AISLES – 4:45 AM
Presagio Records
Genere: New
Progressive
Supporto: cd – 2013
Ritornano all’attenzione dei Prog fans i cileni Aisles a
quattro anni di distanza da “In Sudden Walks”. Si formano nel 2001 grazie ad un
idea dei fratelli Vergara, Germàn (chitarra) e Luis (tastiere). Sembra già
molto lontano l’esordio datato 2005 di “The Yearning”, oggi “4.45 am” è il
terzo lavoro in studio e con esso proseguono il cammino intrapreso nel filone
New Prog fra Marillion e Genesis. Ad oggi la band viene completata da Felipe
Candia (batteria), Sebastian Vergara (voce, tastiere), Daniel Baird-Kerr
(basso), Rodrigo Sepulveda (chitarre e cori) e Alejandro Melendez (tastiere e
synth).
“4:45 am” si presenta molto bene, con l’artwork curato e
descrittivo nei disegni di Omar Galindo e nei testi annessi. La qualità sonora
è più che sufficiente, considerando anche la complessità degli equilibri
strumentali, dettati da numerose varianti. Questo a causa di variegate
strumentazioni, ed all’ausilio di special guest come i String Quintet ed i loro
archi, Nelson Arrigada al contrabbasso e costanza Maulen alla voce. Addirittura
nel corso dell’ascolto ci si imbatte in elettronica e nel sound caldo e giocoso
del classico stile latino.
Avrete capito dunque che “4:45 am” è davvero ricco di
sonorità, così è, non c’è tempo di soffermarsi su uno stile predefinito,
l’ascolto scorre velocemente grazie anche alla brevità dei brani proposti, in
controtendenza agli stilemi del genere. Non suite, ma brani di media durata
calcolabili in cinque minuti, esclusa la conclusiva mini suite “Melancholia”.
E’ ancora presente l’impronta New Prog rivolta ai Marillion,
resta il fatto che gli Aisles hanno una propria peculiarità, una su tutte
l’amore per le buone melodie. La title track che apre il disco è proprio il
sunto di questo genere che vuole a tutti i costi dimostrare di non essere
scalfito dal tempo. Buona la sezione ritmica. Chitarra alla Steve Hackett nella
canzone “Gallarda Yarura”, strumentale
che dimostra come si possa fare musica colta senza struggere l’ascoltatore con
inutili tecnicismi. La tecnica è alta ma non invasiva, per lasciare spazio alle
giuste soluzioni melodiche qui dallo stampo prettamente latino. Pur nella
brevità delle canzoni, i cambi di tempo sono presenti. Il sound si concilia con
la New Wave degli anni ’80 in “Shallow And Daft”, grazie anche a sonorità più
elettroniche. Il brano vene anche annunciato in lingua italiana da “Radio DJ”
come carica mattutina, ed un buon cappuccino. Ma si ritorna nel Prog con “Back
My Strenght”, una semi ballata classica per i teneri d’ animo. Una chitarra
acustica apre “The Sacrifice”, alto momento emotivo e la semi ballata diventa
ballata a tutti gli effetti. Torna l’elettronica ricca di effetti nella
strumentale “Intermission”, mentre “Sorrow” è uno dei momenti più alti del
disco, fra classe, tecnica e melodia. I colpi migliori gli Aisles se li
lasciano al termine, nell’ennesimo pezzo strumentale questa volta intitolato
“Hero” e nella mini suite conclusiva “Melancholia”.
Quando ci deliziano con gli arpeggi, si toccano veramente
alti vette, la sensibilità degli Aisles è davvero una carta che sanno giocare e
che non lascia indifferenti.
“4.45 am” è un disco che ha tutto quello che può piacere ad
una vastità differente di ascoltatori, fruibile e scorrevole, grazie
all’ampiezza di idee e sonorità. Non sarà semplice togliersi dalla mente alcuni
fraseggi e soprattutto l’ultimo brano, vero e proprio esempio di New Prog.
Non ho scovato particolari difetti, mi sono solamente
lasciato andare nell’ascolto, magari con qualche sospiro di nostalgia per quel suono
che a volte mi ricorda gli anni ’80 del Prog, quando lo stesso rialza la testa.
(MS)
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