THE
FORTY DAYS - Beyond The Air
Lizard
Records / Open Mind
Genere:
Neo Prog
Supporto: cd – 2023
Facciamo
finta di non conoscere una band e di affidarci alle sensazioni che trapelano
nel nostro animo soltanto alla visione della copertina di un album, anche
perché nel Progressive Rock il connubio immagine e musica è spesso
indissolubile. C’è chi si affida a un disegnatore, come hanno fatto i Genesis,
i Marillion, o gli Yes solo per fare tre nomi, e chi a fotografi come nel caso
della storica Hipgnosis di Storm Thorgerson per i Pink Floyd. Ecco, quello che
a me richiama la visione dell’ultimo album dei toscani (Pisa / Livorno) The
Forty Days nel loro ultimo album “Beyond The Air”, sono proprio i Pink Floyd.
Il fatidico muro di mattoni che oramai “The Wall” ha inflazionato, esalta i
colori di un aquilone coloratissimo che simboleggia la voglia di libertà.
L’oggetto in questione mi ricorda anche lo spettro del prisma del famoso “The
Dark Side Of The Moon”. Saranno solamente mie fantasie oppure l’ascolto darà
una conferma a queste sensazioni?
Il
debutto discografico del quartetto formato da Giancarlo Padula (voce,
tastiere), Dario Vignale (chitarra, voce), Massimo Valloni (basso), e Giorgio
Morreale (batteria), risale al 2017 e s’intitola “The Colour Of Change“ (Lizard
Records). Quella volta rimasi colpito dal lavoro, tanto da scommettere su di
loro per il proseguimento carrieristico, grazie a uno stile e una capacità di
composizione ragionevolmente attenta alle buone melodie facili da ricordare.
Sensazioni che trovano conferme in “Beyond Tha Air”, questa volta composto di
otto tracce a cavallo fra Prog e Psichedelia.
Ad
accoglierci in apertura invece c’è del sano Neo Prog in stile Marillion anni
’80, dove la chitarra elettrica disegna piacevoli linee melodiche, il brano in
questione è “Monday”. A metà brano ci sono richiami vocali cadenzati ai Beatles
e poi ancora via in tragitti chitarristici. I testi cantati in inglese sono
positivi ed esortano a un cammino di vita fatto di certezze, abbandonando ciò
che la gente dice sapendo di mentire. Sii felice della tua crescita, guarda il
mondo con positività sin dal famigerato lunedì. Analogo il discorso per “Under
The Trees”, ancora gli anni ’80 sorvolano la nostra fantasia durante il
gradevole ascolto fatto di buoni momenti strumentali e soprattutto di un
ritornello piacevole. Pause e ripartenze non mancano, come il genere ha
suggerito negli anni della propria esistenza. Nell’economia The Forty Days le
tastiere ricoprono un ruolo sia primario sia di sottofondo, mentre la ritmica è
precisa senza sbavature. Toccante il frangente piano e voce.
“The
Fog” mostra la cura per la composizione che la band dispone, qui l’universo
Steven Wilson è attraversato e questo dona al brano un quid mordi e fuggi intelligente.
E i suddetti Pink Floyd? Certamente in qualche istante si colgono, come a poco
più della metà del brano, ma la realtà ci presenta una band oggi matura e
capace di realizzare un mondo tutto personale. Altra gemma sonora s’intitola
“Broken Bars”, anche qui la voce di Gianluca Padula si mette in evidenza per
pulizia e mai decide di fare un passo più lungo della gamba, anche se a tratti
la musica per raggiungere una buona enfasi ha bisogno di vocalità alte, queste sono
ben raggiunte senza forzature. Porcupine Tree nell’acustica “B4 The Storm”, voce
effettata annessa, due minuti e poco più di melodia calda e nostalgica vetrina
per l’anima dei The Forty Days.
Non
manca neppure lo strumentale, un’eccellente composizione intitolata “Bi!”,
energica, felice, ariosa e come un fiume in piena ci travolge emotivamente. Un
pianoforte apre la title track “Beyond The Air”, composizione fra le più alte
del disco che sempre si mantiene su livelli alti. “In Glide” chiude il discorso
ed è il brano più lungo dell’album grazie ai suoi otto minuti abbondanti di
musica. Qui il sunto di una carriera che lascia ben sperare e un assolo di
chitarra da brivido.
La
band mi ha stupito per maturità, un grandissimo passo in avanti verso una
propria visione delle cose. I Pink Floyd ci sono ma con il contagocce,
piuttosto il Neo Prog è maggiormente presente fra le note. In realtà questa è
musica per tutti gli animi, da ascoltare con piacere e allo stesso tempo mai
scontata, un equilibrio che spesso spetta soltanto alle grandi band. Confesso
la mia gioia per l’ascolto di “Beyond The Air”, altro disco italiano che metto
sull’olimpo del 2023, anno che ci sta donando ottime soddisfazioni. Da vere punto e basta! MS
Versione Inglese:
THE FORTY DAYS - Beyond The Air
Lizard Records / Open Mind
Genre: Neo Prog
Support: cd - 2023
Let's pretend we don't know a band and rely on the
feelings that seep into our souls just at the sight of an album cover, not
least because in Progressive Rock the marriage of image and music is often
inseparable. Some rely on a designer, as did Genesis, Marillion, or Yes just to
name three, and some rely on photographers as in the case of Storm Thorgerson's
historic Hipgnosis for Pink Floyd. Here, what recalls to me the vision of the
Tuscan (Pisa/Livorno) The Forty Days in their latest album "Beyond The Air,"
is precisely Pink Floyd. The fateful brick wall that "The Wall" has
now infused, enhances the colors of a brightly colored kite that symbolizes the
desire for freedom. The object in question also reminds me of the prism
spectrum from the famous "The Dark Side Of The Moon." Are these just
my fantasies or will listening give confirmation to these feelings?
