POLIS
– Unterwegs I
Progressive
Promotion Records
Distribuzione italiana: G.T. Music
Genere: Heavy Prog
Supporto: cd – 2023
Il
Rock Progressivo in Germania sta vivendo un periodo di ottimo fermento, numerose
le band più o meno note ai fans che si passano la staffetta attraverso
realizzazioni sempre interessanti e rispettose sia dei tempi che furono che del
presente.
Con
il primo album live della carriera, i Polis si rivolgono proprio a un pubblico
amante di certe sonorità legate specialmente alle tastiere come l’Hammond, il
pianoforte Fender-Rhodes e gli strumenti sintetizzatori analogici.
La
band formata da Christian Roscher (voce), Christoph Kästner (chitarra), Marius
Leicht (tastiere),
Andreas
Sittig (basso), e Sascha Bormann (batteria), è da tredici anni attiva in sede
live, proprio per questo ha ritenuto opportuno fare una buona registrazione
professionale per darla in pasto ai propri estimatori. Durante l’ascolto degli
otto brani contenuti nell’album intitolato “UnterwegsI”, ci si può imbattere anche
in due inediti, “Die Einsamkeit” e “Das Erste Leuchtfeuer”. L’edizione
cartonata che accompagna il supporto ottico, contiene un libretto
rappresentante le foto della band in bianco e nero, sia dei singoli componenti
che della band in totale. Il disco è registrato al Woodstock Forever Festival
di Waffenrod e all'Alte Kaffeerösterei di Plauen.
Il
cantato in lingua tedesca apre un pezzo d’atmosfera intitolato “Tropfen”, un
Prog contaminato dal Doom nordico. La parte centrale è un trip psichedelico
crescente, con una chitarra elettrica padrona di elargire un assolo ipnotico.
In questi undici minuti si può apprezzare sin da subito l’anima live dei Polis.
Come dentro ad una macchina del tempo, l’ascoltatore viene trasportato negli
anni ’70 anche in “Gedanken”, composizione che ha il potere di farti fare
l’ascolto a occhi chiusi, immaginate i Moody Blues o i Prochol Harum cimentarsi
nella Psichedelia, ma non sono esclusi riferimenti al presente, come per
esempio nei confronti dei Porcupine Tree.
Ed
è la volta dell’inedito “Die Einsamkeit”, un movimento pacato dove la chitarra
riesce a tessere note floydiane, e ancora una volta l’anima sognante della band
viene allo scoperto. Sale il ritmo nel secondo inedito “Das Erste Leuchtfeuer”,
qui una corazza più dura ricopre le atmosfere sempre velate da un suono oscuro.
Tratto
dal terzo e ultimo lavoro “Weltglang” del 2020 sopraggiunge “Eine Liebe,
Tausend Leben”, anche lui immerso in un trip lisergico in cui le melodie
comunque sono rispettate. Tre sono gli album in studio della band, “Enis”
(2011), “Sein” (2014) e appunto “Weltglang” (2020). Segue “Danke” tratto da
“Enis”, un pezzo maggiormente solare rispetto quanto ascoltato sino ad ora
grazie ad un ritmo di basso quasi Reagge e la chitarra elettrica intenta sempre
nel suo infinito lavoro psichedelico. C’è anche una suite di quattordici
minuti, “Sag Mir” estratta dal primo album, ricca di cambi di tempo e di quegli
ingredienti che fanno da pilastro al termine Rock Progressivo. Il disco si chiude
con “Blumenkaft”, un loro classico estratto da “Sein” ricco di adrenalina.
Le
sensazioni provate all’ascolto mi riportano al periodo dei fiori, dove l’amore
è stato il punto focale assieme alla musica, ma i Polis sono di più, in quanto
negli anni hanno assorbito anche l’evolversi del corso musicale, memorizzandone
i passaggi a loro consoni per lo stile. Un live per chi vuole passare un’ora
fuori da questo mondo attuale. MS
Versione Inglese:
POLIS - Unterwegs I
Progressive Promotion Records
Italian Distribution: G.T. Music
Genre: Heavy Prog
Support: cd - 2023
Progressive Rock in Germany is experiencing a period
of excellent ferment, numerous bands more or less known to fans passing the
relay through always interesting and respectful realizations of both the times
that were and the present.
With the first live album of their career, Polis
addresses precisely an audience that loves certain sounds especially related to
keyboards such as Hammond, Fender-Rhodes piano and analog synthesizer
instruments.
The band consisting of Christian Roscher (vocals),
Christoph Kästner (guitar), Marius Leicht (keyboards),
Andreas Sittig (bass), and Sascha Bormann (drums), has
been active in live performance for thirteen years, which is precisely why they
saw fit to make a good professional recording to give it to their admirers.
While listening to the eight tracks contained in the album entitled
"UnterwegsI," one can also come across two previously unreleased
tracks, "Die Einsamkeit" and "Das Erste Leuchtfeuer." The
hardback edition that accompanies the optical media, contains a booklet
representing black and white photos of the band, both of the individual members
and of the band in total. The disc is recorded at the Woodstock Forever
Festival in Waffenrod and at the Alte Kaffeerösterei in Plauen.
German-language vocals open an atmospheric piece
entitled "Tropfen," a Prog contaminated with Nordic Doom. The middle
part is a growing psychedelic trip, with a master electric guitar bestowing a
hypnotic solo. In these eleven minutes one can immediately appreciate the live
soul of Polis. As if inside a time machine, the listener is transported to the
1970s also in "Gedanken," a composition that has the power to make
you do the listening with your eyes closed, imagine the Moody Blues or Prochol
Harum trying their hand at Psychedelia, but references to the present are not
excluded, as for example towards Porcupine Tree.
And it is the turn of the unreleased "Die
Einsamkeit," a calm movement where the guitar manages to weave Floydian
notes, and once again the dreamy soul of the band comes out. The tempo rises in
the second unreleased "Das Erste Leuchtfeuer," here a harder armor
covers the atmospheres always veiled by a dark sound.
Taken from the third and final work
"Weltglang" from 2020 comes "Eine Liebe, Tausend Leben,"
also immersed in a lysergic trip in which the melodies however are respected.
Three are the band's studio albums, "Enis" (2011), "Sein"
(2014) and precisely "Weltglang" (2020). "Danke" from
"Enis" follows, a more sunny piece than what we have heard so far
thanks to an almost Reagge-like bass rhythm and the electric guitar always
intent on its endless psychedelic work. There is also a fourteen-minute suite,
"Sag Mir" excerpted from the first album, full of tempo changes and
those ingredients that form the mainstay of the term Progressive Rock. The
album closes with "Blumenkaft," a classic of theirs taken from
"Sein" full of adrenaline.
The sensations felt when listening take me back to the
flowery period, where love was the focal point along with music, but Polis are
more, as over the years they have also absorbed the evolving musical course,
memorizing the passages that suit their style. A live show for those who want
to spend an hour out of this current world. MS
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