Intervista
a MAX PROG POLIS
Andiamo a
conoscere uno dei personaggi più legati oggi al Progressive Rock, soprattutto
di quello italiano. Un intenditore, divulgatore e conduttore del programma Prog Rock Polis su RADIO PROG SKY, la web Rock Radio Station con
sede in Brasile. Scopriamolo insieme.
Ciao Max, noi ci conosciamo molto bene perché tu gentilmente ospiti Il Sale Di Nonsolo Progrock all’interno della tua trasmissione che va in onda il giovedì alle ore 18.00, di cui sono molto onorato di farne parte nel palinsesto da te curato. Ma presentati ai nostri lettori, chi è Max Prog Polis (Max Murdock)
Max Prog Polis, prima Max Rock Polis, una volta Max Murdock, in origine Fabrizio Felici, ha sempre avuto una passione per la musica associata alla vicinanza con gli amici artisti. Infatti fin da giovane giravo tutta la Toscana per seguire concerti dei propri amici musicisti, perché mi gratificava il contatto diretto con loro. Questa attitudine si è concretizzato in radio FM nel 2010 e successivamente a Roma in varie web radio dove ho unito la mia voglia di fare radio a scopo culturale, per far conoscere anche quello che di bello si può ascoltare, con la vicinanza con gli artisti italiani. Da tre anni quindi, come hai ricordato, conduco un proGramma dentro ProgSky, web radio internazionale di settore specifico, prevalentemente Rock Progressivo internazionale. Tale trasmissione è inserita in un'intera giornata, il giovedì, dedicata al Rock Progressivo italiano. Infatti non a caso è stata nominata GPI: Giovedì Progressività Italiano.
Come nasce in te la passione del Progressive Rock, quale è stato l’evento che ti ha scatenato il grande sentimento nei confronti di questa musica di certo non convenzionale? C’è stato un evento in particolare?
Non c'è stato un evento in particolare che mi
ha avvicinato al Rock Progressivo. In radio io mi sono pian piano avvicinato
agli artisti contattandoli e intervistandoli per fare in modo che il loro
lavoro potesse avere maggiore diffusione e promozione. Mi sono subito accorto
che tanti musicisti Rock italiani sono praticamente ignorati dalle radio FM,
dai network radiofonici, mentre io appunto volevo star loro accanto e farli
conoscere il più possibile. Mi sono rivolto al Rock Progressivo italiano perché
sono le sonorità che più mi piacevano, che più, diciamo, mi appartenevano. Io
ho l'idea che la cultura del Rock Progressivo ci appartenga proprio come popolo
italiano, un popolo che ha sempre avuto profonde radici nell'arte, nella
musica, a cominciare dalla classica, dall'opera, dalla lirica. Unendo questi
stili con il Rock venuto dai paesi nordici, da oltreoceano, gli italiani hanno
sempre avuto Progressivo dentro, in maniera molto spiccata, tanto è vero che i
gruppi inglesi “fondatori” del Prog hanno avuto i primi successi qui e non
altrove.
Uniamo a questo il fatto che fin da giovane i generi miei preferiti sono stati, accanto al Metal, il Jazz Rock e la Fusion.
A questo punto spiegaci come nasce la tua collaborazione con RADIO PROG SKY
Qualche
anno fa, quando ero ancora in altre radio, conobbi Carlos Vaz Ferreira che è il
fondatore e il direttore di radio ProgSky (http://www.progsky.com). Dapprima
gli fornivo i podcast delle mie trasmissioni da passare e replicare nella sua
radio, ma con lo stop della pandemia circa tre anni fa ho pensato di
ricominciare a trasmettere su radio ProgSky, proponendogli di occuparmi di una
intera giornata dedicata al Rock Progressivo italiano. Così individuammo questo
giorno nel giovedì e partimmo con una programmazione mi pare di 16 ore, con due
trasmissioni (Marcio e io) e il resto con playlist. Lavorandoci costantemente
nel tempo sono riuscito ad avvicinare molti altri amici a questa realtà
radiofonica internazionale e a ottenere la loro collaborazione, per cui adesso
siamo arrivati a passare 24 ore di Progressivo italiano, con 7 trasmissioni e
diverse playlist.
