Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

giovedì 7 marzo 2013

Il Progressive Italiano dagli anni '80 ad oggi

Il Progressive Italiano dopo gli anni ‘70

Ciao a tutti, da oggi voglio arricchire l’etichetta “I TEMPI CHE FURONO” con  materiale poco diffuso in ambito Progressive Rock. No, non sto parlando del disco stampato in 7 copie in Uzbekinstan nel 1970, bensì del NOSTRO Progressive Rock, quello italiano. Ma non basta, non parlerò dei soliti gruppi anni ’70, gia conosciuti e per questo linkati in ogni dove, bensì di band italiane che hanno provato ad incidere un disco Prog dagli anni ’80 in poi, cioè quando a detta di molti il genere era gia morto.
Se volete segnalare un buon disco italiano degli anni '80/90/00, potete mandare una breve recensione all'indirizzo salari.massimo@virgilio.it e pubblicherò il materiale.  Alla voce COMMENTI invece, potete come sempre dire la vostra.
Buona lettura


CAGE - 87/94
Musea Records
Genere: Rock Progressive
Supporto: cd (2005)


Provenienti da Massa Carrara i Cage si formano nel 1987. Agiscono molto sulle melodie di facile assimilazione e sulle tastiere come il Mellotron. Suoni per cultori di Genesis con qualche intervento Jazz. Symphonic Prog di buona caratura si apprezza nel decorso di questa raccolta di brani che raccolgono i primi sette anni della loro carriera. Alessandro Bugliani (tastiere), Claudio Franciosi (tastiere), Andrea Griselli (batteria) , Fulvio Mele (Basso e voce) ed Andrea MIgnani (chitarra e flauto) sono coloro che compongono la band. Le composizioni a volte si affacciano nel classico, come nel bellissimo inizio di piano di "Again Autumn". La band dimostra anche di aver ascoltato i migliori anni del Prog italiano, ossia gli immancabili anni '70. Strumentalmente preparati riescono a fondere con equilibrio la tecnica con le giuste melodie, così riuscendo a non rendere pesante l'ascolto. Ci sono brani anche più spensierati e vicini al New Prog, anche se i Genesis sono sempre il punto di riferimento più vicino. Davvero bella la suite "The Feebleminded Man" che da sola vale il prezzo del cd, anche se è un susseguirsi di deja vu. Un disco che non verrà ricordato negli annali come un capolavoro, ma che al suo interno ha il dna del genere. (MS)






MO.DO. - La Scimmia Sulla Schiena Del Re
IAF Ricordi 1980/ Mellow Records 1993
Genere: Rock Progressive



I Mo.Do. si formano dai resti della band Dalton, altra bella realtà dei nostri anni '70. Stefano Barzaghi (chitarra), Valerio Cherubini (chitarra e flauto), Roberto Calleoni (basso), Walter Locatelli (batteria) e Gian Antonio Merisio( tastiere), producono nel 1980 uno dei dischi più interessanti del nuovo decennio. Mentre il Punk e la musica da discoteca imperversavano in tutti i media, un disco come questo non fu altro che vera manna caduta dal cielo per il Prog fans oramai disperato per l'assenza di valide uscite discografiche. Sonoramente siamo distanti dal New Prog, piuttosto ancorati ancora al periodo metà anni '70, ma "La Scimmia Sulla Schiena Del Re" offre davvero molti spunti strumentali interessanti. I  riferimenti sono sempre band importanti come il Banco Del Mutuo Soccorso o la PFM, per cui buona tecnica e tanta melodia è a disposizione dell'ascoltatore. Otto tracce di non lunga durata e dedite soprattutto a fughe strumentali piuttosto che cantato, per trentatre minuti di musica. L'incisione è nella media degli anni '80, anche se si poteva fare qualcosa in meglio. Di quegli anni a mio avviso è sempre il suono della batteria ad essere penalizzato. Sicuramente un lavoro interessante e che consiglio di avere nalla discografia del Prog fans italiano e non. (MS)




EDITH - ...A Space Between Ever And Ever....
Progressive
Genere: New Prog
Supporto: cd - 1989



