RED
SAND – The Sound Of Silence
Independent
Music Market (Vinile), SPBN Music (CD)
Genere: Neo Prog
Supporto: Vinile / CD – 2025
Il
Neo Prog ha vissuto, proprio come il Rock Progressivo, momenti di gloria e
altri di calo da quel 1983 in cui i Marillion, con l'etichetta EMI, hanno
alimentato nuova linfa. Da qui in poi, il genere risiede in un limbo
prettamente dedito ai fans più scrupolosi, sino a giungere oggi in una
situazione che potrei definire di stallo. Esiste, ma non ha un successo
eclatante come lo ha conseguito il Progressive Rock degli anni '70, tanto per
fare un esempio.
Questo
accade in Italia, mentre in altre nazioni come la Polonia, l'Inghilterra e
l'America, l'andamento sembra essere migliore. Tuttavia, le uscite nel tempo
sono abbastanza numerose, così come la nascita di band affezionate a quel sound
misto fra Genesis, King Crimson, Pink Floyd e Camel.
Dal
Canada, nel 2003, abbiamo avuto modo di assistere alla nascita dei Red Sand,
dove il chitarrista Simon Caron mette sul piatto tutta la sua passione per le
band sopra citate, oltre che alla grande fetta Neo Prog anni '80 in senso
generale.
Nella
musica composta, c'è ampio spazio per quei solo di chitarra coinvolgenti alla
David Gilmour o Andy Latimer e Steven Rothery, così come all'uso di buoni
tappeti di tastiere. Con queste armi in pugno, i Red Sand riescono negli anni a
realizzare una discreta discografia composta da undici album in studio. I fans
del genere in analisi si affezionano alla band, che sembra aver custodito con
gelosia ogni caratteristica di questo sound.
Oggi
sono formati da Michel Renaud (voce), Simon Caron (chitarre, basso, tastiere) e
Perry Angelillo (batteria).
"The
Sound Of Silence" è il loro dodicesimo lavoro e subito vi anticipo che
nulla toglie e nulla aggiunge a quanto detto, ossia si lascia ascoltare con
molto piacere, alternando frangenti esaltanti ad altri che potrei definire
nella norma. Direte voi che il Neo Prog, in fin dei conti, è così; in realtà,
non sempre. Abbiamo assistito a dischi che hanno un tiro altissimo per tutta la
loro durata, come per esempio "Script For A Jester's Tear"
(Marillion), "Ever" (IQ), "The Masquerade Overture"
(Pendragon), "The Visitor" (Arena) ed altri ancora, ovviamente.
Questo
per dire che i Red Sand hanno ottime intuizioni, buona tecnica strumentale, ma
che potrebbero dare maggiore continuità a quei momenti di enfasi che fanno il
successo del genere. È comunque piacevole immergersi in questi sette brani,
aperti dalla strumentale "Puzzle", un intro che conduce all'ottima
"Lost Fantasy (We Love)". Il brano è malinconico, ricco di cambi di
tempo, e quando la chitarra elettrica si lancia nell'assolo finale, vorresti
che non finisse mai. L'interpretazione vocale è di buon livello, perfettamente
adeguata al contesto. Se fosse inserita nella discografia degli Arena, "Lost
Fantasy (We Love)" ci starebbe benissimo.
È
la volta della prima parte di "The Sound Of Silence" e qui saranno
felici i fans dei Genesis per un mix iniziale di stili che si alternano fra
"The Fountain Of Salmacis" e "Horizons". Poi la chitarra
elettrica ritorna nell'ovile di Andy Latimer, eccellente sotto molti punti di
vista, soprattutto per quello emotivo: struggente.
"Watcher"
è carina, ma è qualcosa di inferiore rispetto a quanto ascoltato sino ad ora,
se fosse stata leggermente più breve, avrebbe avuto un altro esito (questo,
naturalmente, è solo il mio gusto personale).
La
seconda parte strumentale di "The Sound Of Silence" è un altro
bellissimo momento da ascoltare ad occhi chiusi.
A
questo punto, arriva il brano più lungo dell'album, della durata di oltre
diciotto minuti: "The Last Voice". Qui, tutto l'amore che i Red Sand
hanno per questa musica trasuda da ogni nota, commovendo a tratti anche
l'ascoltatore in quei passaggi strumentali ricolmi di enfasi. Una cavalcata che
è davvero il sunto del Neo Prog!
La
conclusione spetta a "The Best", e qui è David Gilmour a essere preso
come riferimento e sviluppato attraverso la loro personalità.
"The
Sound Of Silence" è il classico disco che puoi ascoltare diverse volte,
quello che sta lì nello scaffale e ogni tanto ti strizza l'occhiolino. Ne goda chi può. MS.
Versione Inglese:

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