NOSOUND
– To The Core
Kscope
Genere:
Psichedelico – Post Rock
Supporto: ep / Bandcamp – 2025
Ne
è passata di acqua sotto i ponti da quel 2005, quando “Sol29” ha stupito tutti i
fans dei Porcupine Tree. Il chitarrista, tastierista, compositore e cantante
Giancarlo Erra ha saputo miscelare con parsimonia la Psichedelia con il sound
minimal del Post Rock e negli anni rilascia sei album in studio con svariati
singoli ed ep. L’ultimo lavoro risale all’anno 2018 (senza considerare l’album
di transizione solista del 2021) e porta il titolo di “Allow Yourself”. Con
questo prodigarsi, Erra riscuote l’attenzione di moltissimo pubblico e della
critica, i quali costantemente tessono lodi per ogni singolo disco. C’è chi li
accosta ai Sigur Rós, chi a Brian Eno, tuttavia l’impronta di Steven Wilson è maggiormente
marcata, anche quella del progetto parallelo No Man con Tim Bowness, che
compare guarda caso alla voce.
Anche
la copertina dell’album realizzata dallo stesso Giancarlo Erra è minimale per
lasciare interamente spazio al messaggio che si vuole passare, quello di un
bambino che cammina con le mani in tasca e lo sguardo rivolto al basso e sotto il
corrispettivo adulto avente lo stesso atteggiamento. Un percorso di vita in cui
si denota il passaggio del tempo rilasciante le stesse problematiche da
affrontare, e noi ne siamo “al centro”.
Da
sottolineare il ritorno alle strumentazioni fisiche come ad esempio quello
della batteria che rende il tutto più caldo e sincero. “Nothing We Gave” denota
da subito l’approccio primordiale dello stile Nosound, diretto, etereo e
inconfondibile. Il velo malinconico è il punto di forza della musica prossima
alle atmosfere delle band suddette, e aggiungo i Pink Floyd.
Il
suono di un piano morigeratamente ponderato introduce la title track “To The
Core”, traccia che risplende la creatività di Erra in un crescendo agnostico
alla ricerca di passaggi strumentali inutilmente astrusi. E’ quindi la chitarra
elettrica nel finale a rilasciare un dialogo con l’anima intimamente mirato a
uno struggente epilogo.
Il
singolo dell’ep porta il titolo di “Worn-Out Parts”, qui l’approccio vocale si
accosta a quello di Tom Yorke nei Radiohead, tutto diventa onirico grazie anche
agli effetti eco delle voci. Questi brani hanno tutti una breve durata per
mirare direttamente allo scopo senza perdersi in inutili fraseggi che
potrebbero distogliere l’ascoltatore dal messaggio che Erra e soci vogliono
passare. Con lui suonano Orazio Fabbri (basso), Paolo Vigliarolo (chitarre),
Marco Berni (tastiere), e Daniele Michelacci (batteria). Ospite anche Louise
Pigott ai cori.
Ancor
più malinconica la piano e voce “Interrupt”, una perla sonora su cui
socchiudere gli occhi e lasciarsi trasportare in una sorta di ipnotica nenia.
“Closure”
suggella questo ep con classe, dove la cura per i particolari mette ancor più
in luce l’essenzialità di questa musica.
Ascoltare
i Nosound è sempre una esperienza gradevole, un passaggio fuori dei canoni strutturali
a cui la musica moderna ci ha abituati, e se in più vi dico che il 100% del
ricavato sarà devoluto all'appello umanitario del DEC Ucraina, allora un motivo
in più per acquistare questo piccolo gioiello sonoro. MS
Versione Inglese:


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