The recording debut of the quartet formed by Giancarlo
Padula (vocals, keyboards), Dario Vignale (guitar, vocals), Massimo Valloni
(bass), and Giorgio Morreale (drums), dates back to 2017 and is titled
"The Colour Of Change" (Lizard Records). That time I was impressed by
the work, so much that I bet on them for career continuation, thanks to a style
and ability of composition reasonably attentive to good melodies easy to
remember. Feelings that find confirmation in "Beyond Tha Air," this
time composed of eight tracks straddling Prog and Psychedelia.
Welcoming us in the opening instead is some healthy
80s Marillion-style Neo Prog, where the electric guitar draws pleasant melodic
lines, the track in question being "Monday." Halfway through the song
there are lilting vocal callbacks to The Beatles and then off again on guitar
journeys. The lyrics sung in English are positive and exhort a life path of
certainty, abandoning what people say knowing they are lying. Be happy with
your growth, look at the world with positivity from the infamous Monday.
Similar the speech for "Under The Trees," still the 80s fly over our
imagination during the pleasant listening made of good instrumental moments and
especially a pleasant refrain. Pauses and restarts are not lacking, as the
genre has suggested over the years of its existence. In The Forty Days economy,
keyboards play both a primary and background role, while the rhythm is precise
without smearing. Touching is the piano and vocal fringe.
"The Fog" shows the care for composition
that the band has at its disposal; here the Steven Wilson universe is traversed
and this gives the song a clever bite quid. What about the aforementioned Pink
Floyd? Certainly in a few moments they are caught, as at a little more than
halfway through the track, but the reality presents us with a band that is now
mature and capable of realizing a world all its own. Another sonic gem is
titled "Broken Bars," again Gianluca Padula's vocals stand out for
cleanliness and never decides to get ahead of himself, although at times the
music needs high vocals to achieve good emphasis, these are well achieved
without forcing. Porcupine Tree in the acoustic "B4 The Storm,"
effected vocals attached, two minutes and a bit more of warm melody and
nostalgic showcase for the soul of The Forty Days.
There is no shortage of instrumental either, an
excellent composition titled "Bi!", energetic, happy, airy and like a
flooding river it sweeps us away emotionally. A piano opens the title track
"Beyond The Air," a composition among the highest on the record that
always holds its own. "In Glide" closes the discourse and is the
longest track on the album thanks to its eight abundant minutes of music. Here
is the summary of a career that bodes well and a killer guitar solo.
The band amazed me with maturity, a great step forward
toward their own vision of things. Pink Floyd is there but with the dropper,
rather Neo Prog is more present among the notes. In reality this is music for
all souls, to be listened to with pleasure and at the same time never taken for
granted, a balance that often belongs only to great bands. I confess my joy for
listening to "Beyond The Air," another Italian record that I put on
the Olympus of 2023, a year that is giving us excellent satisfactions. To be
true period! MS
The forthy Days con questo ultimo lavoro: Beuond the year ha sicuramente migliorato l'approccio ma cambiato di poco il loro aprrocvio musicale con una forma canzone che ha il valore di non sembrare l'ennesima sfigata band che ricalca le solite sonorità armai stantie e senza evoluzione. I. Questo caso ma soprattutto del primo che ho amato di più, la vostra forma canzone contaminata da pop e melodie semplice che raramente si mischiano ad un dito approccio rock progressivo internazionale. Però mi siete creati un ottimo suond riconoscibile , ma vi consiglio di non sedersi sugli allori e iniziare a sperimentare come facevamo noi non in tempi sospetti. Per farti capire il primo demo all'ultima canzone l'inizio era il pianto disperato di una madre vip per poi inserire i nostri strumenti con un approccio delicato per la metà del brano per poi essere come nella scena finale del film di Michelangelo Antonioni con sottofondo dei Pink Floyd dove i beni di consumo dei ricchi esplodevano in una scena molto slow motion, come macchine lussuose, frigoriferi a due ante spazzati via per aria che ballano e fluttuano come la fine della borghesia corrotta. Ma era solo un utopia. Ti consiglio di vederti tutti i film del Maestro Antonioni e Zabrischie ha una colonna sonora da acido anche senza assumerlo
RispondiEliminaSi, grazie. Ho la colonna sonora di Zabriskie Point, amo i Pink Floyd di cui posseggo oltre che la discografia anche una cinquantina di bootlegs. (Sono pazzo, lo so). Di Antonioni non ho visto tutta la sua filmografia, ma cercherò di sanare questa mia mancanza. Grazie Ivano.
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