Band della fine anni '80 che propone un New Prog di chiaro stampo Marillioniano e a mio avviso ancor di più in stile Pendragon, anche per l'approccio vocale di Mario Gulisano, molto simile a quello di Nick Barrett. Anche le chitarre si rifanno allo stile Pendragon, Antonio Moschetto si lancia in buoni assolo ed in riff alquanto ruffiani. Alla base dunque la scuola Genesis. Producono tre dischi, “…A Space Between Ever And Never…” (1989 – Progressive), “Ice” (1991 – Edith Music) e “Dreams” (1993 – Mellow Records). Qui in analisi abbiamo il loro primo lavoro. Anche in questo caso, come spesso accadeva negli anni '80, il suono della batteria non è proprio buono e l'incisione in generale lascia un poco a desiderare, ma non il contenuto concettuale. Certo che ascoltato con la mentalità di oggi, ricca di esperienze negli anni, questo debutto degli Edith potrebbe risultare molto datato, per cui ascoltatelo con il criterio del tempo in cui è uscito. E' così che possiamo coglierne alcune belle sfumature, pur non esagerando in nulla. La tecnica non è eccelsa, ma l'equilibrio fra melodie ed assolo sono ben equilibrati. La voce lascia a desiderare, come quelle del 90% dei gruppi italiani, solita pecca annosa. Non che abbia torti particolari, forse un poco piatta per il genere, famoso per la sua narrazione e teatralità. Il disco è diviso in sei tracce. Interessante "Be Youself", cinque minuti che si dedicano a passaggi tastieristici e di chitarra intensi, fra arpeggi e tappeti di sottofondo. "Playtime" è più intensa e nei quasi dieci minuti esprime al meglio le potenzialità della band. Un disco che non ha infamia ne lode, ma che testimonia la presenza della nostra nazione nel genere New Prog. Band a mio modo di vedere fra le più interessanti . Ma mi viene da fare una considerazione, stranamente il New Prog nasce dalle ceneri del Prog degli anni '70, quindi chi conosce Marillion, Pendragon, Iq, Pallas, 12th Night etc. ha capito cosa intendo dire, sinfonia di tastiere ed assolo di chitarra molto in stile Hackett o Pink Floyd....però.... stranamente stanca più questo stile "moderno" che quello degli anni '70 , anche se più datato, sicuramente più fresco e ricco di idee. Comunque ugualmente tanto di cappelo al New Prog, grazie al quale ancora oggi possiamo godere di questa musica, altrimenti sepolta dal punk e dalla disco degli anni '70/80. (MS)

FREE WAVE SYSTEM – Nonostante Tutto
Drums 1981 / Ristampa Mellow Records 2004
Genere: Jazz Prog



I Free Wave System provengono da Torino e si formano nel lontano 1970.
Il quartetto è composto dal compositore Luca Morandi (tastiere), Mauro Ravizza (sax), Luciano Devietti (basso) e da Enrico Morandi (batteria).
“Nonostante Tutto” è l’unico album che la band fa uscire nel mercato e propone un Jazz Prog vicino a band come Perigeo ed Arte & Mestieri. Tuttavia, le scorribande tastieristiche richiamano di molto i fraseggi di Nocenzi del Banco Del Mutuo Soccorso, da qui le reminescenze Prog.
Essendo la band molto vicina agli anni ’70 è chiaro che la tendenza strutturale porti a quei modelli. Tuttavia non mancano (a sorpresa) dei piccoli passaggi che nel futuro prossimo saranno la forza di band quali Marillion ed IQ su tutte, ossia il New Prog per eccellenza. Ascoltate “La Coda Di Mr. Freeman” attentamente e coglietene gli spunti. Sono le tastiere protagoniste di un monologo variegato che soltanto nel finale si lancia in una fuga allegra e spensierata, ancora per una volta supportata dal sax.
Esistono anche passaggi inflazionati, quelli rivolti più al Jazz ma anche qui è il genere stesso che lo richiede, come ad esempio  in “21-5-81”.
Tutto il disco si fa comunque ascoltare con piacere, peccato solamente per una incisione non all’altezza, ma questo è soltanto un cavillo. Peccato anche che la band non abbia più fatto nuovi lavori e comunque un plauso alla Mellow Records, sempre attenta vigilante nel mondo progressivo di uscite interessanti, per questa ristampa.
Naturalmente chi non ama il Jazz troverà questo disco non di suo gradimento. (MS)




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