RICCARDO ZAPPA – Gabri Flies To
Italy
Micio Poldo Edizioni Musicali
Distribuzione: G.T. Music
Distribution
Genere: Virtuoso chitarra
Supporto: cd – 2024
Il
nome di Riccardo Zappa nell’ambito musicale è rinomato, un chitarrista che nel
tempo si è saputo ritagliare un posto d’onore grazie alle numerose
collaborazioni e una discografia invidiabile di oltre venti dischi in studio.
La
carriera è ricca di sperimentazione, iniziando dalla chitarra a dodici corde
passando per la musica classica ed elettronica, pur restando fedele al mondo
della canzone. Allievo di Miguel Ablóniz muove i primi passi nel 1969 con
Fiorella Mannoia e il brano “Le Ciliegie”. Il primo album solista risale al
1974 intitolato “Aulehla & Zappa”, segue il tour con Eros Ramazzotti nel
1985, oltre collaborazioni con artisti del calibro di Antonello Venditti,
Eugenio Finardi, Mia Martini, Mina, Giorgio Gaber e Gino Paoli. Secondo
un referendum indetto dalla rivista Guitar Club, Riccardo Zappa è risultato il
migliore chitarrista acustico italiano per cinque anni consecutivi, dopodiché è
stato dichiarato non più votabile. Viene da se un nutrito palmares di
riconoscimenti pubblici. Questo in grandi linee è Riccardo Zappa, chitarrista
considerevole dalle alte qualità tecniche e con un gusto per la composizione
altamente spiccato.
L’accurato
lavoro di Vannuccio Zanella e di Antonino Destra porta oggi Zappa a realizzare
“Gabri Flies To Italy”, disco di sette brani dedicati al fratello Gabriele
contenuti in un artwork per opera di Ondemedie. Le belle fotografie interne di
Marina Capaldi mostrano l’artista con la sua chitarra e il mare, esatta
trasposizione di quello che poi si andrà ad ascoltare. Nel disco si apprezza il
ritorno di Zappa alle sei e dodici corde. Assieme a lui partecipano ai cori
Roberta Frighi, Simona Santia, Ennio Zanini e Nicola Gargaglia, oltre a Stefano
Franzoni (primo mandolino), Anna Morelli (secondo mandolino), Enrico Melli (mandola
tenore), Edoardo Farina (mandoloncello), e all’Orchestra Plettro Guido Neri di
Ferrara.
Il
primo brano è proprio la title track dell’album, una suite di diciannove minuti
dove le corde strumentali rilasciano suoni estesi, che si alternano a istanti
pieni di patos. La cura per i suoni impreziosisce l’ascolto, specialmente
durante gli arrangiamenti elettronici, una vera e propria colonna sonora per
lande estese, dove la solarità riscalda lo stato d’animo.
La
tecnica espressa durante l’esibizione fa da supporto alla melodia e non la sostituisce
mai, i cambi di ritmo poi non sono altro che una staffetta emotiva per un
ascolto continuo senza momenti di stanca. L’uso delle coralità rimanda la
memoria agli anni ’70, quando un certo Ennio Morricone si dilettava in piccole
gemme sonore. Malinconia e delicatezza avvolgono l’ambiente a noi circostante.
Una
tela piena di colori tenui è affrescata in “Harmonios” grazie al quartetto di
mandolini, i quali donano all’insieme tanta mediterraneità legata alla storia antica
della nostra tradizione musicale.
“Sanvalentiniana”
traspira amore in un giro armonico che sembra essere ragionato a ogni tocco
delle corde. Quando il ritmo subentra, tutto vive di luce propria.
Un
salto nel tempo a ritroso con “Inno”, un movimento classico in cui la
personalità prende le redini del gioco. Qui Zappa dimostra a pieno le capacità
sia tecniche sia compositive con maestria.
“Suonami
Una Nota” dona vigore all’ascolto alzandone i toni pur avendo di base un
folclore atavico dal quale risulta difficile distaccarsi, in fondo queste
sonorità tutti noi le abbiamo incastonate nel DNA. In “Nimaster Ego” ritornano
le coralità e l’elettronica, in un gioco fra dissolvenza ed echi che fanno da
sfondo al suono della chitarra. La breve “L’Attesa” chiude l’album in maniera
acustica e sentita, uno dei momenti emotivamente più alti dell’insieme.
Riccardo
Zappa riesce a far parlare le mani con garbo e sensibilità, senza mai alzare i
toni più del necessario, a testimonianza di una maturità artistica solida
acquisita nel tempo. Questi sono artisti di cui andare orgogliosi, guai
ignorarli, soprattutto oggi in un momento in cui l’arte si è drasticamente
miscelata al qualunquismo approssimativo e becero. Concedetevi una coccola con
“Gabri Flies To Italy”, e non sorprendetevi se vi scenderà anche qualche
lacrima. MS
Versione Inglese:
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