Con te una squadra di grandi intenditori italiani, Luca Redàpolis Paoli, Alfredo di Trasimeno Prog, Gianni Nicola, Andy Simoniello e Franco Fumagalli, come vi siete conosciuti?
Come dice il suo nick, Luca Redàpolis già
diversi anni fa mi aiutava molto nella produzione dei contenuti per la mia
trasmissione, nell'individuale nuovi gruppi, nuovi album da far ascoltare, per
cui io l'ho voluto appellare “redàpolis”, cioè “redazione di Prog Polis”. Da lì
non ho più rinunciato ai suoi aiuti. Franco l'ho conosciuto e apprezzato
tramite i suoi post sui vari gruppi a tema Prog, per cui gli ho proposto di
provare a tornare alla sua vecchia passione di fare un programma radio (lo
faceva nei '70). Per differenziarsi da noi, Franco tratta molto gli anni
passati, i '70 appunto, ma dal lato più curioso, sempre alla ricerca e alla
scoperta di qualcosa di poco noto. Tramite amici ho conosciuto Andy, che già
aveva individuato il nostro giovedì, e assieme abbiamo deciso di collaborare e
inserire la sua trasmissione tra le nostre. Alfredo l'ho conosciuto
nell'associazione Trasimeno Prog, andando ai loro primi festival estivi e
notando che anche lui è persona che si dà molto da fare per l'ambiente
Progressive. Così gli ho proposto di provare a fare assieme a Luca un programma
con noi, che da mezz'ora si è evoluta già in due ore settimanali. Gianni Nicola
infine è stato un artista che ho intervistato, ma notando la sua continua
,attività la sua voglia di proporre sempre gruppi e brani nuovi da scoprire, ci
siamo accordati per una rubrica mensile nel mio programma. E poi ci sei tu, con
cui collaboriamo grazie alle tue ottime recensioni tratte dal tuo blog NONSOLO
PROGROCK di album Progressive che leggi e io propongo come rubrica.
L'amico
Marcio, brasiliano, l'ho conosciuto in rete tramite la nostra comune passione
per il Prog italiano, del resto anche Carlos l'ho conosciuto così. Lui ha tanta
voglia e tanto entusiasmo di proporre le sue sonorità preferite e di farle
ascoltare agli altri. È anche un (auto) studente di lingua italiana, ogni tanto
abbiamo chiacchierato a voce in italiano, e questo lo avvicina molto agli
artisti che proponiamo, i quali restano molto colpiti dall'entusiasmo di un
sudamericano per la loro musica. Lui chiede sempre contributi vocali oltre che
sonori, è bello che un ragazzo di un'altra nazione sia così appassionato ad
artisti di un genere che ci appartiene così tanto.
Quale è stato il concerto e l’artista umanamente parlando che ti ha colpito maggiormente? Hai qualche aneddoto?
Io
purtroppo ho un vizio poco adatto a un recensore: non mi piace mantenere le
distanze dai musicisti con cui ho a che fare. Mi piace essere loro amico, poter
condividere con loro idee sulla musica e su altro, per cui per me rispondere a
questa domanda è poco possibile, ogni artista riesce in qualche modo a
emozionarmi. A cominciare dal pianoforte solista di Arturo Stalteri (già Pirrot
Lunaire), il primo musicista Progressive che abbia mai conosciuto, proseguendo
per gli Osama, i Semiramis, il Banco, i Rovescio... In vita mia ho assistito a
tanti concerti vibranti e intensi, quindi non mi è possibile decidere e
rispondere alla prima parte della domanda. Però l'artista con cui sono più
legato umanamente è Jerry Cutillo degli Oak, con cui sono sempre in contatto e
con cui ogni tanto ho il piacere di uscire per passare una serata davanti a una
birra e a una ciotola di wok. Aneddoti? Episodi da ricordare, come Chirico
(A&M) che a mezzanotte fa cena dopo
il concerto in occhiali scuri, Olivieri (Metamorfosi) che nei camerini davanti
a una tastiere mi spiega come sia quasi matematico fare melodie piacevoli,
Leone (BdB) che passa tutto il tempo a chiacchierare con David Jackson mentre
asciuga i suoi sax, Vitelli (Ellesmere) che cerca un carrello per portarsi via
al tastiera a pedali da 30 chili stile Geddy Lee, Eugenio Finardi che si fa
servire un buon prosecco dal sottoscritto... Tanti piccoli fotogrammi che
rimangono in memoria.
