MARCELLO FARANNA –
Abbaddarò
Mentalchemy Records /
Autoproduzione
Genere :
Cantautore/Progressive Rock
Supporto: cd – 2014
Dalla Sicilia una nuova conoscenza musicale, almeno per chi
vi scrive, il cantautore e polistrumentista (tastiere e chitarra) Marcello
Faranna che si mette in luce per questo esordio dal titolo “Abbaddarò”.
Tengo in primis a sottolineare che a mio avviso chi riesce
ad unire il cantautorato con delle intenzioni Progressive, è senza dubbio un
autore quantomeno ispirato ed amante della musica in senso generale. Risultare
semplici con la voglia di contraddistinguersi, non è di certo cosa da tutti i
giorni, un territorio quantomeno impervio ma che comunque a volte riesce a dare
grandi soddisfazioni (Lolli, Bubbola, Rocchi, Bibbò, Finardi, Battiato, Ruggeri
e molti altri ancora).
Il disco si presenta con dodici tracce ed una buona qualità
di registrazione.
Il lavoro si apre con un intro sinfonico carico e toccante
dal titolo “Preludio”, già dalle prime intenzioni si capisce una delle armi di
Faranna, quella di saper comporre melodie intelligenti e ruffiane. Sembra di
respirare gli anni ’70, quel velo che resta posato nella mente di chi come me
ha vissuto quel periodo ricco di uscite in ambito italiano.
Giunge immediatamente il folklore della Sicilia ed il calore
del sole con la title track “Abbaddarò”, una canzone che mette in evidenza la voce di Faranna,
impossibile non accostarla a quella di Enrico Ruggeri. La breve e dolce “Tra Un
Po Sarò Là” voce, piano e violino, ci accompagna a “Stelle Di Cartone”, brano
vigoroso e supportato da una buona ritmica, quella di Danilo Spinoso alla
batteria. Tutte le canzoni sono
orecchiabili e potenziali hit dell’album, a testimonianza della caratura della
proposta. Il polistrumentista si fa accompagnare anche da Simone Campione alla
chitarra, basso e cori, Dario Di Matteo alla programmazione ed orchestrazioni,
Angelo Spadafora al violino solista e da Fatima Lo Verde voce in “Quale Amore”.
Proprio questo brano ci presenta un Faranna più complesso ed ispirato, un mix
fra Matia Bazar e la sinfonia Rock del periodo anni ’70 italiano. E a proposito
di Rock, ecco un esempio di vigorosità legata alla melodia, un connubio che
funziona sempre, anche in tempi moderni, “Qualcosa Mi Dice” è il titolo.
“La Ballata Del Barcone Insanguinato” voce e chitarra, porta
alla mente inevitabilmente il De Andrè
delle filastrocche, ma Faranna è se stesso, non di certo ne fa il verso.
Segnalo anche “Ho visto Un Uomo”, brano semplice e diretto
ed il conclusivo “La Porta Del Futuro” che chiude il cerchio del Preludio.
Un prodotto poliedrico, ricco di sonorità e fluido, molto
fluido, grazie a ritornelli indovinati ed arrangiamenti importanti. Un artista
da ricercare, non può restare nell’indifferenza, non capita spesso di
imbattersi in un prodotto del genere, professionale e pulito. Cercatelo e poi
mi direte. (MS)
Nessun commento:
Posta un commento