Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

lunedì 30 settembre 2024

Zolder Ellipsis

ZOLDER ELLIPSIS – Il Libro Dei Tropi
Lizard Records – Open Mind
Genere: Jazz, Rock, Avantgarde, Prog Rock
Supporto: cd – 2024





Ogni musicista ha il proprio modo di esprimere la sua arte attraverso un approccio del tutto personale, questo consente di distinguerlo dalla massa. Generalmente chi esula dalle regole non è di facile collocazione, ma questo non è un problema per chi ascolta o produce, la musica in definitiva è musica e basta. Quando un prodotto è fuori target, si tende a inserirlo nel mondo del Progressive in senso generico e il gioco è fatto. Non male neppure il termine Avantagarde, questo permette a chi si approccia a quel determinato disco di comprendere di non trovarsi avanti a un suono convenzionale. Di certo non siamo al cospetto di un prodotto di massa, sappiamo bene che l’ascoltatore medio oggi non ha intenzione di soffermarsi troppo su suoni astrusi, per questo chi compone tutto ciò, ha un pubblico definito di nicchia.
Per concepire questa musica viene in soccorso l’improvvisazione, sulla quale successivamente ci si lavora sopra per smussare e aggiungere nuove soluzioni. Questo è il modus operandi del progetto Zolder Ellipsis del tastierista americano Tom Aldrich.
“Il Libro Dei Tropi” è il secondo album in studio, dove il termine troping è “l’uso di una parola o di un’espressione modificata dal significato originale a un altro”, a testimonianza di quanto detto.
Con Aldrich, partecipano Sean Moran (chitarra), Chad Langford (basso, voce), Ivo Bol (synths e samplers), Pierre Aeternus (batteria), e la scrittrice Esther Mugambi (voce), autrice dei testi che ispirano quest’opera.
Cosa ci si deve attendere da “Il Libro Dei Tropi” si può intuire, ma non indovinare al primo colpo, in quanto le soluzioni sono così diversificate fra loro che solo l’ascolto può rivelare. Rispetto l’album precedente si appone un approccio più moderno, la musica degli Zolder Ellipsis acquisisce dunque un nuovo elemento.
Sin da “Sketch A” si possono captare queste situazioni al limite della dissonanza, come se fossero due motivi differenti uno sopra l’altro. La batteria di Pierre Aeternus disegna un percorso in cui la chitarra sembra sfuggire, ma la cosa più interessante è che tutto ciò non disturba, bensì accalappia l’attenzione in attesa di nuove sorprese, le quali giungono immediatamente da “Night Crossing”, e sfido chiunque nel non pensare di trovarsi di fronte a una diversa band. Tastiere e chitarra dialogano come due comari rendendo il brano vivo fra mondi di Frank Zappa e Gentle Giant. Una tregua giunge dagli arpeggi iniziali di “Passed The Storm”, qui le melodie sono presenti privandosi di quella veste nervosa che ha aleggiato sino ad ora. La chitarra elettrica diventa Rock in “Feel Like A Man” e qui si è in pieno contesto Prog Rock, e scusate se mi ripeto, ma per intenderci sto parlando nuovamente di Zappa, Gentle Giant e questa volta anche King Crimson.
Tortuosi movimenti di chitarra confermano l’amore per Fripp e soci anche in “BIP” per poi passare nuovamente a qualcosa di completamente diverso (come dicevano i Monty Python negli anni ’70), e allora le belle armonie di “Brunette” aprono il campo a istanti riflessivi e curati. Qui la chitarra elettrica si esprime al meglio in assolo toccanti e tecnici Personalmente lo ritengo fra i brani più belli dell’intero album assieme all’eterea “Lydian Riff”, altro contesto per la chitarra, questa volta acustica. Ritorna il Prog Rock con “Undertow” assieme al sentore di anni ’70, una bellissima sensazione che di certo non stona nel contesto. Il basso apre “The Purge”, canzone di matrice Jazz impreziosita dalla bella e calda voce di Esther Mugambi. Se vogliamo dare il premio “pezzo più Prog Rock dell’album”, questo spetta a pieno titolo a “Grind And Meridian” che fino all’ultimo se la batte con la suite conclusiva di quindici minuti intitolata “Sketch C (Quell)” dove la sperimentazione si sposa con la rumoristica.
Ritengo “Il Libro Dei Tropi” un ulteriore passo in avanti nella crescita della band, un disco in cui soffermarsi ad ascoltare con attenzione, senza aver paura delle destabilizzazioni, perchè anche queste fanno parte del Progressive Rock. MS






