Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

giovedì 26 dicembre 2019

Black Mama


BLACK MAMA – Where The Wild Things Run
Andromeda Relix
Distribuzione: G.T. Music
Genere: Rock’n Blues
Supporto: cd – 2019


Ritorna il power trio veronese Black Mama dopo il debutto dal titolo omonimo del 2013. Nicolò Carozzi (chitarra, voce), Paolo Stellini (basso) e Andrea Marchioretti (batteria) a distanza di sei anni hanno nuove storie da raccontare, sempre per l’Andromeda Relix, casa discografica attenta ai fenomeni locali di Rock, Prog ed Heavy Metal in senso generale.
Il disco si intitola “Where The Wild Things Run”  e si presenta in confezione cartonata con nove canzoni proposte per una durata di circa quaranta minuti.
E’ quantomeno incoraggiante quasi nel 2020 ritrovare musicisti che propongono ancora un Rock dalle basi Blues, un genere che in Italia non è che raccolga molti proseliti in quanto si è piuttosto distratti da sirene esterofile e dedite a generi più commerciali in senso di ascolti e click su store mediatici di file (una volta si parlava di vendite di dischi).
Chi ha nel cuore incastonata indelebilmente l’energia di band come ZZ Top o The Allman Brothers sa bene a cosa mi riferisco, il Blues rozzo che ti entra dentro, che scava e lascia un segno. Tanta roba, e la musica è soprattutto questo!
I Black Mama  si presentano con “Feelin’Allright” e con tanta polvere da sparo in corpo, sembrano giocare con il Rock, la chitarra sa destreggiarsi con sapienza e concretezza, la ritmica i 4/4 senza sbavature accompagna. Quasi tre minuti volati in un secondo, solo il tempo per immergersi nel sound dei fasti che furono, anche se io penso che questa musica non resta relegata al tempo in se per se, ma è come il jeans, non passa mai di moda.
La title track ci getta con i panni e tutto negli anni ’70, un bagno nel Rock americano che tanto sa supportare l’umore di chi ascolta lasciandolo spesso in un limbo di felicità libera da ogni costrizione esterna. Potere della musica anche nel 2019. La voce di Carozzi senza strafare ben si amalgama alla portata sonora
Il ritmo sale con “Tell My Mama”, i riff quando sono azzeccati lasciano il segno, lo sanno sia i ZZ Top che i Black Mama, qui uniti sotto la bandiera della musica Rock. “Come On, Come On, Come On” si staglia nella mente dell’ascoltatore fra il Rock e gli AC/DC, un luogo dove spesso il Rocker lascia anche parte del proprio cuore. C’è poco da fare.
Il brano più impegnativo e lungo dell’album con i suoi abbondanti sei minuti si intitola “Hands Full Of Nothing But The Blues”, qui c’è la storia del genere, con richiami ai Led Zeppelin delle ballate Blues, un brano che lascia il sapore del tabacco in bocca. La parte strumentale centrale mi ha rapito “anima e core”, irresistibilmente. Basta tanto poco per emozionare. Finita qui? No, l’adrenalina sale ulteriormente in “I Got A Woman”, gli anni ’60 a cavallo dei ’70 sono nelle corde della chitarra dal sentore Hendrixiano. A seguire un'altra spallata, “Red Dressed Devil”, i Black Mama non cedono di un passo. Polverosa “Shining Rust” perché il Rock racconta anche storie di strada, uno scampolo di vita  dove l’aria in faccia ci colpisce  in auto ad alta velocità con la musica a palla. L’album si chiude con “Icarus”, altri cinque minuti di lezioni storiche.
C’è poco da fare, neppure stare qui ad elargire troppe parole, non servono, come la musica dei Black Mama basta essere sintetici e diretti, poi chi vuol capire…. MS

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