Anabasi Road
ANABASI ROAD – Anabasi Road
Autoproduzione
Genere: Progressive Rock Italiano
Supporto: cd – 2014
Con
l’esperienza passata abbiamo evinto che la scena progressiva degli anni ’70 della
nostra nazione ha avuto band e dischi di ottima fattura celati nell’oblio. Piccole
band che hanno prodotto solo un album di difficile reperimento ma ricco di
tante emozioni al proprio interno, snobbato da molti, media compresi, questo
vuoi per poche stampe dello stesso, oppure per poca divulgazione pubblicitaria.
Non è un caso che ancora oggi ogni tanto scopriamo piccole gemme. Questo accade
anche per band post anni 2000, ogni tanto fuoriescono piccole gemme, anche se attualmente
siamo aiutati fortemente nella ricerca dalla rete internet. Ciò che mi spiego
meno è come sia possibile che alcuni album molto belli passino ancora in
sordina, proprio per questo mi sento di dare vetrina (nel mio piccolo) alla
band emiliana Anabasi Road.
Si
formano nel 2009 a Reggio Emilia e rilasciano solo un album, questo “Anabasi
Road” e un EP intitolato “Ages” nel 2016. Il genere proposto potrebbe
sintetizzarsi in un Blues dalle contaminazioni Hard Prog vintage, immaginate di
miscelare i Nomadi con i Reale Accademia Di Musica e i Biglietto per L’Inferno,
tanto per fare un esempio. Anche la voce del cantante Andrea
Gilberti (voce, armonica, synth) si avvicina di molto a quella di Augusto Daolio
in alcuni frangenti. Dopo alcuni cambi di formazione negli anni si stabilizzano
con Massimiliano Braglia (chitarra, batteria), Alessio Gambarelli (chitarra), Riccardo
Vecchi (basso), Luca Orlandini (tastiere, organo, pianoforte e synth), Nicholas
Corradini (batteria, chitarra) e appunto Andrea Gilberti. Hanno
partecipato a concorsi musicali come il “Concorso Liber@mente” di Quattro
Castella (RE) arrivando secondi nell’edizione del 2012 e secondi al “Krisis
Band Contest” di Carpi nel 2015. Inizialmente hanno un buon riscontro di
pubblico vendendo 500 copie dell’album per poi perdersi nel vasto mondo
musicale forse per i motivi sopra citati.
“Anabasi
Road” è formato da otto canzoni a iniziare da “Pleasure In Me”, un Hard Prog
basato molto sulle tastiere di Orlandini, generalmente protagoniste di ogni
brano. All’interno anche un ottimo assolo di chitarra. Mi ritornano in mente
gli Atomic Rooster, ma qui ci sono richiami decisamente più Prog. Tutti i brani
sono cantati in inglese escluso “Guerra Mondiale”, vero e proprio gioiello
sonoro di rara bellezza nel campo di competenza. Ritornando al brano di
apertura, qui tanta storia aleggia fra le note e i nutriti assolo strumentali
che palesano le indubbie capacità tecniche della band. Più breve “Clashing
Stars”, ma sempre impelagata nell’ambito e bene interpretata dalla grintosa
voce di Gilberti. Un momento di pausa ritmica giunge attraverso “Dreaming For
You”, canzone comunque ricca di variazioni e con un basso ben presente, musica
dalle fosche tinte con qualche spennellata di Black Widow all’interno. Un’armonica
a bocca apre “Say Man” e all’improvviso ci si trova in America con un
irresistibile Blues trascinante e storico.
Ora
è la volta della pianistica e già citata “Guerra Mondiale”, dove tutto è magia,
incantevoli passaggi alla Reale Accademia Di Musica danno staffetta ai Nomadi e
il livello sale di molto, pezzo che da solo vale il prezzo del disco. “Maybe
Tomorrow” mostra ancora una volta il carattere della band con lanci di chitarra
elettrica davvero toccanti e allo stesso tempo ficcanti. Ancora più dura “I
Walk Alone”, canzone trascinante e monolitica. Chiude “Requiem” e il Blues si
riaffaccia prepotentemente.
“Anabasi
Road” è un album da riscoprire, peccato lasciarlo così nel suo limbo, perché questa
musica non ha tempo e riempie il cuore e la mente. MS
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