IFSOUNDS – MMXX
Melodic Revolution Records
Genere: Progressive Rock
Supporto: Digitale – cd – 2023
I
molisani Ifsounds non si fermano più, hanno una vena creativa invidiabile e
anche per loro la pandemia è stata un momento di ulteriore riflessione. “MMXX”
è il nono album in studio ed è un lavoro concettuale, incentrato sui drammi
della contemporaneità, proprio riferito alla pandemia e non soltanto.
Il
gruppo del leader Dario Lastella (chitarra, basso, tastiere, synths e voce) formatosi
a Petacciato nell’ormai lontano 1993 come IF poi solo successivamente Ifsounds,
oggi è composto da Lino Mesina (batteria), Runal (voce), Italo Miscione (basso),
Ilaria Carlucci (voce, cori) e appunto Dario Lastella. Finita la restrizione
sociale sanitaria, c’è voglia di tornare a colloquiare e a relazionarsi
nuovamente fra persone, una voglia di uscire allo scoperto che riporta al senso
della vita, tutto questo è messo in note, le quali si distaccano leggermente da
quelle passate relegate principalmente al Rock Progressivo, qui c’è uno sguardo
anche al passato e a le coralità polifoniche, un lavoro ambizioso che si evince
sin dalla suite iniziale “MMXX”. Sono proprio i cori ad aprire il disco, e bene
sposano le immagini dell’album ad opera di Laura Meffe. I canti a cappella di
stampo ecclesiastico lasciano spazio a sottofondi psichedelici sovrastati da un
organo imponente. Il ritmo sale come nel brano “Nuvolari” di Lucio Dalla, e
alterna situazioni ricercate a melodie di facile acquisizione oltre a
riferimenti medievali. Non manca il mid tempo e richiami al Prog Italiano degli
anni ’70, Orme, Banco Del Mutuo Soccorso e Goblin su tutti.
Per
la riuscita della suite gli Ifsounds si avvalgono della collaborazione di
Claudio Lapenna, Mariano Gramegna, Nadezhda Chalykh e Giovanni Liberatore alle
voci. Le tastiere ricoprono il ruolo madre, serve attenzione all’ascolto per
godere al meglio le sonorità. Buono l’assolo di chitarra e anche i piccoli
innesti Jazz che a dire il vero non guastano mai in una suite.
Il
secondo brano s’intitola “The Collector”, ha un ritmo sostenuto e semplice che
potrebbe riportare agli anni ’80, mentre il cantato questa volta è in lingua
inglese. Qui il Prog c’entra di schiaffo, piuttosto è una canzone pop, anche se
possiede lunghe fasi di synth e l’immancabile cambio di tempo che rallenta la
corsa.
Un
passaggio nel mondo di David Bowie attraverso la simpatica “Stendhal Syndrome”,
semplice, diretta e ruffiana al punto giusto nel ritornello. In “Kandinsky's
Sky” ritorna Claudio Lapenna, questa volta al piano, una ballata delicata dal
sentore Neo Prog.
La
conclusione spetta a “MMXXII”, una mini suite di nove minuti abbondanti di
musica diversificata, dove gli stili s’intrecciano fra di loro come corde di
liane, vetrina per le qualità strumentali dei musicisti in questione. Un finale
da applauso.
Gli
Ifsounds ci hanno oramai abituati a belle realizzazioni, ma qui tentano
qualcosa di più e di differente, quasi che il termine Progressive Rock va loro
stretto. Non importa come classificare questa musica, resta il fatto che è
ottima compagna di ascolti ripetuti, perché sono sicuro che quest’album girerà
abbastanza spesso nel mio lettore, spero anche nel vostro. MS
Versione Inglese:
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