the protagonist with the King Crimson Night, a tribute to another milestone of progressive rock. The festival's conclusion is scheduled for August 24th in Perugia, at the Frontone Gardens, with the integral projection of the film "Profondo Rosso" on the occasion of its fiftieth anniversary. This edition of the festival offers a journey through the different shades of progressive rock, culminating in a special event dedicated to an iconic film.
For more information: trasimenoprog.com

Three-Day Pass:
https://www.ciaotickets.com/it/abbonamenti/abbonamento-3-serate-trasimeno-prog-festival-21-22-23-agosto-2025

Once again structured over four days, the event this year features a lineup that draws not only from the Italian music scene but also from abroad. It starts on August 21st at the Medieval Fortress of Castiglione del Lago with the return (after the 2021 edition) of Banco del Mutuo Soccorso, fresh from the release of their new album "Storie invisibili"; the band led by Vittorio Nocenzi will be back in Umbria with the lineup that includes the definitive addition of his son Michelangelo on keyboards and the recent inclusion of drummer Andrea Bruni.
On August 22nd, it's time for Pink Floyd music with three Italian bands (the start of the concerts will be brought forward to 8:30 PM), performing three albums by the English band. The first will be the Umbrian band Drunk Side, who will present their version of "Wish You Were Here"; followed by the Ligurian band Finisterre, who, to celebrate thirty years since their foundation, have decided to "explore" the iconic "The Dark Side of the Moon", and finally, the Roman band Ranestrane will close the evening with their performance, titled "Il Cinecorncerto", featuring a personal reinterpretation of "The Wall".
On August 23rd, the last evening at Castiglione del Lago will be dedicated to another English band, King Crimson. Another Roman group, King Crimson Project, will take the stage, and the highlight will come with a foreign guest; after Richard Sinclair's presence in 2022 at the Medieval Fortress, David Cross Band will arrive. The English violinist (an official member of King Crimson between 1972 and 1974), after a concert in London on Ferragosto, will perform the entire album "Lark's Tongues in Aspic" and excerpts from "Starless and Bible Black" and "Red".
The last day of the festival, August 24th, will see the location move from Castiglione del Lago to Perugia, and again the Frontone Gardens will host the concert of the last artist on the bill. On the occasion of the 50th anniversary of the release of "Profondo Rosso", on stage with the film's back-projection, Claudio Simonetti's Goblin will perform the entire film live and other hits.
The collaboration with Music Day Roma is renewed, and throughout the event, enthusiasts will have the opportunity to add vinyls, CDs, and memorabilia by visiting the record fair in Piazza Gramsci at Castiglione del Lago.
Tickets for the entire festival are available for purchase starting from April 23rd on the Ciaotickets platform (online and at around 900 points of sale spread throughout Italy).