Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

sabato 7 ottobre 2023

Hekz

HEKZ – Terra Nova
Autoproduzione
Genere: Progressive Metal
Supporto: Digital – 2cd – 2lp





Troppe volte si è letto che oggi la musica non propone più cose interessanti, è il classico discorso che ci hanno fatto i nostri genitori, a loro volta i nostri nonni, e così via. La musica invece ha sempre qualcosa di buono da presentare in ogni periodo, piuttosto siamo noi che non abbiamo la mente aperta al punto giusto, limitata dentro una bolla temporale dalla quale non vogliamo uscire. Per fortuna l’evoluzione va avanti anche senza i nostri rimbrotti, può piacere o meno, ma questo è un discorso che va attribuito a ogni periodo temporale.
Tuttavia quello che veramente oggi viene speso a mancare, è un buon artwork ad accompagnare un’uscita sonora, la musica liquida ha reso tutto molto superficiale, quando invece non c’è nulla di meglio che sedersi ad ascoltare avanti un buon impianto stereo un disco (se preferite un vinile) con in mano un bel libretto d’accompagnamento con testi e foto.
L’immagine associata al suono rende un fascino aggiunto a quello che un artista vuole dire, è il caso della band internazionale Hekz, arrivata con “Terra Nova” al quarto lavoro in studio.
Quello che colpisce immediatamente è il fascino oscuro della copertina per opera di Dimitris Tzortzis, un biglietto da visita esplicito per addentrare l’ascoltatore nel mondo di questo concept suddiviso in due dischi.
Gli Hekz hanno un inizio di carriera più propensa all’Heavy Metal, così si sono espressi nell’album di debutto “Tabula Rasa” nell’anno 2012. Due anni dopo è la volta di “Caerus” dove aprono le porte alle influenze Progressive, per poi unire il tutto nell’ottimo “Invicta” nel 2018. Per la gestazione di “Terra Nova” sono necessitati due anni, il risultato è un concept di novanta minuti riguardante i lati oscuri della personalità e le difficoltà affrontate per giungere a quello che siamo oggi nella vita.
La band è qui formata dal cantante e bassista Matt Young affiancato da Mark Bogert (Knight Area / Magoria) alla chitarra, Pieter Beemsterboer (ex-Black Rabbit) alle tastiere, Moyano el Buffalo (5th Avenue Hamburg) alla batteria, con il contributo dell’ospite tastierista Adam Holzman (Miles Davis/Steven Wilson). I presupposti per un risultato professionale ci sono davvero tutti, così la buona registrazione, l’album è stato mixato da Matt Young ai Moleman Studios in Inghilterra e sottoposto al mastering finale da Tom S Ray agli Audio Unity Studios in Scozia.
Nel totale i brani sono undici, compresa la suite di quasi mezz’ora “The Silent Man”.
Il primo cd si apre con la title track “Terra Nova”, robusta e ottimamente arrangiata con effetti eco ed elettronica al supporto, il tutto non in maniera invasiva. La voce di Young è ottima interprete delle atmosfere impreziosite dall’intervento del violino. Si sfiora il Glam Rock, questo per sottolineare l’attenzione per le melodie accattivanti. I solo di chitarra rimandano agli anni ’80 quando il Metal dava il meglio di se. Le coralità sono altresì importanti. Unitamente giunge “Sabotage”, qui immaginate i Led Zeppelin cimentarsi nel Progressive Rock. Tanta adrenalina nelle fughe strumentali a dimostrazione di una preparazione tecnica dei strumentisti davvero eccelsa.
“Horizons” mostra il lato Neo Prog della band, immaginate di ascoltare gli Arena leggermente più arrabbiati. Non mancano neppure richiami al mondo dei Queen.
Un roboante basso apre “Mayday”, altra cavalcata nel Rock in bilico fra ricerca e storia. L’andamento è irresistibile per un rockettaro DOC, mentre gli interventi del violino ancora una volta relegano eleganza all’insieme. Le atmosfere grevi si aprono alla luce durante gli assolo strumentali, sempre precisi e mai logorroici.
Fra le mie preferite c’è “So Far Gone", inizialmente voce, violino e pianoforte, una coccola sonora a tratti struggente in un crescendo sonoro indovinato. Segue “The Tower”, vetrina per una prova vocale sopra le righe per assortimento d’intensità e soluzioni, anche al limite del growl. Qui la maestosità del Prog è presente in mille sfaccettature, dieci minuti articolati e ricercati, soprattutto nelle ritmiche.
Ho nominato in precedenza i Queen, in “Lifeline” ne abbiamo presenza più concreta, soprattutto nell’approccio della chitarra elettrica, e così si conclude il primo disco.
“Too Far Gone” ritorna a percorrere sentieri massicciati, minaccioso nell’intro e Rock nel proseguimento. Il brano più pesante dell’album s’intitola “I Am The Thrall” impegnato in un gioco emotivo bilanciato fra carezza e schiaffo, gli Hekz si divertono a giocare con la nostra mente. Come ho avuto modo di dire siamo al cospetto del Metal Progressive, come possono dunque mancare i Dream Theater o i Queensryche? Una cavalcata sonora impressionante arriva quindi da “The Silent Man” (no, non quella della band americana), un contenitore di venticinque minuti che mette in luce tutta la materia a conoscenza dei singoli elementi. Importante come sempre il supporto delle tastiere e del violino. La duttilità della voce qui riesce a fare il verso anche a quella di Geoff Tate (Queensryche).
Inutile sottolineare i cambi di tempo all’ordine del minuto, questo grazie ad una ritmica pressoché perfetta. Il disco si chiude con “Terra Nova II”, altra fra le mie preferite, qui il violino è ancor più presente, così le melodie di facile assimilazione.
Nonostante la lunga durata del concept i momenti di stanca sono praticamente assenti, la fantasia delle composizioni e i repentini cambi di stile rendono tutto scorrevole oltre che piacevole. Gli Hekz sono come mille band in una.
Se ancora oggi c’è chi dice che la musica non da più nulla di buono da proporre, mettetelo spalle al muro con “Terra Nova”, se lo merita!
Impressionante. MS
 
