FIESTA ALBA – Fiesta Alba
Neontoaster Multimedia Dep.
Genere:
Math Rock / Post Punk
Supporto:
EP – 2023
Il
fascino del mistero… Quante volte restiamo colpiti da una cosa che non
riusciamo a comprendere a dovere, oppure fissare persone celate dietro
travestimenti o maschere, tutto questo accende in noi la curiosità e spesso ci
fa soffermare più del dovuto avanti al fenomeno della circostanza. Nel mio caso
resto incuriosito dal gruppo Fiesta Alba, a me sconosciuto anche perché esordisce
oggi con questo EP dal titolo omonimo. Quattro musicisti e lottatori che si
celano dietro ad una maschera e con nomi di fantasia, Octagon (composizioni, chitarra,
graphic design), Dos Caras (produzione artistica, suoni sintetici e digitali),
Fishman (basso), e Pyerroth (batteria).
Con
queste premesse per capirne di più vado a sbirciare l’artwork del disco il
quale si presenta in versione cartonata e minimale. Un mucchio di appartamenti ricopre
quasi la totalità dell’immagine donando un senso quasi di angoscia
metropolitana, così all’interno e nel retro si possono solamente leggere i
titoli dei brani con tra parentesi i nomi di chi partecipa come special guest
alla voce. I disegni sono di Andrea Frittella.
I
Fiesta Alba propongono nei cinque brani una musica per ballare sul mondo post
pandemico, un approccio da veri lottatori senza risparmiarsi, fra Math Rock,
elettronica e Post Punk. In “Laundry”
l’ospite Welle sforna una prestazione eccellente, legandosi alla perfezione con
la musica dal groove accattivante su riff intriganti. Qui sento anche influenze
sia Talking Heads sia King Crimson, il ritmo è padrone dell’andamento,
difficile restare fermi all’ascolto. Disarticolato quanto affascinante l’assolo
di chitarra.
Fra
suoni indutrial inizia “Juicy Lips” con Tha Brooklyn Guy al microfono, un brano
ricercato sopra un Rap strampalato, qui gli strumenti sembrano perdere il
controllo per avventurarsi in sentieri sconosciuti. Genio e sregolatezza a
braccetto. L’ottima incisione è esaltata dagli effetti stereo. Ed è la volta di
“Dem Say” con Kylo Osprey, questa volta a pararsi avanti agli occhi della
fantasia è l’Africa nera grazie ai supporti afrobeat. La chitarra è
protagonista mentre il vocale racconta favole fantasiose su questa terra. Un
riff ancora una volta made in re cremisi accoglie l’ascolto in “Burkina Phase”
suonato assieme a Thomas Sankara, il brano in questione è quello che ho
apprezzato di più forse per la mia innata anima “progressiva”. Lo zigzagare nel
pentagramma è oramai fattore acquisito e ne sono consapevole. Chiude “Octagon”,
poco più di due minuti fra chitarra elettrica e suoni ciclici.
I
Fiesta Alba si presentano così al pubblico, con un pugno allo stomaco e
tantissima personalità, una musica non per tutti ma dal fascino assolutamente intrigante,
come ho detto all’inizio, il mistero gioca un ruolo importante. Solo il tempo
saprà svelarci la verità. MS
Versione Inglese:
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