LIND
– A 3rd Ear Conversation (The Justification Of Reality Part II)
Progressive
Promotion Records
Distribuzione
italiana: G.T. Music
Genere:
Eclectic Prog / Post Prog Moderno
Supporto: cd – 2023
Il
mondo delle collaborazioni fra artisti oggi ha preso più campo che mai,
soprattutto grazie ad internet, vero e proprio punto focale della conoscenza e
della condivisione. Avere il mondo in casa e fra le dita è un’arma potentissima
se si sa adoperare per il verso giusto. Il relazionarsi è più semplice, così si
ha la possibilità di conoscere un numero maggiore di persone e condividere le
proprie passioni come la musica. Bene lo sa Andy Lind, batterista e mente dei The
Ancestry Program che recluta per il suo secondo lavoro "The Justification
Of Reality, Part ll - A 3rd Ear Conversation" una nutrita squadra di alto
livello dalla scena Prog Rock e Jazz Fusion. La lista è davvero lunga e interessante, Gary Husband
(John McLaughlin, Allen Holdsworth), Steve Hunt (Allen Holdsworth), Kalle
Wallner (RPWL, Blind Ego), Arno Menses (Subsignal), Marek Arnold (Seven Steps
to the Green Door), Jan Zehrfeld (Panzerballett), Wolfgang Zenk, Marco Glühmann
(Sylvan), Sami Gayed (Soulsplitter), Ben Knabe (The Ancestry Program), e Stefan
Weyerer (Copper).
Molta
carne al fuoco dunque nei dieci brani che compongono l’album, la varietà di
caratteristiche che accompagna questo folto numero di musicisti consente a Lind
di poter giocare con un vasto panorama musicale che può spaziare dal Jazz fino
a giungere all’Heavy Metal. Una parola a parte per il bellissimo artwork
stampato su cartone per mano di Jan Reiser, Jan Lehner e Andy Lind, lo stile
del tratto e dei colori ben rappresenta la musica proposta nel disco, il
connubio immagine e suono è notoriamente importante, anche se quest’attenzione
sembra scremare con il tempo.
I
quasi nove minuti di “Wounded Knees” sono un buon biglietto da visita per la
musica proposta, ci si getta immediatamente nelle atmosfere cupe ed
elettroniche dell’intro in un’escalation di suoni mai incanalati in un binario
unico. Al confine del Metal Prog, il brano si sviluppa fra cambi di tempo e
ottimi arrangiamenti che per coralità riconducono al sound di band come Cairo o
Magellan.
“Lost
Words” è un episodio ricercato, ampio spettro di colori che tendono comunque
verso lo scuro. La composizione varia tra fraseggi pacati ad altri quasi
sperimentali per controtempi e dissonanze, gioia per chi ama il Prog inteso
come intento. Altra vetrina per scelte stilistiche non convenzionali è quella
di “This Dream”, il cantato è spesso filtrato con effetti eco e voice phone
(anche in tutto l’album). Gli assolo strumentali non sono di certo banali,
attaccano la melodia base su scale dissestate donando all’insieme un anelito
fuorviante, riportato alla norma solo dagli attimi pacati delle tastiere dal
sapore Jazz. Il brano più breve racchiuso in quasi cinque minuti s’intitola “A
Third Ear Conversation”, segue una mini suite di quattordici minuti, “Redesign”,
dove le strumentazioni si divertono a sovrapporsi in cambi umorali importanti
in una sorta di gioco fuorviante. Alcuni di voi noteranno analogie con alcune
scelte dei Gentle Giant.
Fra
i miei brani preferiti risulta “Another Try”, ma è difficile cercarne uno
piuttosto che un altro, tutto il disco scivola via tenendo l’ascoltatore sempre
con l’attenzione in tiro.
Questa
nuova opera di Lind non lascia dubbio sulle proprie capacità artistiche,
soprattutto mostra l’intento su come concepire la musica, un divertimento
ricercato. Qui di cose lasciate al caso, sono davvero poche. Consigliato
l’ascolto a tutti quelli che amano il passato e il presente senza paraocchi,
anzi, senza paraorecchie, perché questo è un mondo incantato. MS
Versione Inglese:
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