Ma quando Max è solo in casa e ha esaudito i compiti gravosi e impegnativi… Cosa ascolta per rilassarsi?
Bella domanda: e chi li esaurisce mai i miei “compiti” di farmi una cultura sempre più grande e più approfondita nel Rock Progressive italiano? Come faccio ad abbandonare l'ascolto di sempre nuovi gruppi, nuovi brani, la mia passione me lo impedisce. Posto che difficilmente mi siedo in poltrona a rilassarmi con un LP o un CD nello stereo, il momento in cui ascolto di più in realtà è quando passeggio per la città, per non stare sempre fermo davanti al computer. Lì apro la rete, e oltre ad ascoltare quello che voglio proporre in programma, cerco di riprendere gruppi che ancora non conosco, sia dai '70 sia dagli ultimi tempi, quasi sempre in ambito Progressive, Jazz Rock, Fusion. Molto raramente mi capita di ascoltare altro, se non qualche perla Italo disco anni '80. Di Rock “classico”, Hard, Metal ho ascoltato a piene orecchie per 30 anni: ora è il momento di altro!
Hai pubblicato anche un libro, Storie Di Prog Rinascimento, puoi parlarcene?
È vero, poco più di quattro anni fa ho
pubblicato un libro ancora col mio vecchio nome Max Rock Polis, ma non l'ho
scritto veramente io: l'abbiamo scritto in 100! Vale a dire, io ho trascritto
una sessantina di interviste svolte tra me e tanti ospiti che ho portato nella
mia trasmissione, che all'epoca non era ancora un proGramma. Questi 60 incontri
si sono spalmati su circa due anni, mentre ormai nel mio proGramma oggi ne
riesco a fare almeno 80 all'anno (e ciò mi rende impossibile pubblicare un
altro libro così!). Quel libro lo abbiamo scritto in cento perché siamo in
cento a parlare, a discutere e a proporre le nostre idee e le nostre visioni
sulla musica Progressive. Del resto io sono solo un medium, una figura che sta
nel mezzo tra il pubblico e gli artisti, e quindi ho semplicemente voluto
riproporre il loro pensiero trasmesso in radio. Tra parentesi, Io ne ho ancora
diverse copie, se vi interessa contattatemi.
Secondo
te, dove sta andando il Progressive Rock?
Domanda per certi versi difficile, a cui ho
cercato di dare risposta proprio nel titolo del mio libro: l'ho chiamato ”Prog
Rinascimento” proprio perché, avendo a che fare con artisti italiani dediti a
queste musicalità, ho notato che c'è stato un rifiorire appunto, un
Rinascimento di questo genere in musica, di questo stile, e soprattutto della
sua mentalità, del suo modo di fare. Diversi importanti gruppi anni '70 si sono
ritrovati con anche solo uno o due elementi dell'epoca, e insieme ad altri
musicisti hanno ricominciato a suonare i loro lavori, cercando poi di proporre
qualcosa di nuovo, cosa fondamentale a mio parere. A questi possiamo aggiungere
gruppi formati più di vent'anni fa che non hanno mai smesso di seguire quello
che è stato poi chiamato Progressive Rock, evolvendosi sotto quel segno. Poi ci
sono gruppi di giovani che hanno cominciato a voler riproporre non solo le
sonorità del Prog, ma la mentalità, il voler andare avanti e voler progredire e
quindi possiamo parlare tranquillamente di Post Prog, Neo Prog, di tutto quello
che volete per definire questa musica che ha radici nel passato di 50 anni fa,
però sta continuando a evolversi. Per capire se queste evoluzioni ci piacciono
le dobbiamo comunque ascoltare, non ci possiamo rinchiudere a dire che il Rock
Progressivo è finito nei '70. Sì, il Prog dei '70 è finito in quegli anni (per
definizione!), ma adesso stiamo parlando di qualcosa di nuovo, qualcosa che sta
rinascendo nell'interesse di gruppi, di artisti, di musicisti che sono molto
bravi sia tecnicamente sia a proporci melodie e armonie con cui poterci
emozionare e coinvolgere. Il Progressive Rock quindi sta andando oltre sé
stesso, si sta evolvendo e vedremo dove
arriverà, però teniamo presente che non è una musica dagli scopi commerciali,
che non ha un grande riscontro a livello di ascolti e vendite, quindi non è
supportato da grandi etichette, che ovviamente cercano (solo...) il guadagno in
quello che fanno. Quindi la maggior parte delle volte questa musica rimarrà a
livello di passione. Per fortuna però i mezzi di oggi permettono a questa
passione di poter uscire, diventare CD o LP o anche solo musica digitale,
ascoltabile e usufruibile da chi voglia avvicinarvisi. L'importante è questo:
non dimenticheremo mai il Rock Progressivo, non dimenticheremo questo approccio
alla musica. Le mode passeranno veloci, ma il Rock Progressivo non è una moda e
resterà sempre in mezzo a noi. Basta
saperlo riconoscere, cercare nei suoi mutamenti.
