Sacromud
SACROMUD – Sacromud
Labilia
Genere: Blues
Formato: cd – 2022
Il
Blues è alla base di tutta la musica moderna, un’evoluzione che incomincia dai
canti dei neri afro americani nei campi di cotone verso la fine del 1800, per
poi evolversi nei decenni in Rithm'n Blues del dopoguerra (vedi Fats Domino), e
successivamente nel Rock And Roll. Se fosse cibo, per intenderci sarebbe farina
e acqua, la base di tutto, pane, pizze, pasta etc.
E
sì, il Blues è un amico che mai ci ha tradito, si è evoluto, però sempre
presente in molti generi che ascoltiamo anche oggi. Fu denominata musica del
diavolo perché uno dei padri del Blues, ossia Robert Johnson, imparò a suonare
la chitarra molto velocemente tanto da far pensare a coloro che lo conoscevano
che avesse fatto un patto con il diavolo. Ma la musica di per se è molto
semplice, nulla di dannato o esoterico, piuttosto un viatico di protesta per chi
trovava la propria vita un disagio, proprio come accadde successivamente con il
Rock, come già detto parte evoluta del Blues. Per me il Blues è colore, anche
oggi una musica senza tempo, quella che ti scalda l’anima e ti fa socchiudere
spesso gli occhi durante l’ascolto.
Conoscono
molto bene la materia Raffo Barbi (voce), Maurizio Pugno (chitarra), Frank
Piombino (basso), Alex Fiorucci (tastiere), e Riccardo Fiorucci (batteria,
percussioni), ossia gli eugubini
Sacromud che vengono anche premiati come migliore band e migliore album
italiano del 2022 da ADMR Rock Web Radio.
E’
anche per me un vero piacere ascoltare il blues nel 2022, una sorta di ritorno
alla fonte, un cotton fioc per le orecchie oggi bombardate da milioni di suoni
e di generi. In un’elegante confezione cartonata e gatefuld l’album si presenta
con un libretto ben strutturato contenente testi e info, mentre il disco è
composto da dodici brani ben registrati ai Pobmusic Recording Studio di
Maurizio Pugno, mixati da Walter Lanzara al Fondino Recording Studio di Gubbio
e masterizzati nei mitici Abbey Road Studios di Londra (vi dice qualcosa?).
Fatti
i convenevoli passiamo alla carne, a iniziare da “The Hider &The Seeker” e
la musica da subito voce a suggestioni, ma quello che trapela maggiormente è la
capacità compositiva di Maurizio Pugno, altresì palese è la sua annuale
esperienza in campo. L’America è avanti i nostri occhi, e per la precisione New
Orleans, mentre la voce di Barbi sperimenta e gioca su un riff ruffiano
interrotto a metà da un assolo di chitarra di gran classe. Che molta musica
provenga dai neri è un fatto inopinabile, non solo il Blues, ma anche il Jazz,
il Funk, il Reggae e ancora altri stili, molti di questi sono racchiusi in
“Ordinary Day” canzone di base decisamente Reggae. L’accoppiata Pugno/Barbi
prosegue il cammino con “Carousel”, ammaliante in maniera ipnotica
nell’incedere capace di spolverare certi passaggi che sono alla base del Blues anni
’30. Mai banali gli assolo i quali non fanno altro che impreziosire e staccare
l’ascolto rendendolo scorrevole. Una parte del merito va tuttavia anche alla
produzione. “The Merchant Of Soul” è arrangiata bene e gioca con le voci fra
canto e cori, pezzo caleidoscopico senza tempo. Del vento apre “Exodus” assieme
a canti atavici femminili e questa volta si vola in Africa.
Ma
siamo sicuri che i Sacromud siano umbri? Non si direbbe proprio, in questo
progetto c’è tanto di quel Groove e storia che si resta colpiti, come in “The Mule”,
DNA americano. Una menzione anche alla ritmica sempre pulita e mai invadente,
la coppia basso e batteria s’intendono all’unisono regalando un tappeto
perfetto su cui cucire orpelli sonori. Archi per “Rag Doll Crying”, ballata
toccante e vetrina per le qualità canore di Barbi qui vicine a quelle di Roland
Gift degli inglesi Fine Young Cannibals. Quando ho detto di musica da ascoltare
a occhi chiusi ecco cosa intendevo.
E
poi arriva l’Hammond, la voce modificata, e tutto il mondo di Frank Zappa in un
solo titolo: “Symmetry”. Il gruppo si diverte e il risultato è contagioso. In
“You’re Ready To Laugh” siamo al cospetto di un polveroso Blues, lento e
ruffiano al punto giusto. Sale il ritmo nella ballabile “Apple Slice”, canzone
dall’inconfondibile suono anni ’70 per poi aumentare ulteriormente in “Dark
Clouds”. Per finire ecco il puro Blues, quello che ha segnato tante
generazioni, “The Woman’s Trouble Is Me” ha alle spalle Robert Johnson e
migliore chiusura non poteva esserci.
“Sacromud”
è un disco diverso, un lavoro meticoloso e particolareggiato che esula dalla
maggioranza dei prodotti odierni, una bella finestra aperta per arieggiare la
nostra mente oggi consumata da tanta spazzatura sonora… E non soltanto quella.
MS
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