SAMMARY
– The Dream
Progressive
Promotion Records
Distribuzione italiana: G.T. Music
Genere: Post Prog Moderno
Supporto: cd – 2023
Ho
lasciato il diciannovenne Sammy Wahlandt e il suo progetto Sammary con il buon
debutto “Monochrome” nel 2022 e già lo ritrovo oggi con le idee ancora più
chiare oltre che con una vera formazione alle spalle. Non più un lavoro solista
con l’aggiunta di collaboratori, bensì frutto di un’attività d’insieme, grazie
all’innesto di Stella Inderwiesen (voce), Marvin Kollmann (chitarra), suo padre
Joerg Wahlandt (chitarra), Benedikt Schadt (tastiere), Ivan Khobta
(sintetizzatore) e Julius Stapenhorst (basso). Sammy dunque si siede dietro la
batteria e comunque chiama come supporto anche due special guest, Adam Holzman
(assolo di synth in “Trance”) e Bruno Bolz (assolo di chitarra in “Voices”).
Entrare
nel mondo dei Sammary è semplice, perché spesso sanno coccolare l’anima
attraverso buone armonie, poi la voce di Stella Inderwiesen è una buona guida
all’ascolto che ci accompagna sin da “Cascades”. Qui le chitarre del produttore
Marvin Kollmann giocano un ruolo importante per l’economia del pezzo,
oltretutto bene arrangiato, possente e possessore di equilibrate coralità di
fondo. Piano e voce fanno da apertura a “Trance”, un motivo suadente ed
elegante, vestito dalla voce ancora una volta convincente di Stella e dall’uso
coinvolgente finale di tastiere. Questo genere musicale si colloca a metà
strada fra la ricerca progressiva e le nuove tendenze, un poco com’è accaduto
agli ultimi Anathema.
Un
breve intro psichedelico della durata di poco più di un minuto intitolato “Oscillation”,
accompagna a “Voices” dove alcuni passaggi mi hanno ricordato i migliori Soen.
Una nenia introduce “The Game”, questo brano rappresenta al meglio l’artwork
che visivamente accompagna il disco, malinconico, dark, sensuale ed etereo,
sicuramente fra le composizioni meglio riuscite di “The Dream”. Bastano poco
più di due minuti per capire a fondo lo stile di Sammary, quelli di
“Rotations”, profondo excursus dentro l’anima. Non è possibile restare
indifferenti grazie soprattutto al sapiente uso delle pause, perché anche i
brevi silenzi sono musica e spesso fanno la differenza.
Seppure
sempre delicata, la title track “The Dream” apre ad un mondo sonoro attuale,
sia per l’uso delle strumentazioni che delle chitarre elettriche. Questa volta
sono i Porcupine Tree a venire in mente. Ancora piano e voce per “Eulogy For A
Dream”, la donna in vestaglia ed il candelabro in mano immortalata su uno
sfondo oscuramente velato, ci accompagna verso un limbo fuori della nostra
dimensione fatto di coccole ma anche di suoni inquietanti che improvvisamente
sopraggiungono quando meno ce lo aspettiamo.
La
struggente “Awake” chiude il disco che testimonia una notevolissima crescita
caratteriale della band (ora possiamo chiamarla così). Qui c’è musica per un
buon momento di relax, la stessa che spesso fa pensare o perlomeno riflettere
su come viviamo questo mondo. Siamo lontani anni luce da quello che oggi
spopola nei media o nel web, proprio per questo “The Dream” è un ancora di
salvezza.
Boschi
al tramonto (o all’alba), lande innevate, nebbia, tutto un contesto che ben si
sposa con la delicata musica dei Sammary, e non nascondo la mia curiosità per
il prossimo album se questo è lo svilupparsi degli intenti, ma ora scusate
ripremo “Play”, un ora non mi è bastata. MS
Versione Inglese:
SAMMARY - The Dream
Progressive Promotion Records
Italian Distribution: G.T. Music
Genre: Modern Post Prog
Support: cd - 2023
I left 19-year-old Sammy Wahlandt and his project
Sammary with the good debut "Monochrome" in 2022 and already I find
him today with even clearer ideas as well as a real lineup behind him. No
longer a solo work with the addition of collaborators, but the result of an
ensemble effort, thanks to the grafting of Stella Inderwiesen (vocals), Marvin
Kollmann (guitar), his father Joerg Wahlandt (guitar), Benedikt Schadt
(keyboards), Ivan Khobta (synthesizer) and Julius Stapenhorst (bass). Sammy
therefore sits behind the drums and yet also calls in two special guests as
support, Adam Holzman (synth solo in "Trance") and Bruno Bolz (guitar
solo in "Voices").
Entering Sammary's world is easy because they often
know how to pamper the soul through good harmonies, then Stella Inderwiesen's
voice is a good listening guide that takes us right from "Cascades."
Here, producer Marvin Kollmann's guitars play an important role in the economy
of the piece, which is moreover well arranged, powerful and possessed of
balanced background chorality.
Piano and vocals provide the opening to
"Trance," a persuasive and elegant tune dressed by Stella's once
again convincing voice and final engaging use of keyboards. This genre of music
lies somewhere between progressive and new progressive pursuits, a little like
the latest Anathema.
A short psychedelic intro lasting just over a minute
entitled "Oscillation" leads into "Voices" where some
passages reminded me of the best Soen. A dirge introduces "The Game,"
this track best represents the artwork that visually accompanies the record,
melancholic, dark, sensual and ethereal, certainly among the best successful
compositions on "The Dream." It only takes a little more than two
minutes to fully understand Sammary's style, those of "Rotations,"
deep excursus inside the soul. It is impossible to remain indifferent thanks
mainly to the skillful use of pauses, because even brief silences are music and
often make a difference.
While always delicate, the title track "The
Dream" opens up to a current sound world, both in its use of
instrumentation and electric guitars. This time it is Porcupine Tree that comes
to mind.
Again piano and vocals for "Eulogy For A
Dream," the woman in robe and candelabra in hand immortalized against a
darkly veiled backdrop, accompanies us to a limbo outside our dimension made of
cuddling but also of eerie sounds that suddenly overtake us when we least
expect it.
The poignant "Awake" closes the record,
which testifies to a remarkable character growth of the band (we can now call
it that). There is music here for a good relaxing moment, the same music that
often makes one think or at least reflect on how we live in this world. We are
light years away from what is popularized in the media or on the web today,
which is precisely why "The Dream" is a lifeline.
Forests at dusk (or dawn), snowy moors, fog, all a
context that fits well with the delicate music of Sammary, and I do not hide my
curiosity for the next album if this is the development of intentions, but now
sorry I will resume "Play," an hour was not enough for me. MS
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