Hai novità riguardo il tuo lavoro radiofonico? C’è qualcosa di nuovo che bolle in pentola oppure sei già troppo impegnato così?
Attualmente non prevedo grosse novità né nel mio proGramma, che ormai negli anni ha trovato un format abbastanza compiuto, anche se ogni tanto ci potrà/dovrà sempre essere l'inserimento di qualcosa di nuovo, vedi te e Gianni. per quanto riguarda il GPI, Giovedì Progressivo Italiano, siamo una squadra da sempre in movimento e riusciremo a trovare sempre forme nuove per fare cultura progressiva italiana. In questi tre anni ogni tanto una nuova trasmissione, oppure è arrivato un nuovo conduttore che ha proposto le sue idee a riguardo, e noi ne siamo stati ben contenti. Quindi aspettiamo di vedere come si metteranno le cose in futuro.
Quale intervista che hai fatto a un personaggio dell’ambito ti è piaciuta in particolar modo?
Anche rispondere a questa domanda è piuttosto
difficile. A me piacciono le persone, gli artisti che parlano, che tirano fuori
le loro idee, i loro concetti, anche le loro esperienze, senza doverli
sollecitare più di tanto. Per fortuna di queste interviste ne ha avute
veramente tante, forse complice il fatto che riesco a mettere a proprio agio e
far diventare un'intervista potenzialmente seriosa qualcosa di amichevole. In
questo modo gli artisti hanno molte meno difficoltà a rilassarsi e tirar fuori
i loro pensieri. Quindi potrei citarti i classici di Nocenzi, Leone, Vairetti,
Siani che hanno sempre idee ben chiare e tante cose da raccontare, ma non mi è possibile
rispondere con precisione alla tua domanda.
Grazie Max e concludi pure l’intervista con una domanda che avresti voluto che ti facessi, intanto un grande in bocca al lupo per i tuoi progetti futuri.
Le domande che mi hai fatto per me sono interessanti ed esaustive,
abbiamo parlato della radio o di altre cose. Ma da un certo punto di vista
diciamo che sono la persona sbagliata a cui rivolgere domande, non tanto perché
in genere le faccio io, ma perché alla fine io sono un medium, cioè qualcosa che
sta “nel mezzo”, tra il pubblico e gli artisti, qualcuno che deve fare da
tramite, deve passare il messaggio e la musica degli artisti, far arrivare a
loro il supporto del pubblico. Un abbraccio e un break a leg anche a te,
come dico sempre, per i tuoi progetti futuri, per ringraziamento per la
collaborazione che anche tu dai verso la nostra radio ProgSky e al nostro
Giovedì Progressivo Italiano!
Podcast della puntata 8 giugno 2023: https://www.mixcloud.com/maxmurd/prog-rock-polis-1135-080623-i-lemuri-bussano-alla-porta-sul-retro/?fbclid=IwAR2mwLj3fPyJdMaCCukPAvCs6VBoA5S0a8EyYQerkmB6lsTIpZeplQ7ddgU
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