ASCHER – Beginnings
https://ascher1.bandcamp.com/album/beginnings
Genere: Progressive Rock
Supporto: digitale
Non
è mai troppo tardi per un inizio. La natura dell’uomo lo porta a essere sempre
propositivo per il futuro, ci spinge anche la curiosità e la voglia di
migliorare la nostra vita. In fondo è anche un rimandare la fine, questa
destinazione che vorremmo sempre evitare. La musica poi non ha età, la voglia
di scoprire, provare, confrontarsi, interagire prevarica ogni giorno del nostro
calendario. Ed è bello imbattersi in nuovi progetti, quelli che non conosci e incontri
per caso. Navigando su internet, come spesso mi capita di fare alla ricerca di
nuove emozioni. Qui vado a conoscere gli americani Ascher. La band comprende
Doug Bowers (chitarra, basso, tastiere, voce), Blake Dickeson (chitarre
ritmiche), Rob Perez (chitarra solista) e Kyle Graves (voce solista). Potremmo
anche definirlo un super gruppo, perché Doug Bowers milita negli Ad Astra,
KDB3, Vertical Alignment e Rob Perez nei Visual Cliff, Bluesyndrome.
Fatte
le presentazioni, veniamo al disco, il quale ha una bella copertina che esprime
al meglio il concetto di “inizio”, peccato solamente che sono in possesso di file
e non del supporto fisico, per cui riguardo all’artwork, che ritengo parte
integrante di un lavoro, la faccenda finisce qui. Non ho neppure un buon supporto sonoro per cui mi
accontento di quello che viene, ma tanto basta per farmi incuriosire.
L’ipotetico
disco è composto di nove brani strumentali per una durata totale di
cinquantasette minuti di musica.
Quello
che si ascolta in “Beginnings” è un Progressive Rock scorrevole, maggiormente
tendente agli anni ’80 spesso carico di energia, proprio come nell’iniziale e
strumentale “Beginnings” dove alcuni riferimenti ai canadesi Rush mi vengono
alla memoria. Come spesso succede, la musica americana si lascia ascoltare con
piacere in quanto attenta all’eleganza di certe armonie, uno stile che rende
sicuramente l’ascolto scorrevole. Dunque in questi sei minuti di musica si denota
la spina dorsale della band, la quale è sostenuta da un’ottima ritmica oltre
che da una chitarra malleabile a tutte le situazioni. Energia anche nella
successiva “In The Clear Distance” sull’orlo dell’AOR, qui la voce di Kyle
Graves si presenta senza mai strafare, resta su tonalità medie e probabilmente
fa anche bene. Quello che gradisco molto nell’approccio sonoro degli Ascher è
l’utilizzo degli assolo strumentali, messi al momento giusto e mai invadenti o
logorroici a favore della struttura “canzone” la quale sicuramente ci guadagna
in fluidità.
Ed
ecco una sorpresa, dopo quanto narrato giunge un’inattesa inversione di marcia
verso il sound malinconico dei Marillion anni ’80, questo non per la voce distante
da quella del grande Fish o di Hogarth, ma per le tastiere e le melodie. Il
brano s’intitola “The Great Divide” e nei sette minuti abbondanti mi convince a
eleggerlo il migliore di tutto il lavoro. Ritorna il ruggire della chitarra
elettrica in un brano mix fra Funky e Hard Rock, “Ransom For The Righteous”,
qui i componenti si divertono a farci saltellare sul posto durante l’ascolto,
trascinante e diretto. Ma improvvisamente ecco calare il buio attraverso la
criptica “De Profundis”. Per fortuna arriva la chitarra a squarciare il cielo e
offrirci un raggio di luce, metafora della vita, anche se malauguratamente ci
troviamo spesso in situazioni avverse, prima o poi arriva sempre il sole. Un
altro strumentale notevole è “Nail Soup”, qui ritorna il divertimento che hanno
i musicisti a suonare la loro musica. In quanto ad intensità ci pensa la
successiva “What The World Can't Give”, una carica di adrenalina travolge
durante l’ascolto, ottimo Prog. “Wheels Turning Now” chiude con eleganza.
Esiste anche una bonus track intitolata “The Instrumental Divide”, vetrina per
le chitarre elettriche oltre che di tecnica.
Con
“Beginnings” non ci si trova avanti ad un capolavoro, sia ben chiaro, ma
semplicemente si ascolta bella musica, arrangiata e melodica. Di tanto in tanto
ci sono impennate di stile e di tecnica che non guastano mai. Molte volte ho
detto che la semplicità paga e se poi è supportata dall’esperienza, può anche
divenire contagiosa, come si dice… Chi si accontenta gode, ma sappiamo bene che
il progghettaro è esigente, ebbene anche lui qui troverà spunti interessanti
per il suo inappagabile palato. MS
Versione Inglese:
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