Versione Inglese:


ZOLDER ELLIPSIS – Il Libro Dei Tropi
Lizard Records - Open Mind
Genre: Jazz, Rock, Avantgarde, Prog Rock
Support: cd - 2024


Every musician has his own way of expressing his art through an entirely personal approach, this allows him to stand out from the crowd. Generally those who fall outside the rules are not easy to place, but this is not a problem for the listener or producer; music is ultimately music and that's it. When a product is off target, one tends to place it in the Progressive world in a generic sense and that's it. The term Avantagarde is not bad either, this allows those who approach that particular record to understand that they are not ahead of a conventional sound. Certainly we are not in the presence of a mass product, we know very well that the average listener today is not going to dwell too much on abstruse sounds, which is why those who compose this have a defined niche audience.
To conceive of this music, improvisation comes to the rescue, on which we later work to smooth it out and add new solutions. This is the modus operandi of American keyboardist Tom Aldrich's Zolder Ellipsis project.
“The Book Of Tropes” is the second studio album, where the term troping is ‘the use of a word or expression changed from its original meaning to another,’ a testament to the above.
Joining Aldrich are Sean Moran (guitar), Chad Langford (bass, vocals), Ivo Bol (synths and samplers), Pierre Aeternus (drums), and writer Esther Mugambi (vocals), author of the lyrics that inspire this work.
What is to be expected from “The Book Of Tropes” can be guessed, but not guessed at first, as the solutions are so diverse from each other that only listening can reveal. Compared to the previous album a more modern approach is affixed, the music of Zolder Ellipsis thus acquires a new element.
Right from “Sketch A” one can pick up on these borderline dissonance situations, as if they were two different motifs on top of each other. Pierre Aeternus' drums draw a path in which the guitar seems to escape, but the most interesting thing is that all this does not disturb, but rather grabs the attention in anticipation of new surprises, which come immediately from “Night Crossing”, and I challenge anyone in not thinking that they are in front of a different band. Keyboards and guitar converse like two comrades making the song alive between worlds of Frank Zappa and Gentle Giant. A reprieve comes from the opening arpeggios of “Passed The Storm”, here the melodies are present depriving themselves of the nervousness that has hovered until now. The electric guitar becomes Rock in “Feel Like A Man” and here you are in the full Prog Rock context, and sorry to repeat myself, but to be clear I am again talking about Zappa, Gentle Giant and this time also King Crimson.
Tortuous guitar movements confirm the love for Fripp and co. in “BIP” as well and then switch again to something completely different (as Monty Python used to say in the '70s), and then the beautiful harmonies of “Brunette” open the field to thoughtful and curated moments. Here the electric guitar is at its best in touching and technical solos I personally consider it among the most beautiful tracks on the entire album along with the ethereal “Lydian Riff”, another context for guitar, this time acoustic. Prog Rock returns with “Undertow” along with a whiff of the 70s, a beautiful feel that certainly doesn't clash in context. The bass opens “The Purge,” a jazzy song embellished by Esther Mugambi's beautiful and warm voice. If we want to give the “most Prog Rock piece on the album” award, this rightfully belongs to “Grind And Meridian”, which to the very end fights it out with the fifteen-minute concluding suite entitled “Sketch C (Quell)” where experimentation marries with noise.
I consider “The Book Of Tropes” a further step forward in the band's growth, a record in which to linger and listen carefully, without being afraid of destabilizations, because these are also part of Progressive Rock. MS


 


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