I GIULLARI DI CORTE – Via Fulton 4
Areasonica Records
Genere: Rock Progressivo
Supporto: digital – 2025
Quando
leggo un nome come I Giullari Di Corte, già intuisco dove la musica va a
parare. Se poi guardo anche la copertina, i miei sospetti si fanno ancora più
marcati. Il trio di San Giovanni in Persiceto (BO) non è comunque nuovo alla
scena tipica del Rock Progressivo italiano ispirato ai tempi che furono,
infatti nel 2020 esordiscono con “Presa Di Coscienza”, anche se la data di nascita
della formazione risale al 2002. Nel 2003 registrano il
demo “In Una Notte Di Tempesta”. I Bolognesi, dopo alcune defezioni, oggi sono
composti da Alessio De Angelis (batteria, voce), Matteo Ballestrazzi (basso, voce), e Paolo
Zacchi (chitarre, tastiere, voce).
Dalla
musica che realizzano si possono intuire le basi stilistiche ispirate ai gruppi
italiani degli anni ’70, soprattutto delle cosiddette “band minori”, ma non per
qualità quanto per scarsa distribuzione. Per fortuna nel tempo molti album sono
stati ristampati a prezzi più ragionevoli. A seguire intuisco il Neo Prog degli
anni ’80, ma potremmo stare qui a fare centinaia di accostamenti, per cui mi
appresto alla descrizione dell’ascolto.
“Via Fulton 4” si apre con “Genesi”, fra tuoni
e vento si frappongono le tastiere di Paolo Zacchi sino all’intervento della
batteria. Il cantato è perentorio, recitativo, con quell’enfasi che ricalca il
periodo suddetto. La tecnica strumentale è essenziale allo scopo, senza mai
fare il passo più lungo della gamba. Ovviamente ci sono i cambi di tempo, a
tratti anche prossimi al Neo Prog e fanno bene, perché danno all’insieme un
tocco di freschezza aggiunta. Questa considerazione la traggo anche
dall’ascolto dell’assolo di chitarra finale.
Interessante
la strumentale “Fatto, Sfatto E Soddisfatto”, dove i primi IQ mi si presentano inevitabilmente
alla memoria.
Più
Hard Prog, grazie anche al suono Hammond, “La Corsa Sul Tempo”, ritmata e
coinvolgente nell’incedere ma anche intrigante nel passaggio cantato.
Il
titolo “Shine On You Crazy Divac” suggerisce molto… E così è… Un altro lato de
I Giullari Di Corte, quello della passione per i Pink Floyd. Inutile dire che
la chitarra elettrica è la protagonista in un andamento psichedelico sopra
l’immancabile base di tastiere e su una ritmica alla Nick Mason. Ma la band non
si accontenta di citare, bensì nel proseguimento crea e muta, dirigendo lo
sguardo nuovamente nell’Hard Prog. Segue “Giullare”, loro carta d’identità
mostrata a tutti con orgoglio e divertimento. Energica “Venerdì”, una botta di
vita Rock che esula dall’intero disco. Il basso di Ballestrazzi apre “Il
Cappellaio Matto” in un andamento quasi Reggae e il mondo dei Giullari diventa
sterminato. E vai di chitarra elettrica!
La
chiusura spetta a “Che Fine Ha Fatto La Signora Colombo?”, un brano
rassicurante negli intenti.
La
registrazione è fedele ai tempi passati, probabilmente effettuata proprio per
raggiungere questo scopo. Gli estimatori di questa musica avranno di che
ascoltare, chi invece cerca nel Prog l’innovazione di certo resterà a bocca
amara, ma in fin dei conti la musica ha come scopo l’emozione, e in “Via Fulton
4” non manca di certo. MS
Versione Inglese:

Ciao Max, grazie della recensione, tuttavia c'è un errore: cantiamo tutti e tre, ognuno la sua traccia, non è solo Paolo alla voce, abbiamo tre voci molto differenti, difficile confonderle!
RispondiEliminaCiao. Non vedo dove ho detto che canta uno solo, si legge che "Il cantato è perentorio, recitativo, con quell’enfasi che ricalca il periodo suddetto.".
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