SIGMUND
FREUD – Risveglio
Black
Widow Records
Genere: Rock Progressivo Italiano
Supporto: CD - 2025
Gli
anni ’70, anche in Italia, sono stati una fucina di band dedite al Rock
Progressivo. Più cerco e studio il movimento, e più aumentano le sorprese. Spesso
viene in aiuto internet, ma soprattutto le case discografiche con ristampe o
realizzazioni mai edite, in un’opera di rivalutazione di alcuni artisti che
all’epoca non hanno ricevuto la giusta considerazione.
Sappiamo
bene che il movimento nostrano è derivante da quello inglese, con l’innesto
della mediterraneità che ci contraddistingue; ecco quindi la Premiata Forneria
Marconi, Le Orme, Il Banco Del Mutuo Soccorso, ecc.
Questi
sono anche punti di riferimento per la band dei Castelli Romani Sigmund Freud.
Sorgono nell’estate del 1972 e, malgrado la loro giovane età, si muovono
discretamente nell’hinterland sonoro, partecipando anche a festival di tutto
rispetto come il Villa Pamphili, Villa Adda, Conca D’Oro e altri ancora. Il
nome che si danno è ovviamente relativo al fondatore della psicoanalisi,
pensando che questo possa essere il degno rappresentante di questa musica per
la mente.
Si
sciolgono nel 1978 e non rilasciano mai un album sino al 2013, anno del ritorno
e del debutto, con “Illusioni”. Oggi li ritroviamo grazie all’attenzione della
Black Widow e “Risveglio”. Questo album è una raccolta di inediti e brani che
avevano realizzato durante la metà degli anni ’70.
La
band ha visto passare fra le sue linee differenti musicisti, che qui vado a
elencare: dall’ideatore Claudio Ciuffa (chitarra, flauto), Marco Cavaterra
(basso, voce), Fabio Tata (tastiere), Dario Masani (batteria), Dino Pacini
(chitarra), Caterina Russo (voce), Robin Taylor (violoncello e piano), Luca
Allori (voce, chitarra), Evandro Gabbiati (batteria), e Claudio Carbonetti
(tastiere).
Il
sound proposto è quello che rispecchia l’andamento degli anni d’oro,
soprattutto supportato da quegli strumenti che hanno reso il genere immortale,
come l’Hammond, il Mini Moog, il Mellotron e il flauto.
Sei
i movimenti che compongono “Risveglio”, a iniziare da “Fiori Di Polvere
Bianca”. Il titolo, per i più attenti di voi, potrebbe richiamare la famosa
“Profumo Di Colla Bianca” della Locanda Delle Fate; in fin dei conti, il genere
è questo. I Sigmund Freud si muovono in territori orecchiabili, dove la formula
canzone è tenuta altamente in considerazione, tuttavia non esulano gli
immancabili cambi di tempo. Il flauto catapulta le sensazioni al periodo in
analisi; dodici minuti che riassumono la storia del Progressive Rock italiano.
La
successiva “Giochi D’Ombre” è un’altra mini-suite che mette in evidenza ancora
una volta la buona ritmica supportata dalle tastiere sempre presenti. La magia
del genere italiano è legata al nostro inconfondibile stile, che si distanzia,
seppur non eccessivamente, da quello della nazione madre del Prog, ossia
l’Inghilterra dei Genesis e compagnia bella. Qui anche una fase narrata e
recitata con molti punti di congiunzione al Banco Del Mutuo Soccorso. Buone le
fughe strumentali, che sono sempre i momenti che un fan attende con
trepidazione.
“Palla
Di Neve” si apre con un arpeggio di chitarra dal sentore antico, soprattutto
con l’arrivo del flauto a supporto. Brano incantato in cui capita spesso di
trovarci ad ascoltare ad occhi chiusi, ma le fughe strumentali e un cantato di
nuovo recitato sono sempre dietro l’angolo, per tramutare la composizione in un
movimento molto energico.
“La
Quiete Dopo La Tempesta” è l’ennesima mini-suite di dieci minuti; qui gli anni
’70 sono ancor più marcati e si possono respirare quelle arie che li hanno resi
inconfondibili e unici. Bella vetrina per le doti balistiche dei singoli
componenti. Il discorso è analogo per “Epilogo”; basta lasciare andare la mente
per trovarsi in quelle ambientazioni.
E
per concludere, “Freud 70’s Medley”, registrazioni del passato che fotografano
alla perfezione la band in quel periodo attraverso sedici minuti di ammalianti
percezioni.
Chi
ama il genere, le tastiere nominate, il flauto e le chitarre in evidenza, non
può ignorare “Risveglio” e faccio i miei complimenti non soltanto alla ottima
band, ma anche alla Black Widow che ha saputo ridare luce a questi signori che
avrebbero meritato sicuramente maggiore fortuna. MS
Versione Inglese:

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