ANIMS
– Good’n’ Evil
Sneakout
Records & Burning Minds Music Group
Genere:
Hard Rock
Supporto:
cd – 2024
Ho
lasciato la band Anims del chitarrista bolognese Francesco Di Nicola (Danger
Zone, Krell e Crying Steel) due anni fa parlando molto bene dell’album d’esordio
intitolato “God Is A Witness” (Burning Music / Atomic Stuff / Sneakout Records),
oggi lo ritrovo con questa nuova realizzazione intitolata “Good’n’ Evil” con
altrettanta qualità sonora. Non a caso la gavetta annosa ha il proprio peso, la
storia insegna.
Gli
Anims oggi sono un trio composto da Elle Noir (voce), Paolo Caridi (batteria),
e quindi Francesco Di Nicola (chitarra, basso). Una delle caratteristiche che
si sono potute estrapolare dall’ascolto del cd di debutto, è la qualità della
voce di Elle Noir, calda e malleabile ad ogni contesto. Sorprendente la
capacità di sapersi adeguare ad ogni condizione stilistica, seppure il binario
principale è sempre quello dell’Hard Rock. Registrato al Pri Studio di Bologna,
“Good’n’ Evil” è oltre che contenitore di nuovi brani, anche una sorta di riassunto
delle puntate precedenti. Undici brani che spaziano nel tempo e nelle band in
cui Francesco ha militato, qui riproposte in nuova veste. Numerose le chicche
contenute, due derivanti dal periodo Crying Steel dei primi anni ’90, gli
inediti “Liar” e “Satellite”. Nel cd (e non nella versione digitale) c’è la
bonus track “Victim Of Time”, canzone con cui gli storici Danger Zone esordiscono
nel lontano 1984. Ma vengo al concreto parlando dell’argomento trattato in “Good’n’
Evil”, i testi di Chiara Mencarelli e integrati da Francesco Di Nicola,
approfondiscono temi spirituali dove l’eterna lotta fra il bene ed il male si
svolge senza esclusione di colpi. Esplicativa la copertina disegnata dalla stessa
Chiara Mencarelli, dove un individuo che suona la chitarra elettrica, è metà
angelo bianco e metà diavolo nero. Biblici richiami e dialoghi con Dio
farciscono il tutto.
La
musica ha una ricerca strutturale di base dedita alla cura delle melodie e
tagliata su misura per la bella voce di Elle
Noir. L’uso della chitarra alterna riff a fughe elettriche di raffinata
bellezza, come nel caso di “ The Cherubims”. L’esperienza conduce il trio a
lavorare sull’emotività costruita attraverso la storia del genere e rielaborata
con la propria personalità, “Fear Of The Night” mette in mostra queste
caratteristiche. Il genere sembra non subire l’ingiallimento del tempo, “Where
Were You” si diverte a far cantare un ritornello semplice e diretto, mentre con
“Satellite” si torna negli anni ’80 quando i Crying Steel mostravano orgogliosamente
i muscoli nel settore allora molto di voga. La batteria di Paolo Caridi è
precisa e degno motorino per l’andamento di tutti i brani, compreso il vigoroso e curato “Leviathan”. Coralità
multiple aprono “Dry Bones”, una canzone solare e rovente in cui la band
trasmette all’ascoltatore il proprio divertimento. Ritorno al passato con l’ottimo
rifacimento di “Liars”, altro pezzo dei Crying Steel in cui si denota la
capacità dell’Hard Rock di scolpire gli anni ’80. Monolitica “Lena”, un mid
tempo in cui il soggetto è l’energia pulita che fuoriesce da un pentagramma
curato nei particolari. I storici Danger Zone, come già anticipato, vengono
onorati attraverso “Victim Of Time”, qui si pesta a dovere, una canzone per
qualche istante vicina al pianeta Judas Priest. Altro mid tempo ci attende in “Nebuchadnezzar”,
per qualche verso un sensuale gioco impegnato di schiaffo o bacio. La title
track mette il sigillo a questo disco con qualità e nuovamente ricerca
strutturale.
Il
ritorno degli Anims è una boccata d’aria nuova nel mondo dell’Hard Rock
italiano, un ancora di salvezza per chi ritiene che il genere stia soffrendo l’indifferenza
dei tempi. Io mi ci aggrapperei con forza, certe emozioni non dovranno mai
sparire… Mai! MS
Versione Inglese:
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