G519 - Blue Atomic Sky
Autoproduzione
Genere: Progressive
Rock/Psichedelia
Supporto: digital – 2023
Essere
considerati dei vecchi nostalgici è inevitabile quando si vanno a esaltare i
beni preziosi dei tempi che furono, come se l’evoluzione della moda per molti
di noi non fosse bene accetta. Vedendo la musica odierna in maniera distaccata,
ossia dall’alto e senza preconcetti, possiamo dire invece che anche oggi
esistono uscite molto interessanti.
Il
Progressive Rock è un termine troppo generico per racchiudere tutte le
influenze che spesso si trovano al suo interno, ma indicizza una attinenza alla
ricerca in senso generale, oppure una radicata passione per certi suoni che
hanno vissuto il massimo splendore negli anni ’70.
E’
il caso del progetto G519 del polistrumentista Guido Cinelli, dove la musica
proposta sposa il periodo in maniera totale. Nel 2018 nasce l’intento, qui
Cinelli si contorna di turnisti presso lo studio di registrazione “Birdland” di
Francesco Marzona e lo storico “Mushroom Studio” dando vita a "Blue Atomic
Sky". Con lui ci sono Ronnie Grace (voce), Tony Longheu (voce), Matteo
Ballarin (voce), Chiara Di Gleria (voce), Flavio Passon (tastiere), Francesco
Minutello (flicorno) e Pablo De Biasi (batteria).
Guido
Cinelli così descrive l’intento dell’opera: “Gli estremi dell’esistenza
rappresentano dei poli da esplorare ma anche dei limiti, degli estremi che
tuttavia invogliano a forzare confini, spostando in là l'obiettivo esistenziale
al quale mira sempre l'individuo con la sua ambizione e allo stesso tempo con
il suo bisogno di conoscere. Un’urgenza che attraversa le generazioni e anche
oggi ci impegna in una perlustrazione di periferie umane che sarà arrestata
inevitabilmente dal contrappeso dell'estremo opposto. Cosa ci sarà oltre? La
risposta non ci è riservata, almeno fino a quando scadrà il contratto di
affitto che ci dà il diritto di usare il pianeta Terra. Il fuoco del sole con i
suoi colori è preso come porta di verità tenute nascoste, e quando questa
fiamma verrà quasi raggiunta, sarà toccata dall'estremo opposto, dall'acqua che
la spegnerà; nel contempo il fluire dell'acqua darà corso a nuovi inizi”.
I
brani che compongono il concept sono dodici ad iniziare dallo strumentale “A
Time To Reflect”, aperto da un rilassante canto di uccelli, forse il più bello
che la natura può propinarci. Immediatamente ci si trova immersi negli anni ’70
grazie alla chitarra che va a ripescare nella carriera dei Pink Floyd più
recenti. Cambiano le sonorità in “Rain In The City”, con un poco di fantasia
immaginate di ascoltare gli strumentali Rockets intenti a suonare della
psichedelia, un refrain che difficilmente si potrà dimenticare.
“Walking
To The Sun” è il singolo estratto dall’album, vera carta d’identità del sound
G519 in un movimento Jazz sinuoso cantato egregiamente da Ronnie Grace. Un
arpeggio di chitarra dal sapore Southern Rock apre “Asteroid” dove lo slide fa
il verso nuovamente ai Pink Floyd, questa volta del periodo fine anni ’60,
primi ’70. Le canzoni sono alquanto brevi, tutte della durata media di poco più
di tre minuti, questo per far capire l’intento dell’autore di badare al sodo
piuttosto che perdersi in inutili orpelli. Da segnalare nel percorso sonoro le
ottime “When The Blue Loves You”, “July Sky” e la conclusiva “A Time To Reflect
Reprise”, ma tutto l’album si mantiene generalmente su buoni livelli emotivi.
Inutile
sottolineare che “Blue Atomic Sky” è consigliato agli amanti del sound vintage,
io aggiungerei anche a tutti quelli della buona musica, fatta con il cuore e
con la testa. Badare al sodo spesso è la carta vincente per una buona riuscita.
MS
Versione Inglese:
Nessun commento:
Posta un commento