PLENILUNIO – Nascere Qui
Sciopero Records – Scintille
Distribuzione: La Contorsionista
Genere: Rock progressive
Supporto: cd / digital – 2025
Formatisi
nel 1977 ad Acqui Terme, i Plenilunio, composti dai membri fondatori Roberto
Maggiotto (voce), Valter Camparo (tastiere) e Davide Pronzato (chitarra), a cui
si aggiungono Michele Pronzato (chitarra), Antonio Pirrone (batteria) e Daniele
Pietrasanta (basso), tornano con il loro quarto album in studio, dopo “Respiri
Lunghi 1000 miglia” (2012), “Vivo Controvento” (2017), e “Il Gioco Imperfetto”
(2021).
In
“Nascere Qui” approfondiscono l’appartenenza del loro luogo di nascita,
attraverso piccole miniature sonore che si prestano perfettamente alla riuscita
dello scopo. Non soltanto un concept musicale ma anche pittorico, con la
copertina dell'album e alcune illustrazioni del booklet create da Carmelina
Barbato, la quale ha donato alla band una serie di dipinti raffiguranti la
città che l'ha accolta per gran parte della sua vita.
Nelle
sette tracce raccontano la memoria, l'identità e i luoghi in cui si cresce,
portati in vita attraverso scorci urbani, ricordi ed emozioni.
La
musica proposta rispecchia un Rock Pop dalle sfumature Progressive anni ’70, il
tutto con un gusto retrò che ha dell’affascinate ancora oggi. Tutto ciò è
dettato soprattutto dall’uso delle tastiere le quali si ritagliano spazi nel
movimento con sapienza e rispetto della storia. Lo si evince sin dall’ascolto
di “Il Gatto E Le Lucciole”, canzone orecchiabile in cui i personaggi animali
sono il soggetto trattato, coloro che si aggirano di notte in quel di Acqui
Terme.
Come
un buon disco di Rock Progressivo richiede, non esula la suite, qui di
quattordici minuti e intitolata “C'erano Una Volta (Acqui E Noi)” baricentro
del concept. Il classico stile italiano è inconfondibile, le melodie strumentali
della chitarra di Michele Pronzato si danno staffetta con le tastiere di Valter
Camparo, non c’è da stupirsi poi se queste richiamino il sound degli amici Locanda
Delle Fate, ma anche Genesis.
“Ci
Sentiamo” è il singolo dell’album narrante l’attuale era digitatale, il tutto
su un movimento armonico pacato al limite della ballata, in cui ancora una
volta le tastiere ricoprono il ruolo di protagoniste.
L’amore
per La Locanda Delle Fate si palesa totalmente in “E Rimani Un Fiore”, canzone
dedicata ad Alberto Gaviglio, musicista, amico e fondatore de La Locanda Delle
Fate, che ha supportato la band fin dagli esordi. Tutto è molto sentito e
coinvolgente emotivamente. L'album prosegue con “Lacrime Dall'Aldilà”, che
immagina poeticamente le acque termali della Bollente, monumento simbolo di
Acqui, come lacrime che sgorgano da una divinità lontana. Sembra di nuotare
dentro gli anni ’70, lasciandosi trascinare dalle onde sonore.
“Ebro
Di Te” è così descritta dagli stessi autori: “La canzone vede la partecipazione
del chitarrista ospite Riccardo Pronzato e del bassista storico Roberto
Camparo, è una lettera d'amore alla musica stessa, la forza che ha unito i
fondatori della band nella loro giovinezza.”. Meglio non avrei potuto dire. La chiusura
spetta a un brano storico della band scritto nel 1983, “Signora Della Notte”.
Qui si possono estrapolare le caratteristiche di quegli anni, quando la canzone
più semplice prende il posto di quella articolata. Il processo è capitato a
molti, dalla PFM al Banco Del Mutuo Soccorso, perché chi ha suonato Prog Rock
negli anni ‘70 ma si è saputo adeguare agli anni ’80, sono sopravvissuti sino a
oggi. In fin dei conti lo diceva anche Darwin, “Non è la più forte delle specie
che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai
cambiamenti.".
“Nascere
Qui” è un piacevole album con cui passeggiare per le vie di Acqui Terme in
tutte le ore della giornata con le cuffie in testa e il volume alto. La
bellezza spesso risiede nelle piccole cose. MS
Versione inglese:

È certa una personalità importante in questa band, ma è sempre stato un mio cruccio non sopportare le sonorità pop rock che poi mi danno la mazzata finale con quegli accenni pseudo prog. Piacevole a chi piace, ma è più forte di me definendoli ne carne e ne Pesce.
RispondiEliminaMi dispiace ma non c'è la faccio.
Saluti