Per ordinare il disco: https://www.hekztheband.com




Versione Inglese:


HEKZ - Terra Nova
Autoproduction
Genre: Progressive Metal
Support: Digital - 2cd - 2lp






Too many times we have read that music today no longer proposes interesting things, it is the classic speech that our parents gave us, in turn our grandparents, and so on. Music, on the other hand, always has something good to present in every period, rather it is we who are not open-minded to the right degree, limited inside a time bubble from which we do not want to get out. Fortunately, evolution goes on even without our rebuttals, it may or may not like it, but this is something that should be attributed to each time period.
However, what is really being spent today lacking is good artwork to accompany a sound release, liquid music has made everything very superficial, when instead there is nothing better than sitting down to listen ahead of a good stereo system to a record (if you prefer vinyl) with a nice accompanying booklet with lyrics and photos in hand. The image associated with the sound makes an added charm to what an artist wants to say.
This is the case of the international band Hekz, which has arrived with "Terra Nova" at its fourth studio work.
What immediately strikes one is the dark charm of the cover art by Dimitris Tzortzis, an explicit calling card to delve the listener into the world of this concept divided into two discs.
Hekz have a beginning of their career more inclined to Heavy Metal, so they expressed themselves in the debut album "Tabula Rasa" in the year 2012. Two years later it was the turn of "Caerus" where they opened the door to Progressive influences, and then combined it all in the excellent "Invicta" in 2018. Two years were needed for the gestation of "Terra Nova," the result being a ninety-minute concept concerning the dark sides of personality and the difficulties faced to arrive at what we are today in life.
The band here consists of vocalist and bassist Matt Young joined by Mark Bogert (Knight Area/Magoria) on guitar, Pieter Beemsterboer (ex-Black Rabbit) on keyboards, Moyano el Buffalo (5th Avenue Hamburg) on drums, with guest keyboardist Adam Holzman (Miles Davis/Steven Wilson) contributing. The preconditions for a professional result are really there, so is the good recording, the album was mixed by Matt Young at Moleman Studios in England and underwent final mastering by Tom S Ray at Audio Unity Studios in Scotland.
In total there are eleven tracks, including the nearly half-hour suite "The Silent Man.".
The first CD opens with the title track "Terra Nova," robust and excellently arranged with echo effects and electronics in support, all not in an invasive way. Young's voice is an excellent interpreter of the atmospheres enhanced by the intervention of the violin. It verges on Glam Rock, this to emphasize the focus on catchy melodies. The guitar solos hark back to the 1980s when Metal was at its best. Choruses are also prominent. Along comes "Sabotage," here imagine Led Zeppelin trying their hand at Progressive Rock. Lots of adrenaline in the instrumental fugues demonstrating a truly sublime technical preparation of the instrumentalists.
"Horizons" shows the Neo Prog side of the band, imagine listening to the slightly angrier Arena. There is no shortage of references to the world of Queen either.
A bombastic bass line opens "Mayday," another ride through Rock poised between research and history. The progression is irresistible for a DOC rocker, while violin interventions once again relegate elegance to the whole. The raw atmospheres open up to light during the instrumental solos, always precise and never logorrheic.
Among my favorites is "So Far Gone," initially vocals, violin, and piano, a sonic cuddle at times poignant in a guessing sonic crescendo. "The Tower" follows, a showcase for an over-the-top vocal test in assortment of intensity and solutions, even bordering on growl. Here the majesty of Prog is present in a thousand facets, ten minutes articulate and searching, especially in the rhythms.
I mentioned Queen earlier, in "Lifeline" we have a more concrete presence of them, especially in the approach of the electric guitar, and this is how the first disc ends.
"Too Far Gone" returns to massive paths, ominous in the intro and Rock in the continuation. The heaviest track on the album is titled "I Am The Thrall" engaged in an emotional game balanced between caress and slap, the Hekz enjoy playing with our minds. As I have had occasion to say we are in the presence of Progressive Metal, so how could Dream Theater or Queensryche be missing? An impressive sonic cavalcade then arrives from "The Silent Man" (no, not the one by the American band), a twenty-five-minute container that brings out all the matter at hand of the individual elements. Important as always is the support of keyboards and violin. The pliability of the vocals here even succeeds in belting out that of Geoff Tate (Queensryche).
Needless to point out the tempo changes on the order of a minute, this is thanks to near-perfect rhythmics. The disc closes with "Terra Nova II," another among my favorites; here the violin is even more present, so are the easily assimilated melodies.
Despite the long duration of the concept the moments of fatigue are practically absent, the imagination of the compositions and the sudden changes of style make everything flow smoothly as well as enjoyable. The Hekz are like a thousand bands in one.
If even today there are those who say that music no longer gives anything good to offer, put their backs to the wall with "Terra Nova," they deserve it!
Impressive. MS
 
To order the record: https://www.hekztheband.com









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