OIAPOK – OisoLün
Autoproduzione
Genere: Jazz Rock – Progressive
Rock
Supporto: Digital – 2023
La
musica non avrebbe in teoria il bisogno di essere catalogata, non è che un
artista componga per essere marchiato come un prodotto aziendale, questo è
logico, tuttavia si ha la necessità di creare dei nomi proprio per indirizzare
un lettore che non sta ascoltando il prodotto, e vorrebbe capire all'incirca di
cosa si tratta. Non sempre si resta appagati
da certe tipologie di appartenenza, in questo caso capita che non soddisfino i
connotati della musica proposta, ciò sta significando che l’artista in
questione sta creando veramente qualcosa di non convenzionale.
Uno
di questi casi è quello dei francesi Oiapok, progetto del bassista della band
Camembert (anche band cover di Gong) Pierre Wawrzyniak. Si formano a Strasburgo
nel 2020. Oiapok è un neologismo, uno
spostamento semantico tra il fiume della Guyana Oyapock, culla d’impavidi avventurieri,
un luogo selvaggio eccitante e pericoloso, e la cintura del Chariclo asteroide,
Oiapoque, la cui orbita incrocia quella dei pianeti esterni del sistema solare.
La
difficile collocazione musicale è data dall’insieme di stili sonori che vanno a
intersecarsi fra di loro, immaginate di fondere assieme Herbie Hancock, Hermeto
Pascoal e Björk, una sorta di anello mancante fra il Prog Jazz più moderno e
Frank Zappa.
“OisoLün”
è dunque un viaggio tra la Terra e le stelle, i cui temi principali sono
l'ecologia, la fantascienza e le storie umane. Il gruppo è formato da Etienne
Agard (trombone), Jacopo Costa (vibrafono, marimba, percussioni), Bertrand Eber
(tromba), Stephane Galeski (chitarre), Guillaume Gravelin (arpa), Mélanie
Gerber (voci), Matthieu Lenormann (tamburo) e Pierre Wawrzyniak (basso).
Sei
sono le canzoni contenute in un elegante e ricco contenitore cartonato, a
partire dalla title track “OisoLün”. All’ascolto immediato si aprono avanti
alla nostra fantasia i fatidici anni ’70 con la soave voce di Mélanie Gerber.
Il cantato è in lingua francese, la musica è ricercata e galante, gli arpeggi di
chitarra sono la colonna portante delle melodie. Malgrado la quiete qui assistiamo
al crollo inesorabile dell'uomo e delle specie animali. Suoni world iniziano “Summer
19”, l’ingresso delle strumentazioni anche a fiato innalza l’ascolto che va
incontro a un ritmo ballabile e godibile. Gli Oiapok hanno voglia di ricerca,
cambi di ritmo sono all’ordine del minuto rendendo l’ascolto altamente
interessante. Musica adatta anche a un’interpretazione teatrale. L’esodo
dell'umanità verso altri pianeti è raccontato in Les Grands Equipages da Luce
(Michel Demuth), mentre ancora una volta la musica ne è vera colonna sonora.
Apprezzo molto il lavoro del basso elettrico. Il Progressive Rock si fa avanti
a gomitate nonostante i numerosi interventi Jazz, le voci, ancora una volta, eseguono
un lavoro impeccabile oltre che ricercato.
“Le
Concierge” non si distacca da quanto ascoltato sino ad ora con l’aggiunta di schegge
Herbie Hancock. A seguire la simpaticissima “Frogs Might Disappear” composta di
stop & go, narrante l’estinzione delle rane sulla terra. La musica guarda
caso è davvero saltellante. Chiude la calda “So Empty It Looks Real”.
La
domanda a questo punto come si dice in gergo, nasce spontanea: ma nel 2023, c’è
ancora bisogno di questa musica? La risposta è semplicissima, si, perché è la
mente che lo vuole, così il cuore. Siamo distanti anni luce da quanto i media
oggi propongono, proprio per questo sarà che io godo all'ascolto di questo esordio
intitolato “OisoLün” ? MS
Versione Inglese:
OIAPOK
– OisoLün
Autoproduction
Genre:
Jazz Rock - Progressive Rock
Support:
Digital – 2023
Music would not theoretically need to be categorized,
it is not that an artist composes to be branded as a corporate product, this is
logical, however one has the need to create names precisely to address a reader
who is not listening to the product, and would like to understand roughly what
it is about. One is not always satisfied
with certain types of membership, in this case it happens that they do not meet
the connotations of the proposed music, this is signifying that the artist in
question is really creating something unconventional. One such case is that of
the French Oiapok, a project of the bassist of the band Camembert (also a Gong
cover band) Pierre Wawrzyniak. They formed in Strasbourg in 2020. Oiapok is a neologism, a semantic shift
between the Guyana river Oyapock, cradle of fearless adventurers, an exciting
and dangerous wild place, and the asteroid Chariclo's belt, Oiapoque, whose
orbit intersects that of the outer planets of the solar system. The difficult
musical collocation is given by the set of sound styles that go to intersect
with each other, imagine fusing together Herbie Hancock, Hermeto Pascoal and
Björk, a kind of missing link between the most modern Prog Jazz and Frank
Zappa. "OisoLün" is thus a journey between the Earth and the stars,
whose main themes are ecology, science fiction and human stories. The group is
made up of Etienne Agard (trombone), Jacopo Costa (vibraphone, marimba,
percussion), Bertrand Eber (trumpet), Stephane Galeski (guitars), Guillaume
Gravelin (harp), Mélanie Gerber (vocals), Matthieu Lenormann (drum) and Pierre
Wawrzyniak (bass).Six songs are contained in an elegant and rich hardback box,
starting with the title track "OisoLün".
On immediate
listening, the fateful 1970s open up before our imagination with the suave
voice of Mélanie Gerber. The singing is in French, the music is refined and
gallant, guitar arpeggios are the backbone of the melodies. Despite the quiet
here we witness the inexorable collapse of man and animal species. World sounds
begin "Summer 19," the entry of even wind instrumentation elevates
the listening that goes into a danceable and enjoyable rhythm. Oiapok have a
desire for research, changes of rhythm are on the order of the minute making
listening highly interesting. Music also suitable for theatrical
interpretation. The exodus of mankind to other planets is narrated in Les
Grands Equipages by Luce (Michel Demuth), while once again the music is the
true soundtrack. I really appreciate the electric bass work. Progressive Rock
elbows its way forward despite the many Jazz interventions, the vocals once
again performing impeccable as well as researched work.
"Le Concierge" does not deviate from what we
have heard so far with the addition of Herbie Hancock shrapnel. This is
followed by the very nice "Frogs Might Disappear" composed of stop
& go, narrating the extinction of frogs on earth. The music happens to be
really bouncy. The warm "So Empty It Looks Real" closes.
The question at this point, as they say in the jargon,
arises: but in 2023, is there still a need for this music? The answer is very
simple, yes, because the mind wants it, so does the heart. We are light years
away from what the media is offering today, which is precisely why it will be
that I enjoy listening to this debut entitled "OisoLün" ? MS
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