RAFFAELE
MATTA TRIO – Branda West
Isulafactory
/ Lizard Open Mind
Genere: Jazz contemporaneo –
Progressive Rock
Supporto: cd – 2024
Quante
volte abbiamo pensato di evadere dalla quotidianità, magari con un bel viaggio,
per rigenerare il corpo e la mente visitando luoghi e situazioni, credo che
questo sia nella volontà di tutti noi. Se a farlo poi è un artista, non viene
di certo a mancare un bel diario di viaggio sonoro, com’è accaduto a Raffaele
Matta, musicista oramai di lungo corso con alle spalle un’esperienza che vede
muovere i primi passi nel 2005 grazie al Wide Quintet per poi conseguire in una
carriera da solista e collaborativa.
Oggi
il chitarrista sardo si coadiuva della partecipazione di due corregionali,
Andrea Parodo (basso) e Nicola Vacca (batteria), per immergersi nell’idea di
modificare la ritmica della musica indiana attraverso contaminazioni moderne.
Questa avviene grazie alla realizzazione di un lungo percorso a partire dalla
Sardegna per poi approdare in India, Vietnam, Thailandia, con una lunga pausa a
Mumbai; non a caso il titolo dell’album “Bandra West” è proprio il nome di un quartiere
del posto in cui spesso il trio si è esibito (e musicalmente contaminato).
Il
disco, contenente otto brani e una confezione cartonata, è il risultato della
sinergia fra due realtà ai vertici opposti dell’Italia, l’etichetta siciliana
Isulafactory e la Lizard Records di Treviso.
Ed
è con “Delhi” che il trio presenta immediatamente il proprio mondo ricercato e
ritmico, la ricerca non si sostituisce al piacere della melodia che resta comunque
sempre in primo piano. Il suono è caldo grazie all’uso del basso delineante
giri armonici di facile presa. Non è distante neppure il mondo del Rock Progressivo.
In
“Japan” si cambia registro, aperto alle contaminazioni, è un insieme di suoni
che spaziano in un connubio sensazionalistico dall’ampio raggio. Qui le note
sono maggiormente ragionate lasciando spazio anche all’elettronica finale.
Speciale
“1012”, è una sorta di ballata Prog in cui il pentagramma è scritto con una
penna stilografica, attenta alle virgole e alla bella calligrafia. Certi
passaggi ricordano un certo tipo di Prog nordico in stile Landberk.
L’attenzione
per la ritmica diventa ancor più evidente in “Floor Scrubbers”, prossima al
Funk, dove il basso e la chitarra sembrano saper parlare perfettamente la
stessa lingua. Qui sono i canadesi Uzeb a tornarmi nella memoria. Il brano più
lungo dell’album s’intitola “Hanoi”, una finestra nel luogo in cui lo sguardo
spazia nel panorama circostante color pastello attraverso il suono degli anni
’70, grazie all’arpeggio della chitarra di Matta, sempre gentile e
introspettiva. Il crescendo sonoro è altamente coinvolgente e funzionale,
vetrina per le qualità balistiche dei singoli musicisti.
Un
giro di basso apre “Chiang Mai”, estratto di un cammino nel mondo del
Progressive Jazz, seguono la ragionata “The Music Book” e “UAE”, più che una
fine di un’esperienza sembra essere un arrivederci a presto.
“Bandra
West” è il riassunto di un’esperienza vissuta fra amici e arte, depositaria di
un amore viscerale per quella musica che mai si lascia contaminare dalla
banalità, fra ricerca e improvvisazione, il tutto supportato da tecnica e gusto
per l’armonia mai lasciata da parte, anzi, spesso protagonista. Quando sentite
dire “musica per la mente”, questo è uno di quei casi. MS
Versione Inglese:
RAFFAELE MATTA TRIO - Branda West
Isulafactory / Lizard Open Mind
Genre: Contemporary Jazz - Progressive Rock
Support: cd - 2024
How many times have we thought of escaping from
everyday life, maybe with a nice trip, to regenerate body and mind by visiting
places and situations, I think this is in the will of all of us. If it is then
an artist who does it, it certainly does not come without a nice sonic
travelogue, as it happened to Raffaele Matta, a musician by now of long
standing with an experience behind him that sees his first steps take place in
2005 thanks to the Wide Quintet and then achieve in a solo and collaborative
career.
Today, the Sardinian guitarist is assisted by the
participation of two co-regionals, Andrea Parodo (bass) and Nicola Vacca
(drums), to immerse himself in the idea of modifying the rhythmic nature of
Indian music through modern contaminations. This comes about thanks to the
realization of a long journey starting in Sardinia and then landing in India,
Vietnam, Thailand, with a long break in Mumbai; not coincidentally, the album
title "Bandra West" is precisely the name of a local neighborhood where
the trio often performed (and musically contaminated).
The record, containing eight tracks and a hardback
package, is the result of the synergy between two realities at opposite ends of
Italy, the Sicilian label Isulafactory and Treviso-based Lizard Records.
And it is with "Delhi" that the trio
immediately presents its own refined and rhythmic world, the research not
replacing the pleasure of melody, which still remains in the foreground. The
sound is warm thanks to the use of the bass outlining harmonic turns that are
easy to grip. The world of Progressive Rock is not distant either.
In "Japan" there is a change of register,
open to contaminations, it is a set of sounds that range in a wide-ranging
sensationalistic combination. Here the notes are more reasoned, leaving room
for the final electronics as well.
Special "1012" is a kind of Prog ballad in
which the staff is written with a fountain pen, careful about commas and
beautiful calligraphy. Certain passages are reminiscent of a certain kind of
Nordic Prog in the Landberk style.
The focus on rhythm becomes even more evident in
"Floor Scrubbers", close to Funk, where the bass and guitar seem to
be able to speak the same language perfectly. Here it is Canada's Uzeb that
comes back into my memory. The longest track on the album is titled "Hanoi",
a window into the place where the gaze sweeps over the surrounding
pastel-colored landscape through the sound of the 1970s, thanks to the arpeggio
of Matta's guitar, always gentle and introspective. The sonic crescendo is
highly engaging and functional, a showcase for the ballistic qualities of the
individual musicians.
A bass turn opens "Chiang Mai" an excerpt
from a journey into the world of Progressive Jazz, followed by the reasoned
"The Music Book" and "UAE", more like a goodbye to soon
rather than an end to an experience.
"Bandra West" is the summary of an
experience lived among friends and art, repository of a visceral love for that
music that never allows itself to be contaminated by banality, between research
and improvisation, all supported by technique and taste for harmony never left
aside, indeed, often protagonist. When you hear "music for the mind,"
this is one of those cases. MS
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